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La cara zia Delia - parte 3


di ettoregrem
11.07.2017    |    34.080    |    6 9.7
"Con la punta della lingua iniziò a leccare il glande, timidi colpetti, io dovetti trattenermi dallo sbattergli tutto l’uccello in gola, era una donna da..."
Mi alzai, lei seguitava a guardarmi negli occhi, sbottonai i pantaloni, abbassai le mutande facendo uscire l’uccello.
Sono mediamente notato, ma la situazione me l’aveva reso duro come l’acciaio, non dissi nulla e le presi una mano portandomela al cazzo. Me lo strinse, ma ancora non aveva il coraggio di guardarlo.
- Ti piace?-
Chiuse gli occhi senza parlare, iniziando a masturbarmi goffamente.
Avvicinai il glande al suo viso.
- Prendimelo in bocca…-
Lei si girò di lato allontanando le labbra dal mio cazzo ma continuando a segarmi.
Mi chinai verso di lei, la baciai con dolcezza, a lungo, carezzandole il seno e baciandole collo e orecchie.
- Non voglio farti fare qualcosa che tu non voglia… ma penso che ti piacerà… l’hai mai fatto?-
Annuì col capo:
- Si… qualche volta…-
- Ti piaceva?-
- Insomma…-
- Quello che ti ho fatto io ti è piaciuto?-
- Si…- la sua voce era un sussurro.
- Te l’avevano mai fatto?-
- Si… no… cioè… non così…ah…-
- Ti è piaciuto di più quello che ti ho fatto io?-
Annuì, senza guardarmi.
- E’ perché ti trovo fantastica… mi piaci tanto… lo so che credi di essere una vecchia, ma sei bella… è da quando ero un ragazzino che mi faccio le seghe pensando a te…-
Sorrideva.
- A me leccarti là sotto è piaciuto… tanto… ma mi piacerebbe che ricambiassi…-
Avvicinai di nuovo il cazzo al suo viso, me lo stava ancora impugnando.
Con la punta della lingua iniziò a leccare il glande, timidi colpetti, io dovetti trattenermi dallo sbattergli tutto l’uccello in gola, era una donna da preparare con calma.
- Ora ti dico come mi piace… va bene?-
- Si…-
- Apri la bocca… di più… ecco… adesso fai entrare la punta… un altro po’… ora succhia… come se fosse un ghiacciolo…io mi muovo un po’… dentro e fuori… così, sì brava…-
Non era una pompinara, assolutamente, si sentivano i denti e si vedeva che era poco pratica, ma si mise di impegno e, dopo qualche minuto me lo stava succhiando alla grande.
Si staccò dal mi cazzo con la saliva che le colava, mi guardava da sotto in su con gli occhiali sulla punta del naso e una faccia tipo “chissà cosa penserai di me?”.
La gratificai con un lento bacio appassionato dicendole:
- Oddio… sei fantastica…- non era proprio una bugia, ma si riferiva più al contesto che alla performance orale.
- Andiamo in camera… - le suggerii.
Cercando di ricomporsi, si rimise i collant, le ciabatte e si alzò. Le presi le mani e la baciai, tremava.
- Come stai? – le chiesi.
- Non lo so… non chiedermi niente…-
Tenendomi la mano come a un fidanzato mi accompagnò in camera.
La stanza da letto era la tipica camera della nonna: letto alto con testiera in noce scuro intarsiato, copriletto ricamato, comò con centrino e statua della madonna e armadio con specchio centrale. Entrando la zia lasciò la luce spenta, ma la penombra non mi bastava.
Mi avvicinai a un comodino e accesi l’abat-jour, ora potevo vederla meglio.
- Voglio guardarti…- le sussurrai in un orecchio.
Lei scosse il capo:
- Non c’è niente da vedere… sono una vecchia…-
- A me sembra che da vedere ci sia parecchio…- Le dissi mentre con una mano le soppesavo il seno.
Sorrise:
- Già… con l’età sono ingrassata…-
- Sei perfetta…- Non le lasciai il tempo di replicare e la baciai.
Iniziai a sfilarle il maglione, mentre lo passavo sopra la testa, notai le sue ascelle: non erano rasate ed avevano gli stessi peli lunghi e grigi che coprivano il suo pube.
Non resistetti e iniziai a leccargliele.
- Oddio! Cosa fai… non mi sono lavata…-
L’odore era buonissimo: il sudore, la naturale eccitazione e il profumo di sapone, di biscotti… Quella donna era una delizia.
Il reggiseno era un modello ordinario, privo di pizzi o decori, bianco. Ma racchiudeva due tesori di carne morbida e due capezzoli che spingevano quasi volessero forare il tessuto imbottito.
Le tenni entrambe le mani con la sinistra, alzandole sopra il suo capo, con la destra mi intrufolai nei collant e nelle mutande trovando il suo grosso clitoride che presi a stuzzicare.
La baciai, poi presi a leccarle collo, orecchie e di nuovo sotto le ascelle pelose che mi facevano letteralmente impazzire.
I suoi sospiri divennero gemiti, poi rantoli spezzati e, infine sentii che le ginocchia le cedevano mentre la facevo venire in piedi, il corpo scosso da tremiti.
Mi abbracciò, stringendomi con forza, cercò il mio viso e mi baciò con passione. Era la prima volta che prendeva l’iniziativa.
- Non so cosa mi hai fatto… ti giuro… non sono mai stata così…- Mi disse.
- Non ho fatto niente di particolare… sei tu che mi ispiri… sei una donna così sensuale…-
- Ma va là… potrei essere tua mamma…-
- Beh… per fortuna non sei mia mamma… perché non credo che la cosa mi avrebbe fermato…-
- Sei uno sporcaccione…-
- Non sai quanto…-
Ci baciammo ancora, poi mi sedetti sul letto.
- Spogliati per me… vuoi?-
Lei rispose di sì con un cenno del capo.
- Togli il reggiseno. –
Lei obbedì, sempre senza guardarmi, col viso di lato. Si vergognava, non ne aveva motivo: quello che vidi quando ebbe levato l’indumento mi lasciò senza fiato.
Le sue tette erano bellissime: due globi di carne bianchissima contrastavano con l’abbronzatura delle spalle e delle braccia, il peso e l’età le avevano fatte scendere e adesso i grossi capezzoli rosa puntavano verso l’ombelico. La pelle del seno sembrava carta velina attraverso la quale si vedeva una rete di sottili vene azzurre. Le areole erano rosa pallido e punteggiate da qualche piccolo pelo ribelle.
Avevo l’acquolina in bocca.
- Sono senza parole… - Dissi – Sei stupenda…-
Lei incrociò le braccia, in un tentativo di coprire la propria nudità.
- Non ci provare… ti voglio guardare… togli la gonna per favore?-
Fece scorrere la zip e cadere a terra la sottana.
Ferma davanti a me, con indosso solo mutande bianche, collant color carne, occhiali e ciabattine era una venere, ottantenne certo… ma una venere.
La feci sdraiare sul letto.
- Lo sai che ho l’acquolina in bocca?- le dissi, lei rispose con un sospiro, conficcando le unghie nel copriletto.
Iniziai a esplorare il suo corpo maturo con calma e metodo, mi posizionai in ginocchio sul letto, tra le sue gambe, sollevai un piede all’altezza del mio viso, sfilai la ciabatta e annusai la pianta, l’odore mi rimandò alla mia prima adolescenza, quando mi capitava di masturbarmi annusando gli zoccoli di una mia cugina più grande.
Leccai la pianta rugosa attraverso il nylon, salendo verso le dita. Aveva dei piedi molto belli per una donna della sua età, molto curati, iniziai a succhiarle l’alluce, con i denti strappai il collant liberando le dita e presi a succhiarne una alla volta sentendo sulla lingua il sapore salato del sudore.
- Non c’è una parte del tuo corpo che non mi faccia impazzire… - le dissi.
- Ma che dici… - si schernì.
- Voglio assaggiare ogni centimetro della tua pelle… - aggiunsi mentre infilavo la lingua tra le sue dita - … e temo sarà un lavoro lungo… tu hai impegni? –
- No… no… nessun impegno… ah… -
- Posso iniziare ad esplorarti, allora? –
- Oddio… io… non… io… non chiedermi niente…-
- Lo prendo per un si… -
Sollevai l’altro piede ed iniziai di nuovo il trattamento, stavolta però mentre reggevo la gamba con una mano, avevo iniziato a masturbarla attraverso le mutande.
- Voglio darti più piacere che posso… - le dissi - …ti hanno mai fatto queste cose? –
- No… no… -
- Visto che non è mai troppo tardi? –
Le presi una mano e gliela posai sulla fica.
- Toccati mentre ti lecco…-
La sua mano prese a massaggiare la sporgenza del clitoride.
- Ti masturbi di solito? –
- No…-
- Mai?-
- E’ da tanto…-
- Una volta lo facevi?-
- Ah… Oddio… ah… si… si…-
- Spesso? –
- Ah… si…-
- Dove lo facevi…-
- In bagno… ah…-
- Sei un po’ poca anche tu… allora…-
Nessuna risposta, la zia era partita, la mano si muoveva sempre più rapidamente e, mentre succhiavo i suoi piedi la vidi irrigidirsi e tremare di nuovo… era venuta ancora.
- Zia… devo dirtelo… sei una sorpresa continua… è il terzo orgasmo o cosa?-
- Ah… ah… mi vergogno… non farmi dire niente…-
Mi abbassai e strappai i suoi collant all’altezza del cavallo, scostai i mutandoni fradici, l’odore era ancora più intenso, secrezioni e urina le colavano lungo le cosce.
- Non guardarmi lì… ti prego… mi vergogno…- Implorò sommessamente.
Sotto i miei occhi si ripresentava lo spettacolo della sua fica spalancata, il clitoride proteso al cielo, il buco del culo palpitante.
- Davvero non so di cosa ti vergogni… è il panorama più bello del mondo… vorrei saper dipingere per farne un quadro… cazzo… sei un’opera d’arte…- E mi rituffai in quel nettare.
Desideravo far durare quei momenti il più a lungo possibile. Se non mi fossi fatto quella sega in bagno un’oretta e mezza prima, di sicuro, non sarei riuscito a trattenermi ed avrei infilato l’uccello in quel buco invitante molto prima.
Ma ora non avevo fretta, volevo regalare alla vecchia un numero di orgasmi da record. Continuai a leccare ogni sua parte per almeno tre quarti d’ora: ascelle, capezzoli, clitoride, non risparmiavo ciucciate e piccoli morsi a nulla.
Quando la girai a pancia sotto ed iniziai a leccarle il buco del culo ebbi contemporaneamente una protesta:
- No… no… cosa fai… lì no… -
E quello che contai come suo quarto orgasmo.
La zia era sfinita: lo chignon disfatto, lacrime di piacere e sudore a sciogliere il trucco. Decisi che era giunto il momento di scoparla.
Iniziai dolcemente, posizione del missionario, limonando come fidanzati, sentii le sue gambe che si stringevano dietro di me, le sue unghie conficcate nelle mie spalle.
La sua fica era una voragine rovente e fradicia, un po’ troppo… Certo non potevo aspettarmi la fichetta stretta di una ventenne, ma la posizione non mi soddisfaceva.
La pompai un po’, perché sembrava gradire parecchio, poi la girai di lato prendendola da dietro e tenendole le gambe strette.
Così c’eravamo… Una chiavata super, la posizione mi permetteva di penetrarla in profondità, fino al collo dell’utero, con la sinistra di tormentarle il grosso clitoride, che mi mandava fuori di testa, tra le cosce serrate, mentre il pollice della destra le stuzzicava l’ano.
Sollevandole le braccia presi a baciarla sul collo, e poi scesi sino alle sue ascelle pelose e aromatiche e fu in quella posizione, mentre la chiavavo da dietro, con il suo grilletto che sgusciava tra le mie dita, la prima falange del pollice saldamente piantata nel culo e il viso affondato nel pelo delle sue ascelle che sentii montare l’orgasmo.
Le venni dentro per un tempo che mi parve infinito, poi mi accasciai al suo fianco.
- Te l’ho già detto che sei una cosa fantastica… vero? –
Le si girò sull’altro fianco incrociò una delle sue gambe inguainate nel collant con la mia e premette il bacino sulla mia coscia, facendomi sentire la fica fradicia.
- Tu sei fantastico… - rispose.
E mi baciò.
Sono sincero quando dico che in quel momento avrei voluto rimanere su quel letto per sempre.
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