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incesto

Quella sera in compagnia di mia sorella.


di Membro VIP di Annunci69.it OrsoB
04.05.2025    |    18.835    |    12 9.6
"Lei si sollevò sui gomiti, sfilò via le mie mutandine, mi abbracciò e mi tirò verso di sé, allargò leggermente le gambe in modo tale io mi posizionassi comodamente fra di esse, strinse il mio..."
Tutto quanto descritto in questo racconto è realmente accaduto negli anni ‘80, in una piccola cittadina Siciliana. Non ci sono i nomi delle persone coinvolte e alcune cose sono state omesse per evitare che i lettori possano risalire alle persone coinvolte. Questa è una storia di disperazione e povertà.
A quel tempo la nostra famiglia stava attraversando un periodo difficile, non avevamo abbastanza soldi per sopravvivere e mio padre, invitato da un suo vecchio amico, decise di andare all’estero in cerca di fortuna. Non ci disse mai che lavoro fosse andato a svolgere ma, almeno, trasferiva denaro regolarmente per il nostro sostentamento e veniva a trovarci ogni sei mesi. Prima che mio padre andasse via di casa, mia madre passava tutto il tempo a chiacchierare al telefono con le sue amiche. Dopo che mio padre se ne fu andato, mia madre cominciò a portare a casa degli uomini sconosciuti, anche in presenza mia e di mia sorella senza provare alcun imbarazzo. Chiudeva a chiave la porta della sua stanza e chiedeva a noi di non essere disturbata. Quando la porta della sua stanza si richiudeva le uniche cose udibili alle nostre orecchie erano la musica ad alto volume e i gemiti ad alta voce di mia madre.
Tutte le volte che mia madre entrava in casa con uno sconosciuto io mi vestivo in fretta, uscivo di casa e andavo a fare una passeggiata. La maggior parte delle volte rientravo a casa a tarda sera, quando ero certo che la musica ad alto volume avesse ormai abbandonato il nostro appartamento, le uniche tracce residue ancora percepibili erano l'odore di sudore e la vista delle lenzuola stropicciate sul letto matrimoniale di mia madre.
Un giorno mia madre portò a casa nostra un uomo mai visto prima. Io quella sera, disattendendo la mia consueta abitudine di uscire per andare a fare una passeggiata, decisi di restare a casa. Non ricordo esattamente perché decisi di non uscire, la mia memoria ha cancellato i piccoli dettagli, lasciando solo la sensazione di disgusto che ho provato quando ho visto la porta della stanza da letto di mia madre sbattere con forza sugli stipiti. Non avevo più niente da fare in casa e decisi di andare a letto. Mia sorella era già nella nostra stanza. Io e lei avevamo un ottimo rapporto, lei aveva un solo anno più di me e questo, forse, ci aiutava a stabilire una maggiore empatia. Lei frequentava l’ultimo anno alle superiori e l’anno successivo sarebbe andata all’Università, questo la spingeva costantemente a impegnarsi scolasticamente parlando, non usciva mai di casa, tutto il suo tempo lo trascorreva sui libri a studiare.
Quella sera mi distesi sul mio letto con l’intento di dormire ma gli ululati di mia madre, nella stanza accanto, non mi aiutarono molto ed il mio viaggio verso il regno di Morfeo naufragò miseramente, così decisi di chiacchierare con mia sorella.
Non ricordo affatto l'argomento della nostra conversazione, ricordo solo che la nostra conversazione fu interrotta bruscamente dagli ululati e dai gemiti acuti di nostra madre. Mia sorella, scherzando, disse: "Temo che la stiano facendo a pezzi in quella stanza." e poi suggerì di andare a spiare cosa nostra madre stesse facendo nella sua stanza da letto. Sinceramente non avevo molta voglia di vedere cosa stesse facendo nostra madre in compagnia di uno dei tanti ubriachi che portava a casa, mio malgrado accettai la proposta di mia sorella.
Le porte, che davano accesso alle stanze da letto nella nostra casa, sopra gli stipiti, avevano dei vetri che facilitavano il passaggio della luce da un ambiente all’altro, questo particolare ci permise facilmente di osservare cosa mia madre stesse facendo in compagnia di quell’uomo.
Io e mia sorella prendemmo due sedie, salimmo su di esse e restando in piedi guardammo all’interno della camera da letto.
Vedemmo nostra madre completamente nuda a quattro zampe accanto al letto che rabbrividiva per i movimenti bruschi e ritmati dell'uomo, posto dietro di lei, che per qualche ragione, a noi sconosciuta, era completamente vestito. Solo i pantaloni abbassati facevano comprendere facilmente cosa lui le stesse facendo. Per paura che nostra madre o il suo amichetto potessero scoprirci a spiate, io e mia sorella trattenemmo persino il nostro respiro. Lo spettacolo, offertoci inconsapevolmente da nostra madre, ci lasciò storditi, incapaci di staccare lo sguardo da ciò che vedevamo attraverso il vetro posto al di sopra della porta. Pochi minuti dopo averla scopata da dietro, l'uomo fece distendere supina nostra madre sul letto, sfilò completamente i pantaloni che indossava, le allargo le gambe e si sdraiò sopra di lei. Subito la schiena di quell’uomo fu catturata dalle gambe di mamma che si strinsero in una sorta di abbraccio sui suoi fianchi.
L’uomo spingeva con forza il bacino fra le gambe spalancate di nostra madre e ad un certo punto, i colpi divennero più frequenti. Lui emise un ululato e tutti i movimenti cessarono. Capimmo subito che era tutto finito e che era giunto il momento di andarcene da lì, cosa che abbiamo fatto nel più breve tempo possibile, per evitare che la porta della stanza da letto si aprisse permettendo di scoprire, sia a mia madre che al suo occasionale compagno, cosa stessimo facendo. Tornammo velocemente nelle nostre stanze e ci stendemmo nei nostri letti, senza proferire parola, col solo intento di dormire.
La sera del giorno dopo, la mamma ci chiamò in cucina e ci informò con tono irritato che ci aveva notati il ​​giorno prima mentre spiavamo quello che lei era intenta a fare con quell’uomo. Io non ero particolarmente preoccupato per quello che nostra madre ci stava dicendo, mia sorella, diversamente da me, abbassò il capo manifestando di essere mortificata, credo provasse anche vergogna. Nostra madre ci misi in guardia dal raccontare a nostro padre ciò che avevamo visto e sentito, e aggiunse: “La prossima volta se decidete di spiare è meglio che voi due me lo diciate subito, così vi mostrerò tutto chiaramente o addirittura vi farò provare.”
Questa stupidaggine fece scappare via mia sorella in lacrime ed io diventai paonazzo per la rabbia.
Dopo circa un mese, dall’accaduto, mia zia invitò mia madre a casa sua per una settimana e la mamma accettò pur sapendo che saremmo rimasti soli a casa. Se ne andò, dopo aver riempito una borsa con alcuni suoi vestiti, lasciando l'appartamento a nostra completa disposizione.
Quella stessa sera, dopo aver cenato con mia sorella, le ho augurato la buonanotte ma mentre mi accingevo ad andare a dormire mia sorella mi ha fermato e mi ha chiesto di restare seduto accanto a lei ancora un po' perché sentiva il bisogno di parlarmi. Mi ha chiesto se avevo mai fatto sesso, mentendo le ho risposto di sì, mentre a quel tempo non avevo nemmeno baciato una sola ragazza.
Perché le ho mentito? Volevo sembrare, ai suoi occhi, più maturo di quello che realmente fossi. Subito dopo avermi ascoltato mia sorella mi raccontò di una storiella vissuta con un suo compagno di classe col quale aveva anche dormito. Così io seppi che lei non era più vergine. Lei mi raccontò che una sera, dopo essersi ubriacata, quel compagno di classe l’aveva convinta a fare sesso con lui.
Dopo aver ascoltato la sua confessione abbiamo cominciato a conversare di tutte le storie di sesso che si raccontavano in giro nella nostra città e così, in qualche modo, ci siamo ricordati anche dell’episodio del sesso della mamma con l’uomo ubriaco, al quale avevamo assistito, e a questo proposito mia sorella mi chiese se una delle ragazze, con le quali avevo fatto sesso, si fosse avvinghiata a me cingendomi con le gambe così come aveva fatto nostra madre in quella occasione.
Risposi di no e anche se avessi detto di si avrei comunque mentito visto che ero ancora vergine nel momento in cui mia sorella mi pose la domanda.
“Ti piacerebbe farlo così?” chiese ancora mia sorella.
“Certo!” le risposi, tacendo sul fatto che il desiderio di far sesso mi avrebbe spinto a farlo in qualsiasi posizione visto che per me sarebbe stata la prima vera esperienza.
Mia sorella dopo aver ascoltato la mia risposta mi propose di provare quella posizione senza dover fare necessariamente sesso, solo per scoprire se fosse comoda e piacevole. Non ho fatto obiezioni e ho suggerito, per mera curiosità, di spogliarci e di restare con indosso solo la biancheria intima. Lei non fu contraria, corse all'armadio di nostra madre e tirò fuori un completo intimo rosso, con il quale, a suo dire, la mamma accoglieva i suoi "ospiti" preferiti. Dopo aver indossato il completino ritornò nella nostra stanza e mi chiese se era di mio gradimento. Il reggiseno si rivelò un po' grande, ma ritenni che questo aspetto non fosse importante.
Constatai, invece, che il mio stato di eccitazione fosse stratosferico, mi pulsavano le tempie e avevo la testa avvolta in una piacevole sensazione di ebrezza. Ho proposto a mia sorella di scattare delle foto, sottolineando che la vecchia macchina fotografica sarebbe stata molto utile a tal proposito e che avremmo potuto, successivamente, guardare insieme le foto, ricordando quel momento piacevolmente. Mia sorella ha rifiutato categoricamente la proposta e mi ha costretto a giurare di mantenere il segreto per sempre.
Visto che mia sorella aveva escluso l’uso della fotocamera, in alternativa, proposi di guardare una rivista pornografica per osservare i soggetti immortalati e verificare di persona quali fossero le posizioni, a nostro dire, migliori e così, dopo aver avuto il consenso di mia sorella, presi da una scatola, che avevo nascosto molto tempo prima, un vecchio giornale che si chiamava “Le Ore” con l’intento di sfogliarlo insieme a lei.
Ci sedemmo uno accanto all’altra, con indosso solo il nostro intimo, e iniziammo a sfogliare il giornale. Lo stato di eccitazione in me raggiunse un livello indescrivibile e subito dopo aver sfogliato alcune pagine mia sorella disse: “Forse è meglio che tu vada in bagno, quel coso grosso che hai nelle mutande ci impedisce di sfogliare con garbo la rivista, ostacola e intralcia i movimenti del mio braccio tutte le volte che provo a girare una pagina.”
Ho ascoltato il consiglio di mia sorella e sono andato in bagno, ma mi trovavo in uno stato di totale confusione e sono tornato subito indietro nella nostra stanza. Mia sorella nel frattempo si era sdraiata sul suo letto assumendo una posa seducente, si accarezzava il collo con la mano e si mordeva le labbra tenendo gli occhi chiusi. Quando riaprì gli occhi e mi vide, rise sonoramente, forse per l’imbarazzo. La vista di una ragazza seminuda a due metri da me fece mi fece perdere ogni inibizione e tutto il buon senso che mi rimase fu chiederle con voce calma e tremante: “Posso?”
Lei non capì il significato di quella domanda e nell’attimo in cui la perplessità fu chiara sul suo viso mi sono sdraiato velocemente accanto a lei, le ho morso avidamente le labbra e l’ho baciata con foga facendo sguazzare la mia lingua nella bocca di mia sorella. Dopo averla baciata con passione cominciai a morderle il collo. Lei emise alcuni gemiti ma non mi respinse ne si allontanò da me. Vista la sua reazione decisi di diventare più audace, iniziai ad accarezzarla con le mani, le toccai i seni e poi l’addome morbido e liscio, e quando la mia mano le toccò l’inguine lei con la sua la bloccò e con dolcezza sussurrò qualcosa che non riuscì a comprendere perché ero in preda alla più totale confusione.
Lei si sollevò sui gomiti, sfilò via le mie mutandine, mi abbracciò e mi tirò verso di sé, allargò leggermente le gambe in modo tale io mi posizionassi comodamente fra di esse, strinse il mio cazzo duro con una mano mentre con l’altra scostò leggermente i suoi slip scoprendo la vagina completamente bagnata e mi guidò permettendomi di penetrarla.
Il mio cazzo fu avvolto subito da una piacevolissima sensazione di calore. Le sue calde secrezioni vaginali mi sorpresero facendomi scivolare in profondità dentro di lei senza trovare alcuna difficoltà. Cominciai a muovermi dentro di lei con lentezza. Le sue mani sui miei fianchi imprimevano il ritmo della penetrazione ed io passivamente mi facevo condurre da esse.
Mia sorella gemette e inarcò la schiena avvicinando il suo bacino affinché il mio cazzo la penetrasse più in profondità. Il mio orgasmo non si fece attendere e sborrai dentro di lei abbastanza velocemente.
Mia sorella sussultò per la paura e urlò: "Dentro? Hai sborrato dentro di me? NOOOOOO! Cosa hai fatto?” e mentre pronunciava queste parole il suo viso si contorse, le sue palpebre si chiusero e la sua bocca si spalancò. Io ero ancora dentro di lei e avevo paura di aver fatto qualcosa di sbagliato, e nel momento in cui cercavo di capire cosa avesse spinto mia sorella a urlare in quel modo le pareti della sua vagina strinsero forte il mio pene muovendosi convulsamente. Mia sorella ansimò e iniziò a tremare. Dopo pochi secondi sembrò rinsavire come se improvvisamente si fosse liberata da qualcosa che non riuscivo a comprendere e con molta forza mi spinse via. Lo spintone ricevuto pose fine alla penetrazione e rese quell’istante indelebile nella mia mente. Dalla vagina di mia sorella cominciò a fuoriuscire un liquido biancastro nel quale si mescolavano sperma e umori vaginali.
Durante le successive settimane a quell’evento, mia sorella non mi ha più rivolto la parola. La paura che mia sorella restasse incinta raffreddò qualsiasi tipo di interazione familiare fra me e lei, fortunatamente dopo poco meno di quattro settimane, ricomparvero le mestruazioni a garanzia dello scampato pericolo.
Mia sorella ed io non abbiamo mai più parlato di quella notte. Alcuni mesi dopo lei lasciò casa nostra per un'altra città, si iscrisse alla facoltà di medicina e nel 2001 andò a vivere e a lavorare all'estero. Da allora non ci siamo più rivisti.
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