Gay & Bisex
Tommaso scopre il godimento 3

31.05.2025 |
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"Guardò Tommaso con sguardo complice e fece un gesto che suggeriva a Tommaso di fare la stessa cosa..."
Il giorno successivo ci preparammo per una lunga escursione nel parco dell’Aspromonte. Sarebbe stata una giornata impegnativa e quindi la sveglia fu anticipata rispetto ai primi giorni. Nel tragitto, all'insaputa dei ragazzi, lo zio si fermò a casa di Diego. Lo zio aveva chiamato suo padre e lo aveva invitato a partecipare al viaggio. Ci stava già aspettando sui gradini e corse per salire in macchina. Lo zio disse "dietro" e aprì il portellone posteriore dove Diego gettò il suo zaino e poi salì in macchina pretendendo però di infilarsi tra Tommaso e Stefano. Era un po' stretto, ma nessuno si lamentava. Faceva piuttosto caldo per cui tutti e tre i ragazzi indossavano pantaloncini corti e le loro gambe da adolescenti si strofinavano costantemente durante il viaggio. In macchina ci furono parecchie conversazioni nel mentre il viaggio proseguiva.
I ragazzi ridacchiavano tra di loro, scherzavano, si strofinavano le gambe, ma cercavano di non dare troppo nell'occhio. Dato che erano sul sedile posteriore del macchinone dello zio, nessuno poteva vedere bene a meno che non si girassero di proposito e guardassero. Lo zio, ogni tanto guardava nello specchietto retrovisore, ma era impegnato a guidare.
I ragazzi facevano commenti sulle macchine, ogni tanto Stefano raccontava qualcosa sul paesaggio e le zone che attraversavano, di tanto in tanto si isolavano per un attimo per guardare i loro smartphone. Ad un tratto Stefano si sporse e diede un colpetto sul braccio a Tommaso, usando gli occhi per dirigere lo sguardo verso il basso. Diego, che era seduto in mezzo, aveva le gambe divaricate. Stefano gli abbassò rapidamente la parte anteriore dei pantaloncini da ginnastica e mostrò il rigonfiamento che già aveva nelle sue mutande aderenti. Tutti ridacchiarono. Diego arrossì e si imbarazzò tantissimo! Ma non potevano essere troppo sfacciati. Diego alzò lo sguardo verso Tommaso per assicurarsi che stesse guardando e gli sorrise. Stefano a questo punto posò la mano sul cavallo di Diego, proprio sopra le mutande. Guardò Tommaso con sguardo complice e fece un gesto che suggeriva a Tommaso di fare la stessa cosa. Stefano allontanò la mano e Tommaso la poggiò sul pacco di Diego dove poté constatare che era durissimo già. Poi Tommaso fece qualcosa di inaspettato. Spostò la sua mano dietro la schiena di Diego, scendendo verso il suo culo. Diego spinse i fianchi verso l’altro per assicurarsi che Tommaso potesse raggiungere bene il suo culetto. La mano di Tommaso si posizionò perfettamente sotto la chiappa destra, la strinse delicatamente per poi spostarsi verso la fessura tra le chiappe. Diego sembrava apprezzare molto la cosa dato che si silenziò completamente come se dovesse essere concentrato. Era ovvio a tutti che ci sarebbe stato altro tempo per questo più tardi! Dopo circa un'ora di viaggio, lo zio si fermò in un bellissimo posto fuori un piccolo paese alle pendici dell’Aspromonte. Un posto piuttosto isolato dove fare colazione e perché gli altri potessero sgranchirsi le gambe e andare in bagno. Mentre gli adulti entrarono nel locale, i ragazzi si diressero verso un vicino boschetto per fare pipì. I ragazzi si misero in fila uno accanto all'altro.
Diego fu il primo a tirarlo fuori. Era ancora duro! Stefano lo tirò fuori e il suo era già più che barzotto. Mancava solo Tommaso, che tirò giù i pantaloncini e i boxer e venne fuori il suo bellissimo cazzo che si stava rapidamente indurendo. Dato che si trovavano in un luogo pubblico, non fecero nulla, ma tutti e tre erano in tiro e fare pipi era piuttosto difficile. I ragazzi però ci riuscirono e Diego ebbe la possibilità per ammirare tutto il tempo il cazzo di Tommaso. Raggiunsero poi tutti gli altri per fare colazione e poi il viaggio riprese. Quando arrivarono nella zona di Gambarie, parcheggiarono le macchine e da li inizio la passeggiata nei boschi. Con loro portarono tutto l’occorrente per fare un bel picnic luculliano. C’erano molti punti panoramici interessanti. La giornata volò letteralmente e giunse infine il momento di riprendere la strada di casa. Questa volta i tre ragazzi decisero di scambiarsi con le cugine e di salire sul minivan del papà di Tommaso. Durante il viaggio, il padre e la madre di Tommaso parlottavano davanti senza fare troppo caso ai ragazzi.
Stefano, Diego e Tommaso si erano messi sul fondo del minivan, per sonnecchiare e quindi non erano molto rumorosi. Ad un tratto Stefano fece di nuovo cenno a Tommaso di guardare il pacco di Diego. Questa volta oltre che tirargli giu gli shorts, gli abbasso anche la parte anteriore delle mutande liberando il suo cazzo duro. Fortunatamente la vista era riparata dal sedile davanti. Il cazzo di Diego, non troppo dissimile da quello di Stefano per dimensioni, sembrava però più grande su di lui visto che era fisicamente più piccolo e basso. Il cazzo pulsava vistosamente e mostrava una leggera spolverata di peli pubici. Diego a quel punto allungò le sue mani sulle gambe dei due ragazzi cercando di andare sotto i pantaloncini. Con la mano esplorò avidamente cercando di farsi strada sotto i boxer dei due compagni per toccare le loro bollenti erezioni. Tutti e tre erano estremamente eccitati ma Diego in particolare, dato che dalla punta del suo cazzo cominciò ad apparire e colare qualche goccia di precum.
Il ritorno sembrò molto più veloce (anche se ci vollero comunque quasi due ore). Quando tornarono in città, era già il momento di iniziare a preparare la cena. Arrivarono a casa e lo zio disse che la cena sarebbe stata pronta entro due ore, così ognuno avrebbe potuto riposarsi un pochino o fare le proprie cose. Stefano e Tommaso presero le loro biciclette e andarono a piedi con Diego fino a casa sua, dove lui prese la sua.
Lì, Stefano confermò che Diego avrebbe potuto passare la notte con loro in tenda. Sua madre acconsentì senza alcuna remora. I ragazzi partirono, pedalando per la cittadina. Quando fu ora, tornarono tutti indietro per cena. Anche stasera la cena sarebbe stata piuttosto pesante dato che si stava preparando un menu tutto a base di Nduja. Non si parlò molto mentre tutti mangiavano, ovviamente gustando il cibo.
Dopo aver finito di mangiare, zia servì della frutta fresca e tutti chiacchierarono dell’escursione pomeridiana e delle bellezze della Calabria. Sebbene non fosse proprio tardi, sembravano tutti molto stanchi per le quattro ore di andata e ritorno in macchina e per le camminate, e gli sbadigli erano piuttosto comuni.
Cosi ognuno si rintanò nella propria stanza per fare attività solitarie o qualcosa di tranquillo. Stefano fu il primo di noi andare a farsi una doccia. Tommaso e Diego rimasero in veranda a parlottare finché Stefano non ebbe finito, poi Tommaso entrò per accompagnarlo. Quando Tommaso ebbe finito, fu il turno di Diego. Finalmente, i ragazzi furono pronti per andare in tenda e tutti si scambiarono un giro di "buonanotte" mentre ognuno iniziava a prepararsi per dormire. I ragazzi si precipitarono fuori verso la tenda, rendendosi conto una volta arrivati che, poiché Tommaso e Stefano avevano dei materassini, Diego avrebbe dovuto dormire sul pavimento. Per risolvere il problema, Tommaso e Stefano stesero una coperta sul pavimento e appoggiarono i due materassini uniti, come se fossero un unico grande letto ma grazie alla coperta sottostante non sarebbero scivolati. I ragazzi si sdraiarono sul lenzuolino a petto nudo e iniziarono a parlare del più e del meno.
Poi Stefano disse: "Diego non vedeva l'ora della tua visita". Diego sorrise e disse "sì". L'espressione sui loro volti suggeriva che avessero delle "idee". Poi Stefano disse: "Diego voleva tanto vedere il tuo cazzo e il tuo cespuglio, Tommaso". Tommaso disse "va bene". Così Tommaso si abbassò la parte anteriore dei pantaloncini e Stefano gli puntò una torcia sull'inguine. Diego usò la mano per tenere fermo il suo pene che si sollevava rapidamente mentre mostrava la zona pubica. In effetti, il cespuglio di Tommaso era piuttosto denso. "Toccali", disse Stefano. Così Diego si sporse e passò le dita tra i peli di Tommaso. Mentre lo faceva, il cazzo di Tommaso divenne durissimo. Fu quasi naturale per Diego spostare leggermente la mano e afferrare il possente cazzo di Tommaso. Lo accarezzò più volte.
Tommaso allora si sdraiò e iniziò a togliersi completamente gli shorts. "Lascia fare a me", disse Diego. Così Tommaso mise le mani dietro la testa e lasciò che Diego gli facesse scivolare giù gli shorts. Diego non perse tempo a strofinare l'inguine di Tommaso, palpando e strizzando il suo cazzo. Stefano, che lo guardava di lato, si stava strofinando il pacco attraverso gli shorts. "Diego non vedeva l'ora di vedere il tuo cazzo", disse Stefano mentre si strizzava. Diego si sporse e mise il naso proprio sopra l'inguine di Tommaso, annusando e strofinando il naso sulla cappella e sul cespuglio. Tommaso sospirò per il piacere. Diego lasciò il suo cazzo duro come la roccia tanto che gli schiaffeggiò contro lo stomaco. "mamma mia!" esclamò Diego. "Te l'avevo detto", disse Stefano di lato. Diego guardò Stefano e lo palpò anche lui. "Togliti i pantaloni", disse Diego a Stefano.
Così Stefano iniziò a spogliarsi mentre Diego iniziava di nuovo a masturbare e accarezzare il cazzo di Tommaso. Tommaso si sdraiò, godendosi l'intimità e l'intenso piacere. Presto Stefano fu completamente nudo e si avvicinò un po' di più a Diego, che stava palpando le palle di Tommaso. Tommaso lo guardò e sorrise. Diego poi allungò l’altra mano verso il cazzo pulsante di Stefano, stringendolo e accarezzandolo. Stefano iniziò a muovere ritmicamente i fianchi e il suo cazzo nella mano di Tommaso, come se lo stesse scopando. "Aiutami", disse Diego a Stefano.
Così entrambi si infilarono tra le gambe di Tommaso. "Succhiamogli le palle", disse Diego. Così, chinati su Tommaso iniziarono a leccare e ciucciare le palle di Tommaso che nel mentre aveva aperto completamente le gambe per agevolare i due ragazzi. Tommaso si lasciò andare al piacere delle loro lingue calde che gli lavoravano sulle palle. Stefano pian piano iniziò a risalire verso il suo membro palpitante, con ampi colpi di lingua. Diego lo seguì, ma mentre leccava lungo il membro, arrivò più velocemente fino alla punta e ingoiò il cazzo di Tommaso quasi fino in fondo, ingoiandolo profondamente mentre Stefano era ancora intento a dare delle profonde leccate alla base. Tommaso gemette di piacere. La testa di Diego si muoveva su e giù mentre Stefano continuava a leccare le palle e l'inguine di Tommaso. "Amico, devi rallentare", borbottò Tommaso, "capisco la tua fame di cazzo Diego, ma così vengo subito."
Diego si sollevò dal cazzo di Tommaso e riprese fiato. "È stato fantastico", disse Tommaso. "Sì, mi è piaciuto tantissimo", rispose Diego. "Voglio farlo ancora un po'." "Fammi vedere il tuo prima di farlo tu", disse Tommaso. Così Diego si sfilò completamente i pantaloncini e si alzò in ginocchio, col suo cazzo che ondeggiava nell'aria immobile della tenda. "Che bello", disse Tommaso. “Dai adesso vieni sopra di me a 69 che voglio assaggiarti”, disse a Diego. Così, mentre Stefano continuava a leccare le palle e l'inguine di Tommaso e a passargli la lingua sul membro, Diego si alzò e si posizionò col culo in faccia a Tommaso. Anche se Diego non aveva un cazzo gigante, era duro come una roccia, che era tutto ciò di cui Tommaso aveva bisogno. Dopo un paio di minuti passati segare il cazzo di Diego, Tommaso iniziò a leccargli il culo. Dopo aver provato con Stefano aveva capito quali punti facevano godere di più, cosi iniziò subito a usare la sua lingua nella fessura concentrando veloci leccate sul buchetto strettissimo di Diego. Il ragazzo cominciò a gemere e sentendosi eccitato iniziò a succhiare il cazzo di Tommaso alternandosi con le leccate di Stefano. Passarono un paio di minuti e i tre decisero di fare una pausa.
"Cavolo, è stato così bello", esclamò Tommaso. Sia Stefano che Diego sorrisero e Stefano disse "Sì, non vedevamo l'ora di farlo. Diego si è esercitato con me nelle ultime due settimane, così sarebbe stato pronto a succhiarti il cazzone". Diego annuì compiaciuto. "Beh, ha fatto un ottimo lavoro", disse Tommaso. "E io mi sto preparando a farlo di nuovo", disse Diego chinandosi per prendere di nuovo il cazzo di Tommaso in bocca. Tommaso gemette. "Stefano, metti anche il tuo nella sua bocca", lo incalzò Tommaso.
Così Stefano si alzò sui talloni, si posizionò dalla parte opposta e avvicino il suo cazzo a quell odi Tommaso in modo che Diego potesse ciucciare alternativamente le due cappelle. Tutti gemevano. Tommaso era sopraffatto dalla sensazione della bocca di Diego che gli succhiava su e giù il grosso membro mentre Stefano gemeva quando poteva pompare il suo cazzo nella bocca di Diego. Diego era l'unico a non ricevere alcuna attenzione! "Fammi sentire", sussurrò Tommaso, raggiungendo l'inguine di Diego. Diego si aggiustò la posizione in modo che Tommaso potesse masturbare, stringere e accarezzare il cazzo di Diego mentre continuava a succhiare. Ogni tanto gli sculacciava anche la chiappa destra, cosa che faceva gemere Diego come una femminuccia.
Stefano si tirò fuori dalla bocca di Diego e disse: "Devo venire". "Sborra nella mia bocca", disse Diego. Così, con Diego alla sinistra di Tommaso e Stefano alla destra, Stefano si mise in ginocchio e iniziò a masturbarsi. Diego si mise a faccia in giù sul basso ventre di Tommaso e si voltò verso Stefano, aprendo la bocca. "Fammi assaggiare la tua sborra", disse Diego. Sentendolo dire ciò, il cazzo di Tommaso cominciò a pulsare. Li stava osservando da vicino. Stefano continuava a menarsi furiosamente il cazzo, i fianchi che iniziavano a muoversi. "Dai sborra!", gridò Diego. Stefano iniziò a gemere e aumentò il ritmo della masturbazione. Alla fine disse: "Ecco che arriva". Ci furono almeno sei enormi spruzzi di sborra calda che schizzarono dal cazzo di Stefano sulla faccia di Diego e nella sua bocca. Una parte finì sullo stomaco e sulle palle di Tommaso. Stefano gemeva per il piacere, Diego gemeva per essere ricoperto dallo sperma di Stefano e Tommaso gemeva per quello che stava succedendo davanti a lui.
Mentre la testa di Diego continuava a giacere sullo stomaco di Tommaso, il cazzo di Tommaso continuava a pulsare. Diego si sistemò leggermente e ingoiò di nuovo il cazzo di Tommaso, fino in fondo. Il gemito di Tommaso fu quasi primordiale. "Oh, cazzo, sto per sborrare", disse dopo solo circa un minuto di pompa intensa di Diego. Diego lo succhiava mantenendo più di metà del suo cazzo in gola. Mentre Tommaso si avvicinava sempre di più all'orgasmo, i suoi fianchi iniziarono a muoversi per scopargli la bocca. "Oh, cazzo..." disse, e poi un fiume di sborra iniziò a schizzare fuori dal suo cazzo sul palato e nella gola di Diego. Diego ingoiò ogni goccia e rimase attaccato al cazzo di Tommaso finché l'orgasmo non fu completo.
"Cazzo!", disse Tommaso. "Porcone", disse Stefano. "Mmm", disse Diego. "Tocca a te", disse Tommaso a Diego. Così, come aveva fatto Stefano, Diego si mise in ginocchio, puntando il suo cazzo sul torso di Tommaso mentre si masturbava. La mano di Diego si agitava sul cazzo mentre si masturbava. I suoi fianchi iniziarono a muoversi mentre si avvicinava all'orgasmo, poi emise un sussulto involontario. Un grumo di sperma schizzò fuori dal suo cazzo sullo stomaco di Tommaso, seguito da delle gocce colanti. Diego sorrise mentre continuava ad accarezzarsi il cazzo ancora duro. Tommaso abbassò lo sguardo sullo stomaco, dove vide lo sperma di Diego cospargergli gli addominali, insieme ad alcuni resti dello sperma di Stefano.
Stefano si allungò all’indietro, prese i suoi fidati tovaglioli di carta e pulì lo sperma dallo stomaco di Tommaso. Poi ne diede un po' a Diego, che gli pulì un po' di sperma che gli era rimasto sulla faccia. Poi crollarono tutti e tre dal piacere. "Che bella sensazione!" dissero tutti e tre quasi simultaneamente. Si sdraiarono tutti sul pavimento della tenda, Tommaso ancora in mezzo. Diego si rannicchiò contro Tommaso e gli infilò una mano nell’interno coscia per accarezzarlo. Stefano disse: "Non vedevamo l'ora da quando abbiamo saputo che saresti venuto a trovarci!" "E non abbiamo ancora finito", disse Diego, lasciando intendere che la notte non era finita e che avrebbe voluto sperimentare altro.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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