Prime Esperienze

La segretaria


di exibit1978
08.11.2017    |    1.684    |    1 7.4
"La guardo negli occhi e ci scambiamo un'occhiata intensa, gli occhi si incrociano e un attimo dopo si guardano attorno come a cercare la certezza di essere..."
Sono quasi 8 anni che lavoriamo insieme, dal primo giorno c'è qualcosa in lei che mi attrae. Non è bellissima, è un po' in carne, non troppo alta, seno molto minuto e fianchi larghi.
Ma nel suo sguardo c'è una luce strana, in quel suo modo di fare arrogante, sempre sicura di se, abituata al contatto con gli uomini. Sa tenere testa e tutti, accetta le battute e quando vuoi ti stuzzica, risponde a tono con malizia, sempre ci stia e poi ti castra in un secondo.
Lunedì pomeriggio, le 16.00, fuori piove e fa buio ormai, non c'è nessuno quel giorni in ufficio, solo io e lei. Passo nella sua stanza per consegnarli dei documenti e ci mettiamo a chiaccherare.
Il giorno prima è stata dal parrucchiere, ha cambiato colore di capelli, un rosso fuoco che più la guardo e più vorrei tenere quei capelli tra le mani mentre me lo succhia.
Parliamo, ormai son 10 minuti che si parla del più e del meno, e penso alla sua bocca sul mio uccello.Tengo una mano sempre in tasca, mi tocco, ormai è dura da un bel po', i pantaloni stringono ma stupidamente non immagino che si possa capire che mi sto toccando (e invece è plateale la mia mano che lo stuzzica in tasca). A un certo punto lei, col suo solito fare mascolino e arrogante blocca la conversazione e mi dice: "Ma hai le pulci che ti gratti continuamente da 10 minuti?", io immagino, divento viola all'istante.
Tolgo istintivamente immediatamente la mano dalla tasca e con voce tremula rispondo: "No, perchè?" non conscio del fatto che, avendo fatto scivolare l'uccello fuori dagli slip, si vede benissimo l'erezione attraverso i pantaloni. Lei è sveglia, non è una che si fa prendere in giro, e replica subito "Guarda che si vede che ce l'hai duro". Per me è l'occasione per sfogare tutte quelle seghe fatte pensando a lei, tutte quelle volte che da dietro il vetro la spiavo mentre lavorava e mi toccavo sotto la scrivania. Prendo coraggio e replico a tono, cercando di sembrare il più sicuro di me possibile: "Tesoro, siamo soli io e te, è naturale che sia eccitato, sai che fantasie, l'impiegato e la segretaria...". Lei mi guada e ride, ma è una risata maliziosa, sembra quasi voglia umiliarmi. La guardo negli occhi e ci scambiamo un'occhiata intensa, gli occhi si incrociano e un attimo dopo si guardano attorno come a cercare la certezza di essere soli. Basta un secondo e decino che se non lo faccio in quel momento, non l'avrei fatto mai più, abbasso la cerniera dei pantaloni e lo tiro fuori, duro, turgido, che pulsa come se fosse la prima volta che vede una donna, il glande è già libero, nella foga di estrarlo si è scappellato perchè è gonfio come non mai. D'un tratto tutta la sicurezza e arroganza che aveva sempre manifestato svanisce, si tira indietro, resta a bocca aperta senza parole, non sa cosa dire, fare, gli occhi sbarrati a guardare il mio pene li, davanti a lei, a pochi centimetri dal suo viso. Ma io ormai ho superato il punto di non ritorno, ho vinto quella paura di manifestarle tutto quello che voglio da lei, la guardo e le dico: "Credevi non avessi il coraggio di fare una cosa del genere? Ho voglia di te dal 8 anni" e senza darle il tempo di rispondere la baciai.
Non disse niente altro quel pomeriggio.
Iniziammo a baciarci, con foga, le lingua si intrecciavano, le labbra si mordevano e subito la sua mano prese in mano il mio pene, duro, pulsante che quasi al primo contatto stava per esplodere. Mentre ci baciavamo lei lo toccava, scorreva quella manina minuta su e giù, roteava il pollice sul glande spargendo quel liquido denso che già lentamente usciva per l'eccitazione. Ero in piedi davanti a lei, non sapevo se resistere o lasciarmi andare in un schizzo potente, ero troppo eccitato, ma poi, quasi a saperlo, la sua bocca si avvicina e inizia a leccarle, prima il glande e poi tutto in bocca, un pompino inarrestabile, con la lingua che si arrotola intorno alla cappella prima di farlo affondare in gola.
Gli tengo la testa tra le mani mentre lentamente va su e giu, poi mi abbasso del tutto i pantaloni, gli sfilo la maglia, gli strizzo i capezzoli e vorrei sempre sborrare.
Non dice niente, sta zitta, con gli occhi fissi sul mio cazzo finchè si ferma e si alza. Non capisco cosa voglia fare, ma un secondo dopo si abbassa i pantaloni e le mutandine e si piega a novanta allargando con le mani il culo come un invito a penetrarla. Infilo un dito nella sua figa e la sento bagnatissima: non serve altro. La infilo da dietro a pecorina, è così bagnata che entra senza fatica al primo colpo, quel culo abbondante che ho sempre sognato così è li davanti a me, per me, con la figa bagnata e aperta per farsi infilare. Un grido quando lo metto dentro fino in fondo tutto in un colpo, poi ansima, resta immobile per i primi colpi ma poi inizia ad agitarsi. Ansima sempre più forse, poi il tono sale, si muove sempre più furiosa sul mio cazzo e urla di piacere, le sento che sta per venire perchè stringe le gambe, poi si ferma e urla, a lungo. Sta venendo e io non capisco più niente, inizio a muovermi veloce e forte, lei urla, io tengo il fiato, vado sempre più veloce e senza dire niente esplodo nella sua figa. Lo tengo dentro fino alla fine, finchè non smette di pulsare, di schizzargli dentro gli 8 anni di sborra, di seghe calndestine nel bagno dell'ufficio, a casa guardando le sue foto su facebook, in ufficio spiandola da dietro il vetro.
La stringo forte prima di sfilarglielo dalla gambe, è ancora duro, lei si gira, ci baciamo ancora mentre me lo accarezza.
E dopo 10 minuti di silenzio mi disse: "Ora non lasciamo passare altri 8 anni".
Con il cazzo ancora duro, stretto in mano, masturbandomi quasi a voler ricominciare, nudi in quell'ufficio che per 8 anni ci aveva fatti stare vicino, gli risposi: "Mi sono masturbato quasi ogni giorno sognandoti, ora i miei sogni li trasformeremo in realta". Mi rispose baciandomi.
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