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Una magica notte in camper


di spitsfire
11.04.2019    |    6.887    |    4 9.7
"Lo lasciali libero, libero di pulsare..."
E' strano da pensare di passare una notte in camper per motivi di lavoro, eppure io e il mio collega Luca ci siamo trovati in questa situazione. Eravamo giovani io avevo 22 anni e lui 24. Luca era un ragazzo molto affascinante, alto, muscoloso, si abbronzava facilmente e questo lo rendeva ancora più bello perchè l'abbronzatura mischiata ai sui peli castano scuri gli donava quel non so che di mediorientale. Era uno di quei tipi che se li incontri per caso ti volti a guardarlo fino all'ultimo istante, e questo effetto lo faceva sia a un sesso che all'altro. Luca ed io eravamo entrambi fidanzati con due ragazze, eravamo amici da diverso tempo e tra di noi non c'era mai stato niente di strano, passionale o fisico. Figurarsi che lui era innamorato perso della sua ragazza, una bella ragazza, che mi aveva presentato e che in varie occasioni avevamo trascorso del tempo insieme.
Innumerevoli volte io e Luca ci eravamo trovati a petto nudo insieme, o con i pantaloni abbassati per cambiarci gli indumenti da lavoro o in costume da bagno al lago, ma mai c'era stato nulla di strano. Da parte mia però il suo fisico aveva sempre suscitato un certo fascino. Il petto villoso, muscoloso per l'intensa attività fisica che praticava, il grosso pacco che faceva rigonfiare qualsiasi tipo di pantaloni e che quando questi non c'erano lasciava ben poco all'immaginazione.
Quella volta dovevamo andare abbastanza lontani da casa per lavoro, in un posto sperduto sulle montagne e dato che il lavoro avrebbe impiegato un paio di giorni decidemmo di prendere il camper e passare via la notte.
Dopo la prima giornata di duro lavoro in mezzo al bosco, ci ritirammo nella casa su ruote, qualche bottiglia di vino mentre preparavamo la cena, una grigliata all'aperto, come nei film americani. E poi un film, guardato su un pc portatile, stando vicini vicini seduti sul divanetto del camper. Il sonno stava sopraggiungendo su di noi, complice il lavoro, la grigliata e le bottiglie di vino. Decidemmo di andare a dormire, ci lavammo i denti e ci spogliammo. Entrambi abbiamo sempre avuto l'abitudine di dormire in maglietta e boxer, come molti uomini del resto. Ricordo i suoi boxer neri, banalissimi, ma a lui stavano troppo bene! Era molto sexy con quei boxer. Dati gli spazi ristretti del camper ci coricammo entrambi nel letto matrimoniale, ognuno nel suo sacco a pelo. Ci demmo la buona notte come due buoni amici, certi di passare una notte come tante, nel sonno più profondo.
Quel sonno profondo non tardo ad arrivare, complici la giornata di lavoro e il buon vino di cui forse avevamo abusato un po' troppo... Se nonché dopo qualche ora il frastornante russare di Luca mi sveglia. Tutt'altro che un russare leggero e troppo vicino alle mie orecchie per non farci caso. Mi rigirai nel letto qualche volta...riprendere sonno sembrava impossibile. Avevo gli occhi spalancati a fissare il buio del camper. Tanti pensieri frullavano nella mia testa, finchè non mi misi a pensare a Luca che proprio per colpa sua non riuscivo a dormire. Mi venne voglia di toccarlo. Una di quelle voglie maliziose, che sai che è sbagliato avere nei confronti di un collega, e ancor di più se è un amico.
Allungai una mano verso di lui, nel buio più completo della notte, e capii subito di aver toccato un punto intimo di Luca. Notai infatti con stupore che a causa del caldo si era scoperto, rimanendo in maglietta e boxer, solo le gambe erano in parte coperte. Quando mi sarebbe ricapitata un'occasione così??? L'incessante russare di Luca era la prova matematica che il suo sonno era profondo. il mio pene comincia a svegliarsi. Allungai di nuovo la mano su quel boxer che tante volte avevo guardato con malizia e stupore. Sentii con ben poco stupore che i miei sospetti erano in realtà una verità. Un grosso e lungo pene era imprigionato dentro i boxer, ripiegato sulla sinistra e uno scroto altrettanto notevole più sotto.
Il mio cazzo era qualcosa di esplosivo. Avevo una erezione di quelle che capitono solo a volte, dura, venale, di quelle che alla lunga provocano dolori. Dovetti per forza estrarre il mio cazzo dai boxer, era troppo fastidioso. Lo lasciali libero, libero di pulsare.
Non potevo limitarmi a toccare il pene di Luca attraverso un pezzo di stoffa. L'occasione era unica, mi sembrava un sogno. Decisi di andare oltre, volevo arrivare alla carne. Provai di sollevare l'elastico delle mutande per poi abbassarlo, ma mi sembrava troppo tirato. La paura di svegliarlo era tanta. Provai quindi dalla gamba, la sinistra, quella su cui avevo sentito la bestia dormiente. Entrai con la mano nei boxer, mi sembrava di aver aperto la porta del paradiso, percepii il calore di quel cazzo dormiente che penso fosse tranquillamente una decina di centimetri, ed era ancora moscio. Ero felicissimo, cominciai a esplorare quel'apparato così uguale al mio eppure così attraente. Toccai lo scroto, pieno di peli ricci, e singolarmente le palle, grosse, molto grosse. Mi spinsi ad esplorare il folto cespuglio sopra al pene. Mmmm che voglia che avrei avuto di tuffarmici dentro con la faccia.
Il mio cuore era impazzito, pulsava, pulsava e batteva come durante la corsa più forsennata della mia vita. Il mio cazzo invece sembrava un cane al guinzaglio, che tira che si dimena per andare dove vuole, ma che invece è costretto a rimanere a quel guinzaglio sempre più corto.
Ero irrefrenabile, avrei voluto fermare il tempo. Mi sarebbe piaciuto che il cazzo di Luca diventasse eretto. Decisi quindi di iniziare a fargli un massaggio, una sorta di masturbazione, anche se così non la si può definire. Riuscii a svegliare quel magnifico cazzo dormiente che si irrigidì un po', iniziò a prendere una forma più marcata, più bella, più erotica. Avrei avuto una gran voglia di continuare quella specie di masturbazione, di sentirlo tutto in tiro in tutto il suo splendore, e di farlo arrivare al punto massimo di godimento. Ma la paura questa volta prese il sopravvento, fui invaso da un terribile senso di paura, paura di svegliarlo, che si accorgesse di quello che gli stavo facendo. Decisi di smettere, di chiudere quella possibilità che sapevo che non si sarebbe mai più riproposta. Prima però scappellai leggermente quell'arnese, infilai un dito sulla cappella che scoprii con stupore essere umida, misi sulla lingua quella goccia di liquido di Luca.
La cosa che più mi eccitava ora era quella di farmi una sega sdraiato accanto a un mio amico, presi il mio cazzo in mano, che ancora non si era calmato e iniziai a masturbarmi. Dopo poco mi venne un'altra irrefrenabile voglia: presi un braccio di Luca, lo seguii fino alla mano e la avvolsi attorno al mio pene, diedi qualche su e giù fingendo che fosse lui di sua spontanea volontà a farmi una sega. L'eccitazione era tale che in pochissimi secondi il fiume di sborra colava dal mio cazzo, che prontamente fu asciugata con dei fazzoletti. Dopo un'esperienza del genere, l'eccitazione cala in pochi secondi, mi ricomposi, controllati che anche le parti intime di Luca fossero ben sistemate.
Misi la testa sul suo petto, come per ringraziarlo, come per abbracciare il mio amico che quella notte si era concesso in quel modo così strano e magico.
L'indomani mattina Luca mi chiese come avevo dormito, risposi -Bene anche se tu russi troppo- ribatté - Eh lo so scusami, io invece ho dormito benissimo...-

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