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Festa di comple-ano.


di Fenice1967
15.09.2019    |    14.982    |    9 8.9
""Non ti preoccupare, dopo che vanno via mia sorella con le figlie, mio cognato e gli altri parenti, ci divertiremo un sacco noi due..."
Ero quel che si dice uno "studente fuori sede", non studente modello, ma fuori sede si! il fatto di essere lontano da casa mi consentiva un ampio margine di manovra sessuale che prima non avrei neppure lontanamente sognato. Tuttavia l'essere lontano dagli affetti famigliari in certe occasioni particolari, mi rendeva triste e bisognoso di conforto.
Per fortuna, come vi ho già raccontato, c'era Giulio sempre pronto a consolarmi, a mettermi una mano sulla spalla e a rompermi il culo. Naturalmente io gradivo eccome, e questi gesti di affetto "profondo", servivano a rendere la mia permanenza, in una città a me straniera, meno triste.

Venne il giorno del mio ventitreesimo compleanno, e Giulio si diede un gran da fare per organizzare una festa in mio onore. A dire il vero i festeggiamenti erano così composti: una festa ufficiale, con i parenti (suoi), che mi si erano affezionati e che mi vedevano quasi come un loro nipote, e una non ufficiale con due soli partecipanti, nella quale Giulio mi avrebbe fatto "LA" festa.
"Non ti preoccupare, dopo che vanno via mia sorella con le figlie, mio cognato e gli altri parenti, ci divertiremo un sacco noi due. Sarà un party mooolto intimo", mi disse con il suo solito tono canzonatorio, prima che arrivassero gli invitati.
"Lasciami indovinare", dissi io raccogliendo la provocazione "Sarà un party a base di sborra e salsiccia?".
"Si", disse ridendo "Non ti preoccupare, la salsiccia la porto io".
Lo baciai con passione, per ringraziarlo di tutto quello che stava già facendo per me e di tutto quello che aveva intenzione di fare dopo.
La festa con i suoi parenti fu molto bella e la giornata trascorse velocemente tra una chiacchiera e l'altra. Finalmente a sera inoltrata rimanemmo soli io e lui.
Rimettemmo tutto velocemente in ordine e poi ci preparammo per la seconda parte dei festeggiamenti, quelli in forma strettamente "privata", ma anche quelli più interessanti.
Mi spogliai in camera di Giulio. Lui era in bagno che finiva di prepararsi e io mi stesi sul lettone e, non sapendo che fare, cominciai a smanettarmi lentamente il cazzo; cosa perfettamente inutile, visto che avevo già una bella erezione che lo faceva sembrare una specie di grosso birillo.
Poi vidi arrivare Giulio completamente svestito pure lui e quando entrò e mi vide in quella posizione, scoppiò a ridere di gusto commentando: "Però! vedo che ti sei già dato da fare. Non hai proprio perso tempo".
Risi anche io e gli feci cenno di venire da me allargando le braccia e le gambe; volevo stringerlo e sentire la sua bella peluria a contatto con il mio corpo.
Lui si sedette invece sul bordo del letto e mi disse: "Aspetta, ho una piccola sorpresa per te". Aprì il cassetto del comodino e tirò fuori una piccola scatoletta incartata e infiocchettata "Spero ti piaccia, sapevo che la volevi comprare, così ti ho preceduto".
La scartai curioso; dentro c'era una cavigliera da favola in oro bianco. Sentii le classiche farfalle nello stomaco e lo guardai con emozione e commozione.
"Grazie, non dovevi, avevi già fatto tanto per organizzare la festa ... e ora questo; non so che dire...".
"Non devi dire nulla, è solo un pensierino". mi rispose con voce dolce. "Perché invece non la indossi?"
La provai subito; era perfetta "Peccato", osservai, "Potrò utilizzarla solo quando sarò quì e non dai miei".
Lui sorrise e si mise di fianco a me; il suo viso era vicino al mio, così lo baciai con passione. Quando si tratta di sentimenti così intensi non riesco più a fare distinzioni tra uomini e donne e desidero amarli alla stessa maniera.
Quel gesto mi aveva eccitato - se possibile - ancora di più. Rotolai su Giulio e lui mi bloccò stringendomi tra le gambe, così presi a baciarlo più intensamente del solito.
Sentii che aveva usato il profumo che gli avevo regalato io per il suo compleanno, e questo mi fece immensamente piacere.

Dopo un po' scivolai giù e incominciai a fargli un pompino. Il suo cazzo era così duro e gonfio che ebbi paura che sborrasse prima del tempo. "Mi raccomando non venire subito; oggi ho intenzione di tenerti sveglio fino a tardi", gli dissi con tono divertito.
Lui sorrise e, accarezzandomi la testa, disse: "Tranquillo, tranquillo, anche io ho intenzione di fare durare questa serata ancora a lungo ... ".
Rassicurato da quelle parole cominciai a prepararmi per fare una bella cavalcata.
Dopo essermi generosamente unto lo sfintere, mi apprestai a far scivolare il suo uccello dentro di me. Lui restò sdraiato, così io gli detti le spalle, presi il suo bel cazzo turgido tra le dita e me lo appoggiai sul buco del culo.
Quello entrò dentro con quel tanto di attrito che bastava per farmi mugolare dalla goduria come una troia in calore. I miei capezzoli si sollevarono divenendo duri e turgidi pure loro e le palle mi si intirizzirono dal piacere.
Mi appoggiai sulle palme delle mani, messe all'indietro, e d'un tratto sentii le sue di mani che incominciarono dapprima a giocare con i miei capezzoli, poi con le palle e con il cazzo. Continuavo ad andare su e giù emettendo dei bassi lamenti di godimento e proferendo frasi del tipo. "Siii, così ... cosi ... mi fai impazzire. Mi sembra di avere un palo dentro ... Oddio sto morendo dal piacere ... ".
Lui era soddisfatto e inorgoglito dal fatto che ragliavo in quel modo osceno e arrapante, così ci dava dentro come un matto, continuando nel contempo a mungermi il cazzo e a stropicciarmi lo scroto.
Dopo un bel po' di quella ginnastica, sentii la sborra risalire dalle mie palle fin sulla punta del glande, così gli dissi di smetterla con quella mungitura, se no sarei venuto di li a poco. Giulio, però, se ne infischiò bellamente di quel che gli dicevo, poiché gli piaceva troppo maneggiarmi il cazzo mentre mi facevo inculare a smorzacandela.
Feci appena in tempo a mormorare "No, no ... basta ... fermati! sto per venire!", che sentii lo sperma caldo uscire copiosamente a più riprese. Ero impalato e a gambe aperte e, mentre Giulio mi teneva fermo il cazzo gonfio con le mani, da quella posizione vidi partire delle belle scie cremose che, con un lungo arco, superarono il limite del materasso e finirono per impiastricciare anche il pavimento.
Gettai la testa all'indietro, emettendo un sonoro "Arrrghhh!!!" di intenso piacere; la mia mente si svuotò, insieme alle mie palle, e provai delle emozioni così belle ed intense che faccio fatica a descriverle. Un rapporto anale di questo tipo può essere estremamente gratificante, anche molto di più di un qualunque altro rapporto eterosessuale.
Devo infatti confessarvi che, dopo questa scopata di compleanno, per un bel po' di tempo fui indeciso se dedicarmi definitivamente ai soli rapporti omosessuali o se continuare anche con quelli etero e bisessuali; la soddisfazione provata quel giorno mi aveva scosso dalla testa ai piedi e aveva messo in serio dubbio tutte le mie certezze.

Esausto mi distesi, con la schiena appoggiata sul petto di Giulio. Io ansimavo dal piacere e lui con le mani continuava a stropicciare i miei capezzoli.
"Bisogna pulire tutto quel disastro ... ", gli dissi.
"Lascia perdere, ci penseremo dopo", mi rispose lui con voce dolce e rassicurante.
Avevo ancora il cazzo del mio amico dentro di me e notai che, nonostante l'intenso orgasmo di prima, il mio uccello era ancora perfettamente eretto.
Le sue mani continuavano ad accarezzarmi in ogni dove, e io mi torcevo sopra di lui dal piacere, mugolando e accarezzandogli le mani. Sentivo sulla mia schiena la sua peluria, e questa cosa mi eccitava da matti.
"Aspetta, voglio succhiartelo di nuovo", gli dissi, senza più un briciolo di ritegno.
Così me lo sfilai dal culo - che oramai era dilatato per bene - e, dopo una sommaria ripulitura dai residui di vaselina, presi a ciucciargli con decisione il membro. Cercavo di inghiottirlo tutto, fino alle palle, e in questo modo mi provocavo dei colpi di tosse che cercavo di soffocare.
Lui, intanto, incominciò a mungermi nuovamente il cazzo e a giocare con il piercing che mi ero fatto al frenulo del glande. Per me quello era il simbolo della mia libertà sessuale e rappresentava la mia volontà di sperimentare tutte le combinazioni possibili.
Poco dopo sentii di nuovo lo sperma risalire dai testicoli, che si contraevano per il piacere. "Non è possibile! un altro orgasmo", pensai tra me. "Se continua così vengo di nuovo!".
Perciò presi la sua mano, senza interrompere il pompino, e la dirottai verso il mio culo. Lui capì e incominciò a ficcarci dentro le dita, facendomi un bellissimo ditalino anale.
La cosa, però, non durò a lungo e dopo un poco lui tornò alla carica, riprendendo a masturbarmi con rinnovato vigore. Ovviamente questa cosa mi dava un piacere intenso, ma mi portava anche sempre più vicino ad un nuovo orgasmo.
Non volevo replicare il disastro di prima, ci ero rimasto troppo male, così cercai di dominarmi, almeno nei limiti del possibile. Tuttavia, dopo un po' di quella gustosa manipolazione del mio pisello e delle mie palle, mi resi conto di essere nuovamente prossimo alla sborrata.
Sentii il liquido seminale pronto ad uscire, così mi bloccai e dissi: "Fermo, fermo, sto per venire!", poi adocchiai velocemente il bicchiere dell'acqua sul comodino. "Prendi il bicchiere, presto!".
Giulio capì al volo e me lo porse, così io lo accostai al mio cazzo, che oramai era sul punto di esplodere, e vi riversai dentro con violenza una quantità di sborra quasi pari a quella che in precedenza avevo riversato sulle lenzuola e sul pavimento.
Sentivo le goccioline di sudore che mi imperlavano il viso, nonostante fossimo in pieno inverno, così riposi il bicchiere con lo sperma sul comodino e mi buttai sul letto ansimando.
Giulio, che aveva assistito alla mia nuova sborrata, mi disse: "Caspita, eri davvero pieno fino all'orlo".
Io lo guardai e gli dissi, con fare un po' spaccone: "Guarda che ancora non ho finito...".

Rimanemmo sdraiati per un po', scambiandoci baci e carezze. Tutta quella intensa attività sessuale aveva sollecitato a dovere i miei reni, così alla fine - anche se di malavoglia - mi alzai per andare al bagno e svuotare la vescica.
Sulla strada del ritorno adocchiai la fruttiera, e vidi che Giulio aveva comperato il solito casco di banane. In casa non mancava mai questo frutto, e neppure i cetrioli e le zucchine, visto che li usavamo per i nostri giochini.
Così presi un bel bananone di dimensioni ragguardevoli e me lo portai in camera.
"Guarda", dissi a Giulio, brandendo la banana, "Ho portato rinforzi".
Lui rise di gusto.
Presi la vaselina, unsi per bene il frutto, e me lo infilai su per il culo emettendo un basso rantolo di piacere.
Volevo riprendere con il pompino che avevo interrotto, ma Giulio mi bloccò e disse: "Visto che oggi è il tuo compleanno, ti faccio un altro regalino. Siediti così, con le spalle appoggiate alla testiera del letto".
Lo assecondai, e lui si mise tra le mie gambe; poi mi prese tra le mani il cazzo - che nel frattempo era tornato ad essere di nuovo turgido - e incominciò a leccarlo, insistendo sopratutto sul frenulo.
Mi sentii quasi svenire dal piacere. "Grazie Giùgiù!", gli dissi con un filo di voce, utilizzando quel vezzeggiativo che a lui piaceva tanto nei momenti di intimità.
Poi, prese a succhiarlo con più decisione, come non gli avevo mai visto fare sino ad allora, e con l'altra mano incominciò a muovere la banana che mi ero ficcato su per lo sfintere.
Sentivo arrivare il piacere ad ondate, le quali mi facevano ribollire il cervello. Tutte quelle attenzioni nei miei confronti mi avevano soprafatto, e ora stavo di nuovo godendo.
La vista del mio amante, impegnato a succhiarmi con così tanta cura il cazzo inanellato, mi eccitava e mi estasiava. Nel contempo, però, non potevo non chiedermi dove e da chi avesse imparato a destreggiarsi così bene nella sublime arte della fellatio.
Quella goduria andò avanti per un bel po', accompagnata dai miei gemiti di piacere. Notai che dal mio pisello aveva ripreso ad uscire del liquido filamentoso in grande quantità, segno evidente che di li a poco avrei avuto un altro orgasmo.
Così, quando lo sentii nuovamente arrivare, presi il bicchiere che avevo usato in precedenza e lo diedi a Giulio.
Lui lo prese e incominciò a sollecitarmi mungendomi con decisione, fino a quando non venni per la terza volta. Mi morsi la mano per non urlare di piacere, e mi accorsi che dal mio cazzo usciva nuovamente e con forza una gran quantità di liquido seminale.
Giulio guardò il bicchiere e commentò lapidario "Però! mai vista una roba così", poi fece per andarlo a svuotare in bagno, al che io lo bloccai.
"Fermo che fai? Lo vuoi buttare?", gli dissi.
"Perché, hai una idea migliore?", mi rispose lui, guardandomi con un sorrisetto ammiccante.
"Si!", feci io risolutamente, "Dammi qua. In questa casa non si butta via niente, dovresti saperlo".
Così presi il bicchiere e, senza esitazione, trangugiai tutta la sborra che vi avevo versato nel corso dei due orgasmi precedenti.
Lui, per prendermi in giro, cominciò a canticchiare un improbabile "Happy birthday to you!". Risi anche io, e quasi mi strozzai, visto che mi andò il liquido seminale di traverso.

Poi fu il suo turno di godere, e gli chiesi di farmi il "lavoretto", che preferivo, ovvero una bella farcitura facciale.
Si mise sopra di me e prese a smanettarselo, mentre io gli leccavo le palle gonfie e gli toccavo i glutei rigidi. Dopo un po' di quella autostimolazione, mi riversò sulla faccia una enorme quantità di sborra calda e cremosa.
"Vuoi mangiare anche questa crema, o ti è bastata quella della torta di compleanno?", mi chiese Giulio, burlandosi del fatto che avevo il viso quasi totalmente coperto dal suo liquido seminale.
"Grazie", gli risposi "Vorrei assaggiare anche la tua crema".
Così con il dito cominciò ad accompagnare tutto quel fluido cremoso verso la mia bocca. Alla fine, dopo essermela gustata tutta, passai a ripulire prima il suo dito, e poi il suo cazzo.

Alla fine eravamo entrambi stremati, così ci stendemmo sul letto a pancia in su. Voltai lo sguardo e vidi che l'orologio a led della radiosveglia, segnava oramai le quattro del mattino; tra poche ore sia io che Giulio ci saremmo dovuti alzare.
"Meno male che i compleanni arrivano solo una volta all'anno", fece lui. "Una altra sera così e mi potrai tranquillamente raccogliere con il cucchiaino da caffè. Io ho anche una certa età, sai?".
"Già", gli feci eco io. "A proposito, ma la settimana prossima non è il tuo onomastico?"
"Si, certo. San Giulio di Orta, al quale è tanto devota mia madre, perché?".
"Bè, allora preparati che questa volta la festa te la faccio io! A proposito ti va bene se facciamo un altro party a base di sborra e salciccia?"
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