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Un mercoledì come tanti -1- Il Gazebo


di Membro VIP di Annunci69.it giorgal73
23.06.2025    |    3.686    |    8 9.0
"Due di questi godono delle loro labbra che sono state progettate da un angelo perverso, tanto sono perfette per succhiare e leccare, mentre altri due ragazzotti si dilettano a far viaggiare le loro..."
La primavera arriva e i primi caldi, rendendo poco attraente l’idea di restare chiusi a casa. L’aria tiepida è intrisa del profumo dei fiori appena sbocciati e dell’erba tagliata di fresco, un invito irresistibile a godersi la natura.

La noia è parcheggiata e pronta a prendere il sopravvento sulla mia giornata, ma fortunatamente oggi è Mercoledì. E come ogni mercoledì, da alcuni mesi, passo il pomeriggio e la sera a sollazzarmi con degli amici al Certe Notti, un villaggio naturista che di giorno accoglie gli amanti libertini del sole e di sera ti regala altri modi piacevoli di intrattenimento con vecchie e nuove amicizie.

Il mercoledì al Certe Notti è un giorno speciale: l’ingresso è gratuito per le coppie, una tradizione che attira sempre una folla di habitué. Col tempo, i volti diventano familiari, e tra sorrisi complici e sguardi maliziosi si creano dinamiche uniche, spesso cariche di tensione erotica e stimolanti sorprese. Il locale apre i battenti alle 14, ma io preferisco arrivare un po’ più tardi, tra le 15 e le 16, quando l’atmosfera inizia a scaldarsi e il giardino si anima di vita.

Oggi, il sole splende alto in un cielo terso, e la temperatura invita a liberarsi di ogni costrizione. Quando giungo al parcheggio, lo trovo gremito di auto, un chiaro segno che la giornata calda e assolata ha spinto molti a cercare rifugio e piacere nel giardino libertino e seducente del villaggio. Trovo comunque un posto, scendo dalla macchina e mi avvio verso l’ingresso con un misto di eccitazione e curiosità che mi fa accelerare il passo. Superata la soglia, il mondo esterno svanisce, sostituito da un’oasi di libertà e sensualità.

Mi dirigo subito verso lo spogliatoio, un ambiente semplice ma accogliente, illuminato da una luce soffusa. Qui, seguendo il codice naturista del club, mi spoglio di ogni indumento, sentendo la fresca carezza dell’aria sulla pelle nuda. Indosso il mio fedele accappatoio nero, morbido e leggero, e infilo nella tasca destra quattro preservativi—un’abitudine prudente e un piccolo rituale che mi prepara a qualsiasi eventualità. Con il cuore che batte un po’ più forte, esco per esplorare il giardino e trovare il mio angolo di paradiso. Diciamo che è anche il motivo per il quale indosso l’accappatioi, le sue tasche mi permettono una certa libertà di movimento.

Mi fermo a bere un bicchiere d’acqua al distributore e poi esco dirigendomi verso la piscina esterna, un rettangolo di acqua cristallina che riflette il cielo azzurro. Il sole scalda le piastrelle del bordo, dove alcuni ospiti si rilassano, nudi e spensierati, mentre altri nuotano pigramente, lasciando scie di schizzi leggeri. Il suono dell’acqua si mescola a risate sommesse e al brusio di conversazioni, creando una sinfonia di spensieratezza. Costeggio la piscina sulla sinistra, dove una fila di gazebo si erge come piccoli rifugi di piacere. Quasi tutti sono occupati da coppie che si abbandonano a momenti di intimità: alcune si dedicano a del sano sesso orale, altre baciano appassionatamente o si scambiano carezze audaci, incuranti degli spettatori e della luce del sole che accende la loro pelle e la loro anima. Il naturismo, qui, è una scusa: la vera protagonista è la libertà erotica, sdoganata e celebrata a ogni respiro.

Proseguo il mio giro, svoltando a destra alla fine della fila, e subito percepisco un cambiamento nell’atmosfera. Il gazebo in fondo, posizionato strategicamente all’angolo del giardino, è avvolto da un’aura di vitalità intensa. È il preferito delle mie amiche Jane e Tanja, e non ci metto molto a capire perché oggi sia particolarmente affollato. Avvicinandomi, riconosco non solo le mie amiche, ma anche Angelica con suo marito e un’altra coppia che ogni tanto incrocio. Il gazebo è un vortice di corpi e desideri, un tableau vivant di piacere condiviso.

Appena mi avvicino, Jane si accorge della mia presenza e mi saluta dandomi un morbido e bagnato bacio, la segue a ruota Tanja, un saluto veloce per poi tornare nella mischia. Io decido di rimanere passivo a godermi lo spettacolo.

Jane, con i suoi capelli biondi che catturano la luce del sole, si inginocchia accanto a uno degli uomini che gli offrono il tronchetto della felicità, il suo sorriso malizioso visibile anche da lontano. Tanja, con lo sguardo più peccaminoso che possa esistere, allunga le mani per afferrare quello che desidera, ovvero i cazzi eretti e pronti ai suoi capricci. Angelica si avvicina a Jane e inizia ad aiutarla a soddisfare i maschietti. Due di questi godono delle loro labbra che sono state progettate da un angelo perverso, tanto sono perfette per succhiare e leccare, mentre altri due ragazzotti si dilettano a far viaggiare le loro mani tra le cosce e le natiche come per sondare e plasmare il desiderio. Tutto avviene con una naturalezza sconcertante: nessuno sembra recitare una parte, nessuno è in imbarazzo. Il piacere è sfacciato e la complicità palpabile, come in una danza che deve il suo ritmo solo al battito collettivo dei presenti.

Io mi limito a osservare, c’è troppa gente per i miei gusti e poi mi piace osservare le coppiette timide attorno all’orgia che si sta consumando. Le donne hanno uno sguardo pieno ed eccitato, ma sono troppo timide per buttarsi nella mischia, gli uomini vorrebbero scoparsi ogni cosa, ma temono la reazione delle mogli. Sento la pelle vibrare, non solo per il calore del sole, ma anche per le immagini che si sovrappongono davanti a me, come in una galleria di quadri impressionisti dove il colore è dato dalla pelle e la sfocatura dal piacere.

Il caos del gazebo è diventato ormai una bolla di energia che risucchia chiunque si avvicini troppo. Un uomo, uno di quelli che avevo già visto altre volte da lontano, si fa coraggio e si avvicina, sorride a Tanja con aria d’intesa e si offre timidamente a lei, che non si fa pregare e lo trascina accanto a sé. Nessuno degli attori protagonisti del tableau sembra accorgersi di me, spettatore invisibile ma partecipe, e forse è proprio questo a rendere tutto così eccitante: qui non serve chiedere permesso o fingere un ruolo diverso da quello che si incarna nel momento.

Entro direttamente nella scena, senza annunciarmi, avvicinando Jane che capisce subito le mie intenzioni. Le mie mani si posano morbide sulle sue spalle nude e lei ricambia con uno sguardo affilato, sollevando il mento come a sfidarmi a continuare. Scivolo con le dita lungo la sua schiena e quando mi avvicino abbastanza, il nostro bacio arriva spontaneo, sapido di desiderio e di anticipo. Trovo anche le labbra di Angelica calde, lascio che la lingua esplori, ricevendo in cambio un morso lieve e un ghigno complice. Jane si volta, coinvolge Angelica nella danza dei baci, e le loro mani si intrecciano dietro la mia nuca, attirandomi dentro un abbraccio che sa di cielo aperto e sete antica.

Il gazebo si fa telaio di respiri e corpi; il resto del mondo sembra scomparire nell’ eco del piacere condiviso. Con la coda dell’occhio noto Tanja che risucchia voracemente la cappella di un uomo robusto e villoso. La sua lingua danza come una coda di lucertola intorno al prepuzio, carezze precise e isteriche, il pugno stretto alla base mentre la saliva cola giù in rivoli sinceri. Tanja ha le guance arrossate dal desiderio e dalla battaglia contro il caldo, ma non molla la presa; l’uomo la guarda sdoppiato, tra orgoglio e soggezione, tirando il fiato solo quando decide di esplodere e inondarle la bocca con il suo nettare.

Tanja ride, prende un fazzoletto ed elimina lo sperma dalla sua bocca, poi, sussurra qualcosa all’orecchio dell’uomo, che ricambia con una carezza pudica e il passo sghembo di chi ha appena lasciato una parte di sé. C’è del tenero, in questa disinvoltura: ognuno conosce i propri confini ma li disegna a matita, pronto a cancellarli o a reinventarli in base alla corrente dei desideri che si muovono nel villaggio come vento tra gli alberi e i gazebo.

Scivolo via dalla temporanea alcova, mentre il sole smorza la sua violenza, lasciando ombre più lunghe e aria tiepida. Nel prato, alcune coppie sono passate dall’esibizionismo sfacciato a uno stato di confortevole indolenza: corpi intrecciati nell’erba alta, risate sonnolente, qualche bacio furtivo che sa più di amicizia che di furia ormonale. La giornata è lunga e non c’è fretta di raggiungere la pace dei sensi o anche la guerra dei desideri: il piacere, qui, si spalma in una deriva lenta, una marea che sale e si ritira senza mai annullarsi.

Sento il gong che preannuncia l’inizio del Augfuss, un rito sacro e profano che serve a trasformare una sauna qualsiasi in un altare del piacere. In pochi minuti la folla si dirige verso il tempio del calore, strappando qualche risata alla compagnia; io seguo la corrente, incuriosito da chi, in queste occasioni, trova sempre nuovi modi per rendere erotica anche la più semplice sudata collettiva.

---CONTINUA---

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La storia che avete appena letto è solo la parte iniziale di un racconto che narra alcune vicende, tutte vere, che sono accadute quel mercoledì al certe Notti. Chi frequenta il locale potrà testimoniare la veridicità delle mie parole. Alcune volte mi hanno detto che le mie avventure non possono essere vere, fortunatamente per me lo sono! Quelle ricche di fantasia sono le avventure che mi vengono raccontate e io le trascrivo su carta, ma le mie personali, sono momenti della mia vita libertina. I protagonisti di questa storia sono reali e li potete incontrare. Anzi vi invito a venirci a trovare un mercoledì, potremo parlare, coccolarci e forse passare dei lieti momenti insieme.

Bene, ora tocca a voi giudicare se sono un genio incompreso o solo un tizio che si crede uno scrittore. Un voto, dai, non fate i tirchi! E se vi va, lasciate pure un commento, anche uno di quelli che fanno ridere.

Scrivo queste storie perché mi piace farvi sognare, ma anche perché mi piace farmi un po' di pubblicità. Diciamo che sono un po' come un venditore ambulante di sogni proibiti. E sì, ho un debole per le donne, ma non sono fissato su un solo tipo. Anzi, mi piace sperimentare!

Se vi va di far parte della mia cerchia di ammiratori (o complici), contattatemi pure. Magari insieme possiamo inventare o vivere(meglio) una storia ancora più pazza. Io sono come la pubblicità occulta, mi sponsorizzo tra le righe, quindi la cosa migliore è conoscermi e poi si vedrà!
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