Alla Royal Hammam (parte 3)

Come avevo già scritto, la mia voglia non era diminuita, avevo più di un mesetto di astinenza alle spalle e volevo godermela appieno con i bei manzi che gironzolavano per la sauna. Uscii dal bagno e ritornai alla vasca che collega la sauna con il solarium. Mi rinfrescai e la sensazione dell'acqua sul pube nudo mi diede una piacevole sensazione che mi rese il cazzo barzotto. C'era gente che pomiciava tranquillamente a bordo piscina, qualcuno cercava di tirarmi una sega sott'acqua, ma non mi andava e declinai le non tanto implicite proposte. Dopo essermi asciugato un poco nuovamente nella finlandese, uscii per andare nuovamente ai labirinti. Notai ad un certo punto un po' di movimento e vidi che c'era un gruppetto di persone che bloccava il percorso. Rimasi in un angolo ad osservare: erano ragazzi che accerchiavano un bellissimo ragazzo, di 27-28 anni, magro, moro. leggermente tonico, bei capezzoli e labbra carnose contornato da una leggera peluria da barba non fatta da qualche giorno. Decisamente arrapante. Forse fin troppo carino per il sottoscritto. I ragazzi gli giravano intorno, gli afferravano il cazzo dall'asciugamano, gli strizzavano i capezzoli. Si lasciava fare tutto con noncuranza, come se non fosse presente, ma non si faceva baciare. "Che strano" pensai.
Lo osservai intensamente, lui mi notò. Ci scambiammo intensi sguardi, come se quelle api al miele non ci fossero. Mi presi coraggio e mi avvicinai. Mi sentii stupido, mi sfiorò ed ebbi un brivido. Lui sorrise di questa cosa. Ci toccammo e ci annusammo ovunque. Le nostre labbra sfioravano varie parti del corpo fino a quando, non me l'aspettavo, mi forzò la bocca con la sua lingua. Gli altri, un po' invidiosi, un po' eccitati, cercarono di unirsi, ma invano. I nostri sessi si toccavano separati dai nostri asciugamani, ma erano abbondantemente sull'attenti. Gli succhiai i capezzoli e nel mentre frugavo sotto l'asciugamano in cerca del mio tesoro: lo avevo in mano e che tesoro!
Ad un certo punto, anche scocciati dalla presenza dei guardoni che volevano a tutti i costi inserirsi, mi prese per mano e mi condusse in una cabina.
Mi chiese se non volessi che qualcuno si unisse a noi per un trio. Stranamente non ne sentivo né l'esigenza, né la voglia. Mi sembrò contento della mia risposta. Ci chiudemmo, stendemmo gli asciugamani e ci mettemmo l'uno sull'altro. Ci baciammo appassionatamente, gli torturai i lobi delle orecchie, leccai le labbra, gli succhiai il collo e lui fece altrettanto. Gocciolavamo in maniera inusitata e questo ci eccitava maggiormente. Gli bloccai le braccia contro il materassino e leccai vogliosamente quella meraviglia di peluria odorosa che aveva sotto le ascelle. Sapeva di maschio, sapeva di buono. Gli torturai sapientemente quei bei capezzoli che si ritrovava, fino a quando non disegnai con la lingua una linea che andasse per l'ombelico, i bei peli pubici appena sotto, fino al suo bel cazzone bagnatissimo che svettava trionfante. Ma appena mi cominciai a dedicare a quel bendidio, mi fermò proponendomi di salire sopra di lui per unirci in un bel 69. Acconsentii con piacere. Non appena mi posizionai, mi diedi da fare al meglio con la mia bocca. Lo leccavo di lato, tutto intorno come un gelato, me lo infilavo tutto in gola fino a sfondarmela. Succhiavo come un ossesso. Lui, invece, dopo essersi dedicato al mio bastone, con mio sommo piacere passo a lavorarmi il buco, la cui strada era già stata spianata dal tedescone della sauna finlandese. Vedendo che non incontrava resistenza, mi scopò il culo con la lingua. Mi leccò così in profondità che toccavo il cielo con un dito. E poi la sua barbetta ispida mi batteva sulla pelle solleticandomi ed eccitandomi allo stesso tempo.
Mi sentivo pronto per prenderlo tutto in culo in un colpo, ma nessuno dei due aveva preservativi, né peraltro la voglia di uscire fuori e interrompere la magia del momento. Abbandonammo l'idea e continuammo a divertirci in altra maniera. Alla sua lingua sostituì le dita. Mi invitò a giocare cercando di indovinare quante dita mi avesse messo dentro. Se non avessi indovinato, mi avrebbe sculacciato il sedere. In caso contrario, mi avrebbe massaggiato la prostata. Non fu facile, sbagliai diverse volte, e sicuramente i ceffoni e le mie urla avranno attirato l'attenzione. Anche se quando indovinavo, le sue dita d'oro, capaci di trovare il mio punto debole, mi facevano sciogliere in un gemito estatico.
Ad un certo punto si stufò e prese i miei piedi e se li portò al petto. Me li massaggiò porgendomi i suoi. Ci succhiavamo e leccavamo i rispettivi piedi stando l'uno di fronte all'altro, eccitandoci enormemente. Fino a quando non me li prese e li indirizzò sul suo cazzo iniziando una sapiente sega con i miei piedi. Era troppo per lui, mi esplose in una quantità di sborra industriale sui piedi, che leccò e lucidò con passione e cura. Poi venne l'ora del mio cazzo che segò violentemente inondandogli il collo. Ci ripulimmo alla meglio e uscimmo da quella camera a gas a cui avevamo resistito in nome della lussuria. Ci dirigemmo verso le docce per pulirci definitivamente e se ne andò via salutandomi con un occhiolino.
Mentre finivo di asciugarmi, avevo una sensazione di appagamento, ma era come se mi mancasse ancora qualcosa...

continua

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