Racconti Erotici > orge > Guardia giurata... al peccato
orge

Guardia giurata... al peccato


di Pillonamanna
12.03.2020    |    12.973    |    7 4.6
"Io stavo seduto a fissare gli schermi della videosorveglianza in preda alla noia più totale, mentre spiluccavo controvoglia un tramezzino..."
Lavoro in un'importante città del nord Italia come guardia giurata per una nota azienda di sicurezza privata. Sono quindici anni che faccio questo lavoro e ne sono sempre stato contento, anche se il mio sogno è sempre stato quello di lavorare nelle forze dell'ordine. Provai tante volte ad entrare nell'arma dei carabinieri ma fui sempre respinto perchè non superavo i test psicologici e di logica. Diciamo che non sono esattamente un cervellone e in qualche modo lasciavo trasparire le mie piccole perversioni durante i colloqui. Il fatto è che la divisa mi eccita, mi hanno sempre eccitato tremendamente gli uomini e le donne in divisa, e l'idea di ammanettare qualcuno e metterlo sotto il mio controllo mi fa uscire di testa. Durante i colloqui iniziavo a sudare, a mordermi il labbro e il mio membro si esibiva da sotto i pantaloni in vistose erezioni.
Non saprei spiegare bene come tutto ciò sia iniziato, il ricordo più remoto che ho è di quando da ragazzino provai una strana eccitazione guardando una puntata di Don Matteo a casa di mia nonna, ricordo tutti quei carabinieri e Terence Hill nei panni di un prete puro e casto che collaborava con loro fremente di voglia di giustizia e di punire i cattivi. In quel momento ricordo che, senza rendermene conto, mi ritrovai a toccarmi freneticamente in preda a un'estasi selvaggia, fino a quando non entrò mia nonna in salotto che mi colse in pieno nell'atto. Mi costrinse a recitare dieci Ave Maria e mi proibì di guardare la televisione per un mese.
Crescendo superai il senso di colpa legato alla mia perversione e accettai il fatto che ero nato per collaborare con la giustizia e di godere a pieno di questo.
Nonostante l'essere respinto ai concorsi per entrare nelle forze di polizia sia stata una cocente delusione, crescendo capii che non m'importava che divisa portare, per me l'importante era portarne una e avere la possibilità di castigare i cattivi.
Dunque riuscii a trovare lavoro come guardia giurata, e inizialmente ne fui molto deluso: il lavoro era noioso e neanche minimamente emozionante come quello dei poliziotti, consisteva principalmente nello stare seduto a fissare gli schermi delle telecamere di sorveglianza sperando sempre nell'irruzione di qualche criminale con cui avrei dovuto combattere eroicamente, ma non avveniva mai.
Per quindici anni gli unici criminali con cui dovetti combattere furono dei ragazzi ubriachi che pisciavano sull'inferriata della struttura a cui facevo la guardia, ma non potevo andare oltre al cacciarli via con qualche urla di monito.
Ma continuai comunque a fare quel lavoro perchè per me era impensabile separarmi dalla mia divisa (per quanto sapessi fosse da finto poliziotto e senza autorità), perchè pensavo fosse quella a rendermi davvero uomo.
La svolta avvenne nei primi tempi del dilagare del coronavirus in Italia, era un noioso sabato notte proprio alla vigilia di San Valentino, era notte fonda e le strade erano praticamente deserte. Io stavo seduto a fissare gli schermi della videosorveglianza in preda alla noia più totale, mentre spiluccavo controvoglia un tramezzino. Non avevo cenato ma non avevo fame, sbuffavo sperando come sempre in qualcosa di emozionante.
E all'improvviso successe: una figura sbucò dal lato dello schermo, sembrava un ragazzo giovane vestito con una tuta sportiva, la figura si guardò intorno per qualche istante e iniziò a trafficare con la catena di una vecchia bicicletta legata all'inferriata. Sentii l'eccitazione pervadere il mio corpo, perchè il ragazzo stava impiegando troppo tempo ad aprire quel lucchetto, questo voleva dire che non era il suo e questo voleva dire che stava cercando di forzarlo e di rubare la bicicletta.
Era il momento che aspettavo da tutta la vita, finalmente potevo catturare un criminale e far valere la mia, seppur limitata, autorità. Non persi altro tempo, in un lampo mi rimisi addosso la giubba della divisa e mi precipitai fuori con tutti i muscoli tesi dalla tensione e dall'eccitazione.
Subito mi ritrovai fuori nell'aria fredda della notte, tutti i miei sensi erano amplificati e iniziavo a sentire qualcosa che spingeva nel basso dei pantaloni.
Il ragazzo era ancora lì chino sul lucchetto a una quindicina di metri da me. Era l'occasione della mia vita.
Senza esitare gli urlai: -Hey tu! Che stai facendo?-
Il ragazzo si girò verso di me e mi si avvicinò rispondendo: -Questa bici è abbandonata da tempo, dunque la stavo prendendo- .
Non sentii altro, bastava quella frase: “la stavo prendendo”. Aveva confessato, era un pericoloso rapinatore e spettava a me fermarlo.
Quando fu abbastanza vicino a me lo presi per il braccio e con voce trionfante gli dissi: -La stavi prendendo eh? Adesso vieni con me!-. Il ragazzo rimase sbigottito e cercò di darmi spiegazioni, ma io non sentivo nulla, ero in estasi totale. Avevo catturato un criminale e la cosa mi eccitava da morire, ora era sotto il mio controllo e non poteva scappare. Erano anni che non mi sentivo così vivo. Dopo un po’, vedendo che non ero disposto ad ascoltarlo, il ragazzo si rassegnò, smise di parlare e andò a sedersi nell’angolo fra il muro e la ringhiera borbottando qualche bestemmia.
Il mio primo impulso fu quello di ammanettarlo alla ringhiera e sculacciarlo col frustino che portavo sempre con me arrotolato nel fondo della borsa.
Ma dovetti trattenermi, non potevo usare la forza su di lui, non essendo un membro delle forze dell’ordine non potevo commettere degli abusi, e rischiavo di essere denunciato e pagare le conseguenze di una violenza.
Inoltre era meglio non iniziare una colluttazione, il ragazzo era snello e dalle gambe lunghe e sarebbe potuto sgattaiolare via in fretta seminandomi in tempo da record.
Alla fine decisi che la cosa migliore fosse chiamare i carabinieri e accontentarmi delle mie fantasie.
Al centralino mi rispose una voce assonnata, evidentemente anche in caserma ci si annoiava parecchio. Mi dissero che avrebbero mandato subito una pattuglia.
Rimasi lì a fissare il ragazzo, pronto a reagire a un qualsiasi suo tentativo di fuga. Ma non sembrava molto intenzionato a scappare, si era acceso una sigaretta e guardava in basso ormai rassegnato all’imminente arrivo delle forze dell’ordine.
Decisi di gustarmi comunque a fondo il momento, e preso da un enfatico senso di giustizia gli chiesi se avesse addosso con sè armi o droga.
Il ragazzo mi guardò come se fossi un pazzo esaltato, e probabilmente dovevo sembrarlo, ma non m’interessava, quello era il mio momento.

In breve tempo si accostò una volante dei carabinieri, e fui sorpreso nel vedere che si trattava di due agenti donne, e perfino niente male. Una era, per utilizzare il gergo pornografico, una milf da far strabuzzare gli occhi, aveva i capelli ricci racchiusi in una severa crocchia, a cui comunque sfuggivano delle ciocche ribelli che le ricadevano ai lati del viso, e questo la rendeva particolarmente attraente. Aveva un viso dai tratti duri ma sinuosi al tempo stesso, grosse labbra carnose e due occhi neri sottili e quasi orientali, e un fisico dalle curve prosperose. L’altra era invece visibilmente più giovane, aveva i capelli biondi e tagliati corti che le conferivano un’aria più mascolina, tradita comunque dai tratti del viso estremamente delicati, dalla carnagione candida e da grandi occhi verdi che parevano scansionare qualsiasi cosa guardassero. Il suo corpo snello e atletico aveva movenze maschili, pareva molto sicura di sé e masticava una gomma con ampi movimenti della mascella.
La milf fu la prima a parlare: -Bene, ditemi cosa è successo-. Io non persi tempo, impettito le mostrai il corpo del reato, ma lei non sembrava interessata alle mie gesta, né tantomeno al rottame di bicicletta, avevo invece l’impressione che il suo sguardo cadesse continuamente sulla patta dei miei pantaloni, da cui sporgeva vistosamente la mia erezione che non aveva nessuna intenzione di placarsi.
Intanto la più giovane aveva iniziato a perquisire il ragazzo e gli aveva chiesto i nominativi, a quanto pareva si chiamava Tonovich ed era di origini albanesi.
A quel punto la milf riprese la parola: -bene, bene, il ragazzo qui è stato molto cattivo, e lei, signor guardiano, è stato davvero bravo, quasi bravo quanto un vero poliziotto-.
Poi tornò a rivolgersi al ragazzo: -La prassi a questo punto sarebbe portarti in questura e procedere con una denuncia, ma sapete in questi tempi di epidemia ci si annoia davvero tanto, e forse potremmo trovare una pena alternativa più divertente da farti scontare, tu che ne dici?- Disse rivolgendosi alla giovane collega.
-Mmh sì, direi che potremmo procedere con un processo per direttissima dentro la nostra volante, e potremmo premiare il nostro amico guardiano facendolo assistere al tutto- rispose lei.
Io iniziavo a essere confuso, da quando in qua i processi si facevano dentro la volante? Eppure il tono della milf sembrava come far trasparire dei doppi sensi dalle sue parole.
Lanciai al ragazzo uno sguardo come a dire “che sta succedendo?”, lui rispose facendo le spallucce e con un’espressione da “non ne ho idea”. La situazione iniziava a farsi decisamente strana.
-Scusi non ho ben afferrato cosa intendiate per processo per direttissima nella volante- dissi io.
Per tutta risposta la milf afferrò improvvisamente per il braccio il ragazzo bloccandolo in una presa ferrea, mentre prontamente la collega lo prese per il collo e gli cacciò violentemente la lingua in bocca.
Io rimasi lì imbambolato a guardare la scena, la situazione da strana era diventata surreale.
La giovane si staccò dal ragazzo, sputò per terra la gomma e disse:- bene queste erano solo le indagini preliminari, ora proseguirei con il processo. Vuole seguirci nella volante signor agente?- disse riferendosi a me, -non le dispiace se la chiamo signor agente vero? So che le piace-.
Quella frase mi fece uscire fuori di testa, mi aveva chiamato agente! E ora volevano che le assistessi nel processo come un vero ufficiale di polizia giudiziaria.
Con la voce fremente di eccitazione risposi –sarò onorato di assistere a questo processo collega-.

Tutto avvenne in fretta: in breve tempo ci ritrovammo tutti e quattro all’interno della volante, la più giovane abbassò i sedili di davanti rendendola quasi un letto matrimoniale.
La milf intanto prese a sbottonarmi la giubba e la camicia sotto, -Qui fa molto caldo signor agente, e voglio che lei sia a suo agio. Però purtroppo lei non è davvero un ufficiale di polizia e non posso correre il rischio che ci sia un inquinamento delle prove, dunque per sicurezza dovrò ammanettarla. Ma non si preoccupi, noi sappiamo che lei è dei buoni, non ce lo dimenticheremo.- mi disse sfiorandomi le labbra con le sue. Quasi in stato di trance mi feci docilmente ammanettare alle maniglie sopra i finestrini.
Intanto la giovane si era sfilata pantaloni e mutandine e con fare dominante si era seduta sulla viso del ragazzo che iniziò quindi a leccarla con forza.
La milf mi accarezzò il viso e sussurrò: -bene, ora ha inizio il processo, procediamo con la perquisizione-. Detto ciò cinse da dietro con le braccia la sua collega e la baciò appassionatamente. Lei rispose al bacio fra un gemito e l’altro dato dal sempre più intenso cunnilingus.
Dopodichè insieme sfilarono con una mossa rapida pantaloni e mutande del ragazzo, e senza mai staccarsi proseguirono il loro bacio sulla sua cappella, attorcigliandovi sopra le lingue con sempre più passione. Nel mentre iniziarono a spogliarsi del tutto e a toccarsi a vicenda.
Di fronte a quello spettacolo ebbi l’impulso di iniziare a masturbarmi, ma la legge aveva detto che dovevo restare ammanettato, e rispettare la legge imposta dalle due carabiniere mi faceva godere ancor più della masturbazione.
La giovane biondina si calò sul cazzo di Tonovich e iniziò a cavalcarlo selvaggiamente emettendo piccoli urletti di piacere. La milf intanto la stuzzicava mordicchiandole i capezzoli e strofinandole il clitoride. I due scopavano sempre più forte e tutti parevano essersi dimenticati di essere dentro una volante dei carabinieri, nell’aria c’era solamente un’eccitazione talmente intensa che pareva condensarsi sui finestrini, che diventavano sempre più appannati. La bionda ora era in preda a spasmi incontrollabili e cavalcava quel cazzo con tanto ardore che pareva in quel momento fosse per lei il centro dell’universo, aveva gli occhi chiusi e un’espressione di godimento talmente intensa che pareva quasi sofferente. La sua bocca era spalancata ed emetteva urla sempre più forti e acute, il suo corpo era imperlato di sudore e sempre più segnato dai morsi e dai succhiotti della sua collega.
Presto la ragazza si irrigidì tutta ed esplose nel culmine dell’orgasmo, per poi accasciarsi sul sedile. Ora era il turno della milf, la quale si mise a pecora invitando il ragazzo a penetrarla.
Iniziarono a scopare e ad ogni colpo che riceveva perdeva sempre più la parvenza da severa tutrice della legge e assumeva sempre più quella da selvaggia affamata di cazzo. Ormai la sua crocchia si era totalmente disfatta e ciocche di lunghi capelli ricci le si sparavano in ogni direzione e le ricadevano sul volto rosso di piacere, muoveva sinuosamente il culo accompagnando ogni colpo e si mordeva fortissimo le labbra carnose.
Ben presto iniziò a gemere forte anche lei e, perso ogni controllo, ordinò al ragazzo di sculacciarla forte e di insultarla. Tonovich rimase stupito dalla richiesta ma asserì all’ordine e iniziò a urlarle:- ACAB! La Diaz non dimentica infami! Serve del potere! Unotreunodue!- .
Non ce la facevo più, quell’immagine mi faceva uscire di testa, non desideravo neanche scopare, volevo qualcosa di più forte, qualcosa di oltre. Mi rivolsi alla bionda e la supplicai di farmi male, il più male possibile. Lei ci pensò un attimo e, tirata fuori una bomboletta di spray al peperoncino, mi abbassò le mutande e me lo spruzzò direttamente sul mio pene eretto.
Il dolore fu talmente intenso che mi salirono le lacrime agli occhi, ma quel dolore era per me anche un piacere perverso di proporzioni napoleoniche, era una sensazione così forte che fu difficile da descrivere. So solo che mi provocò una violenta eiaculazione, e i miei schizzi andarono a finire proprio sulla divisa della milf abbandonata sul sedile. Ora guardavo commosso il mio amore colare sul simbolo della giustizia, e sapevo che questo sanciva la mia devozione allo stato e alla legalità.
Intanto la milf si dimenava così forte che con uno spasmo della gamba schiacciò col piede il pulsante delle sirene, il cui suono squarciò il silenzio della notte.
Ma in quel momento a nessuno sembrava importare, e le sirene suonarono fin quando lei non raggiunse l’orgasmo e il ragazzò le inondò i seni con ampi getti di sborra.
A quel punto la riccia spense il pulsante delle sirene e tutti iniziammo a rivestirci in silenzio, non c’era imbarazzo fra noi, solo la sensazione di trovarci in un assurdo sogno.
A rompere il silenzio fu di nuovo la milf che mi disse: -bene, la ringraziamo per il suo contributo alla giustizia, ora può andare, ci occupiamo noi del ragazzo-.
Al che Tonovich replicò indignato:- Che cosa?! Non lasciate andare anche me?-. A quell’esclamazione l’agente più giovane rise e gli rispose: -povero ragazzotto illuso, qui decidiamo noi, tu hai il diritto di rimanere in silenzio-.
Ringraziai le due agenti e, con il cazzo ancora dolorante scesi dalla macchina, e rimasi a guardarla allontanarsi mentre portavano il giovane in questura per scrivergli la denuncia.
In quel momento sorrisi perché pensai al ragazzo e mi tornò in mente la frase di una vecchia canzone rap che ascoltavo da più giovane, mi pare fosse di un certo Lord Bean. Diceva: “mai fidarsi di uno sbirro”.


Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 4.6
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Guardia giurata... al peccato:

Altri Racconti Erotici in orge:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni