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La Zia che non ti aspetti


di misterone
02.10.2007    |    69.927    |    2 8.8
"Dopo la celebrazione in chiesa, ogni invitato si diresse verso la propria autovettura per raggiungere il ristorante dove si sarebbe tenuto il rinfresco degli..."
Era una domenica calda e afosa di una estate di qualche anno fa, io avevo 18 anni appena compiuti, e quel giorno, dovetti rinunciare ad una bella gita al mare con gli amici, per seguire la mia famiglia al matrimonio di mia cugina.
Dopo la celebrazione in chiesa, ogni invitato si diresse verso la propria autovettura per raggiungere il ristorante dove si sarebbe tenuto il rinfresco degli sposi. Quando fummo in procinto di salire in macchina, mi accorsi che la zia Caterina (moglie del fratello di mio padre), chiese a mio padre se poteva usufruire di un passaggio, visto che era li da sola, in quanto lo zio per motivi di lavoro quel giorno era stato costretto ad assistere ad una conferenza medica. Non ci furono problemi e la zia si sedette sul sedile posteriore insieme a me.
Durante il viaggio, il caldo si fece sentire in maniera particolare, e mio padre, che odia l’aria condizionata apri totalmente il finestrino lasciando entrare vere e proprie raffiche di vento.
La zia, donna allora sulla quarantina, non molto alta, ma con tutte le forme al posto giusto, era vestita di un abito leggero color crema, con una gonna appena sopra il ginocchio e una scollatura che lasciava intravedere un gran bel seno una 4^ misura. Non potevo fare a meno di buttare lo sguardo sulle sue cosce che ad ogni folata di vento venivano messe in bella mostra dalla gonna che leggera si ritraeva quasi fino a scoprirle le mutandine. Un paio di volte ho sperato che il vento venisse in mio aiuto, scoprendo interamente quel paradiso che in molte mie fantasie appariva come un’oasi nel deserto. Questo continuo su e giù, mi provocò una erezione incredibile. Il mio uccello non voleva saperne di stare dentro i pantaloni, fui costretto ad accavallare le gambe per non rischiare di essere scoperto e fare quindi una figura di merda.
Credo che la zia si accorse di questa mia eccitazione, infatti per tutta risposta, quando la gonna salì su per l’ennesima volta, lei non fece niente per tirala giù, anzi con con l’ausilio di entrambe le mani, prese i bordi della gonna e cominciò a sventolarsi, dicendo:”oggi si muore dal caldo, vorrei proprio farmi una bella doccia fredda!!”. Mentre faceva questo movimento, non potei fare a meno di notare le sue mutandine color carne, che sembravano imprigionare un boschetto di folta peluria nera.
Fù la goccia che fece traboccare il vaso. Non capivo più niente, volevo solo scoparla, e se non ci fossero stati i miei genitori in macchina, l’avrei scopata lì sul sedile dell’auto.
Arrivammo al ristorante e prendemmo posto a tavola. Il tavolo era posizionato in una zona non centrale della sala, era molto decentrato, sembrava proprio un tavolo per amanti clandestini che non vogliono dare nell’occhio. Il caso volle che la zia si sedette proprio al mio fianco, eravamo messi con le spalle al muro e tutta la sala davanti a noi, con i tavoli che davano la vista verso gli sposi. I miei genitori furono sistemati ad un tavolo distante insieme a parenti che non conoscevo neanche, morale della favola ero a tavola da solo con la zia.
Iniziammo a mangiare e a chiacchierare del più e del meno tanto per ingannare il tempo, quando ad un certo punto lei disse:” ho visto come mi guardavi in macchina oggi e ho visto l’effetto che ti ho fatto!”.
Risposi con tono deciso a questa sua affermazione:” Cosa volevi che facessi, una bella donna come te merita di essere ammirata, quando mi ricapiterà l’occasione di guardarti sotto la gonna!”. A queste mie parole, seguì una erezione da paura e credo che la zia se ne accorse, infatti subito lasciò andare la sua mano sotto il tavolo cominciando a tastarmi l’uccello che era veramente diventato come il marmo.
“cosa fai?” le dissi. “stai calmo, non farti scoprire da nessuno rilassati!”. In un secondo mi ritrovai con l’uccello dritto fuori dai pantaloni e con la zia che, come se niente fosse, aveva cominciato a masturbarmi. “se continui cosi ti vengo sulle mani!” dissi con voce rotta dall’eccitazione. “ aspetta, non sprechiamo tanto ben di Dio” mi disse.”ora vado in bagno, tra un minuto vieni anche tu!” si alzo e andò verso i servizi igienici del locale. Dopo essermi ricomposto, la seguii e prima di arrivare davanti la porta del bagno, fui tirato dentro una porticciola dalla zia che mi fece segno di fare silenzio, che li non ci avrebbe disturbato nessuno. In un secondo mi ritrovai con i pantaloni abbassati e con la zia che in ginocchio davanti a me, me lo prendeva in bocca. A distanza di anni, posso affermare quello sia stato il più bel pompino che mi abbiano fatto. Ero arrapatissimo e anche lei lo era. La fermai e la misi appoggiata su un tavolo che era li. Alzai la gonna da dietro e scostai la mutandine da un lato, poggiai la mia cappella sul suo buchetto che grondava di umori per quanto era arrapata. “dai, fammi godere come una ragazzina, fammi sentire una puttana che vuole solo tonnellate di cazzo!” A quelle parole, il mio uccello si indurì ancora di più, la pompai per una decina di minuti fino a quando mi accorsi che stavo per venire. Lei si accorse del mio stato e mi disse “vienimi dentro non ti preoccupare, prendo la pillola!”. Riversai dentro di lei, litri di sperma e dopo un secondo mi accorsi che anche lei ebbe un orgasmo infinito!”.
Avevamo goduto come non mai, ci ricomponemmo, e tornammo verso la sala. Nel tragitto, la zia mi disse:” erano anni che non godevo cosi! Facciamo una cosa domenica prossima lo zio deve andare fuori per lavoro, vieni a casa che voglio darti anche un’altra cosa…..il mio culetto!”. Dissi subito di si, e quella settimana non feci altro che pensare a come sarebbe stato sfondare il culo alla bella zietta, che tanto zoccola si era dimostrata.
Storia vera, per commenti: [email protected]
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