Gay & Bisex
SEMPRE DURO: MAGIA DELLA PASTIGLIETTA

29.06.2025 |
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"Mi prende per le gambe, se le appoggia contro quindi mi solleva il bacino finché non è all’altezza giusta..."
Il 5 giugno mi arrivò un discreto messaggio: “Ciao. Sono Gianluca. Non so se ti ricordi ma ci siamo visti un anno fa. Ho scoperto che lo hai raccontato (TANTE, MA PROPRIO TANTE CAREZZE A PRIMAVERA) e mi è piaciuto molto leggerlo. Sei ancora in attività?”Mi ricordai immediatamente di lui anche se ci eravamo visti una sola volta.
“Ciao. Che piacere leggerti. Sì, ancora in attività. In questi mesi sono stato super impegnato ma adesso va un po’ meglio.”
“Ti posso chiamare?”
“Sì.”
Lo fece e chiacchierammo a lungo. Era curioso di sapere perché non ero più andato da lui e così gli raccontai il perché. “Lo ho anche scritto in un racconto su Annunci69 (GLI HO FATTO DA FEMMINA PER SEI MESI)”.
Alla fine, anche se il periodo era complicato e pieno di impegni, concordai una visita da lui per la sera seguente.
Pensai a com’era stato l’incontro che avevamo avuto l’anno prima e ritenni che potevo proprio concedermi due orette di piacevole pausa dagli impegni.
Non avrei mai immaginato di raccontare anche questo appuntamento, come di solito non faccio per quelli banali o… di routine, ma quello che successe mi ha spinto a farlo.
Arrivo da Gianluca, lo trovo in accappatoio, e penso che è perfetto per fare “le cose” senza perdere troppo tempo. È leggermente cambiato: adesso ha la barba, corta e ben curata. In parte chiazzata di grigio. Mi dice subito che: “per fare bella figura ho preso la pastiglietta. Magari ti piace di più e non mi fai aspettare un altro anno per vederti di nuovo.”
Mi chiede subito di: “mettiti a tuo agio”, cioè di spogliarmi e, mentre lo faccio, anche lui si toglie l’accappatoio. Vedo con piacere che li sotto è quasi pronto. Vorrei attaccarmi e succhiarlo ma aspetto che mi dica cosa fare e, incredibilmente, esaudisce il mio desiderio, come se mi avesse letto nel pensiero.
“Molto bene, sei sempre ben rasato. Nemmeno un peletto. Mi piace, sai. Al telefono non te lo avevo chiesto e poi mi era venuto il dubbio. Bene, proprio bene così. Che dici, lo vuoi assaggiare?”
Sussurro un sì e comincio a giocarci usando solo la bocca. Ci mette un attimo a diventare durissimo e ricordando che gli piaceva, me lo infilo tutto in gola, fino alle palle.
La cosa lo eccita perché mi afferra la testa e comincia a muoverla facendolo entrare e uscire con tanta veemenza che mi vengono un po’ di nausea e le lacrime agli occhi. Però mi piace.
Purtroppo dura poco, vuole scoparmi: “mettiti a pecora sul divano, ho proprio voglia di prenderti come si fa con le troiette. Ti piace sentirlo in culo, vero?”
Adesso lo riconosco. Quell’inizio silenzioso era stato ben diverso dall’altra volta.
Mi fa sistemare a gambe larghe e con il petto appoggiato allo schienale e in un attimo mi è dentro.
Mentre inizia a scoparmi penso che ha proprio un bell’affare che quasi non ricordavo. Tutti i preliminari e il lungo giocare con il mio corpo dell’altra volta mi avevano fatto dimenticare che a cazzo non era messo niente male.
Ci da dentro con voglia e si prende tutto il piacere che può mentre anch’io apprezzo quel duro stantuffo che sa eccitarmi proprio bene. Continua così per una decina di minuti, forse quindici, poi sborra, lasciandomi sorpreso per la velocità.
“È solo la prima. Con la pastiglietta te ne darò altre di botte” mi dice quasi riuscendo a leggere nuovamente nei miei pensieri.
Esce e mi fa sedere sul divano per infilarmelo nuovamente tra le labbra.
“Fai un bel lavoretto. Pulisci bene” è l’unica cosa che dice mentre mi attacco di nuovo a lui e mi godo quel salsicciotto duro, umido di crema e assai saporito.
“Che bello!” penso trovandolo ancora marmoreo. Mi sembra perfino più lungo e grosso di prima e me lo godo fin quando non vuole scoparmi di nuovo: “adesso faccio un’altra ripassata nel culo. Lo so che ti piace prenderlo.”
Mi fa andare dietro al divano e, dopo aver appoggiato la pancia sullo schienale, mi dice di piegarmi in avanti e di mettere le mani sui cuscini. Lui si sistema in piedi dietro.
“Certo che visto così sei uno spettacolo. Sei vecchio ma hai ancora un bel culo” esclama l’attimo prima di entrami dentro.
Mi afferra i fianchi con le mani e comincia a darci dentro. Una trivella! Mi sbatte alla grande e, questa volta, poiché ho il cazzo che si fruga contro il divano, inizia a piacermi ancora di più. Lo lascio fare, gustandomi quelle favolose sensazioni che mi invadono facendomi tremare.
“Manca poco, sto quasi per venire” gli dico quando sento di non riuscire più a trattenermi: “non vorrei sporcare i cuscini.”
Si ferma, esce, mi fa sdraiare per terra sopra il tappeto e, dopo essersi seduto al mio fianco, mi masturba con la mano. Ci metto davvero poco a farmi schizzare. Appena ho finito si pulisce la mano sulla mia pancia, si siede sul divano e, sempre con il cazzo dritto come un palo, mi fa accomodare sopra di lui. Non ho nemmeno il tempo di riprendermi dall’orgasmo che mi devo rimettere a cavalcare.
“Girati, mettiti girato. Allarga bene le gambe.”
Gli do le spalle e in un attimo lo ho nuovamente tutto dentro. Trovo una posizione ottimale per mani e piedi e inizio a impalarmi mentre lui rimane fermo e si appaga per quello che faccio io. Questa volta mi fa andare avanti a lungo, talmente tanto che mi ritrovo sgocciolante di sudore, con il fiatone e con gambe e braccia in difficoltà per lo sforzo. Anche se non dico nulla, lo capisce e inizia a muoversi lui. Io mi puntello al meglio e rimango leggermente sospeso sopra di lui mentre il cazzo scorre con furore dentro e fuori ad una velocità “supersonica”. Bello, bellissimo ma… quasi fastidioso per il troppo impeto.
Quando si ferma siamo ricoperti di sudore. Il mio cola su di lui, il suo scende sul divano.
Mi fa alzare e lo trovo rosso in viso. “Ha faticato pure lui” penso.
“Mamma mia che scopata! Ed è solo l’inizio! Aspetta, accendo il clima.”
Il tempo di farlo partire e una piacevole brezza fresca invade la sala ma ho appena il tempo di accorgermene che mi fa mettere a pancia in su disteso sopra il divano e con la testa penzoloni fuori dal bracciolo. Dopo aver allargato le gambe per abbassarsi, mi fa aprire la bocca e si infila dentro.
Mi sistema un po’ meglio e inizia a far scorrere il cazzo sulla lingua affondando la cappella fino in gola. Ai primi cenni di conato mi dice: “se proprio non ce la fai e ti viene da vomitare, alza la mano. Mi fermo.”
Resisto per tutto il tempo senza farlo anche se quasi non riesco più a vedere per le lacrime che mi invadono gli occhi e faccio pure fatica a respirare per il muco che mi chiude il naso. Più e più volte accenno al rigurgito ma sono solo avvisaglie. La fa davvero lunga e mi porta proprio al limite e, quando si ferma, sono una maschera di bava e altri umori al punto che mi manda in bagno a lavarmi.
Lo faccio con calma, soprattutto per riprendere fiato e, già che ci sono, mi pulisco pure lì con un lavaggio intimo.
Quando torno non c’è più.
“Gianluca?”
“Vieni, sono qui. In camera.”
Lo trovo sul letto e mi offre nuovamente il pene da accogliere in bocca. È un po’ sceso ma ritorna subito in forma e lui vuole continuare. Non so dove trovi tutta quell’energia. Io, di mio, sarei già stanco e voglioso di… fare un riposino ristoratore. Lui no.
“Giù, a pancia in giù. Apri bene le gambe.”
Mi allungo sul lettone e mi viene sopra. Vuole tornarmi dentro anche se per farlo, visto che mi sono lavato, deve aiutarsi con la saliva perché non sono più… scorrevole.. Inizia la cavalcata ma ben presto mi fa chiudere le gambe e mette le sue all’esterno: “vediamo se così diventa più stretta quest’autostrada.”
Non smette di muoversi un attimo, alzando e abbassando il bacino con ritmo. Mi pesa e mi schiaccia però riesce perfettamente a farmi frugare il pene sul lenzuolo e mi riporta ad uno stato di piacere incredibile. Lo stantuffo mi martella dietro stimolandomi nel profondo e il resto lo fa lo sfregamento davanti. Godo, sono sfatto dalla fatica ma godo. Tanto. È un lunghissimo ed interminabile orgasmo. Mugolo dal piacere senza alcuna inibizione. Vorrei aprire le gambe per rendere meno forti le sensazioni anali ma non ci riesco, sono strette nella morsa delle sue e il resto lo impone il peso del suo corpo. Ad un certo punto si irrigidisce, rallenta e poi si ferma. Immagino sia venuto anche se non me lo dice. Rimane tutto piantato dentro e ne sono felice, sia perché lo sento tutto sia perché è… fermo. Ansima e mi accorgo che sono nuovamente in acqua e lui più di me. Siamo fradici.
Si lascia cadere al mio fianco e, finalmente, si riposa. Il tempo di riprendere fiato e mi vuole a pancia in su sul bordo del letto.
“Ma non sei stanco?”
“Ancora un po’ reggo. Mi piace. Sei proprio una brava puttana.”
Lo accontento anche se ormai ho già avuto tutta la gioa che potevo volere.
Lo guardo proprio lì ed è ancora in perfetta forma anche se la cappella è di un colore rosso acceso. Mi prende per le gambe, se le appoggia contro quindi mi solleva il bacino finché non è all’altezza giusta. Entra di nuovo e ricomincia a picchiare con impeto. Questa volta, proprio per la posizione in cui mi ha messo, mi fa un po’ male la schiena anche se continuo ad apprezzare il suo impeto garibaldino. Mi tiene stretto per le cosce ma immagino che non si trovi bene neppure lui perché ad un certo punto si ferma e mi fa piegare su me stesso portandomi i piedi sopra la testa ed appoggiandosi sopra con il busto.
Wow! Posizione favolosa. Mi sembra di sentirlo spingersi fino a metà pancia. Dentro tutto ribolle e trema ad ogni bordata. E ne da tante, ma proprio tante. Il culo comincia a farmi male e gemo nuovamente come un verginello alla prima “deflorazione” anale. Non so più se è la goduria o il fastidio che hanno la meglio. In ogni caso questa commistione di sensazioni è fantastica. Meravigliosa. È proprio una gran bella scopata quella che sto facendo.
Lui si è messo a borbottare prendendosi tutto l’appagamento che può trovare nel mio corpo Immagino che raggiunga un nuovo orgasmo perché ulula e borbotta qualcosa di incomprensibile, del tipo: “sì, dai, msp, oh…” prima di bloccarsi ancora. Tutto si ferma e sento distintamente le sue palle schiacciate contro di me. È completamente piantato nel mio culo, come un picchetto nel terreno!
Si prende il suo tempo mentre mi rendo conto che mi fa malissimo la pancia, forzata come è in quella posizione schiacciata contro le gambe. In pratica sono ripiegato su me stesso! Fa male anche la schiena. Insomma, finita l’estasi godereccia stanno emergendo i dolorini. Chissà perché penso che sono sicuramente dovuti agli anni… “una volta non ti faceva male…” mi dico tra me e me.
Alla fine lui si alza e mi ritrovo libero. Mi sdraio, allungandomi completamente sul letto, e lo vedo uscire: “devo fare una pisciatona.”
Quando torna ha, finalmente, il cazzo penzoloni che traballa tra le gambe e mi informa che “ne avrò fatta almeno un litro. Ma a te non scappa?”
Si sdraia al mio fianco e, come sono solito fare in queste situazioni, mi metto a giocherellare con le dita sul suo sesso che, in poco, riprede vigore e ritorna duro come quando avevamo iniziato.
“Magia della pastiglietta” si affretta a dire aggiungendo: “però solo perché ho qui una puttana come te che lo farebbe tirare ad un morto.”
Mi fa piacere e scivolo in giù per ricominciare a succhiarlo pensando che la serata sta per finire.
Mi sbaglio. Me lo lascia per una decina di minuti e quindi: “dai, mettiti in piedi contro il muro. L’ultima la facciamo in piedi. Poi te ne vai che ormai sono a pezzi. Non ce la faccio più.”
Sono sorpreso ma il vigore del membro è palese e mi sembra un’ottima chiusura una botta in piedi.
Appoggio le mani alla parete e apro le gambe. Entra con facilità ma, al tempo stesso mi fa proprio male.
Non riesco a trattenermi: “ah!”.
“Male?”
“Un po’”
“lo abbiamo sfondato?”
“Mi sa di sì.”
“Allora facciamo solo una sveltina.”
Lo lascio fare anche se un deciso bruciore mi accompagna per tutto il tempo. Sapendo che quello è il saluto prima del commiato, cerca di fare del suo meglio. Lo capisco, sta dando tutto quello che gli è rimasto e, vi assicuro, ha già fatto davvero tanto! Comunque, proprio in quel frangente, avrei davvero preferito una rapida sveltina o, ancora meglio… niente. Però, vedendolo così preso, non me la sento di fermarlo e lo lascio fare.
I miei gemiti sono uniti ai lamenti ma credo che non sia in grado di distinguerli. Sicuramente crede di farmi godere mentre mi sta massacrando. Non so cosa sia successo ma ho il buco a pezzi.
Va avanti davvero a lungo, o almeno a me sembra così, fin quando, come le altre volte, grugnisce, si ferma e, finalmente, tutto tace.
Adesso mi fa proprio male anche se lui è solo lì dentro e non sta facendo nulla. Quando esce, anche se tutto è umido, è come se mi strappasse via qualcosa. Brucia, mi brucia proprio tanto.
Mi “ordina” di dargli l’ultimo saluto e mi accuccio davanti a lui per prenderlo in bocca. Ha tutto il pene rosso fuoco, dalla punta fin quasi alla base. Lo accolgo tra le labbra e lo succhio. È ancora saporito e mi piace ma restare in quella posizione a gambe larghe mi da fastidio, mi sembra che l’ano si stia spaccando. Così mi inginocchio per continuare il lavoretto. Alla bocca alterno le mani e, quando lo scappello, mi rendo conto che ha degli spasmi.
“Ti fa male?” gli domando.
“Un po’. Mi pizzica. Ma è così rosso che ci sta.”
“Mh! Lo hai usato proprio tanto oggi. Anche il mio buchino soffre. Me lo hai proprio rotto oggi.”
Ride, ridiamo.
“Vuoi fare una doccia?”
“No, è meglio che vada. Mi sa che è tardi. Sarà sicuramente tardi.”
Guarda l’ora, non manca molto all’una.
Strabuzzo gli occhi: “Dio!” Conto con le dita: nove, dieci, undici… “dai! Sono quasi quasi cinque ore che sono qui. Mi hai scopato per cinque ore! Ma chi sei Hulk?”
Ride: “sono volate!”
“Sì, volate.”
Mi rivesto in fretta.
“Ci vediamo ancora? Ma non tra un anno.”
Rido: “sì, ci vediamo presto, se vuoi.”
“Sì, sì.”
“Però la prossima volta me lo fai riposare un po’ il buchetto.”
“Va bene, promesso. Ma ti è piaciuto?”
“Tantissimo. Da morire. Sei stato fantastico. Anche lui è stato meraviglioso” concludo indicando quanto penzola li davanti.
“Grande anche per me. Ma scriverai anche questa scopata su Annunci69?”
“Mh! Chissà! Solo se è stata speciale…” concludo cercando di fare un’espressione maliziosa e furbetta.
Come vedete, questo incontro lo ho proprio raccontato perché, a parte il bruciorino, è stata una delle migliori scopate degli ultimi tempi. Purtroppo ci ho messo quasi un mese a farlo. Mi sa che dovrò liberarmi da qualche impegno! Il tempo passa e se non mi faccio sparare adesso le ultime cartucce su per il culo, tra un po’ farò fatica a trovare i proiettili e le canne… disposte a farlo.
ps. per Gianluca. Sorpresa! Hai visto che ho trasformato la nostra scopata in un altro racconto?Che ne dici? Ti è piaciuto leggerla “pisellone sempre duro”?
(e lo posso affermare con certezza perché nel frattempo, nonostante gli impegni sono riuscito a ritagliarmi il tempo per vederlo altre due volte).
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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