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Lezioni di Tennis - Parte II


di girma
30.09.2022    |    9.995    |    0 9.1
"“Cosa aspetti, dai, mettimelo dentro” “Hai una gran voglia di cazzo, eh?” “Oh, sì, dai sfondami” “Sei proprio una gran troia, ma attenta: il mio..."
Lezioni di tennis - Quinta giornata - Il piacere
“Ehi il completino Williams è qui ma ti sei dimenticato le mutande”
“Non ho dimenticato niente”
“Cosa?! Senza mutande? Te lo scordi!”
“Affatto: i patti sono chiari”
“Ma mi vedranno il culo! E anche la fica!!!”
“Hai detto tu che i patti sono patti”
“Porco schifoso, tra un po’ mi vorrai mandare nuda”
“Assolutamente no: sei molto più arrapante così”
“Beh così non ci vado”
“Affari tuoi”
“Eh, no, dai: io ci voglio andare... ma non nuda”
“Va bene: ho un altra idea ma prima devi dire quale scegli”
“Dimmi l’altra”
“No: una la sai - completino così com’è e basta - l’altra è a sorpresa”
“Dimmi almeno se l’altra comprende le mutande”
“Sì”
“Allora l’altra”
“Decisa?”
“Sì, non può essere più imbarazzante che essere senza mutande”
“Forse hai ragione” Prendo il completino e faccio sul davanti uno spacchetto uguale a quello dietro.
“Bastardo, si vedranno le mutandine”
“Sì, queste” E le porgo un perizoma consistente di due stringhe arancioni: una orizzontale sui fianchi e una verticale che si posiziona in mezzo alle chiappe dietro e in mezzo alle labbra davanti.
“Ma sei impazzito: mi vedranno il pelo”
“Quale pelo? L’ultimo tocco è che ora ti depilo completamente la fica”
“Non ci vado”
“Padronissima, ma mi sembrava che il cazzone che hai assaporato non lo avessi ancora dimenticato.”
Il ricordo dell’enorme membro e il desiderio, misto a paura, di sentirlo infilarsi dentro di lei sono troppo forti.
“Va bene, ma ti assicuro che avrò la mia ricompensa”
“Cazzo, appena mi muovo si vede tutto, meno male che il torneo è finito”.
Effettivamente ad ogni passo, laddove uno sguardo meno attento poteva cogliere solo l’apparire alternato di un gran bel culetto abbronzato, uno più indagatore non si sarebbe perso la fugace apparizione del candido abbagliante di un pube ben rasato diviso a metà da una stringhina arancione che si tuffava in mezzo alla fichetta nuda di mia moglie.
Il maestro non crede ai suoi occhi: ad alta voce dice
“Non pensavo tornassi, tanto meno che tornassi praticamente nuda, figuriamoci poi depilata. Di puttanelle vogliose di cazzo ne ho conosciute, ma una gran bella fica come te, così arrapata e troia mai”.
La lezione è una tortura: è come essere in campo nuda ma con fichetta e culetto sottolineati dal micro-perizoma arancione. Chiunque passa rimane a bocca aperta, soprattutto quando il maestro per insegnarle le posizioni le infila senza vergogna né ritegno le mani negli spacchetti per accarezzare il culetto nudo, le tettine con i capezzoli perennemente eretti, e la fichetta candida e nuda di mia moglie. Lei è tutta un fremito, l’imbarazzo di sentirsi nuda davanti a chiunque è soppresso dall’impressione di essere costretta a farlo, di non avere altra scelta che quella di farsi accarezzare dappertutto da uno semi-sconosciuto, in pieno giorno e in pubblico. Anche quando lui provocatoriamente le dice che
“ci starebbero giuste giuste una pallina dietro e una davanti per la battuta” mia moglie risponde a tono
“Mi ci vorrebbe almeno un tanga largo più di due millimetri”.
Il maestro non si contiene più: alla fine della lezione la porta al bar a bere qualcosa per sfoggiare mia moglie davanti a tutto il tennis club. Inutile dire che lei accetta con una sottomissione che nasconde la coscienza di essere una bella fichetta e una gran voglia di sesso. A loro ingresso si leva un mormorio di stupore e approvazione. Tutti ci tengono moltissimo a chiacchierare con lei, così da poterle sbirciare le tette da vicino e tutti cercano di farla muovere per vedere con maggior agio i capezzoli nudi ed eretti di mia moglie. I più astuti fanno cadere qualcosa intanto che le parlano per potersi chinare di fronte a lei e ammirare da vicino il pube rasato e la fichetta profumata. I più audaci si chinano senza tante scuse dietro mia moglie per vedere da vicino il culetto di cui hanno sentito favoleggiare. Ma ci vuole l’esperienza dell’anziano e piacente Direttore per realizzare il colpo decisivo. La intrattiene a chiacchierare facendole dare le spalle ad uno specchio a altezza intera. Fa cadere le chiavi e simula un mal di schiena cronico. La gentilezza innata di mia moglie fa sì che lei si chini d’istinto a prenderle, offrendo così all’acuto Direttore - e agli altri astanti - la contemporanea e riflessa vista del suo superbo culetto e della sua magnifica fichetta. Solo il sommesso coro di approvazione la fa rendere conto di ciò che sta mostrando e la fa rialzare tutta rossa per la vergogna.
“Grazie, molte grazie” le dice il Direttore e mia moglie, per scacciare l’imbarazzo, ma anche con un certo brivido, dice
“E’ stato un vero piacere”.
Dopo aver sfilato per tutto il tennis club offrendo splendide viste di sé, mia moglie torna nello spogliatoio senza lasciare la mano del maestro.
“Fammelo vedere” gli dice. Le sembra ancora più grosso del giorno prima, forse perché sa che se lo sentirà dentro. Lo accarezza, lo annusa, lo lecca, se lo strofina sulla faccia.
“Che cazzo enorme, gigantesco: mettimelo dentro, fammelo sentire, sfondami la fica” Il maestro le toglie il completino e la rimira: calze e scarpe da tennis, micro-tanga arancione, corpo abbronzato e reso lucido dal sudore del tennis, dell’imbarazzo e della voglia.
Incomincia a sfregarle il glande paonazzo sulle labbra che subito si dividono a mostrare un clitoride gonfio ed eretto e una fica già bagnatissima.
“Cosa aspetti, dai, mettimelo dentro” “Hai una gran voglia di cazzo, eh?”
“Oh, sì, dai sfondami”
“Sei proprio una gran troia, ma attenta: il mio cazzone ti sfonda davvero”
E così dicendo incomincia a spingere col glande all’ingresso della fica
“Dai, sì... ooh com’è grosso, dai mettimelo dentro tutto”
La spinta del glande le fa dilatare la fica come non aveva mai provato
“Ah, che male, com’è grosso, che male, mi stai sfondando”
Il cazzo è così grosso che il dolore le fa spuntare una lacrima.
“Come ce l’hai grosso, lo sento enorme dentro”.
Il maestro diminuisce la pressione
“Ah, no,no! Continua a sfondarmi, allargami la fica fino all’impossibile”.
Il maestro dà un colpo secco e tutto il glande penetra nella stretta fichetta di mia moglie.
“Ahhh: mi hai sfondata tutta, porco, maiale!”
“Sei tu che sei proprio un gran vacca, prendi il mio cazzo gigantesco senza sforzo, solo con piacere”
“Oh, sì, un gran piacere adesso che ce l’ho tutto dentro”
“Tutto?! Stai scherzando: te ne ho infilato metà.”
“Oh, non ci credo, sarebbe troppo bello”
“Eccotene un altro po’” dice infilando un altro bel tratto di cazzo nella fichetta fremente di mia moglie.
“Che bello, sono tutta piena, sfondami così!”
“Aspetta, ora il mio cazzo arriverà dove nessun’altro è mai arrivato” e glielo infila dentro tutto: trenta centimetri di cazzo duro come il marmo, una misura da stallone, adatto a cavalle in calore, che arrivano a sbatterla dappertutto.
“Fino in gola, me lo sento fino in gola” dice mia moglie un attimo prima di soccombere al primo di una lunga serie di orgasmi che si succedono mentre il maestro se la sbatte senza sosta con il suo membro gigantesco. La fichetta di mia moglie è dilatata allo spasimo, devastata da quel cazzo degno di un gigante. Mentre si sta riprendendo dall’ennesimo orgasmo, improvvisamente l’enorme membro esce dalla fica soddisfatta e abbondantissimi schizzi di sperma ricoprono mia moglie, che se ne sta lì nuda e vogliosa ad ammirare l’eiaculazione di una quantità di sperma adeguata alla dimensioni del cazzo. Il primo getto, il più copioso e caldo, le arriva in faccia facendola mugolare di piacere mentre il resto le ricopre letteralmente il collo, le tette, la pancia e il pube rasato.
“Sembra incredibile” dice mentre cerca di leccare e gustare la maggior quantità possibile di sperma
“ma ho ancora un gran voglia di cazzo!”.

Lezioni di tennis - Quinta giornata - La punizione
“Troia!”
L’urlo è reso più forte dal secco rumore della porta dello spogliatoio che sbatte sulla parete. Mia moglie vede tre figure che si stagliano contro la luce abbagliante che proviene dalla porta spalancata: tre ragazze vestite da tennis, giovani, alte e muscolose, una è negra.
“E tu porco vai subito nell’angolo”
E’ la infuriata bruna al centro che parla, la biondina e la negra ai suoi fianchi hanno un sorriso poco promettente. Prima che mia moglie abbia il tempo di muoversi, queste ultime la bloccano sulla panca su cui si era fatta sbattere per una buona mezz’ora prendendola per le braccia.
“Per tua informazione, carina” prosegue la bruna “io sono Valeria, la fidanzata di questo bamba che tu hai indotto a fotterti venendo a lezione vestita da puttana e ogni volta sempre più puttana. Queste due sono le amiche che abitano con me: sono lesbiche per cui non mi insidiano il ragazzo come te. Naturalmente, se sono sola a casa con loro non è che io stia a guardare, vero ragazze?”
Le due annuiscono, sempre sorridendo.
“Eh, sì con tre fiche si fanno dei bei giochetti”
“Non solo con le fiche” dice la bionda, subito interrotta dalla bruna
“Zitta, tu: non rovinare la sorpresa a questa puttanella che si fa ragazzi più giovani di lei”.
“Ma...” inizia a dire mia moglie tanto stupita da non sapere cosa dire e da non sentire l’imbarazzo di stare stesa immobilizzata, con addosso solo un microstring che non copre nulla, ricoperta di sperma ancora caldo, odoroso e fluido davanti a tre sconosciute, per non parlare della porta spalancata.
“Zitta!” ordina la bruna “Voi due: lasciatela mettersi seduta ma tenetela ferma”
Mia moglie si rizza, con l'effetto che lo sperma le cola dappertutto, sulle cosce, sulle gambe fino ai calzini. Le tre ridacchiano: evidentemente lo stare seduta non era una gentile concessione.
La bionda:
“Mmh che profumo: assaggiamolo”
Prima che la bruna le fermi con un ordine secco, le due ragazze fanno in tempo a leccare un po’ di sperma dalle tette nude di mia moglie.
“Adesso infilati il completino”
Mia moglie obbedisce con riconoscenza, anche se il tessuto a nido d’ape si impregna di sperma su tutto il davanti; pensa
“si macchia tutto ma almeno sono coperta”.
Dopo un strano minuto di silenzio, un altro ordine
“Adesso toglitelo”.
E’ come una martellata per mia moglie: anche questo non era una concessione, era solo un trucco per farle sporcare l’unico indumento che ha, per costringerla a tornare a casa con un vestitino inzuppato di sperma. Mia moglie pensa velocemente alle alternative; tornare nuda: non scherziamo; andare in un negozio: e con che faccia entro conciata così... senza sapere che questa è l’ultima cosa di cui preoccuparsi.
“Muoviti: se te lo faccio togliere da loro, dubito che il tuo bel completino rimanga intero”
Mia moglie si rispoglia sentendo il vestito che le spalma lo sperma dappertutto, fino ai capelli. Effettivamente, faccia, collo, tette, pancia, il pube rasato e le cosce sono uniformemente ricoperte di sperma.
“E così ti è piaciuto farti sbattere da quel gran bel cazzone, eh? Era bello grosso? O una troia come te ne ha conosciuti di più grossi?”
“Non sono una troia” azzarda mia moglie.
“Zitta. Sei mai andata a letto con delle donne?”
“No, mi fa schifo”
“Bene, bene. Come puoi vedere le mie amiche, come me per altro, sono senza reggiseno”
Le due alzano le maglietta: la bionda ha delle minuscole tettine appena accennate con piccoli capezzoli rosa, la negra due belle tette grosse dai lunghi capezzoli neri “e senza mutande” Le due alzano i loro gonnellini: la bionda è completamente depilata come mia moglie, la negra ha solo un landing strip largo meno di un centimetro che termina ben al di sopra del clitoride. Entrambe sono chiaramente eccitatissime: le fiche sono aperte e bagnate, il clitoride rosa della negra, gonfio ed eretto, spicca tra le labbra scure.
“Ora, tu, leccherai le tette e la fica alle mie amiche fino a farle venire”.
“Non mi sogno neanche”.
“E invece sì carina, perchè noi siamo qui da un pezzo, e abbiamo filmato tutta la tua performance, e tu non vuoi ritrovartela pubblicata dappertutto, vero?”.
“Nno!” dice in un soffio mia moglie.
“Perfetto: chi vuol essere la prima?”
“Io” rispondono in coro le due lesbiche.
“Mmh, come facciamo per decidere..” si chiede la bruna
“tirare a sorte è banale... Ho trovato: ognuna di voi due darà una sculacciata alla troietta qua: chi le farà fare l’urlo più forte sarà la prima. Tu mettiti a quattro zampe!”
Vinta, mia moglie si mette more ferarum sulla panca su cui aveva goduto fino a poco fa. Sciaff
“Aaaahia!”
“Non male Clara”
La chiappetta destra di mia moglie le brucia da morire, e pensa
“Questa puttana mi ha lasciato le cinque dita sul culo”.
Non fa in tempo a finire che SCIAKK
“AAAAaaaahiiiia. Cazzo, che male: non mi potrò sedere per un pezzo”
“Ottimo, Lorena, che sculacciata! Tocca a te.”

La negra si sdraia sulla panca a gambe larghe e tette scoperte:
”Succhiami le tette”, spinta dalle altre due, mia moglie si china e prende in bocca uno dei grossi capezzoli. Incomincia a leccarlo, succhiarlo e mordicchiarlo.
“Brava micina” dice la negra “continua”.
Per le altre due lo spettacolo di mia moglie nuda, a parte il microstring arancione, chinata a leccare le tette dell’amica negra è splendido: in breve tempo si spogliano nude anche loro. La bruna ha delle enormi tette rotonde, sicuramente non fornite da Madre Natura, e conserva in mezzo al pube solo il poco e corto pelo necessario a formare una frecciolina rivolta verso la fica.
“Adesso leccami la fica, bella gattina” ordina la negra a mia moglie “ma continua a strapazzarmi i capezzoli con le mani”.
Mia moglie si china verso la fica fiammeggiante della negretta, ma arrivata a pochi centimetri si ferma, esitante. Immediatamente la bruna ordina
“Muoviti, troia: a leccare il cazzo del mio ragazzo non hai esitato un secondo!” e accompagna l’ordine con una sonora sculacciata. Mia moglie si volta e vede la bionda e la bruna abbracciate, impegnate a baciarsi, a sfregarsi capezzoli contro capezzoli con le gambe incastrate l’una nell’altra in modo da far combaciare le labbra e i clitoridi mentre le guardano il culetto diviso dalla stringhina arancione. La visione le risulta eccitante e si rende conto in quel momento di essere già molto bagnata. Incomincia a leccare timidamente la fica della negra, le cui labbra si dividono subito nonostante la spinta delle lingua di mia moglie sia assai debole, poi passa con più decisione al clitoride ma le negra le dice
“Ah, no, troppo presto micina, infilami la lingua dentro”
Mia moglie, sempre accarezzandole i capezzoli irti, le infila dentro con incertezza la punta della lingua ma l’altra le preme la testa con due mani fino a che la lingua entra del tutto nella vagina e la bocca di mia moglie si trova a contatto con la fica dell’altra. Con sua sorpresa, mia moglie lecca con piacere la fichetta negra e cerca di infilare la lingua il più possibile. Mentre strapazza con decisione i capezzoli della negretta, sente i mugolii e i commenti delle altre due:
“Sembra proprio brava” dice Clara “com’è Lorena?”.
“Bravissima aah, si’ più dentro, mmh, adesso il clitoride, svelta, bella gattina puttanella!”.
Mia moglie leva la bocca e le labbra piene di succo di fica e lecca con furia il clitoride erettissimo
“Aaah, godo, godo, godoooo” urla la negra mentre stringe con le gambe la testa di mia moglie verso il suo clitoride e con le mani incita mia moglie a torcerle e torturarle con ancora maggior forza i capezzoli.
“Siì così, fammi male ai capezzoli, tirali, ah sei una vera porca anche tu”. La negra gode con grande intensità, poi si alza, abbraccia mia moglie e la bacia. Mentre la abbraccia ancora, le sussurra all’orecchio
“Sei bravissima, mi hai fatto godere tantissimo, molto meglio di quella cattivona di Valeria. Mi piaci più di lei: Valeria è violenta, mentre tu sei una bella micina: ti amo!”.
Mia moglie si sorprende, ma immediatamente coglie che c’è uno spiraglio per uscire vittoriosa da quella situazione.
“Tocca a me, tocca a me” strilla felice, battendo le mani la biondina Clara mentre Valeria ordina “Dai, vacca, falla godere”. Meno titubante di prima, e con un progetto in testa, mia moglie si dedica con fervore alla minuscole tettine della bionda: leccandole i capezzolini li fa diventare grossi almeno il triplo.
“Ah, come sei brava, come godo. Toccamela”. Mia moglie, memore dei nostri giochini, le accarezza il pube completamente rasato, si lecca le dita, le mette due dita nella fica e col pollice le strofina il clitoride. La biondina ha un sussulto, sta eccitandosi alle velocità della luce
“Oh, sì, come mi fai sentire, troia... infilami anche un dito nel culo”
Mia moglie, con un sorrisino furbo, staccandosi per un breve attimo dai bei capezzoli, si lecca le dita della sinistra e le infila con decisione il medio nel culetto che trova già aperto e bagnato. La bionda si inarca sulle reni urlando il suo piacere
“Sì, così, sfondami il culo”.
Mia moglie non se lo fa ripetere: inizia a mordicchiarle i capezzoli e le infila con forza due dita nel culetto ma, sentendolo già molto dilatato, ci ripensa e glielo sfonda con tre dita insieme.
“Ah, che male, mi stai sfondando il culo, come mi piace, come sono troia... Ah, che male”.
Il sentirla gridare di dolore eccita molto mia moglie che le morde con decisione i capezzoli rosa, sfila le dita dal culetto della biondina e ci infila solo il pollice, per altro senza sforzo dato che il culo è ben dilatato. Clara si rilassa ma d’improvviso mia moglie estrae il pollice e le infila bruscamente tutte le dita dal pollice all’anulare nel culetto sfondato e dolente.
“Aaah, che male, mi ha sfondato il culo, Signora, ancora, per favore, me lo sfondi tutto, mi sfondi davanti e didietro la prego!”
Dopo un lungo orgasmo, e senza neanche alzarsi dalla panca, Clara abbraccia mia moglie e la bacia a lungo. Mia moglie capisce che anche lei è ormai dalla sua parte, anche se chiaramente le piace essere dominata e dev’essere amante fedele sia della negra che di Valeria. Il potere di Valeria è ancora forte sulle due lesbiche.
Valeria: “Secondo me ci hai raccontato una palla: sei troppo brava a far godere le donne, sei anche tu una troietta bisex come me”.
Mia moglie la sfida
“No, non è vero. Sei tu che mi hai costretta a fare l’amore con le tue amiche: a me piace solo il cazzo”.
“Palle, ho visto come ti piaceva leccare la fica di Lorena e sfondare il culo a Clara. Infatti sei bagnata, ce l’hai fradicia, si vede da qua che ti cola la fica.”
“Ho detto che non è vero; e poi troia sarai tu”

Lezioni di tennis - Quinta giornata - Sottomessa
“Come osi, lurida puttanella. Te lo faccio vedere io. Clara, Lorena: prendete i cinturoni”.
Le due giovani si affaccendano un attimo intorno al borsone intanto che il cervello di mia moglie mette a fuoco l’esatto significato del termine. Il processo mentale termina esattamente quando le due ragazze sorridenti estraggono due notevoli cazzi dotati dell’apposita imbragatura. Nonostante il terrore che l’afferra, o forse proprio grazie alla adrenalina secreta per sua causa, mia moglie percepisce con nettezza ogni dettaglio degli strumenti che - ne è ben cosciente - tra poco la violenteranno. Clara si sta infilando, con un minimo di titubanza, un’imbragatura di lattice nero che regge un cazzo di silicone trasparente di un leggero color fucsia, ondulato e con un glande quasi sferico, elegante e delicato, ma non abbastanza da far dimenticare le sue enormi dimensioni, 30 x 6, non a caso pari a quelle della verga di carne che ha da poco assaporato profondamente. Mia moglie non muove un muscolo, solo gli occhi si spostano su Lorena che, più pronta, mostra già svettante la sua verga, montata su un’imbragatura di silicone bianco che spicca sulla sua pelle e cha fa risaltare il cazzo di lattice nero, così realistico da sembrare il gigantesco membro di un altrettanto gigantesco guerriero dell’Africa nera. Ciò che fa deglutire mia moglie sono le dimensioni abnormi del dildo nero, almeno 36 x 8 - adatto più per una giumenta che per una moglie solo un po’ troia, nonché il sorrisetto cattivo che Lorena le rivolge.
“Cazzo, tra poco sarò violentata, violentata ripetutamente” pensa mia moglie avvertendo un calore che si fa strada dal fondo della vagina verso la vulva e il clitoride.
Questi brevi istanti di immobile silenzio, a mia moglie sembrati eterni, sono rotti da un secco ordine di Valeria
“Cosa aspettate, mettetela a quattro zampe questa puttanella” e Lorena
“Dai Clara, mettiamola alla pecorina: mi piace tanto metterlo dentro così, soprattutto a quelle strettine”.
Mia moglie anticipa le due - per dignità o per libidine? - e si pone per terra more ferarum, come piace dire a lei, con le gambe leggermente divaricate, la schiena piegata e la testa posata sugli avambracci appoggiati a terra. Lorena:
“Guarda che spettacolo, Clara”.
“E’ bellissima” dice l’altra. Lorena ribatte
“Sì, ha una gran bella fichetta, nota che è già bagnata: sei proprio una gran puttana, basta che si parli di cazzi e ce l’hai fradicia... Comunque, hai anche un gran bel culetto” e giù una sonora sculacciata.
“Allora, vi decidete?” strilla Valeria “Lorena, sfondale la fica”
Lorena non si fa pregare, si inginocchia dietro mia moglie e le dice
“Cara, preparati che te la sfondo”
Mia moglie stringe i denti mentre Lorena le struscia il glande sulle labbra umide. Queste si dividono, anzi si spalancano per accogliere qualunque cosa sia in grado di riempire la fica come si deve. Lorena si eccita a questa vista al punto di perdere il controllo: in un solo colpo infila metà dell’enorme dildo nella fica di mia moglie, il cui urlo improvviso sale altissimo
“Ahhhh! No, mi sfondi tutta, lurida troia, negra bastarda” Lorena sorride e infila tutto l’enorme membro nella vagina di mia moglie, colpisce l’utero e continua a spingere.
“Ahhh, mi devasti la fica, mi spingi l’utero, mi hai riempito tutta la pancia.... “
Lorena, sempre più eccitata, la stonfa duramente col dildo nero reso lucido dagli umori di mia moglie, la quale urla
“Continua, continua non fermarti: che bello fammi godere dai, dai”
Valeria ha una smorfia di disappunto e fa un cenno a Clara. Questa risponde con uno sguardo interrogativo verso la sua amante-padrona che fa cenno di sì. Clara prende nel borsone della crema con cui spalmare abbondantemente il suo dildo e si mette tra Lorena e mia moglie, in un certo senso a cavalcioni del nero stupratore di mia moglie. Lorena, per piacere proprio e per incoraggiamento altrui, comincia a leccare il violato buchino dell’amica che, così stimolata appoggia lo scivoloso glande sull’ano di mia moglie.
“Nooo, il culo no!” urla alzando la testa dalla posizione sottomessa in cui era finora rimasta.
“Il culo eccome” dice Valeria che con gesto secco impone a Clara di cominciare la sodomizzazione di mia moglie. Un generoso colpo di lingua di Lorena si trasforma in un determinato colpo di reni di Clara che fa entrare il glande del dildo nel culetto della vittima.
“Noooo, che male, cazzo, anche nel culo no! Vi prego...”
Le spunta una lacrima, ma Valeria è inflessibile
“Inculala, inculala fino in fondo Clara, se non vuoi fare i conti con me”
Clara si spaventa e infila con durezza l’intero membro di silicone nel retto di mia moglie che la presenza dell’assai ingombrante dildo nero nella fica ha reso poco più di uno stretto pertugio. Mia moglie pensa di essere dilaniata tanto è bruciante la sensazione dei due cazzi che la penetrano, la riempiono come mai era avvenuto, la sfondano avanti e indietro a ritmo elevato. Ma pian piano, i muscoli si rilassano, la vagina e il culo si adattano morbidamente agli ospiti, prima scomodi e indesiderati, ora caldi e duri e piacevoli come cazzi veri di veri negri intenti a violentarla chissà dove chissà quando.
“Sei proprio una troia” dice Valeria “alza la testa e leccami la fica, e guai se godi prima di me!”
Mia moglie si sente molto prossima all’orgasmo, anzi ad una serie di orgasmi ravvicinati che la squasseranno. Perciò inizia a leccare furiosamente la fica di Valeria, a succhiarle le labbra, a infilarle la lingua nella vagina più profonda, a leccare e mordicchiare il suo clitoride. L’improvvisa cascata di umori vaginali che le si riversa in bocca - quasi un getto di sperma - fa capire a mia moglie, prima ancora dell’alto urlo che sente, che la sua aguzzina ha goduto e si lascia andare ad un’infinita serie di orgasmi
“Godo, godo come un vacca, come una troia in calore: sperma, voglio sperma, sborratemi addosso.”
Un desiderio che necessariamente rimane inappagato.
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