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La Notte della Regina - 3 parte

19.06.2025 |
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"L’uomo afferrò la mia testa e inserì con forza il suo pene nella mia bocca..."
In cima alla lunga scalinata, la sagoma inconfondibile di Mara si stagliava controluce. In testa aveva una maschera simile alla mia, che terminava in una corona. Il suo corpo nudo e perfetto era avvolto in un mantello di seta nera. Ai piedi, sandali da schiava con tacchi vertiginosi.Al suo fianco, il marito. Vestito anch’egli di un solo mantello e con una strana maschera veneziana che gli copriva il volto in modo bizzarro. Davanti a loro, inginocchiata e con la mia stessa tenuta, Carla. La lunga treccia le scendeva sulla spalla. Il marito di Mara le teneva il guinzaglio.
“Ben arrivata, mia ancella - ruppe il silenzio il re - ti prego di consegnare il guinzaglio. Non appena varcheremo questa soglia, avrà inizio la notte della regina. Sapete già qual è il vostro compito, pertanto non mi ripeterò. Tuttavia - vidi una luce nei suoi occhi - ho deciso di aggiungere una piccola regola. Ogni volta che tirerò il guinzaglio, dovrete venire a me e prendervi cura dei miei pruriti”
Sorrise, e mentre diceva “pruriti” si aprì il mantello e si prese il membro in mano, stringendolo dalla base.
Porsi l’estremità del guinzaglio, Carla si alzò e tutti e quattro entrammo nella stanza. Mara non disse una parola.
Il salone era enorme e di una bellezza sconvolgente. Tre enormi pareti a vetro offrivano una vista sui tetti di Firenze che avevo visto solo sulle cartoline. Al centro, un futon nero con due piccoli cuscini ai lati.
Dietro al futon, davanti alla parete a vetri a noi più lontana, un grande divano con penisola. Probabilmente il trono del re.
Lungo le altre due pareti, i venti amanti stavano seduti, dieci per lato. Scattarono tutti in piedi non appena entrammo nella stanza.
In sottofondo, una musica ipnotica copriva i rumori dei venti corpi.
Gli amanti, mascherati in nero come nella foto che avevo ricevuto poco prima, erano completamente nudi, fatta eccezione per una fascia nera che portavano su un braccio. Ciascuna fascia aveva un numero bianco. Cercai subito il numero 12, ma non riuscii a vederlo dalla mia posizione. Scorsi invece il numero 5, altissimo e dal fisico ben curato - sicuramente uno sportivo.
Lavinia entrò silente nella sala con noi e si accomodò su una sedia nei pressi della porta.
“Buonasera vigorosi amanti - prese la parola di nuovo il re - benvenuti alla notte della regina. Tra pochi istanti, le mie ancelle accoglieranno la vostra possente virilità per prepararle all’atto solenne, all’incontro con il fiore delizioso della mia regina”
Scattò un debole applauso, del tutto fuori contesto.
Lentamente, ci avvicinammo al futon. Seppure in silenzio, Mara stava divorando con lo sguardo i venti uomini.
Il re ci fece cenno di inginocchiarci sui due cuscini. Obbedimmo in silenzio. Poi lui e la regina, continuarono fino al divano.
In quel momento, mentre seguivo con lo sguardo i due reali, riconobbi il mio Lui. I nostri sguardi si incrociarono per un lungo istante. Gli sorrisi e pensai che stesse facendo altrettanto da dietro quella maschera.
Il re poggiò i guinzagli sui cuscini del divano, si sedette e aprì il mantello mostrando il suo membro eretto a tutti noi.
La regina si sfilò lentamente il mantello, volteggiando su se stessa e offrendo lo spettacolo del suo corpo nudo, splendido nel suo essere non più giovanissima. I due si fissarono negli occhi a lungo, fino a quando Mara non si inginocchiò piano al cospetto del re per praticargli del sesso orale con movimenti lenti e profondi della testa. Il re si abbandonò sul divano sospirando di piacere. Mara continuò a lungo nella sua opera, vedevo la sua testa alzarsi ed abbassarsi sul corpo del marito che si contorceva smaniante sul suo trono, circondato dalle luci notturne di Firenze. D’un tratto, il re alzò la testa e indicò l’amante numero 1, che subito si presentò davanti me ostentando il suo membro semi eretto.
Non ebbi neanche il tempo di rendermi conto della situazione. L’uomo afferrò la mia testa e inserì con forza il suo pene nella mia bocca. Lo sentivo sbuffare da dietro la maschera mentre cresceva dentro di me. Sentivo il suo sapore a me sconosciuto prendere possesso della mia lingua, delle mie labbra. Il suo gusto si mescolava lentamente con me stessa, mentre mi abbandonavo alla sua stretta vigorosa.
Nel frattempo, Mara aveva abbandonato il re e si stava sdraiando sul futon, toccandosi con ardente passione.
L’amante numero 1 penetrava la mia bocca con forza bruta, spingendo il suo cazzo con forza nella mia gola, soffocandomi. Mi feci scappare un “basta” che parve interruppere la sua trance. Fu in quel momento che il re chiamò il suo numero, facendo sì che salisse sul futon, avvicinandosi alle gambe spalancate di Mara.
Il lungo gemito di Mara sancì l’inizio della lunga notte della regina. Mentre l’amante numero 1 la penetrava con ampi movimenti del bacino, tenendole le gambe in aria, il re indicò l’amante numero 2. Fu la volta di Carla.
Il numero 1 e la regina stavano oramai scopando da molti minuti. I loro sospiri crescevano di intensità all’unisono, quasi come se fossero una cosa sola. Il re si alzò per andare sul futon, inginocchiarsi quasi sulla testa di Mara, mettendole in bocca il membro turgido. Mara lo accolse gemendo ancora più forte. Dall’altra parte del futon, Carla stava leccando le palle del numero 2 che assisteva alla scena masturbandosi con forza.
L’amante numero 1 aumentò il ritmo, sempre tenendo la regina per le caviglie, fino a quando inarcò la schiena liberando la sua libidine nelle profondità di Mara. Il re fissava con ingordigia la scena, spingendo il pene giù nella gola di Mara.
Poco dopo, l’amante numero 1 si allontanò da Mara, non prima di averle baciato le grandi labbra, lasciando spazio al numero 2. Nel frattempo, il re aveva indicato il numero 3 e aveva fatto cenno al numero 1 di andare da Carla.
“Fammi una sega!” Fu il comando dell’amante numero 3. Presi in mano il suo membro ancora flaccido e iniziai a massaggiarlo lentamente. Nel frattempo, il numero 1 stava riservando a Carla lo stesso trattamento che aveva utilizzato con me.
Sul fondo della stanza, Lavinia assisteva silenziosamente. Seduta su una sedia e vestita di tutto punto, il suo sguardo copriva l’intero salone, impassibile.
Mara accolse il secondo amante con la stessa passione del primo. L’uomo che stavo masturbando se ne andò da me senza dir parola, e in men che non si dica, la mia bocca si trovò davanti al cazzo gocciolante del numero 2. L’uomo mi prese la testa e introdusse il suo membro con forza nella mia bocca. Sentii gli umori sciogliersi sulla mia lingua, e un brivido caldo scese giù fino alla mia vagina quando mi sembrò di scorgere il sapore di Mara, come un vecchio gusto che riaffiora alla memoria. Quasi un riflesso involontario, la mia mano scese giù sugli slip neri, carezzando lievemente le mie labbra, facendosi lentamente strada verso un caldo piacere bagnato.
Quando fu la volta del numero 5, il re tirò il guinzaglio di Carla. Il suo atletico fidanzato fu davanti a me, mi prese la testa con una mano e mi costrinse a guardarlo mentre si masturbava e strofinava il suo glande sulla mia maschera e sulle mie labbra. Mi ordinò di aprire la bocca e io eseguii, oramai schiava volutamente passiva del piacere di un esercito di sconosciuti. Mentre stavo rivolta verso di lui, con la bocca spalancata, si spostò la maschera e fece colare della saliva su di me. Sentii il caldo liquido scivolare sulla mia lingua, seguito dalla forte spinta del suo cazzo che si faceva strada verso la mia gola.
Nel frattempo, il re se ne stava seduto sul divano, impegnato in un acrobatico 69 con Carla che si prendeva cura del pene del marito di Mara, senza però togliere gli occhi da me e dal suo fidanzato.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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