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Prime Esperienze

In vacanza, in spiaggia, leggo un libro (part 4 - FINE)


di tamerlano_
02.06.2022    |    7.585    |    5 8.7
"Mi afferra per i capelli, tira la mia testa verso di sé ed inizia a stantuffare violentemente..."
[...] Istintivamente sollevo le braccia, a circondare e sollevare i miei seni. Vederli avvolgere quel cazzo mi piace; lo strato di saliva che lo riveste addolcisce l’attrito. I miei seni, per quanto sodi, non sono abbastanza grandi per contenerlo, però c’è un ché di armonioso nel vedere quel cazzo poderoso e sporco di eccitazione violare la delicatezza delle mie tette rotonde ed appuntite, angeliche, quasi rinascimentali. La base del suo cazzo scivola come una slitta contro il mio seno, travolgendo i miei capezzoli turgidi lungo il suo cammino. Poi una mano tira su la mia testa, così che il percorso ripetitivo della sua cappella si infrange regolarmente contro la mia bocca, che dopo un po’ diventa di nuovo un buco da scopare.

Come se non bastasse, mentre il suo dito continua ad agitarsi nel mio culo, sento il pollice della stessa mano scivolare nella viscidità della mia fica. Mi sta penetrando dappertutto, sento le sue dita incontrarsi dentro di me.
La mia voce esprime godimento, ma ciò che ne viene fuori sono rovine stantie della mia coscienza.
“No, no… basta… aaahh… basta, la prego…”.
Mi zittisce spingendomi il cazzo in gola. Ed il mio bacino cerca la profondità di quelle dita.
È di nuovo duro come un tronco.
Mi volta a pecora e, senza chiedere o esitare, inizia a spingere il cazzo contro il mio buchetto.
Fa male, non sono abbastanza larga, ma non si ferma. Lo sento sputarmi tra le chiappe, poi “Allargati”. Prende le mie mani e le porta sulle mie chiappe, le accompagna mostrandomi come aprirmi per bene, a beneficio della sua lussuria. Obbedisco, sento la fica pulsare di nuovo, ho paura, ma obbedisco.
Più facilmente di quanto sarei disposta ad ammettere, la sua cappella inizia a farsi strada dentro di me. Mi sta dilatando oltre misura, ma non si ferma. Lascia cadere dell’altra saliva, estrae leggermente, poi spinge di nuovo ed entra un poco di più.
Ripete questa operazione tre o quattro volte, finché la cappella sfonda il muro della mia inesperienza. Da lì in poi tutto diventa facile: sento il suo cazzo riversarsi dentro di me come un’orda barbara.
Non avevo idea di come potesse essere. Il dolore iniziale lascia spazio a qualcos’altro di animalesco e cerebrale allo stesso tempo: mi sento posseduta come non mai; per quanto sappia che dovrei essere umiliata da questa sensazione, non riesco a smettere di muovermi per sentirmi scopata più a fondo.
Mi afferra per i capelli, tira la mia testa verso di sé ed inizia a stantuffare violentemente.
Non immaginavo potesse essere così semplice.

Ricomincia a schiaffeggiarmi il culo con l’altra mano, poi mi strattona e mi dice nell’orecchio “È così che si scopa una troietta”.
Sto ancora collaborando, divaricando il mio culo, mentre esplodo in un orgasmo rumoroso che lui tampone con una mano, che presto si trasforma in due dita che mi penetrano anche in bocca.

Il signore sconosciuto continua a scopare la sua troia fino a ben oltre il mio orgasmo, e la sua troia non smette di muovere il culo come una cagnetta in calore, finché il signore non sfila lentamente il suo cazzo dal culo di lei, le si pone di fronte e le comanda “Adesso apri la bocca”.
La ragazza per bene, la nuova troia, pensa lucidamente che non le potrebbe venire in mente nulla di più antigienico, ma lo stesso obbedisce avidamente.
Lui si fa succhiare la cappella ancora un po’, poi tira la testa di lei indietro ordinandole di tenere la bocca ben aperta e guardarlo, e pochi secondi dopo ricopre il volto angelico di lei di un fiotto di sperma che sembra non finire mai. In parte quella sborra calda e tanto bramata viene versata nella sua bocca, ma molta finisce disordinatamente sul suo volto e poi gocciola sul suo seno, quindi sulle sue gambe.
Ora sì che la ragazza si sente une troia, coperta di sborra, con ancora il culo indolenzito e la fica bagnata.
E la troia non batterà ciglio neanche quando lui le dirà di pulirlo: succhierà diligentemente ogni residuo di sperma dal suo cazzo ancora duro e pulsante, ottenendone persino un’ultima goccia di sborra che accoglierà come un dono divino.

Quando lui se ne andrà, lasciandola nell’imbarazzo della logistica del post-orgasmo, lei avrà tante cose che le fluttuano nella testa.
La prima sarà la consapevolezza di quanto l’imbarazzo della propria troiaggine nulla possa togliere al senso di soddisfazione profonda e rilassatezza che sta provando in quel momento.
La seconda che nulla sarà più lo stesso, perché una volta scartato, un bel regalo non si può mandare indietro, e la scoperta dell’esistenza di quel livello di piacere provato è irreversibile.
La terza sarà che quello appena trascorso verrà per sempre ricordato come il giorno in cui la migliore ragazza che lei conoscesse si è trasformata in una troia.

E la quarta cosa sarà che… la giornata non è ancora terminata.
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