Racconti Erotici > orge > Lezioni di Tennis - Parte III
orge

Lezioni di Tennis - Parte III


di girma
01.10.2022    |    11.239    |    3 9.1
"Mia moglie vede una selva di sguardi maschili appuntarsi sulla sua nudità, soppesare le sue tettine con i capezzoli irti all’insù, osservare sfacciatamente..."
Lezioni di tennis - Quinta giornata - Umiliata
Valeria si è ripresa in fretta dall’orgasmo:
“Che vacca, ragazze: vediamo se godi ancora. Clara, infilaglielo nella fica e comincia a pomparla.
“No, basta” protesta debolmente mia moglie, mentre i suoi propri succhi le colano tra le gambe dalla fichetta spalancata, completando il lavoro fatto dall’abbondantissima sborrata del maestro. Lo spettacolo è a disposizione di tutti dato che mia moglie, esausta, è ancora a quattro zampe per riprendere le forze.
“Zitta, puttana”. La biondina penetra il sesso bagnatissimo di mia moglie, che a malapena sente il dildo trasparente (nonostante le pur ragguardevoli dimensioni di 30 x 6) sia a causa del precedente e più ingombrante ospite nero sia a causa i recenti, violenti orgasmi. Dopo pochi minuti, duranti i quali tutto era immobile e silenzioso tranne il movimento propagantesi dal dolce culetto di Clara all’ancor più dolce fichetta di mia moglie attraverso il tiepido membro artificiale, i gemiti prima sommessi poi sempre più forti segnalano la ripresa del godimento e dell’ascesa verso un nuovo orgasmo. Ovviamente, ciò indispettisce Valeria che con voce stizzita comanda:
“Lorena, tu adesso inculala, e senza crema!”.
“No, no! Quel’affare nel culo no! Lorena, ti prego: pensa a come ti ho fatto godere prima”.
E la negra
“Hai ragione, cara, prima ho goduto tanto e bene. Perciò ora ti restituisco il favore.”
Leccandosi le labbra, Lorena si posiziona dietro mia moglie che viene bloccata per le braccia da Valeria. Quest’ultima, col viso vicinissimo a quello di mia moglie, le sussurra
“Sai, Lorena adora sfondare dei bei culetti bianchi. Quando era ragazzina aveva come amante un italiano sposato. Quando la moglie se ne accorse, chiamò i suoi fratelli e tesero una trappola ai due per dar loro una lezione: il marito non sgarrò mai più, e la moglie lasciò che i fratelli, come ricompensa, violentassero il culetto allora vergine di Lorena. Sai, erano assai focosi, una famiglia del Sud, numerosa: i fratelli erano sette. Immaginati la scena: sette siciliani eccitatissimi con una bella negretta nuda per le mani e la loro sorella maggiore che li spinge a dimostrare la loro virilità inculandola. Beh, da allora Lorena è diventata lesbica e appena se ne presenta l’occasione ama violentare delle bianche con il suo grosso dildo nero, nel culo naturalmente. Sono certa che capisci il suo punto di vista... Perciò di consiglio di preparati ad accettare quell’enormità”.
Mia moglie, nonostante i brividi dovuti alla storia, chissà se vera o meno, e aiutata dal caldo e umido piacere che Clara le sta regalando, ammorbidisce il culetto, lo rilassa affinchè l’ano accolga piacevolmente il nero cazzone. A occhi chiusi, mia moglie aspetta finché non avverte un calore forte e ingombrante che prende possesso del suo ventre, sente il suo culetto dilatarsi oltre misura ma, contrariamente a quanto temuto, sente immediatamente l’intenso piacere di essere piena di cazzo, davanti e dietro, le sembra che anche il dildo di Clara si sia ingigantito dentro la sua fichetta, tanto da regalarle subito un forte orgasmo
“Sìììì.... così, dentro di più, riempitemi di cazzo, ooh non ho mai goduto così col mio culo, sfondamelo troia, violentamelo fino in fondo”
Valeria è prossima a perdere il controllo:
“Vacca, puttana, sei una porca! Ma tu godi sempre? Due in fica, subito!”
Lorena si sfila dal culetto di mia moglie, che rimane ben aperto e dilatato dopo un simile trattamento, e intrufola il suo nero dildo accanto a quella di Clara nella fica di mia moglie. La vagina è tesa allo spasimo per accogliere i due ingombranti cazzi
“Oh, sì! Dio, com’è bello. L’avevo visto in un film porno ma non avevo mai sperato di provarlo. Ahh, che bello, due cazzi nella mia fichetta. Godo, godo come una porca. Forza, sfondatemela di più, voglio sentirvi fino in gola.”
Valeria fuori di sè:
“Adesso ti sottometto io”
Si avvicina a mia moglie e le piazza il culo davanti alla faccia
“Leccami il culo troia”
“No!”
“leccamelo, se no dico a Clara e Lorena di uscire dalla tua fichetta e di sculacciarti come si deve”
La minaccia sembra terribile a mia moglie, sia per il ricordo delle sculacciate ricevute poco prima sia per il timore di perdersi la fila sterminata di orgasmi che i due cazzi nella fica sfondatissima le stanno provocando. Perciò, allunga la lingua timidamente verso il roseo culetto, pensando
“carino, però, questo culetto, sentiamo se è stretto o morbido”.
Non appena la punta della lingua si adagia sulla rosetta di Valeria, quest’ultima si spinge indietro e schiaccia le sue morbide e abbondanti chiappe sulla faccia di mia moglie. La lingua allora penetra profondamente nell’ano di Valeria e si muove tutt’attorno, eccitandola violentemente, allorché un profondo colpo dei due cazzi all’unisono contro l’utero di mia moglie, le provoca una serie di sconquassanti orgasmi che rendono la sua lingua allo stesso tempo dura come un palo e mobile come un dito ben lubrificato nel culo di Valeria. Questa, che si stava torturando i capezzoli con entrambe le mani, gode violentemente urlando
“Sììì, cosììì, continua a leccarmi il culo, godo, godo, godo come una troia”.

Lezioni di tennis - Quinta giornata - La sconfitta?
“Allora, ti è bastato il trattamento, puttanella? Adesso te ne vai a casa ricoperta di sperma, con la fica e col culo sfondati e col tuo bel vestitino zuppo anche lui di sperma e vedremo come te la caverai con tuo marito, per non parlare dei passanti e del portinaio. Ah, se gli racconti di noi gli spediamo il filmatino con te che ti fai sbattere dal mio ragazzo”
“Vaffanculo, troia. Sei solo una puttana gelosa perché il tuo ragazzo mi ha scopata da dio”.
“Ah, sì?” Valeria si gira verso le due lesbiche
“Rivestitevi, che sembrate due troie” Mia moglie si stupisce di quell’inatteso ordine. Appena pronte le due vengono ancora apostrofate dalla bruna
“Tenetela ben stretta per le braccia mentre mi vesto”.
Intanto che Valeria è occupata, mia moglie guarda a lungo e con dolcezza la nera e la biondina per cercare di portarle dalla sua parte. Clara si intenerisce sotto lo sguardo di mia moglie, Lorena invece le restituisce uno sguardo ironico ma in fondo si coglie uno sprazzo di comprensione. Mia moglie apre bocca per sussurrare incoraggiamenti all’ammutinamento, ma prima che possa proferire parola Valeria dice a denti stretti
“Zitta, tu”.
“Ma io...” ribatte incautamente mia moglie.
“Zitta, ho detto” e le assesta un sonoro ceffone, che le fa spuntare una lacrima. Rivolta alle altre due Valeria ordina
“Portiamola di là”.
Mia moglie rabbrividisce e pensa
“Oddio, uscire conciata così”.
“Muovetevi” ingiunge la bella bruna.
“Non posso uscire così, ho solo scarpe, calzini e questo microtanga, e sono piena di sperma”.
“Puoi anche aggiungere che odori di sperma da tre metri... Muoviti ho detto!” e le pizzica duramente il culetto. Approfittando dell’attimo, Clara e Lorena la fanno uscire e si dirigono verso una costruzione bassa, gemella di quella da cui sono uscite. Arrivata a un paio di metri mia moglie legge con terrore
“Spogliatoio uomini” sulla porta. Si sente come prigioniera in un mondo irreale tanto che le tre torturatrici aprono la porta e la accompagnano dentro senza alcuno sforzo.
Ci sono otto campi al club ed è l’ora di punta ormai: tra match singoli e doppi ci sono più di venti uomini nello spogliatoio. Mia moglie vede una selva di sguardi maschili appuntarsi sulla sua nudità, soppesare le sue tettine con i capezzoli irti all’insù, osservare sfacciatamente il ministring arancione che divide e sottolinea le labbra della sua fichetta e vede un senso di pregustata soddisfazione dipingersi sui loro volti man mano che capiscono, aiutati dall’odorato, che quelle macchie che brillano lucide sulla pelle abbronzata sono semiliquido sperma di un fortunato loro predecessore. Lei comincia a realizzare dove e in che stato si trova, accenna ad agitarsi ma la stentorea voce di Valeria la blocca:
“Signori, so che siete stanchi ma penso che non rifiuterete di scoparvi questa bella fichetta, anche se sarebbe più corretto il termine violentare. Sono certa che se non l’avete già desiderata, la desiderate ora. Badate: non è certo una verginella, perciò potete farle ciò che volete eccetto che scoparla nella fica, perché questa è una punizione, una severa punizione, e lei non deve godere”.
Lorena e Clara le fanno poggiare le mani su una panca posta in mezzo allo spogliatoio in modo che la sua bocca sia all’altezza del cazzo dei giocatori, come pure il suo ano, che in questa posizione è completamente esposto agli sguardi di tutti.
La successiva ora e mezza è un susseguirsi di situazioni sempre diverse ma che possono essere semplicemente e esaurientemente riassunte così: mia moglie viene violentata, stuprata ripetutamente in tutti i suoi orifizi, eccetto la fica, dai giocatori, molti dei quali l’avevano desiderata fortemente dopo averla vista esibirsi sul campo. All’inizio i giocatori sono un po’ timidi e lei viene violentata singolarmente: una persona alla volta, un buco alla volta: o in bocca o nel culo. Tutti gli altri guardano, i loro cazzi diventano incredibilmente grossi e duri per lo spettacolo e le ragazze, ferme contro la porta d’ingresso, si eccitano e si sfiorano il clitoride. Dopo le prime violenze subite a denti stretti per non dare soddisfazione a Valeria, neanche quando i porci la inculano seccamente, senza alcuna lubrificazione, mia moglie comincia a godere. In effetti gode come una pazza, le piace sentire tanti sapori di cazzo diversi in bocca; sentire quei grossi membri che le sfondano, divaricano e devastano il culo senza sosta; ma soprattutto le piace quando loro le sborrano nel culo, sulla schiena, sulla fichetta, in faccia.
“Sììì, sborratemi addosso vi prego”, dice mentre con una mano si sparge lo sperma sulle tette e sul pube completamente rasato. I giocatori, vista la penuria di orifizi, si avvicinano toccandosi i loro cazzoni e la riempiono di getti di sperma. Valeria, sempre più nervosa, suggerisce
“Ma signori, non siate timidi: potete prenderla contemporaneamente nella bocca e nel culo”. I giocatori si guardano, stupiti di non averci pensato prima e cominciano a violentarla a coppie. Mia moglie è in continuazione impegnata a spompinare cazzi che, lo sa, dovrà pregare perché le sborrino in bocca affinché possa assaporare il loro sperma, invece che schizzarle lo sperma sul viso; e contemporaneamente a sentire enormi membri che, dopo averle brutalmente divaricato l’ano per penetrarla, si agitano nel suo retto fino a scaricarle dentro copiose quantità di sborra.
Dopo un’ora e mezza di questo trattamento, mia moglie dice
“Non resisto più, ho la fica fradicia: sfondatemela coi vostri cazzoni”.
Nei sguardi dei giocatori brilla una luce di piacere. Valeria cerca di trattenerli
“No, no, no. I patti non erano questi”.
“Senti bella, finché pensavamo che ci avevi portato una troietta da violentare contro la sua volontà ti siamo stati a sentire, ma questa vuole godere, per cui zitta se no lo ficchiamo nel culo anche a voi tre.”
I ricordi di mia moglie si fanno confusi a questo punto: glielo infilano nella fica (che potete immaginare quanto fosse fradicia) mentre si fanno spompinare; poi la inculano mentre ha già un cazzo in fica: mia moglie ha orgasmi a non finire che le tolgono lucidità. Poi, è un’orgia totale: cazzi che si succedono senza tregua in bocca, nella fica e nel culo, a volte anche due nella fica, e verso la fine, tenendola saldamente, riescono ad infilarle due cazzi in culo facendola urlare di dolore e di piacere:
“Ahhhh, mi state devastando il mio culetto, lo sento strapparsi, vi sento fino in gola, che male, continuate, sì, violentatemi il culo come se fossi una troia in calore”.
I giocatori non direttamente impegnati a stuprare e a far godere mia moglie, le rovesciano addosso fiumi di sperma. Mia moglie è così scivolosa che, nonostante i due cazzi in culo, un terzo riesce a penetrarle la fica: l’orgasmo è così violento che mia moglie sviene... quando si riprende si rende conto che i porci hanno continuato senza interruzioni ad abusare di lei.
Dopo un’altra ora di severe ma piacevoli penetrazioni singole e multiple, quando tutti sono venuti a sazietà, Clara e Lorena riportano nello spogliatoio femminile mia moglie, disfatta dalla fatica e dagli orgasmi, sazia di cazzo in tutti i suoi buchi, piena di sperma che stilla dalla fica, dal culo, dagli angoli della bocca e gocciola su un superbo corpo abbronzato già completamente ricoperto di seme maschile, tanto che persino il microtanga arancione ne è zuppo.
Lezioni di tennis - Quinta giornata - La vittoria
Arrivati nello spogliatoio maschile, dove il maestro di tennis era ancora in attesa della sua volitiva fidanzata, Valeria dice
“Mi sa che questa puttana non ne ha ancora avuto abbastanza. Voi due, legatela laggiù”.
Clara e Lorena si erano masturbate più volte guardando mia moglie godere sotto quella tempesta di cazzi e ormai se ne erano innamorate. Invece di obbedire all’ordine, dopo uno sguardo d’intesa, si spogliano velocemente per essere nello stesso stato del loro nuovo oggetto d’amore. Sotto lo sguardo esterrefatto di Valeria si avvicinano a mia moglie e la leccano dappertutto con dolcezza, assaporando con molto gusto lo sperma nonostante fossero lesbiche. Chiaramente, lo strato di sperma su mia moglie è così spesso che, nonostante volessero pulirla a fondo, le due lingue riescono malapena a ridurlo. La loro dedizione è talmente chiara e lampante che mia moglie capisce di averle in suo potere. Incomincia anche lei ad accarezzarle sussurrando loro dolci parole d’amore:
“Mie care, vi voglio bene anche se mi avete maltrattata, sculacciata, persino violentata. Siete troppo belle e dolci, perciò vi amo comunque. Però, mie care amanti adesso mi dovete aiutare”.
“Quello che vuoi” risponde a bassa voce Lorena,
“Sì, chiedi e noi esaudiremo i tuoi desideri, padrona” sussurra la timida Clara.
Valeria è ancora in piedi, eccitata dai tre corpi nudi che si leccano con dolcezza ma innervosita dai sussurri che non riesce ad intendere. Improvvisamente Clara e Lorena la afferrano per le braccia. Valeria impietrita dallo stupore osserva mia moglie rivestirsi (per così dire) del suo corto vestitino pieno di sperma.
“Clara e Lorena, per favore spogliate Valeria completamente nuda e legatela là dove voleva mettere me”.
“Sì, padrona”.
“No, Clara, non sono la tua padrona, amiamoci tutte e tre alla pari. Vedi che ti chiedo le cose per favore”.
“Sì, signora”. Mia moglie sorride alla biondina e non insiste. Intanto la forza di Lorena aveva avuto facilmente ragione di Valeria, che ora è legata per i polsi ad un alto lampadario e per le caviglie in modo che stia a gambe aperte.
“Lorena cara, scommetto che nel vostro borsone c’è una frusta”.
“Certo, amore mio, te la porto subito”. Valeria ha gli occhi fuori delle orbite
“Non oserai...”.
Mia moglie le tronca il discorso
“Zitta, troia” e a Lorena “Grazie, cara. Ottima frusta, elastica e dura. Vai, comincia, la voglio sentire urlare.”
Lorena comincia a frustare senza pietà la sua antica padrona. Ogni colpo di staffile è un urlo, ma tutte si accorgono che la fica di Valeria si ammorbidisce, diventa lucida e comincia a gocciolare sotto i colpi di sferza.
“Basta sulla schiena e sul culo, Lorena. Clara ti spiacerebbe colpirla un po’ davanti, pancia, tette e soprattutto capezzoli.”
“Sì, signora”
Deglutendo la biondina si avvicina alla ansimante Valeria e la frusta come richiestole.
“Bene” pensa mia moglie “per i capezzoli ci voleva una mano più leggera” mentre le urla di Valeria riempiono lo spogliatoio.
“Ora basta, slegatela”.
“Troia, puttana, ti dovevo dare a quel gruppo di marocchini, ti avrebbero violentata e poi messa sulla strada a battere, il posto che fa per te” urla Valeria piangente (ma con la fica che rivela chiaramente quanto abbia goduto sotto i colpi della sferza).
Mia moglie si volta verso di lei con occhi di ghiaccio, prende la frusta e la colpisce sull’interno delle cosce e poi direttamente sul clitoride gonfio.
Senza proferire parola, fa cenno al maestro di raggiungerla e gli tira fuori il grosso cazzo, durissimo per lo spettacolo della fidanzata frustata e umiliata.
“Mmmh, si può fare di più” pensa e inizia a leccare e succhiare l’enorme membro che, sotto i colpi della sua lingua, diventa ancora più gigantesco.
“Inculala”, dice.
“Nooo! E’ troppo grosso, non vedi che cazzo enorme che ha. Il mio culetto è ancora vergine, non può prendere un affare così”.
“Ti ricordo che mi hai fatto violentare con un dildo ben più grosso”.
“Sì, ma il tuo culo da puttana era già ben sfondato, vacca!”
“Zitta ti ho detto” e cala due staffilate sui capezzoli e sul clitoride.
“Tu muoviti, piantaglielo nel culo”.
La dolcezza di Clara la induce, dopo un’occhiata di assenso di mia moglie, a lubrificare l’ano di Valeria riempiendo di crema due sue dita che poi infila con fatica nello sfintere inviolato.
“Cara Valeria” le sussurra “ti consiglio di rilassare il tuo bel culetto, farà meno male”.
Il maestro appoggia il grosso glande contro il buco del culo di Valeria e inizia a spingere, l’ano a fatica si dilata e mezzo glande riesce ad entrare.
“Aaah, che male, basta, basta, mi hai rotto il culo”.
“Ti ho detto di stare zitta, se lo vuoi sapere ti ha messo dentro metà del glande, figurati il resto. Se osi parlare ancora, riprendo a frustarti finché non ce l’hai tutto nel tuo culo da troia”.
Il maestro, ad un cenno di mia moglie, riprende a spingere. Nel silenzio totale si sentono solo gli sforzi di Valeria per non urlare, lo strusciare di Clara e Lorena che si baciano e si masturbano a vicenda e il rumore del tessuto dell’ano che viene allargato, divaricato, sfondato, lacerato dal gigantesco cazzo. Il membro penetra centimetro dopo centimetro nei più oscuri recessi del ventre di Valeria.
Grosse e calde lacrime colano dai begli occhi della stuprata e Clara si precipita a leccarle per consolarla. Anche mia moglie si intenerisce, finché non si accorge che qualcosa d’altro sta colando dalla fichetta di Valeria. Si avvicina, annusa, tocca e si lecca le dita: sono proprio i succhi del piacere, tra l’altro di ottimo sapore.
“Hai capito Valeria, piange e intanto gode come una vacca”.
“Ragazze, per cortesia, intanto che lui continua a incularla, legatela con le mani in basso”.
Eseguito l’ordine, mia moglie si rivolge a Valeria
“Troia, intanto che godi, fai godere anche me: leccami la fica e il culo”.
“Sì, certo, come vuoi”.
Mia moglie si gira, si piega, sposta il microtanga dall’ano e dalla fica e lascia che Valeria la lecchi. Effettivamente, è bravissima: fa godere velocemente mia moglie leccandole il buchetto del culo e appena lei raggiunge l’orgasmo anale, le lecca il clitoride ormai immenso e le fa raggiungere l’orgasmo clitorideo in pochi secondi, sovrapponendolo a quello anale. Mia moglie fatica a mantenere la posizione, ma non molla perché sente la lingua di Valeria che le percorre tutta la vulva, grandi e piccole labbra, per poi tuffarsi profondamente nella vagina ormai fradicia.
“Oddio che bello, sembra di avere un cazzo nella fica. Questa puttana ha una lingua che ti manda in paradiso”.
L’orgasmo vaginale arriva dopo appena un minuto di lingua, ed è così forte da farla urlare.
“Sììì, come sono troia e anche tu come sei troia! Come godo, ragazze, siamo tutte delle gran puttane”.
Clara e Lorena si affrettano a sorreggerla ed a baciarle delicatamente la bocca. Il maestro, che aveva da tempo infilato tutto il suo nerbo nello strettissimo culo di Valeria e da un po’ stava stonfandola con un poderoso avanti-indietro, sente prossimo l’orgasmo. Influenzato dall’ambiente, estrae il suo cazzo e mostra a tutti l’ano di Valeria: sembra incredibile, è stato così aperto che non dà segno di volersi richiudere e al momento ci entrerebbe una bottiglietta di birra.
“Bravo, adesso sborrale in faccia”
Il maestro non se lo fa ripetere, volta Valeria, glielo infila in bocca e se lo fa succhiare qualche secondo. Poi lo tira fuori e inonda il viso della bella bruna con imponenti e numerosi getti di sperma. Mia moglie si ricorda del primo pompino che gli ha fatto, di come, avendo bevuto una quantità impossibile di sborra, se l’era tirato fuori dalla bocca e si era presa tre getti di sperma in faccia.
“Figurati lei che se lo prende tutto in faccia”.
“Bene ragazze, slegatela rivestitela e riportatela a casa”.
“Noi ci rivedremo ancora, vero?” chiede Clara.
“Certo, cara. Io, te e Lorena siamo fidanzate ormai”.
“Ma anch’io ti amo”, dice Valeria.
Stupita mia moglie la guarda: ancora legata, col viso ricoperto da uno spesso strato di sperma caldo, Qualcosa le si muove dentro:
“Massì, anche tu. In fondo ti voglio bene, senza di te non credo che avrei mai avuto il coraggio di prendere due cazzi in culo e uno in fica contemporaneamente”.
“Baciami allora”.
Mia moglie si avvicina, affonda il viso nello sperma e bacia a lungo Valeria mentre Lorena e Clara applaudono.
“Bene ragazza mia, però prima di entrare nel gruppo devi dimostrare il coraggio che hanno avuto Clara e Lorena nel ribellarsi a te. Devi tornare a casa così come sei - nuda, i polsi legati, i segni delle frustate bene in evidenza e con lo sperma che ti cola dalla faccia sulle tue poppone”.
“Sì amore mio, come vuoi”.
Dopo averle viste uscire dallo spogliatoio, mia moglie saluta il maestro sempre più stupefatto e si avvia verso l’auto, incurante, anzi fiera degli sguardi che donne e uomini, attratti dal fortissimo odore delle decine di sborrate che ha addosso, le rivolgono scrutandole gambe, tette, culetto e fica. La maggior parte, se non tutti, vorrebbe portarsela a letto all’istante. Un istinto fa pensare loro
“Meglio se non ci sta, dev’essere il tipo da violentare in gruppo.”
A casa mi racconta tutto. Le dico
“Devi dimostrarmi che sei stata così zoccola da prenderne due in culo e uno in fica” mentre le porgo tre grossi cazzi di gomma. La sto a guardare mentre se li infila dentro con facilità.
“Che troia” penso.
“Tieniteli fermi dentro e succhiamelo”.
Lei apre la bocca, dove sono ancora presenti evidenti tracce di sperma e io glielo infilo dentro mentre le dico
“Sai che hai ancora un bel po’ di sperma in bocca, puttana che sei”.
Lei mugola un assenso. Io estraggo il cazzo e le ricopro per l’ennesima volta tutto il viso di sperma.
“Domani andrai in ufficio senza lavarti” le dico
“scommetto che ci sarà la fila per chiavarti”.
“Ma io non voglio che mi scopino in ufficio”.
“Meglio, vorrà dire che ci sarà la fila per violentarti”.
Mia moglie mi fa uno strano sorrisino
“Va bene non mi lavo. Me li prepari tu i vestiti per domani?”
“Certo, il vestito, non i vestiti, perché sotto il microabito che ti ho comprato oggi mentre eri al tennis, non porterai nulla”.
Mia moglie sorride apertamente
“Che porco che sei”.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.1
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Lezioni di Tennis - Parte III:

Altri Racconti Erotici in orge:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni