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Prime Esperienze

Anna - Capitolo 1 - Finalmente Anna


di sarinaaaxxx
28.10.2024    |    5.551    |    6 8.5
"La sua mano alzava ed abbassava la gabbia, mentre il mio cazzo cominciò a gonfiarsi fino ad arrivare ad aderire completamente alle pareti di metallo..."
"Allora sei sicuro?"
Disse lei prima di aprire la portiera della macchina
"Sì..." balbettai io.
"Dai, andiamo allora" rispose sorridendo con aria beffarda.
Ero follemente innamorato di Anna, ci frequentavamo ormai da alcuni mesi e si era creata una forte intimità fra noi, il finesettimana uscivamo esattamente come se fossimo una coppia, poi a fine serata la accompagnavo a casa e ci baciavamo, ma finiva tutto lì. Non ero mai riuscito ad ottenere niente di più da lei e la frustrazione era ormai pari solo al desiderio che avevo di lei.
Questo perché Anna era lesbica e per di più decisamente dominante, ma quella sera era successo qualcosa, forse per la bella serata passata insieme, forse per l’alcool, ma lei aveva accettato di andare oltre, solo a patto però che avessi accettato le sue condizioni.
Scendemmo dalla macchina, salimmo in casa sua e ci sedemmo sul divano, ci baciammo con passione e mentre le nostre lingue si intrecciavano, accarezzai finalmente il suo piccolo corpo magro e le sue curve perfette.
Cominciammo a spogliarci ed io potei ammirare e succhiare i suoi piccoli seni sodi adornati dai piercing sui capezzoli che leccai con desiderio mentre lei mi toglieva la maglietta toccando il mio pacco da sopra i pantaloni. Continuammo così, accarezzandoci e baciandoci, fino a spogliarci completamente e potei notare anche un eccitante piercing sotto l’ombelico.
"Anna sei stupenda, non sai quante volte ho immaginato questo momento.." dissi incantato.
"Ah sì eh? e scommetto che ti sei fatto anche tante seghe su di me" rispose ridendo.
Non feci in tempo a rispondere che lei aveva già afferrato il mio cazzo e iniziato a masturbarmi.
Io rimasi a bocca aperta e ansimavo guardando i suoi occhi neri profondi e maliziosi.
“Così è un po’ più reale no?” aggiunse lei.
Continuò per alcuni minuti facendomi impazzire di piacere, sapevo che sarei resistito poco e un attimo prima che venissi si fermò lasciandomi frastornato, aprì il cassetto della console davanti al divano e tirò fuori una chastity cage.
"Adesso indosserai questa, tranquillo ti aiuterò io" disse con aria maliziosa.
Io annuii impotente, ormai avevo accettato i patti e lei avrebbe avuto il totale controllo della situazione. Il mio cazzo era durissimo mentre lei cercava di rinchiuderlo nella gabbia, ma in poco tempo, ignorando i miei mugolii di dolore, riuscì a forzare la mia erezione e a chiudere il lucchetto.
“Così non c’è il rischio che ti vengano strane idee, lo sai a me piacciono le ragazze e di solito non hanno un cazzo duro in mezzo alle gambe” disse prendendomi in giro.
In pochi secondo era passata dal farmi una sega a farmi perdere la mascolinità ed io anche se non volevo ammetterlo mi stavo eccitando tantissimo.
“Adesso sdraiati” ordinò.
Io obbedii e lei si sedette sopra la mia faccia.
“Fammi godere tesoro, non mi fare pentire di averti concesso questa occasione” disse con voce autoritaria ed io incredulo per quello che stava per accadere cominciai a leccare il suo fiore profumato.
Dapprima mi feci spazio con la lingua fra le sue labbra, poi una volta raggiunto il clitoride cominciai a leccarlo a ritmo irregolare alternando varie traiettorie, volevo in tutti i modi che lei fosse soddisfatta della sua concessione e infatti in poco tempo la sentii ansimare sotto i colpi della mia lingua. Proseguii infilando la punta della lingua dentro di lei cercando di sfiorare il clitoride ogni volta che uscivo, arrivando poi a penetrarla completamente con la lingua.
I suoi mugolii si fecero più intensi, mi afferro la testa spingendola verso di lei ed io non potei fare altro che succhiare avidamente le sue labbra.
“Mmm non pensavo fossi così bravo tesoro” disse prima di cominciare a sfregare il suo fiore sulla mia faccia. Io cercavo di succhiare e leccare a seconda della posizione in cui si trovava la mia bocca e dopo poco sentii colare il suo succo sulle mie labbra e lo bevetti tutto assaporandolo mentre lei ansimava per il piacere che le provocavo.
Anna era ormai un lago e in poco tempo la sentii tremare mentre cercava di strozzare le urla, come per non ammettere che ero riuscito a farla godere.
Rimase alcuni secondo sopra di me per recuperare le forze, poi si alzò e si sedette accanto a me ancora sdraiato con la faccia piena dei suoi umori.
“Devo ammettere che sei stato bravo, per questa volta ti sei meritato di venire anche tu” disse sorridendo.
Io incredulo mi preparai ad essere liberato dalla gabbia, ma non erano questi i suoi piani, infatti semplicemente afferrò il mio cazzo rinchiuso e cominciò a masturbarmi.
“No ti prego, mi farà male così” implorai.
“Vuoi che cambi idea e smetta subito?” ribatté lei.
Non risposi, ma mi abbandonai al mio destino, ero troppo eccitato per rinunciare a quella eccitante tortura.
La sua mano alzava ed abbassava la gabbia, mentre il mio cazzo cominciò a gonfiarsi fino ad arrivare ad aderire completamente alle pareti di metallo. Inizialmente sentivo l’eccitazione crescere dentro di me, ma ad un certo punto arrivò anche il dolore e cominciai ad ansimare sommessamente.
“Senti come ti piace, stai mugolando come una ragazzina” disse ridendo.
A quelle parole persi il controllo, il mio cazzo si gonfiò completamente, mentre la gabbia lo comprimeva generando un forte dolore e una intensa sensazione di piacere. I suoi movimenti si fecero sempre più rapidi ed io urlavo esattamente come aveva appena detto lei, come una ragazzina.
Passarono alcuni minuti che sembrarono un’eternità in cui io ero completamente fuori di testa, il forte bruciore e il piacere erano ormai un tutt’uno e generavano in me un’eccitazione estrema e infatti alla fine venni emettendo suoni incontrollati.
“Brava tesoro, non mi hai fatta pentire della mia scelta, da oggi penso proprio che ti concederò di essere la mia schiavetta” affermò con tono deciso.
“Sì Anna, ti prego, concedimelo” risposi completamente fuori di me per il grande piacere provato.
“Va bene, dato che è questo che vuoi e che mi stai implorando, d’ora in poi obbedirai ai miei ordini e ovviamente non toglierai la gabbia fino a quando non ci rivedremo domani, terrà io la chiave” sentenziò.
Io rimasi in silenzio e lei in tutta risposta raccolse con le mani la sborra dal mio cazzo ingabbiato portandola alla mia bocca per poi baciarmi come a voler suggellare il patto e imporre la sua dominazione.
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