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Gay & Bisex

Quei due bulli dei miei compagni di squadra


di Thefab
04.11.2019    |    20.051    |    8 9.5
"Io per lui sono semplicemente “il frocetto”, da mesi e mesi..."
Ciao a tutti, il mio nome è Fabio e sono un ragazzo gay di 20 anni, felicemente fidanzato. Fisicamente mi presento come il classico twink: sono di statura ridotta, magro, glabro, biondo, occhi azzurri, bel viso. Questo mi è sempre valso l’attenzione degli altri maschi e mi ha permesso di fare molta esperienza, fin da piccolo. Racconterò alcuni degli episodi più importanti della mia vita, ovviamente riguardanti la sfera sessuale. Premetto che ho avuto le primissime esperienze in età molto giovane, attorno ai 13 anni, con un mio amico coetaneo. Si è trattato di pomiciate, seghe e sesso orale, stesse cose che ho successivamente replicato con un ragazzo più grande di me nei mesi a seguire.
A 15 anni, invece, mi è accaduto ciò che adesso andrò a raccontare. Lo farò al presente, come se lo avessi appena vissuto perché mi dà la sensazione di maggior coinvolgimento. A 15 anni sono un ragazzo problematico. Vivo in segreto la mia omosessualità ma, rispetto al passato, inizio ad avere i primi disagi. I miei compagni mi prendono in giro, mi vedono diverso. Loro parlano di ragazze, le corteggiano, a volte riescono ad andarci. Io ci provo, lo faccio per copertura, ma non sono spontaneo. Quando prendo parte ai discorsi di sesso con i miei amici, cerco di sembrare il più coinvolto possibile ma loro si accorgono che sono costruito. A volte, tento perfino di corteggiare qualche ragazza. Solitamente scelgo le più carine, così so già che sarà difficile arrivare a loro e mi evito futuri imbarazzi. Mi reputano bello ma dimostro meno di quello che ho. E’ sempre stata una costante, ho sempre dimostrato meno della mia età e, quindi, probabilmente interesso maggiormente alle ragazzine più piccole. Il che rende vani i miei tentativi con le coetanee.
Pochi conoscono la mia vera natura, un paio di amici più intimi e le poche persone con cui ho fatto esperienza. Da qualche mese, però, qualcosa in me sta cambiando. Inizio ad avere delle voglie più forti, le pulsazioni si fanno sempre maggiori e a volte fatico a tenere a freno la mia natura. Il problema maggiore è che gioco a calcio e quindi mi tocca fare la doccia con gli altri maschi. E’ una vera tortura, anche se devo ammettere che sono sempre riuscito a cavarmela. Poi, tornato a casa, mi sfogo con le mie lunghe sedute di masturbazione solitaria in camera. Sono spesso da solo, i miei lavorano e questo mi permette di farmi le seghe nella maniera più spinta possibile: mi denudo, mi stimolo il buchino, mi masturbo senza pudore, ansimando e incitando i miei presunti partner, presenti nella mia fantasia. Anche oggi ho allenamento, come capita 3 volte alla settimana. Gioco con la squadra allievi del mio paese e sono al primo anno in questa categoria. Non sono ancora molto bravo, ho iniziato tardi a giocare e sono piccolo fisicamente, però sto migliorando e ho la fiducia di tutti.
Purtroppo ho un brutto vizio: sono un grande ritardatario. Anche oggi sono in netto ritardo e so già che mi prenderò una bella lavata di testa da parte dell’allenatore e dei dirigenti. Arrivo al campo che l’allenamento sarà iniziato, su per giù, da un quarto d’ora. Prendo immediatamente il lungo tunnel che porta agli spogliatoi e, inizialmente, non vedo nessuno. E’ giovedì e solitamente oggi ci siamo noi dalle 16 alle 17:30 circa, poi subentra la formazione juniores. Improvvisamente, mentre sto passando davanti al primo spogliatoio, quello usando per l’appunto dalla formazione juniores, vedo Alberto sul ciglio della porta. Lui ha 17 anni ed è il più bello di tutti. Qualunque ragazza del paese gli sbava dietro e penso anche tutti i gay della zona. Io non sono da meno ma lo vedo irraggiungibile. E’ presuntuoso, si dà tante arie e ci tratta male. Spesso abusa della sua maggiore età per scherzi pesanti, insomma fa quasi nonnismo. Inoltre è maledettamente stupido, le sue battute sono demenziali e una parte di me lo odia. Io per lui sono semplicemente “il frocetto”, da mesi e mesi.
Incrociamo lo sguardo, mi sembra agitato. Dopo un piccolo smarrimento iniziale, mi incenerisce con gli occhi. Non l’ho mai visto guardarmi tanto male, non capisco assolutamente cosa sia successo.
“Vai nell’altro spogliatoio, sparisci”. Mi intima.
Io non dico nulla, abbasso la testa e vado via. Passando a passo celere, sento degli strani rumori provenire dallo spogliatoio che stava sorvegliando. Capisco che stava facendo da palo ma non dò troppo peso alla cosa. Mi convinco che si stiano facendo una canna, come capita spesso. Mi cambio, cercando di affrettare un po' i tempi. Sto ultimando i preparativi allacciandomi le scarpe, quando la porta del mio spogliatoio si apre ed entra un mio compagno, Damiano. Io e lui siamo coetanei e siamo molto simili fisicamente, tant’è che in molti ci scambiano l’uno per l’altro. Lo vedo bianco, preoccupato. E’ già cambiato, quindi ipotizzo sia stato allontanato dall’allenatore oppure si sia sentito poco bene. Gli chiedo cosa sia successo e lui mi dice che è tutto ok e di non parlarne con gli altri. Continuo a non capire, non comprendo di cosa dovrei parlare con gli altri, visto che non so nulla.
Entriamo in campo insieme e, per mia sorpresa, oltre a me viene sgridato anche Damiano. Intuisco subito che non aveva lasciato in anticipo l’allenamento per via di qualche problema ma che era entrato in campo in ritardo proprio come me. A questo punto, collego gli episodi e capisco che Damiano era nello spogliatoio di Alberto, in compagnia di non so chi altro. Penso a questo per tutto l’allenamento e non capisco. Non è assolutamente il tipo che possa fumare o fare altre sciocchezze. E’ un ragazzo con la testa sulle spalle e proprio non ce lo vedo in compagnia di quelli là. Finiamo l’allenamento, facciamo la doccia e mi ritrovo ad aspettare i miei proprio assieme a Damiano. Siamo leggermente isolati dagli altri e questo mi permette di potergli parlare. Provo a riprendere il discorso ma mi fulmina con lo sguardo, non vuole assolutamente parlarne. C’è qualcosa di anomalo ma lascio cadere là la cosa.
Siamo al martedì, sono passati pochi giorni da quell’episodio e non ho visto più nulla di anomalo. Come sempre, sono in ritardo all’allenamento. Entro nel tunnel degli spogliatoi e accelero il passo per andarmi a cambiare. La porta del primo spogliatoio, quello della juniores, è chiusa. Istintivamente mi fermò lì davanti, avrei la tentazione di aprire perché ho una strana sensazione ma alla fine non lo faccio. Sto per andare via quando sento un rumore, simile a quello di giovedì scorso. Sono troppo curioso, per cui mi abbassò e metto l’occhio nello spioncino. Faccio fatica a mettere a fuoco le immagini ma poi riesco a notare qualcosa. C’è un ragazzo in piedi, ha i pantaloni abbassati e muove in avanti il bacino. Di fronte a lui, anche se coperto dalla sua sagoma, c’è qualcuno seduto che gli sta facendo un pompino. Sono sicuro, ormai, che questo ragazzo sia Damiano. La situazione mi eccita e mi si gonfia la patta. Sono talmente coinvolto che non mi accorgo che, alle mie spalle, si è materializzata la figura di Alberto.
“Che cazzo stai guardando tu?”. Io salto in aria, spaventato.
Non riesco a dire nulla, lui mi prende per il collo e mi mette contro il muro.
“Niente, niente, non ho visto nulla”.
Lui molla un attimo la presa e io ne approfitto e scappo via. Da lontano mi maledice:
“Stai attento” è la sua minaccia.
Sono terrorizzato. Ho visto qualcosa che non avrei dovuto vedere. Ma chi era quel ragazzo che si stava facendo sbocchinare da Damiano? Riuscivo ad avere l’inquadratura soltanto del suo culo e delle sue gambe e non sono riuscito a riconoscerlo. Qualche minuto dopo, come l’altra volta, Damiano entra nello spogliatoio. Ora sono sicuro che si trattava proprio di lui. Corre dritto verso il bagno e si va a sciacquare la bocca. Mi guarda, vorrebbe dirmi qualcosa ma non lo fa. Usciamo insieme e capisco subito chi era il tipo che si stava facendo sbocchinare. Di fronte alla porta dello spogliatoio della juniores, infatti, oltre ad Alberto c’è anche Leo, il suo migliore amico. E’ un altro ragazzo molto carino che fa incetta di conquiste. I due mi guardano in cagnesco, hanno parlato dell’episodio. Mi osservano per tutta la durata del mio passaggio. L’allenamento scorre via, pian piano riesco a mettere da parte le preoccupazioni anche se all’uscita incrocio nuovamente i loro sguardi. Le settimane seguenti tutto sembra andare bene, non noto più nulla di strano neanche riguardo Damiano e i due bulli sembrano lasciarmi in pace. Anzi, le poche volte che li incrocio sembrano addirittura gentili e mi salutano senza sfottermi. Mi sono decisamente tranquillizzato, al punto tale che, probabilmente, ho abbassato la guardia. All’ennesimo ritardo, mi sono ritrovato solo nello spogliatoio. Mi sono denudato e, una volta in mutande, ho sentito l’esigenza di fare pipì. Essendo ancora scalzo, ho preso le mie infradito dalla borsa, le ho infilate e sono andato nella toilette. Mentre faccio pipì non mi accorgo che qualcuno è entrato nello spogliatoio e ha chiuso la porta a chiave. Esco con ancora il pisello in mano, me lo sto sbattendo quando mi ritrovo davanti Leo e Alberto.
Sono impietrito, non so cosa fare. Leo è davanti a me mentre Alberto è seduto al mio posto e tiene in mano i miei vestiti.
“Bene bene, ecco lo spione” mi dice Alberto.
“No ragazzi, veramente, io non ho detto niente a nessuno” mi provo a giustificare io.
“Ci mancherebbe altro!” mi intima Leo.
“Però mi è sembrato ti piacesse, eh frocetto?” insinua Alberto.
Faccio appena in tempo a farfugliare qualcosa che Leo mi prende per il braccio e mi avvicina a lui, mi dice di stare zitto. Mi poggia contro il muro e mi infila la lingua in bocca. Inizialmente faccio resistenza e provo a non rispondere a quel bacio ma lui mi sta strusciando il palmo della mano sul pacco e in breve tempo il cazzo mi diventa di marmo. A quel punto cedo, rispondo al bacio con passione. Mentre pomiciamo selvaggiamente, Alberto si avvicina a me e mi tira giù le mutande, mettendo a nudo il mio cazzo.
“Guarda là, tu guarda che cazzo che ha questo” dice Alberto.
Perché, per l’età che ho e per il fatto che dimostro molto meno, ho un discreto pisello, ne sono consapevole. Intanto, lo stesso Alberto, si slaccia i jeans e se li abbassa assieme allo slip. Il suo cazzo svetta fuori. E’ discretamente grosso ma non clamorosamente. Ha molta pelle e il che rende invisibile la cappella.
Mi prende per il braccio e mi tira via da Leonardo. Mi fa sedere su una panchina e mi mette il cazzo a pochi centimetri. Io non ci penso due volte e lo prendo in bocca. Inizio a succhiare con abilità, ho discreta esperienza e lui gradisce.
“Questo si che sa succhiare, cazzo” commenta Alberto, in piena estasi.
“Fammi provare pure a me” prova a dire Leonardo, che intanto se l’è tirato fuori e si sta segando.
Il suo, di cazzo, è decisamente grosso, imponente.
“Aspetta il tuo turno, rompi cazzo che non sei altro” lo gela Alberto, che evidentemente è quello che comanda tra i due.
Io sto succhiando senza sosta e, inavvertitamente, mi porto la mano sul cazzo e inizio a segarmelo. Alberto mi ferma immediatamente, non ho il permesso di farlo. Mi ordina di alzarmi e mi fa accucciare, in modo da poter continuare a succhiare il suo cazzo ma anche di mettere il mio culo in bella mostra. Da dietro, Leo inizia a toccarmelo con le mani. Mi accarezza le chiappe, mi solletica il buchino. Dopo un po' lo penetra con un dito. Io ho un sussulto ma sto impazzendo di piacere. Inizio a ciucciare ancora più forte, lui sta godendo come un pazzo e ansima. Non gliene frega niente del posto dove siamo né che qualcuno possa sentirci. Inizia a muoversi sempre più forte in avanti, geme, mi incita.
Mi afferra per i capelli, mi trattiene, e mi svuota tutto in gola. Mi lascia fermo in quella posizione fino a che non ha tirato fuori anche l’ultima goccia. Una volta che l’ho prosciugato, mi lascia finalmente libero. Io ho tutta la bocca piena di sborra, provo a mandarla giù ma ne è troppa e un po' mi cade, sporcando la borsa di qualche mio compagno di squadra. Alberto non dice niente, va verso il bagno e si va a dare una pulita. Leonardo, intanto, sta continuando a stimolarmi il buco del culo. Sto impazzendo di piacere e vorrei segarmi, ma non so se posso farlo. Provo, furtivamente, a portare la mano sul mio cazzo, senza fare altro. Noto che non mi dice niente e inizio ad accarezzarmi. Anche qui c’è silenzio e, quindi, consenso. Prendo finalmente a segarmi, so che sto per sborrare e ne ho troppa voglia.
Leonardo mi vede e sorride, poi smette di sditalinarmi il culo e punta il cazzo sul mio buchino. Ora ho paura, non voglio perdere la verginità così e ho anche il terrore di sentire dolore. Il suo cazzo è enorme e il mio buco non è pronto. Prova a spingerlo dentro, io mi irrigidisco. Lui non demorde e fa un altro tentativo. Per fortuna non si accorge che sono io che sto facendo forza, pensa semplicemente che non sia abbastanza largo e al secondo tentativo desiste.
Mi viene davanti e mi infila il cazzo in bocca. E’ enorme e faccio più fatica a tenerlo dentro rispetto a quello di Alberto e degli altri ragazzi a cui l’ho succhiato finora. Lui mi osserva, mi accarezza i capelli e dice che sono bellissimo. In quel momento riemerge Alberto, ci guarda: io mi sto segando a mille, lui se lo sta facendo succhiare, coinvolto come non mai mentre dice che sono bello. Alberto ride di noi, ci prende un po' in giro ma questo non ferma l’empatia di quel momento. Io sborro, sborro come un cavallo. Non avessi avuto quel cazzo enorme in bocca, probabilmente, avrei urlato di piacere. Tutta la sborra finisce sul pavimento e sui miei piedi. Leo è estasiato per quella visione, inizia a spingermi il cazzo in gola come un toro. Lui è bellissimo, è basso ma ben formato, muscoloso, biondo, occhi azzurri. Rispetto ad Alberto, è più uomo. Costui, infatti, è perfettino, sembra la classica checca curata e con i vestiti di marca, che si fa i trattamenti estetici e ha sempre i capelli perfetti.
Leo mi sta scopando la bocca, io provo a stare al ritmo ma faccio fatica. Inizia a venirmi meno anche il respiro, il mio viso è rosso, sono paonazzo e mi fa male la mascella. Sto per fermarmi ma lui mi incita a continuare, prende di forza la mia testa e viene avanti e indietro, come un pazzo. Alzo lo sguardo e vedo che Alberto si è avvicinato a noi. Sta pomiciando con Leo ora e gli accarezza il petto. Cazzo, questi due fanno roba anche tra di loro, è un sogno solo immaginarlo. Avevo spesso speso le mie seghe a immaginarli insieme, sono la coppia perfetta, il sogno di qualunque gay e ora ho la certezza che hanno rapporti omosessuali pur non sapendo fino a che punto si sono spinti. Mentre pomiciano, Leo sborra. Viene tutto dentro alla mia bocca e io tossisco, sto per vomitare. Ero già allo strenuo delle energie e, una simile sborrata, ha messo a serio rischio la mia resistenza. Parte della sborra va ancora a terra. Abbiamo combinato un macello, ho sporcato una borsa, il pavimento è pieno di chiazze e i miei infradito pure.
Inoltre avrò almeno 40 minuti di ritardo dall’allenamento e sono ancora nudo nello spogliatoio. Alberto e Leo mi dicono di stare zitto, che se parlo in giro si vendicano. Alberto mi mostra una foto fatta col cellulare, è inequivocabile: ci sono io che mi sego il cazzo mentre Leo (che non si vede in faccia) mi scopa la bocca. Capisco di essere caduto nella loro trappola, come probabilmente ci è finito anche Damiano.
Ma tanto non avrei parlato comunque, perché in fondo ho coronato solo quello che volevo. Non mi interessano le loro minacce, i loro ricatti. Voglio solo divertirmi ed essere la loro troia. Spiego loro che non dirò niente e che mi piacerebbe continuare questi incontri. Loro mi fanno presente che saranno sempre e solo loro a cercarmi, quando ne avranno voglia e quando avranno tempo. Io annuisco, loro vanno via. Sono nudo, sporco di sborra e in ritardo pazzesco per l’allenamento. Cerco di dare una lavata alla borsa del mio compagno e al pavimento, poi mi vesto.
Il mister non mi ha fatto allenare con gli altri, mi ha punito facendomi correre ma in fondo ne è valsa la pena. Ho succhiato il cazzo dei due ragazzi più belli di tutto il settore giovanile e ho la certezza che potrò farlo tante altre volte!
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