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orge

Gang e trenino (racconto vero)


di sesso_con_classe
08.11.2024    |    104    |    2 8.7
"Quando poi l’hanno penetrata in tre ha sentito dolore al culo, ma anche lì non così intenso, tanto che di culo ha goduto non si ricordava se tre o quattro volte, inoltre non le era neanche uscito..."

PROLOGO
Con Luisa, negli anni, avevamo già esplorato praticamente quasi tutto il mondo dello scambismo, visitando vari locali e saune naturiste, trovandoci nelle più svariate situazioni e provando praticamente quasi ogni tipo di esperienza, ma sempre con altre coppie o singoli; ci era rimasto da provare una gang e il sadomaso, ma quest'ultimo non ci ha mai stimolato, quindi in realtà ci mancava solo la gang e, vista la curiosità che la cosa ci ispirava, era destino che prima o poi avremmo finito per appagare anche questo desiderio: in fondo lei è una donna cui piace tanto giocare con più cazzi contemporaneamente (finora solo due) ed io ho scoperto di avere anche una componente cuckold.
Ci aveva sempre frenato uno strano senso di vergogna di Luisa, la quale non aveva problemi a girare per locali e fare scambio, ma le sembrava di perdere la reputazione facendosi possedere da più maschi in un posto dove, in fondo, la conoscevano un po' tutti; da qui l'idea di andare dove non eravamo mai stati e dove non saremmo mai tornati: Cap d'Agde!
Detto fatto: arrivate le agognate ferie si parte per la Francia e si alloggia in un resort molto carino, vicino al mare.
GIORNO UNO
Primo giorno in spiaggia, in una magnifica giornata di sole, ci siamo sdraiati sulla sabbia ed abbiamo cominciato a guardarci intorno per vedere come funzionava la cosa: c'erano molte coppie ed alcuni singoli, tutti intenti a rosolarsi al sole, qualcuno a scambiarsi carezze, ma sul principio niente di particolarmente eccitante, al di là del fatto che erano tutti nudi, come del resto noi.
Col passare del tempo, probabilmente a forza di osservare tutti quei corpi nudi, si è cominciato ad avvertire una strana sensazione di crescente coinvolgimento erotico, tanto che le mani hanno cominciato a muoversi e le labbra a schiudersi, dando il via ad un crescendo di baci e carezze: c'era chi carezzava i seni e la figa della sua donna, chi carezzava e leccava il cazzo del suo uomo, chi guardava toccandosi... insomma era quasi come in locale a tema, ma all'aperto.
Noi guardavamo tutto questo e, un po' per il sole sulla pelle, un po' per lo spettacolo, abbiamo cominciato a capire come quell'atmosfera fosse speciale, mentre la nostra eccitazione cominciava a salire, pregustando quello che avremmo potuto organizzare.
Stesa accanto a noi c'era una coppia più o meno della nostra età intenta a carezzarsi e scambiarsi effusioni, mentre i loro sguardi indugiavano sui nostri corpi e, in particolare, sulle splendide cosce di Luisa e sul mio grosso cazzone ormai in tiro, anche se fino a quel momento noi non ci eravamo ancora toccati, al contrario di loro che ormai stavano cominciando a salire di livello, tanto che il grosso cazzo di lui era ormai tutto nella gola di lei.
In piedi accanto a loro c'erano tre ragazzi di una trentina d'anni, uno dei quali dalla pelle ambrata, probabilmente magrebino, gli altri di pelle chiara, uno con capelli lunghi e l’altro rasato come va di moda oggi, che guardavano eccitati la scena, senza dar segno di volere andar via, quasi a far capire che loro sarebbero stati disponibili a partecipare, ma la cosa sembrava non interessare la coppia, che invece sembrava quasi infastidita dalla loro presenza (evidentemente non tutti amano le gang), tanto che raccolsero le loro cose e si allontanarono con un cenno di saluto ed un sorriso rivolto a noi.
Dopo un po' anche noi decidemmo che era ora di andare a mangiare qualcosa e rilassarci nella nostra camera, in attesa delle ore più fresche del pomeriggio, commentando quanto avevamo visto e decidendo come comportarci una volta tornati in spiaggia.
Luisa disse che era ora che anche noi cominciassimo a dare un po' di spettacolo, per vedere sia la reazione di un'altra coppia che di eventuali singoli, immaginando che, col calar della sera, i comportamenti si sarebbero intensificati e magari avrebbero dato il via a qualche proposta interessante per il dopo cena; a mia volta chiesi cosa pensasse dei tre ragazzi che guardavano i nostri vicini e se le sarebbe piaciuto trovarsi in una situazione simile.
Luisa rispose che sicuramente la cosa avrebbe soddisfatto la sua vanità di donna e che, come già successo nelle saune naturiste, avere intorno un certo numero di cazzi eccitati dal suo corpo le avrebbe fatto salire il desiderio di provarli, cosa che in sauna si vergognava a fare e poi, in fondo, eravamo lì per questo.
Tardo pomeriggio in spiaggia, stesso posto, stessa coppia; un cenno di saluto e presentazione: Carlo e Annalisa, entrambi di Venezia, per la terza volta a Cap d'Agde, sempre felici del posto e delle situazioni che potevano venire a crearsi.
Ci hanno raccontato che avevano avuto bellissime esperienze con altre coppie, ma che odiavano i singoli ed era questo il motivo per cui la mattina si erano allontanati; in compenso avevano molto apprezzato la nostra educazione ed anche il nostro aspetto; in particolare le splendide cosce ed il culo di Luisa (uno dei più belli mai visti) ed il mio cazzone che trovavano moto eccitante.
Sul culo di Luisa non si discute, essendo la meta più ambita da tutti i maschi che abbiamo incontrato, ma di cui hanno goduto solo il sottoscritto, che lo ha sverginato ed il singolo che poi ha sverginato il mio; quanto al fascino del mio cazzone molto largo e della splendida cappella, direi che quello di Carlo non aveva niente da invidiare, in quanto era largo un pochino meno, ma in compenso lungo almeno cinque centimetri di più. Quanto ad Annalisa aveva un fisico slanciato, gambe lunghe e affusolate, oltre ad uno splendido seno dai capezzoli all'insu ed un culetto magro, ma molto ben fatto, ideale per la penetrazione.
Stavamo sdraiati a gustare l'ultimo sole del tramonto, raccontandoci le nostre reciproche esperienze, scambiandoci occhiate complici e già pregustando cosa sarebbe accaduto nella serata, mentre ci si avvicinava sempre più e le nostre mani cominciavano a sfiorare quei corpi ancora da esplorare, fino a che non ci siamo trovati a partner invertiti, a scambiarci l'inizio del piacere, in attesa della serata che ormai era già decisa da trascorrere nella loro suite.
Cena frugale, poi li raggiungemmo nel loro alloggio, Luisa vestita con una microgonna ed una camicetta, senza biancheria intima ed io in pantaloni e camicia di lino; loro ci aspettavano sul divano della suite, vestiti più o meno come noi, solo che la camicetta di Annalisa era un po’ trasparente i si intravedevano quegli splendidi capezzoli che sfidavano la forza di gravità.
Ci sedemmo e brindammo con il vino che avevano preparato e ricominciammo a parlare delle nostre esperienze, ma dopo un po’ le parole lasciarono il campo alle mani che hanno cominciato a vagare sui nostri corpi; io ho potuto finalmente toccare quello splendido seno, mentre Annalisa carezzava con una mano il mio cazzone, che ormai non stava quasi più nei pantaloni, mentre con l’altra lisciava l’interno delle cosce di Luisa, la quale era già quasi stesa sopra a Carlo che le palpava il culo, baciandola con passione.
Un po’ il vino, un po’ l’atmosfera, in pochi minuti ci trovammo completamente nudi sul letto king size della loro suite, con le nostre mani e le bocche che correvano da un corpo all’altro, non importa se nuovo o già esplorato.
Annalisa cercava di ingoiare la mia grossa cappella mentre giocavo con i suoi splendidi seni; scherzava col fatto che l’uccello di carlo era più facile da prendere perché meno largo, ma intanto si godeva il mio a bocca spalancata. Carlo e Luisa erano alle prese con fantastico 69 e, per la prima volta, ho visto che lei non ce la faceva ad ingoiarlo tutto e non riusciva a baciargli la pancia, al contrario del mio che ingoiava regolarmente fino alle palle; intanto Carlo le leccava la figa avidamente, mentre con ogni probabilità le aveva violato il culo con le dita.
Dopo un po’ di questo trattamento Annalisa si è staccata dal mio cazzo e, visto che Luisa in quel momento non aveva Carlo addosso, si è lanciata tra le sue cosce spalancate ed ha iniziato a leccarle la figa come un’indemoniata, assumendo una posizione che era quasi un invito a possederla alla pecorina, tanto che la vista di quel culetto all’insu ha scatenato in me l’istinto della bestia e infilatomi un preservativo, le ho trafitto di colpo la figa, facendola sobbalzare, ma senza smettere di leccare quella di Luisa, che ormai era completamente partita, con Annalisa tra le cosce ed il cazzo di Carlo tra le labbra; ma la bestia che era in me in quel momento voleva di più e, estratto il cazzone dalla figa l’ho puntato sul buchetto pulsante di Annalisa che, da un lato era spaventata dal diametro della mia cappella, ma dall’altro era ansiosa di provare questa nuova esperienza, tanto da passare dal “Ho paura, è troppo largo!” al “Fai piano, ti prego!” al “Più forte, sfondami, sfondami!”.
Avevo davanti una scena fantastica: il culetto ormai dilaniato di Annalisa, Luisa a cosce spalancate ormai in preda ad orgasmi ripetuti, con il lungo uccello di Carlo tra le labbra, ma dopo un po’ ho visto carlo staccarsi dalla sua bocca e sparire per un attimo alla mia vista, per poi non vederlo, ma sentirlo alle mie spalle che puntava la sua lunga asta all’ingresso del mio culo; giusto il tempo di accertarmi che avesse il preservativo che già stava cominciando a spingere e ad entrare lentamente, lentamente, finché non ho sentito la sua pancia battere ritmicamente sulle mie natiche: me l’aveva infilato tutto, fino alle palle e mi piaceva, così come mi piaceva inculare la sua donna, che stava facendo impazzire la mia.
Praticamente avevamo fatto una specie di trenino, ma era di un piacere sconvolgente, anche se purtroppo non è durato molto, perché dopo neanche dieci minuti, sentendo che Carlo mi stava per venire nel culo, ho detto ad Annalisa che stavo per venire anch’io e lei, solo sentendo questo ha cominciato ad avere un orgasmo animalesco, provocando l’orgasmo del marito che deve aver riversato nel mio culo un mare di sperma, a giudicare dai sussulti del suo cazzone, i quali hanno a loro volta provocato uno dei più violenti orgasmi della mia vita (sarà durato almeno 30 - 40 secondi).
Luisa sembrava svenuta: aveva gli occhi persi nel vuoto ed era ancora ansimante per i tanti orgasmi che la lingua di Annalisa le aveva procurato, ma giusto il tempo di riaversi ed ha subito chiesto che, come sempre, la possedessi per rimarcare il territorio, così come nostra consuetudine; così, mentre facevo il mio dovere coniugale, mi sono ritrovato la lingua di Annalisa che addolciva il mio buchino violato dal lungo palo di suo marito il quale, non contento di avermi sfondato il culo, ora voleva anche verificare le mie qualità di pompinaro.
Ho effettivamente verificato che la povera Luisa non avrebbe maio potuto prendere quella bestia fino alle palle, perché era proprio di una lunghezza spropositata, anche se il mio culo era riuscito a riceverlo tutto; ad ogni modo il sapore era buono e Carlo apprezzava molto il mio trattamento, tanto che lo sentivo crescere ad ogni succhio e ad ogni leccata, mentre continuavo a fottere Luisa, che già aveva avuto un altro orgasmo, finché non sentii Carlo che cominciava ad ansimare, sempre più forte, finché non è esploso nella mia gola, riversandomi violenti schizzi di sperma che quasi non riuscivo ad ingoiare, mentre a mia volta inondavo la figa di Luisa con tutto lo sperma che avevo accumulato, ma me ne era rimasto un po’ in bocca di quello di Carlo e mi sembrò giusto farne dono ad Annalisa, per ringraziarla della cura con cui aveva trattato il mio povero culo sfondato.
Ci rivestimmo e salutammo, chiedendo se avrebbero avuto piacere di rivederci l’indomani, ma purtroppo ci dissero che la loro vacanza era finita e che sarebbero ripartiti la mattina seguente, ma avrebbero portato un bellissimo ricordo della serata.
Tornati in camera ci raccontammo le nostre sensazioni e convenimmo che la serata era stata splendida, grazie ai nostri amici ed alla loro fantasia. Luisa mi disse che non aveva mai conosciuto una lingua come quella di Annalisa e di aver smesso di contare gli orgasmi dopo il quinto, mentre spompinava la bestia del marito, rammaricandosi di non essere riuscita a prenderla tutta. Io le feci notare che invece l’avevo presa tutta, ma nel culo, fino alle palle, cosa di cui lei non si era nemmeno accorta, perché quando Carlo si era staccato dalla sua bocca per venire ad incularmi lei era già dopo il quinto orgasmo e ormai non capiva più niente; mi ha chiesto se mi era piaciuto e se mi aveva fatto male, ma le dissi che il dolore era stato poco, ma il piacere era stato tantissimo.
Terminato il resoconto ci augurammo la bonanotte e ci addormentammo abbracciati, non prima di aver ricordato che eravamo lì per una gang e che avremmo cercato di organizzarla per l’indomani.
GIORNO DUE
Di nuovo sulla spiaggia, ma senza i nostri amici di ieri, sperando di fare qualche buon incontro; intanto un po’ di sole ed un bel bagno.
Sdraiati ad asciugarci al sole ci guardiamo intorno e tutto è più o meno come ieri: corpi nudi in attesa di qualcosa, occhiate curiose, mani che cominciano ad accarezzare, singoli che cercano qualcuno bendisposto, ancora mani che carezzano corpi…
Ci eravamo detti che probabilmente il trucco per far avvicinare singoli era quello di abbandonarsi alle effusioni, così come era successo ai nostri amici il giorno prima, quando avevano attirato l’attenzione di quei tre ragazzi, così cominciai a carezzare il corpo di Luisa, partendo dai seni e scendendo lentamente, fino a soffermarmi sull’interno delle sue cosce che, come per magia, si sono aperte quel tanto da permettere alle mie dita di arrivare a giocare col suo clitoride, mentre il mio cazzone cominciava ad inturgidirsi.
Ogni tanto si avvicinava qualche singolo, ma se non era gradito sospendevamo lo spettacolo, per poi riprenderlo appena se ne fosse allontanato finché, a un certo punto, non riapparvero i tre ragazzi del giorno prima e si fermarono ad osservare lo spettacolo che stavamo offrendo; Luisa sorrise, come a far capire che erano graditi e loro, dandosi delle occhiate di intesa, si avvicinarono e si sedettero accanto a noi, a rimirare meglio lo spettacolo che offrivamo loro.
Il più coraggioso, quello dalla pelle ambrata, provò ad allungare una mano verso la coscia di Luisa, guardandomi per vedere la mia reazione e, visto che gli sorridevo come ad invitarlo, prese a carezzare quella pelle di seta delicatamente, ma osando sempre un po’ di più, fino ad arrivare a toccare la mia mano che stava ancora giocherellando con il clitoride, quasi ad invitarmi a toglierla per fare posto alla sua, cosa che feci.
Luisa sentì subito la differenza e subito reagì aprendo le cosce ancora un po’ di più, in modo da facilitare il gioco, mentre gli altri due si stavano masturbando lentamente accovacciati accanto e Jean (questo era il suo nome) continuava a lavorare Luisa con dolcezza e sapientemente, mentre io mi ritrovai ad osservare il suo splendido corpo di trentenne che faceva da cornice ad cazzo impressionante che non avevo notato il giorno prima, perché da moscio sembrava quasi normale, in quanto era come la sintesi tra il mio cazzo, molto largo e con la cappella enorme e quello di Carlo, di lunghezza esagerata; il risultato di questa sintesi ora un oggetto da far paura, tanto che Luisa, nel momento in cui allungò una mano per toccarlo, ebbe un sussulto, non so se di desiderio o di paura.
Il colloquio lo tenne Luisa, perché parlavano solo francese ed io lo mastico appena, ma comunque si concordò che ci saremmo visti da noi nel tardo pomeriggio e ci salutammo con strette di mano e sguardi carichi di promesse.
Pranzammo, poi tornammo nella stanza a riposarci e a prepararci per questa nuova esperienza, mai vissuta se non nelle nostre fantasie, parlando di come ci saremmo dovuti comportare, ma finendo con decidere che la cosa migliore sarebbe stata di farci guidare dall’istinto.
Alle 18, puntualissimi, bussarono alla nostra porta e sembrarono contenti nel vedere che Luisa era completamente nuda, quasi stesse impazientemente aspettando il loro arrivo, cosa che in fondo era esattamente quello che le frullava nella testa; mi guardarono come ad aspettare un cenno di assenso ed io decisi che avrei dato l’esempio spogliandomi nudo ed andando a carezzare la mia donna, che nel frattempo si era sdraiata sul letto, in attesa. Subito i tre seguirono il mio esempio e, nudi nella loro splendida giovinezza, si avvicinarono al letto e cominciarono a carezzare Luisa, che già cominciava a fremere, pregustando quello che sarebbe accaduto di lì a poco.
Approfittai del momento per scrutare gli altri due del gruppo, visto che la mia attenzione in spiaggia era stata rivolta solo a Jean ed alla sua proboscide; fisicamente erano tutti dei bei ragazzi, dal fisico asciutto che trasudava energia, entrambi ben dotati da un punto di vista sessuale, ma ancora nella norma o poco più, specialmente quello con i capelli lunghi, che aveva un bel batacchio, di quelli per cui le donne sbavano.
Fu lui il primo ad avvicinarsi al letto ed a cominciare a carezzare il corpo di Luisa, lentamente, esplorando ogni particolare, soffermandosi sapientemente sulle zone erogene, ogni volta strappandole un sussulto, per poi avvicinare il cazzo alle sue labbra e vederlo scomparire quasi completamente, inghiottito da quella sua bocca famelica, mentre quello rasato si era lanciato tra le cosce divaricate della mia donna ed aveva iniziato un perfetto lavoro di lingua che le provocava ulteriori vibrazioni.
Jean si godeva lo spettacolo tranquillamente, carezzandosi lentamente la proboscide, quasi a rinviare il momento in cui l’avrebbe posseduta, aumentando così il piacere dato dal desiderio. Io lo guardavo affascinato, come ipnotizzato da quella cosa gigantesca tanto che lui, sorridendo, mi invitò a toccare quella meraviglia che aveva tra le gambe; mi avvicinai ed allungai una mano, sentendo un brivido di piacere al contatto di quell’asta calda, ma anche di paura, pensando che di lì a poco avrebbe dilaniato la mia donna.
Nel frattempo Luisa era tra le braccia degli altri due, che la stavano portando ad un alto livello di piacere, per altro destinato a crescere man mano che la serata progrediva; quello dai capelli lunghi e dal cazzo grosso si era messo un preservativo ed aveva cominciato a scoparla, forse per preparare la strada alla proboscide di Jean, mentre l’altro le aveva ficcato il cazzo in gola fino alle palle e le scopava la bocca, mentre lei era ormai preda di una libidine senza fine.
Jean si alzò, si mise un preservativo e si diresse verso il letto, mentre io lo seguivo ammirato e spaventato e disse al suo amico dai capelli lunghi di fargli posto, che ora toccava a lui. Gli feci segno se potevo lubrificargli un po’ la bestia, in modo da facilitare l’introduzione nella fighetta di Luisa, che era sì abituata ad un cazzo grosso come il mio, ma non a quella cosa esagerata. Mi fece chinare e mi fece capire che potevo leccarglielo e così mi ritrovai con la bocca dilatata a fare un pompino ad una specie di cavallo, ma riuscii comunque a prenderne una parte ed a bagnarlo per bene, non potendo fare a meno di notare quanto la cosa mi avesse eccitato, poi con la mia mano iniziai a guidarlo verso la figa di Luisa che, sdraiata sulla schiena e con le gambe alzate, era pronta a ricevere quella meraviglia. Guidai quella enorme cappella all’ingresso della figa e cominciai a vederla scomparire dentro lentamente, ma inesorabilmente, mentre Luisa stringeva il lenzuolo tra le mani, ma senza smettere di succhiare il cazzo di quello rasato.
Alla fine di un percorso durato un’eternità il cazzone di Jean era finalmente entrato completamente nella figa di Luisa e lì si era fermato per darle modo di adeguarsi alle dimensioni dell’intruso mentre, nel frattempo, quello rasato non aveva resistito allo spettacolo ed aveva scaricato nella bocca della mia donna un mare di sperma, che fuoriusciva da un lato delle labbra e che mi precipitai a ripulire. Intanto le mani di Luisa avevano smesso di stringere il lenzuolo, segno che il dolore stava cedendo il posto al piacere; quello fu il segnale che autorizzò Jean ad iniziare a scoparla, prima dolcemente, poi sempre più forte, facendola urlare di piacere, mentre quello con i capelli lunghi che la stava scopando prima le piantò il cazzo in bocca, come per farla tacere.
Non capivo più niente: avevo già visto Luisa scopata da altri, ma non l’avevo mai vista infoiata a quel modo: evidentemente quella proboscide doveva mandarla veramente in paradiso. Intanto quello rasato, che non sapeva più dove infilare il suo uccello, pensò bene di approfittare del mio culo e così fece, ma tanto dopo quello che avevo preso il giorno prima quasi non me ne accorsi; mi inculava piano, come se non volesse avere l’orgasmo, ma che mi stesse usando come antipasto per dopo.
Intanto sul letto Luisa si dimenava come una forsennata sotto quei due cazzi e si vedeva che godeva come mai prima d’allora finché, d’un tratto Jean non uscì da quella povera figa slabbrata e disse all’amico coi capelli lunghi di sdraiarsi accanto a Luisa, mettersi un preservativo e farla salire sopra ad impalarsi sul suo cazzone, il tutto mentre quello rasato continuava ad incularmi lentamente, poi successe quello che neanche osavo temere: il rasato smise di incularmi, si tolse il preservativo ed andò a piantarsi nella bocca di Luisa, che ormai era come una bambola da usare, mentre Jean prese la sua bestia, lubrificata dagli orgasmi della mia donna e l’accostò al suo buchino, che fino ad allora aveva provato solo due cazzi, e comunque senza la figa occupata, iniziando a penetrarla un pezzetto alla volta, facendola sussultare per il dolore ad ogni piccola spinta, mentre gli altri due continuavano a scopare la sua figa e la sua bocca.
Io guardavo la scena senza riuscire a parlare né a muovermi, bloccato dalla paura per l’incolumità di Luisa e dall’eccitazione per lo spettacolo a cui stavo assistendo: la mia donna era preda di tre maschi infoiati che la stavano possedendo contemporaneamente in tutti i suoi buchi (e questo l’avevamo previsto), ma con un cazzo un po’ più grosso del mio nella figa ed uno scherzo della natura nel culo; eppure non gridava, né chiedeva di smettere quella che a me sembrava una tortura, anzi sembrava che con il passare del tempo la cosa le piacesse sempre di più e me lo dicevano i suoi occhi e tutto il suo modo di godere che conoscevo a menadito.
Non so quanto questo sia durato, finché Jean non cominciò ad intensificare i colpi e le venne dentro tremando con tutto il corpo, accasciandosi sulla schiena di Luisa che intanto stava bevendo lo sperma che quello rasato le aveva vuotato in gola. Alla fine anche l’ultimo dei tre venne vibrando nella sua figa e, finalmente, i tre si allontanarono per andare in bagno, lasciando davanti a me solo il corpo della mia donna, con il culo completamente sventrato da quella proboscide, tanto che anche dopo averla tolta il buchino era rimasto aperto e dilatato di almeno cinque centimetri. Era distrutta, ma i suoi occhi sorridevano: finalmente aveva provato una tripla e che tripla!
Loro uscirono dal bagno tutti soddisfatti e si complimentarono per quanto Luisa era stata accogliente, dicendole che forse era merito del mio cazzo molto largo, che praticamente l’aveva preparata a questo tipo di esperienza, oltre ovviamente alla sua carica erotica fuori del comune; poi quello con i capelli lunghi disse che aveva ancora voglia di un pompino e chiese a Luisa se gli andava di farglielo, ma lei ormai era quasi svenuta dal piacere e non ce l’avrebbe fatta, però disse che magari avrei potuto pensarci io se gli avesse fatto piacere.
La cosa non solo lo intrigò, ma intrigò anche quello rasato, che già mi aveva me lo aveva messo nel culo e così mi ritrovai, non senza piacere, a spompinare questi due cazzi, uno dei quali di tutto rispetto, pensando che, per fortuna, Jean era già soddisfatto e non ne aveva più. Cominciai un po’ con l’uno e un po’ con l’altro, mentre la mia donna guardava il suo uomo fare pompini e mi sorrideva, poi mi dedicai a quello rasato che aveva il cazzo più piccolo, fino a farlo venire e ingoiando i suoi schizzi, ma si vedeva che se lo era fatto fare più per sfizio che per voglia (forse gli piaceva l’idea di avermelo messo al culo e sborrato in bocca). L’altro invece aveva ancora una gran voglia lo sentivo da come vibrava; gli ho fatto un trattamento speciale, leccando e succhiando, rallentando ad arte quando sentivo che stava per godere, finché non ha preso la mia testa tra le mani e, gridando, mi ha scaricato in gola 11 violenti getti di sperma (li ho contati mentre cercavo di mandare giù tutto). Non avevo mai visto nessuno tirare fuori tutta quella sborra, neanche nei film porno; ne ho passato un po’ a Luisa, con la scusa di baciarla e poi, finalmente i tre se ne sono andati, ringraziandoci per la bellissima serata.
Ci siamo stesi sul letto a chiacchierare e raccontarci le nostre sensazioni: io ho detto a Luisa della paura che mi era venuta quando ho accompagnato l’uccello di Jean dentro la sua figa, ma niente al confronto di quando le ha sfondato il culo ed io potevo solo guardare. Lei ha detto che, in fondo la sua figa era già abituata al mio grosso calibro e che, soprattutto, Jean era stato bravo ad infilarlo lentamente e poi aspettare prima di scoparla, quindi ha provato un po’ di dolore, ma un immenso piacere. Quando poi l’hanno penetrata in tre ha sentito dolore al culo, ma anche lì non così intenso, tanto che di culo ha goduto non si ricordava se tre o quattro volte, inoltre non le era neanche uscito un po’ di sangue, al contrario di quando glielo avevo sverginato, che ne uscì talmente tanto da spaventarci. In fondo aveva goduto come non le era mai successo in vita sua, tanto che a un certo punto aveva creduto di svenire per il troppo piacere. Poi mi ha chiesto se mi ero divertito e le dissi che mi era piaciuto tutto: sia vederla posseduta da tre maschione, sia di prenderlo nel culo, che spompinare quei due e bere un mare di sperma, ora però era il momento per me di risegnare il territorio, quindi l’abbracciai, la baciai teneramente con le nostre bocche che ancora sapevano di sperma e, finalmente, la scopai a lungo, fino a riempire la sua (mia) fighetta con tutto lo sperma che avevo accumulato quella sera.
Ora si poteva tornare a casa…

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