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incesto

Purosangue


di Pprossa
20.06.2025    |    1.050    |    0 9.3
"Laura obbedì immediatamente, il suo corpo rispondeva alla sua autorità con un brivido che le percorreva le vene..."
Camminarono in silenzio per un lungo tratto. A un certo punto Donatello tentò di parlare, ma Laura, brusca, lo zittì. Lui si guardò attorno smarrito, ragionando sul perché avessero parcheggiato così distante.

La rabbia che attraversava Laura in quel momento era abbastanza potente da farla saltare in aria. Stava davvero per esplodere. Tuttavia, non sarebbe stata una bella figura da fare e lei voleva disperatamente mantenere il controllo della situazione e farsi dire tutto.

Il ristorante dove Laura aveva prenotato era un locale riservato ai margini dell’elegante zona in cui era ubicato. Entrarono.
Si sedettero.
Donatello lasciò che fosse Laura a portare avanti la conversazione. Nel frattempo viveva un forte conflitto interiore, superato con fatica, che si scontrava con la risoluta determinazione che lo aveva spinto ad andare fino in fondo. Si mangiucchiò l’interno della guancia. Come poteva discutere di borse, compiti e feste, quando il suo stomaco era tutto in subbuglio?

Non le avrebbe mai rivelato nulla, concluse, ma credeva ciecamente in quello che aveva fatto. La guardò.
Com’era bella nel suo vestito bianco. I riccioli che le cadevano sulla fronte e ai lati del volto, donandole un’aria dolce e fresca. La sua Laura.

Tra loro due, era lei quella che viveva nella Milano bene, non c’era niente da dire.
Diciott'anni, uno meno di lui, frequentava una scuola privata di lusso. Era la seconda di una famiglia dove tutti erano veramente belli. La madre era una potente dirigente d'azienda.
Suo fratello Marco, più grande di lei di sei anni, a prima vista era un tipo di bellezza prevedibile: alto, robusto, con una muscolatura impressionante. Era uguale a tutti i ragazzi pieni di soldi, ma con in più il fatto che lui possedeva una Ferrari Purosangue.
Suo padre era co-proprietario di una società di informazioni. Ricco, bello, affascinante.
Donatello si distrasse, ripensando al pomeriggio.
- - -

(ore prima)

"Perché mi guardi? Ho qualcosa sulla faccia che non va?", chiese Laura con aria innocente, sbattendo le ciglia.

Donatello lasciò che il suo sguardo scivolasse dal viso della sua morosa lungo tutto il suo corpo. Mentre la osservava in tutto il suo metro e sessanta, la sua espressione non cambiò.

Con calma riportò il suo sguardo su quello di Laura, tracciando ogni sua curva con un piacere che non cercava nemmeno di nascondere.
Una volta terminato di esaminarla da cima a fondo, le fece un sorriso e a denti stretti, disse: "No, non c'è niente che non vada sul tuo viso, amore, ma oggi giochiamo, se lo vorrai."
L'occhiolino che le fece alla fine colpì in pieno Laura, che non frenò la sua curiosità. "C'è qualcosa di divertente? Dimmi!"

"Oh, amore. Un gioco. Sarò divertente", disse Donatello, sorridendo mentre indicava il corpo di Laura.
"Posso garantirti che dopo che ti avrò..., niente sarà più come prima."

Donatello finì di recitare la sua parte prima di pensare che fosse tutta un'idea sbagliata. Al contrario, si disse: ‘Che i giochi abbiano inizio."

Allungò la mano dietro di Laura, prese una benda nera dalla tasca dei pantaloni, poi le mise il tessuto setoso sugli occhi e lo legò saldamente dietro la testa.
Laura non riusciva a vedere nulla.

"Ahia!" Urlò per il pizzicotto sulla chiappa destra.
Prima che la sua rabbia potesse esplodere, Donatello si avvicinò per un bacio.
"Il tuo culo è irresistibile." sussurrò. "Scusa, tesoro." aggiunse.
"E perché?" chiese Laura.
"Perché non vedo l’ora di vederti piegata con un cazzo nel culo."

Le dita del ragazzo risalirono lungo l'interno coscia di Laura, facendola trattenere il respiro. Quando raggiunsero le mutandine, il ragazzo emise un ringhio basso e apprezzato.

“Cazzo, piccola, sei completamente bagnata”, mormorò Donatello. ”Tutto questo solo perché non ti ho detto cosa succederà?”

Laura non poté trattenere il gemito che le sfuggì dalle labbra mentre le dita del ragazzo scivolavano tra le sue pieghe lisce. I suoi fianchi si mossero involontariamente, cercando più pressione, più attrito, più di tutto ciò che lui era disposto a darle. Ma quello ritirò le sue dita, lasciandola dolorante.

"Girati”, ordinò Donatello con voce ferma ma gentile.

Laura obbedì immediatamente, il suo corpo rispondeva alla sua autorità con un brivido che le percorreva le vene. Senza la vista, ogni tocco, ogni suono era amplificato dieci volte. Fu guidata in avanti finché le sue mani non incontrarono qualcosa di solido, un divano.

“Piegati“, le disse Donatello, mentre il palmo della mano premeva tra le scapole, spingendola verso il basso.
Laura obbedì, il petto a contatto con la pelle fresca mentre si posizionava con il sedere sollevato. La posizione la faceva sentire vulnerabile.

“Inarca di più la schiena”, le disse Donatello, e lei obbedì, sollevando di più il sedere.
“Brava ragazza." Laura sentì le mani sul suo sedere, che le massaggiavano la carne prima di abbassarle le mutandine di pizzo lungo le cosce.
L'aria fresca baciò la sua pelle esposta, facendola rabbrividire per l'attesa.
Sentì il suono inconfondibile di un tappo di bottiglia che si apriva, seguito dalla fresca sensazione del lubrificante che le colava tra i glutei. Le dita del ragazzo lo spalmarono metodicamente, circondando il buco del culo stretto con una pressione deliberata che la fece sussultare.
Laura si morse il labbro, soffocando un gemito mentre il dito medio del ragazzo la penetrava delicatamente, facendo penetrare il lubrificante.

“Ti piace, vero?” sussurrò Donatello, con il respiro caldo contro il suo orecchio. ”Preparare il tuo culo per essere scopato?”
"Sì", ansimò lei. La benda intensificava ogni sensazione, rendendola consapevole del tocco, dell'aria fresca sulla pelle e dei bassi della musica che pulsava.

Fu aggiunto altro lubrificante, il liquido fresco gocciolava tra le sue natiche mentre il ragazzo inseriva un secondo dito dentro di lei.
L'allungamento bruciava, facendola gemere e spingere contro la sua mano.

Il ragazzo incrociò le dita, preparando a fondo. Lo sentì frusciare dietro di lei, poi sentì qualcosa di piccolo e sodo premere contro il suo buco lubrificato. Il plug era affusolato, permettendo al suo corpo di adattarsi gradualmente mentre il ragazzo lo inseriva con una leggera pressione.
“Mmm“, gemette Laura mentre il silicone la allungava. Il disagio iniziale lasciò rapidamente il posto a una pressione profonda che le fece stringere i denti.
Il suo corpo accettò l'intrusione, i muscoli si rilassarono intorno al plug mentre lo sistemavano dentro di lei.

“Come ti senti?”, chiese Donatello con la voce roca per l'eccitazione. “Bene”, sussurrò, adattandosi alla pienezza. "Davvero bene."

“Bene? Beh, non era quello che volevo,” rispose Donatello, con un certo sconforto nella voce. Laura non ebbe il tempo di chiedere.

In quel momento, con movimenti attenti, il ragazzo afferrò la base del plug e iniziò lentamente a ritirarlo. La sensazione di vuoto che seguì fece gemere Laura per la perdita, il suo corpo si strinse istintivamente intorno al nulla. Sentì di nuovo il clic di una bottiglia, con altro lubrificante applicato generosamente.
Poi qualcosa di sostanzialmente più grande premette contro la sua entrata.

Il ragazzo le mise entrambe le mani sulle spalle e, tenendola in posizione, forzò tutta la sua lunghezza nel suo stretto passaggio. Laura gridò, strinse i denti per il dolore, mentre sentiva le palle che sfioravano la parte inferiore delle sue natiche.

Il ragazzo sfilò il suo cazzo per metà poi tornò dentro di lei, più a fondo, costringendola ad accogliere tutta la sua virilità. Senza sosta, iniziò a stantuffarla, dentro e fuori, dentro e fuori, in un ritmo serrato di affondi decisi. Con i denti stretti, Laura strinse i pugni. Era intrappolata sotto il suo peso, impotente nel subire l’esibizione mascolina e dominante, mentre il bruciore le inondava le viscere.

Il ragazzo aumentò la sua foga, i muscoli contratti nell’immobilizzarla, gli addominali tesi nello spingersi dentro di lei, sempre più forte, fottendole il culo ormai dilatato e così accogliente.
Le gambe di Laura presero a tremare, non poteva più reggere le spinte che la stavano portando al limite: inarcò la schiena e urlò, liberandosi in un potente orgasmo con il cazzo di lui sepolto in profondità nel culo.

Il ragazzo sentì il suo corpo fremere incontrollato, le appoggiò il palmo sulla schiena, immobilizzandola sotto i suoi affondi impietosi, il cazzo avvolto nel suo buco stretto. Allungò la mano destra sotto di lei, e inserì due dita nella sua apertura fradicia, le piegò e sfregò contro le sue pareti interne, facendola gridare nel prolungamento dell’estasi, piena in entrambe le sue cavità. Le sfilò presto, infilandole in bocca, intrise della sua umidità e della sua eccitazione.

"Succhia le dita mentre hai il pisello nel culo." le disse Donatello.

Laura, con la bocca spalancata, strinse le labbra sulle dita bagnate, le sentì muoversi sulla sua lingua, mentre il corpo del ragazzo sbatteva con violenza contro il suo. Lui le appoggiò le mani sui fianchi per tenerla stretta mentre la fotteva e sentiva le palle gonfie al limite: sapeva di essere vicino al culmine. Con un ultimo colpo di reni, si spinse dentro di lei fino in fondo, e perse il controllo.
Con un rapido susseguirsi di colpi arrivò all’orgasmo e si immobilizzò nelle profondità del culo inondando le sue viscere con lunghi e potenti getti di sborra calda.
Le urla di lei, devastata dalla sua irruenza, erano musica per le sue orecchie, mentre era riempita uno schizzo dopo l’altro.
- - -

Usciti dal ristorante.

Laura lo scrutava in volto, sgomenta. Era spaventata, si sentiva colpevole di averla presa, ma anche lui lo era. Doveva rimanere ferma nel suo proposito per sapere.

"Cos'hai fatto per lui, quindi?" chiese rassegnata.

Donatello non rispose. Si maledisse per le parole che pronunciò. "Andiamo, ti riaccompagno a casa, prima che Marco rivoglia la sua auto."

Laura non arretrò: "Donatello, lo sa come la penso. Non ci si muove da qui."

Donatello la guardò, sfinito: "con tuo fratello s'è scambiate due purosangue."
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