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Gay & Bisex

crisi mistica 2


di Membro VIP di Annunci69.it bububalu
12.03.2019    |    1.750    |    4 8.4
"Ogni volta che un colpo di frusta lo colpiva, contorcendosi dal dolore non faceva altro che far sfregare la grossa e ruvida corda sul suo buchetto e metteva..."
Girando per la sala comune mi imbattei nel cane della comunità, un grosso rotvailer scuro, non potei far a meno di notare il grosso uccello che aveva, era di dimensioni umane. Mi tornò subito in mente un pensiero che avevo da ragazzo, farsi scopare da un cane, presto si presentò l’occasione che aspettavo, uno dei ragazzi, tra i più vogliosi si avvicinò mentre accarezzavo il cane, gli proposi di toccarlo prima sulla testa poi lo convinsi ad accarezzarlo sulla schiena, sulle cosce e poi gli dissi di toccargli l’uccello per vedere se era grosso come il mio, non si fece pregare e cominciò a toccare il cane che in breve eccitato cominciò a girare intorno al ragazzo, allora gli ordinai di togliersi i pantaloncini e le mutandine, il cane lo raggiunse subito e gli saltò da dietro sulle spalle costringendolo ad accasciarsi a terra, il culetto aperto che il cane dopo pochi tentativi riempì subito. Il ragazzo sentendosi inculato da quel grosso cazzo si fermò e inarcò ancora di più le chiappe in modo da farsi penetrare fino in fondo. I movimenti del cane molto rapidi fecero eccitare tantissimo il ragazzo che non tardò a sborrare, anche il cane dopo poco si fermò e estrasse il grosso uccello dal culetto del giovane seguito da un rivolo di sborra calda, giusto il tempo di riprendere fiato e il cane ricominciò a salirgli sulla schiena per montarlo di nuovo. Stavolta però la penetrazione fu più facile agevolata dalla sborra che ancora colava dal culo del ragazzo, il cane spinse talmente forte che nel culetto del piccolo entrò anche la parte grossa dell’uccello del cane che fece urlare l’inculato costretto dalla massa del cane a rimanere in quella posizione, quando di nuovo il cane sborrò i due non si staccarono per il fatto che dentro il culetto del ragazzo stava piantato il grosso cazzo della bestia. Rimasero uniti ancora per molto, nonostante il ragazzo piangesse. Preso dall’eccitazione della scena per farlo tacere gli ficcai l’uccello in bocca e lo costrinsi a spompinarmi per bene, nonostante il grosso cazzo del cane in culo, quando sborrai riempiendogli la bocca il cane estrasse l’uccello dal culetto del ragazzo, colava sborra di cane dal culo e sborra umana dalla bocca. Il culetto del ragazzo era sporco di sborra e di sangue, il cazzo del cane di notevoli dimensioni unito alla foga della penetrazione lo avevano lacerato.
Nel tempo creai una specie di arem composto da diversi ragazzi pronti ad ogni depravazione.
Il mio preferito era un maschietto giovanissimo era il più piccolo del gruppo, aveva saputo qualcosa dai più grandi e aveva insistito per frequentarmi. Un mattina mentre gli altri erano a scuola, invece di andare a giocare con i suoi amichetti coetanei non ancora in età scolare, mi venne a cercare, con la scusa di gonfiargli il pallone, fece finta di inciampare e per non lasciare il pallone finì con lo sbattere con la faccia sul mio pube, mi accorsi subito che il gesto era voluto allora gli afferrai la testa e lo trattenni sopra il mio cazzo che nel frattempo era cresciuto, sei proprio una puttanella, gli dissi e lui invece di ritrarsi cominciò a miagolare voglioso sopra la patta dei miei pantaloni, non potei fare a meno di aprirla e di farlo giocare con il mio uccello che prese a due mani e cominciò a spompinarlo avidamente anche se non riusciva ad introdurlo nella sua boccuccia. Lo fermai per spogliarlo e gli ordinai di ficcarsi due dita nel culo mentre mi spompinava, era talmente bravo che in breve si mise a cavalcioni sul mio cazzo e si impalò senza che io facessi niente, si mosse così sensualmente che mi fece sborrare quasi subito. Divenne la mia troietta preferita perché era così giovane, così acerbo ma così troia che non avrei potuto farne più a meno. Piano piano lo introdussi al piacere sadomaso, ci volle un poco per abituarlo alla frusta e ai ferri, le prime volte che lo frustai ad ogni colpo si contorceva e piangeva dal dolore, ma io non smisi, sapevo per mia esperienza che ad un certo punto il dolore si sarebbe trasformato in piacere e così fu. Di solito legavo quel corpicino in modo che ogni movimento andasse ad eccitarlo sempre di più, gli passavo una corda tra le chiappette a mo di perizoma e la legavo attorno al cazzetto stringendo anche le palline poi salivo fino a legargli il collo e da li lo legavo a braccia aperte steso sul tavolo della cucina. Ogni volta che un colpo di frusta lo colpiva, contorcendosi dal dolore non faceva altro che far sfregare la grossa e ruvida corda sul suo buchetto e metteva in tensione il nodo che gli serrava il pisellino e le palline, già dopo i primi colpi gli diventava subito duro allora io non facevo altro che frustare più forte fino a che le chiappette non si rigavano di sangue, a quel punto gli scansavo la grossa corda dal buchetto e gli infilavo il mio cazzo in un misto di sudore e sangue, in questa posizione, lui legato, con il nodo che gli stringeva il cazzetto e il mio uccello che lo stantufava non tardavamo molto a godere unendo i nostri umori. A volte prima di incularlo gli forzavo nel buchino una zucchina e la tenevo forzata nella posizione dalla corda che gli passava tra le chiappette, così che i colpi di frusta gli davano una spinta ad entrare ancora di più. Questo gioco poteva continuare a lungo, anche tutta la mattina se a giocare si univano altri uomini che trovavo tra i contadini che lavoravano il podere della comunità. Tra questi c’è n’era uno, giovane e grazioso, con un viso da fanciulla, che stonava un pò con gli abiti da lavoro che portava nei campi, saputo dagli altri colleghi delle festicciole che si facevano in comunità con i ragazzi volle partecipare e mi chiese di incontrarlo, un giorno dopo il lavoro mi raggiunse e con molti giri di parole mi fece capire che gli sarebbe piaciuto molto partecipare ai giochi con i ragazzi ma con mia grande sorpresa si offrì di intervenire non come stupratore ma come stuprato, la proposta mi eccitò molto, vista la sua giovane età e la sua bellezza efebica gli proposi di iniziare con me un nuovo gioco, “perché non ti travesti da donna” gli chiesi, lo vidi arrossire in volto, avevo colto nel segno, con voce flebile e accento da donna mi disse “si tesoro”. Pochi giorni dopo mi procurai degli abiti da ragazza molto succinti e con questi lo attesi nel solito ripostiglio dove avvenivano gli incontri con i ragazzi, quando arrivò lo feci spogliare e cominciai ad accarezzarlo in tutto il corpo, aveva un pisello notevole e durissimo alla vista del quale non potei fare a meno di imboccarlo e cominciai a spompinarlo a dovere fine a farlo venire nella mia bocca, a questo punto riuscii più facilmente a vestirlo anche se il suo uccello, ancora gonfio entrava a fatica nelle mutandine che gli avevo trovato, mancava il trucco, provvidi subito e alla fine il risultato fu eccezionale, sembrava proprio una giovanissima puledra vogliosa. Salimmo in macchina e lo portai in una stradina buia che sapevo frequentata da vecchi vogliosi che si facevano spompinare da vecchie checche, lo feci scendere e subito qualcuno si avvicinò al ragazzo e cominciò a baciarlo in bocca, il ragazzo non si ritrasse, ne ero sicuro, avevo capito fin da subito che “fare la puttana” era il suo sogno segreto, il vecchio per nulla disturbato dalla mia presenza in macchina, lo stese sul cofano dell’auto e con il suo cazzo non proprio duro cercò di incularlo. La situazione del tutto nuova per il ragazzo lo aveva fatto eccitare tantissimo, cominciò ad incitare il vecchio con frasi e gridolini da vera troietta, “dai scopami, mettimi il tuo cazzone nel culo, sfondami che sono vergine, dai ancora”, il vecchio non credeva ai suoi occhi, aveva sotto di se una giovane troietta vogliosa che con i suoi gemiti era riuscita a fargli diventare duro il cazzo, che visto dalla mia posizione, all’interno dell’auto, non sembrava affatto scarso. Dopo un bel po di tempo finalmente il vecchio venne e si staccò da quel buco oramai violentato, la troietta non ancora sazia invitò un altro paio di vecchi che si stavano masturbando guardando la scena, gli si avvinghiarono addosso vogliosi e gli ficcarono tutti e due le lingue in bocca, poi scesero a baciargli il collo e la schiena fino a cacciargli la lingua in culo ancora sporco di sborra, uno cominciò subito ad incularlo, mentre la troietta si contorceva dal picere l’altro gli fece un pompino, vennero tutti e due insieme. Ero rimasto in macchina eccitatissimo e con una gran voglia di cazzo, non potei fare a meno di farmi inculare dal vecchio, che dopo aver spompinato la troietta, super eccitato non ci mise molto a venirmi in culo. Entrambi soddisfatti, rientrammo in comunità non senza esserci dati un calorosissimo bacio e un appuntamento per la notte successiva.
A gesti capii che la troietta voleva ripetere la serata la sera stessa, allora gli diedi appuntamento al solito posto, lo vestii come al solito con perizoma e gonnellino svolazzante e corto tanto da lasciargli scoperto il culetto, lo caricai in macchina e stavolta lo portai in un posto veramente eccitante, agli allenamenti della squadra di rugby. Entrammo nel campo dagli spogliatoi, già i ragazzi che erano in panchina si accorsero della prorompente carica di sensualità che la troietta emanava. Gli allenamenti continuavano ma i ragazzi della panchina si avvicinarono alla puttanella e la spinsero nello spogliatoio, aprirono la doccia e tutti insieme si tuffarono sotto i getti caldi, spogliarono la puttanella dei pochi indumenti che aveva e la misero nel mezzo , si ritrovò con quattro o cinque cazzi enormi che gli puntavano la pancia e il culo, dopo poco uno gli sfondò il buchetto mentre una mano gli spinse in basso la testa e lo imboccò con un cazzo enorme, nel frattempo anche gli altri maschioni finito l’allenamento entrarono sporchi di fango per una doccia, in breve tutti quanti si misero a possedere la povera puttanella che in mezzo a tutto quel vapore non si sa quanti cazzi fu costretta a far sborrare un po di culo e un po di bocca , aveva ingoiato talmente tanta sborra che gli tornava su come se avesse fatto indigestione. Il culo era aperto come un fiore, nella foga della monta la troietta era stata sfondata da due cazzi insieme con suo massimo godimento. Quando gli stalloni se ne andarono la puttanella non ancora sazia mi convinse a ficcargli in culo la mano messa a cuneo, solo allora dopo un ultima sborrata si placò

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