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Gay & Bisex

L' Ascoli Mare


di Membro VIP di Annunci69.it Cafardeux
31.07.2020    |    2.021    |    7 9.2
"Attivo ancora quella "shuffle" con ricordi frammentari che, a caso, vengono a ferirmi a distanza di tempo..."
Nunca esqueça ... (Non dimenticare mai)
Mi ricordo l'Ascoli-Mare ...
Dernière Danse suonava in funzione repeat.
Eravamo noi tre.

Sul divano, a casa, ero stato a disagio.
Ora avevo dei conati di vomito.
Ma l'Ascoli-Mare si offriva alla vettura srotolandolesi davanti come la più laida delle puttane.
Tutto intorno le molteplici variopinte luci degli scali dei paesi della vallata del Tronto apparivano come i falsi monili di una sordida e molle entraîneuse nel più squallido dei lupanare.

La musica mi entrava nel cuore e mi stordiva sempre di più ma ciò cui avevo assistito era tanto nauseabondo che la voglia di rimettere divenne quasi incontrollabile.
Piansi in silenzio. E molto ...

Dal sedile posteriore non udivo esattamente quello che dicevate bisbigliando.
La vostra complicità mi parve evidente e non dovuta ad una conoscenza del momento.
Le vostre mani si sfiorarono sul cambio mentre un velo di lacrime amare rendeva distorta la mia visione.

La musica incalzava assordante, le mie tempie pulsavano una dernière danse mentre nella piccola utilitaria si consumavano venti lunghi anni di sentimenti.
Non ero più in me. Mi sentivo ardere.
Il pianto era irrefrenabile, irrefrenabile era il desiderio di morire in quello stesso istante.

Persi ogni cognizione temporo-spaziale dallo svincolo per Folignano-Monticelli a corso Vittorio Emanuele.
Il candido travertino di Ascoli si tramutò nel più cupo grigio di una lapide cimiteriale. Quella fu la tomba del mio amore.
Sopra nessuna iscrizione.
Pensavo solo "Ici gît" ...

Passai accanto all'amato Battistero, sfiorai l'imponente Cattedrale ed in silenzio pestai il selciato della magica Piazza Arringo.
Voi felici. Io dilaniato.
Non capivo più nulla.
Non avevo la benché minima cognizione di me stesso.

Eppure, passo dopo passo, arrivammo al ristorante.
Amavo da sempre quel luogo ...
Ma insipido fu ogni boccone che riuscii a portare alla bocca, sangue il Montepulciano di Abruzzo che ferì le mie labbra ...
Potenza della mente.
Quelle labbra sane un'ora prima d'improvviso furono estesamente devastate da imponenti vescicole erpetiche ...
Un distress immane. Crudele.

Che io ci fossi per voi non fu una evidenza.
Mi sentii parte dell'arredo.
Quel ristorante divenne la sede della mia grande débâcle. Morii in quel momento su quel campo che avevo tanto amato senza medaglie all'onore.

Sentivo le lacrime scorrere incessanti all'interno del mio corpo, percepii il mio cuore bradicardico fallire qualche ciclo, vidi il mio volto riflesso sul vetro della finestra che avevo dinanzi e a stento mi riconobbi.
Da quel momento non reagii più ...
Grandemente perso, perdutamente piccolo.

Scherzavate sul cammino di ritorno.
Indila gridava la sua disperazione nella sua canzone le cui parole solo io riuscivo a capire.
Mi laceravano le carni ...
Pregavo quel Dio che non prego mai di darmi la morte in quell'istante.
La macchina correva, voi ridevate, io morivo, il CD martellava in funzione repeat fino all'esasperazione con quella melodia di pop francese con sonorità arabe e percussioni anancasticamente assordanti.

Avrei voluto gridare la mia disperazione ma non avevo neanche la forza di articolare un solo fonema.
Ero devastato.

Ho cancellato il seguito.
La mia funzione repeat è off.
Attivo ancora quella "shuffle" con ricordi frammentari che, a caso, vengono a ferirmi a distanza di tempo.
Le mie ferite sono aperte e non sanguinano Montepulciano ...
Sull'Ascoli-Mare si dipanano mari di ricordi a partire da quel 16 Settembre 1994.
Vorrei annullarli come via via azzero la distanza che mi separa da casa mia a San Benedetto.
In questo balletto di ricordi, dispiaceri, dolori la mia è davvero un'ultima danza.
Da quella sera non sono più lo stesso. Sono solo un contenitore vuoto di ogni senso, di ogni sentimento.

Torno in quel ristorante ...
Lo svincolo Folignano-Monticelli, Corso Vittorio Emanuele, Piazza Arringo, Piazza della Viola ...
Al mio passaggio cielo, terra, giorno, notte si commuovono.
Il bianco travertino dell'Amata Ascoli s'incupisce al mio dolore.
È il mio cammino della Croce. È la mia Passione.
Giuda l'Escariota mi ha tradito ben 20 anni senza mai aspettare mai che il gallo cantasse tre volte.

Sono stato condannato.
Ciò accadeva dove a lungo avevo creduto di essere amato.
È stato solo poco tempo fa.
Era scritto, però, da sempre.
Dall'inizio.
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