Prime Esperienze

La mia alunna


di SebiBello
14.05.2018    |    41.688    |    4 9.6
"Tentai di riprendermi e la aiutai a finire il te, prima di accompagnarla in camera per la lezione..."
Come ogni anno il cambio di stagione mi frega e così da venerdì scorso sono costretto a casa ammalato. Stamattina mi sentivo decisamente meglio ma ero ancora debole così decisi di chiamare il lavoro per avvisarli che sarei rimasto assente anche oggi. Nel riagganciare la chiamata ecco che mi arriva una notifica: è Beatrice, una ragazza di quinta superiore a cui do ripetizioni di matematica.
"Ciao Doc! Stasera potremmo fare un po' prima? Ho l'allenamento di kick boxing e non vorrei fare tardi"
"Ciao Bea! Scusa ma oggi sono influenzato, temo dovremmo rinviare a domani sera..."
"Noooo domani ho la verifica! Dai non riesci proprio? Sto per entrare a scuola, facciamo che balzo e vengo da te stamattina così ti faccio anche da infermiera!" E aggiunse l'emoticons con dell' angioletto e la faccina ammiccante.
In realtà non ne avevo proprio voglia ma se la ragazza era disposta a saltare un giorno di scuola per le ripetizioni doveva essere davvero in crisi, così accettai. La scuola dove va Beatrice è molto vicina al mio appartamento così dopo pochi minuti fu da me, prima che io riuscissi a vestirmi o a riordinare la scrivania per la lezione. Così quando arrivò la accolsi con la solita tuta da allenamento che indosso in casa e la feci accomodare in saltotto, dicendole di attendere 2 minuti intanto che preparavo l'occorrente per la lezione.
"Non ti preoccupare, intanto preparo il te!" Rispose sorridendo e mostrandomi delle bustine di Lipton che aveva portato con se.

Beatrice è una ragazza molto carina, bionda dei bellissimi e sveglissimi occhi verdi. Non ha certamente un fisico da modella ma anche grazie al kickboxing si mantiene complessivamente in forma, sarà alta 1.65 e avrà forse 2 o 3 chili in più del peso forma che però rendono le sue curve molto sinuose. Ha una terza abbondante e un bel sedere all'infuori, magari non da indossatrice di intimo ma comunque all'apparenza piuttosto sodo. E' pure piuttosto sveglia e di sicuro decisamente disinibita per la sua età, tuttavia ha decisamente un rapporto conflittuale con i numeri e quindi da ormai sei mesi viene da me due volte a settimana per le ripetizioni. Nonostante queste qualità non ho tuttavia mai provato a corteggiarla, da un lato preferisco comunque mantenere una figura professionale (essendo in un certo senso il suo insegnate) e dall'altra i 7 anni di differenza (e sopratutto il suo essere neomaggiorenne) mi hanno certamente inibito. Ad ogni modo abbiamo un bel rapporto e lei si diverte a prendermi in giro chiamandomi "Professore" o "Dottore" e lanciandomi frecciatine.

Tornando a stamattina raccolsi in fretta tutte le cianfrusaglie dalla scrivania e le buttai nell'armadio, preparai il solito quadernino a quadretti e tornai in salotto. Lei stava armeggiando vicino al lavandino e mi accorsi che sotto l'impermeabile era molto meno vestita di quello che pensassi. Aveva dei jeans attillati a vita basse e una camicetta che aveva annodato sulla pancia. In questo modo i fianchi erano scoperti e appena si girò mi resi conto che pure la camicetta faceva ben pocco per coprire le tette.
"Guarda che scema, mi sono bagnata" disse indicando una macchia sul seno destro, che iniziò a sfregare con veemenza con uno strofinaccio. Forse aveva un push up o semplicemente le sue grazie erano particolarmente abbondanti ma con questi movimenti, si muovevano sobbalzando su e giù e risvegliando in me un desiderio che non mi aspettavo di provare per lei. Tentai di riprendermi e la aiutai a finire il te, prima di accompagnarla in camera per la lezione. Beatrice oggi sembrava distratta, faceva errori continuamente e rideva giuliva, con la maglietta che sembrava scollarsi sempre di più e io che tentavo in tutti i modi di evitare di guardarle.

Poi successe il fattaccio.

Non so quanto involontariamente ma Bea fece cadere la penna, abbassandosi improvvisamente per recuperarla. Mentre la guardavo chinarmi notai che il mio soldatino era ben evidente dai pantaloni della tuta, forse non ancora duro ma sicuramente barzotto. Anche lei se ne accorse e ridendo gli diede un paio di colpetti con la mano, quasi un principio di sega.
"Però Prof, complimenti!"
Ero totalmente impreparato a questa situazione e gli ormoni presero il sopravvento sulla ragione. Tentavo di ignorare gli impulsi che venivano dal mio cazzo ormai di marmo ma non ce la facevo e sudavo, perdendo continuamente la concentrazione.
"Ma Prof qua va un meno! Come ha fatto a non vederlo? Secondo me ha ancora la febbre!"
"Io...si beh forse...magari facciamo una pausa, no?"
Ero davvero in difficoltà, mi sentivo in colpa e non mi rendevo conto che in realtà lei stava giocando al gatto con il topo.
"Ma non si preoccupi! Anzi vado a prenderle un goccio d'acqua, intanto si misuri la febbre".
Così sparì nell'altra stanza mentre io con scarsa convinzione mi misi il termometro sotto l'ascella. Quando tornò notai che il nodo alla maglietta era ben più grande e ormai sbucava dalla scollatura l'orlo del reggiseno.
"Professore! Ma non si misura la febbre da seduti, si metta a letto, ci penso io a lei"
Ora raccontata così mi rendo conto che sembri una scena ridicola ma il mio cervello pareva totalmente annebbiato così le obbedì. Dopo poco il termometro squillò e prima che potessi fare qualsiasi cosa mi mise una mano nella maglietta, mi tasto per bene il petto e poi prese il termometro.
"Uhm 36.7, mi sa che questo termometro mente. Sa che le dico? Ho un modo migliore per capire se davvero ha la febbre"
Ero talmente inebriato dal suo senso ormai a pochi centimetri dai miei occhi che non mi resi conto che la sua mano si stava avvicinando al mio cazzo che iniziò lentamente a masturbare da sopra i pantaloni. Dopo qualche secondo con uno strattone più forte abbassò i pantaloni e infilò l'altra mano nelle mutande. Ormai ero totalemente inerme, con una mano massagiava le palle da sopra i pantaloni mentre con l'altra mi faceva una dolce sega dall'interno.
"Ho sempre voluto vedere la sua tartaruga Professore, la notavo sotto quelle magliettine attillate che
indossa..." Diceva mentre mi mordicchiava gli addominali e mi baciava la V del bacino. Poco dopo esclamò:

"Proviamo bene questa febbre"

Abbassò del tutto i pantaloni, si tolse la maglietta e iniziò a leccarmelo: ero sdraiato, con lei di fianco che succhiava avidamente la mia asta mentre massaggiava lentamente lo scroto. Era stupendo e, sebbene al pompino mancasse un po' di esperienza, la visione delle sue tette che quasi non stavano nel reggiseno e la sua foga e il suo impegno mettevano già a prova la mia resistenza. Ormai anch'io avevo perso ogni freno così la alzai e limonando selvaggiamente ci togliemmo (se non strappando) i vestiti di dosso, rimanendo completamente nudi. Notai che la sua passera non era glabra ma mostrava un fantastico ciuffetto a triangolo biondo. La sua lingua sembrava non avesse mai baciato prima, me la trovavo completamente nella mia bocca, eravamo due entità distinte ma unite meccanicamente e psicologicamente da un bacio infinito. Sembrava volesse fondersi con me tanto eravamo abbracciati e tanto la sua lingua cercava la mia e l'impeto aumentò ancora di più quando la mia mano trovò finalmente la sua vagina. Era incredibilmente bagnata per non essere ancora stata sfiorata e il mio indice entrò senza problemi, seguito poco dopo dal medio e dall'anulare. Non so quanto siamo stati così ma mi sembrava di essere tornato alla prime esperienze da ragazzino, la penetravo con tre dita e intano le muovevo sbattendo i polpastrelli sulla sua parete uterina mentre lei goffamente mi masturbava, quando i gemiti e gli spasmi di piacere. Poco a poco i gemiti si fecero sempre più forti finche venne rumorosamente, quasi urlando e con le gambre che le tremavano incontrollate. Appena si riprese mi stesi sul letto, il bicipite mi doleva per lo sforzo e pensavo anche lei avesse bisogno di qualche istante. Invece con un movimento mi fu a cavalcioni, con il mio cazzo in mano e dirietto verso la sua passera. Non so come ma recuperai un momento di lucidità e le disse:
"Cazzo Bea non ho i preservativi!"
"Non ce n'è bisogno Dottore, prendo la pillola"

Nel mentre di questa breve discussione si strisciava il cazzo su e giù sulla patata, lubrificandolo con i suoi umori. Quindi si issò con una spinta delle cosce e in un istante la mia asta le fu dentro per metà, fermata dall'attrito. Forse per l'orgasmo appena finito le prime spinte non furono semplici ma poi la sua vagina tornò a essere un lago e poco a poco gli affondi aumentarono di intensità. Andava sempre più forte con le tette che si muovevano dappertutto e le sbattevano fin sul mento, così le presi in mano stringendo i suoi grandi capezzoli chiari. Io assecondavo il suo movimento e mi accorsi che godeva immensamente quando il cazzo le usciva quasi del tutto prima di rientrare prepotentemente. Così la feci alzare e la misi a pecorina a gattoni sul letto mentre io la prendevo da dietro. Facevo entrare e uscire del tutto il mio cazzo, allargandole le natiche in modo da stringere la sua vagina attorno a me. Lei gemeva a ritmo con i colpi e ben preso si mise a spingere con il bacino all'indietro in modo da sentire ancora di più la presenza. I suoi gemiti si alternavano sempre più spesso a parole sconnesse o a brevi incitamenti come:
"Più forte" o "Adoro sentire le vene del tuo cazzo" o "Aprimi di più". Ben presto venne di nuovo, stringendo le mie mani a loro volta strette sul suo culo sodo. Ormai anche io ero al limite ma prima volevo la mia posizione preferita, il missionario. Così la girai mentre ancora stava venendo e la penetrai da sopra. Le entrai fino alla cervice, facendole lanciare un grido e iniziai a spingere, aumentando poco a poco la forza. Ero sempre dentro di lei, ormai sentivo l'esigenza di venire e spingevo sempre di più, con l'impressione di arrivare ad ogni colpo più in fondo, cosa che lei sembrava apprezzare da quanto mi ficcava le unghie nella schiena. Proprio prima di venire tirai fuori il cazzo di colpo, facendole scappare un lungo mugulio di piacere. I primi schizzi le colpirono le tette ma il grosso della sborra le finì sui peli del pube, dove rimase attaccata. Schizzai almento 5-6 volte e lei continuò a gemere e mugolare per tutto il tempo. Infine ad un suo cenno mi avvicinai alla sua faccia e lecco con voracità le ultime gocce dal mio cazzo che rimaneva ancora sorprendentemente duro. Non credo di avere mai avuto un orgasmo più bello.

Scambiandoci poche parole ci lavammo a turno e poi concludemmo la lezione, quindi ci salutammo quasi come non fosse successo nulla. La sera però mi scrisse un messaggio che in poche parole mi fece tornare il cazzo duro come la roccia:
"Professore la lezione di oggi è stata la migliore della vita, penso che domani avrò bisogno anche per fisica" e concluse aggiungendo la solita faccia ammiccante, la melanzana e gli schizzetti di whatsapp.
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