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L'autostrada


di exibit1978
09.01.2017    |    30.077    |    2 9.3
"Infilo una mano sotto l'asciugamano che cade e la lascia nuda, un bellissimo seno, piccolo ma sodo con i capezzoli duri, li sento tra le dita e non resisto,..."
Rientro dal mare, ho lasciato li la mia ragazza perché il giorno dopo devo tornare al lavoro. E' domenica sera, è estate e non è ancora buio, non sono neanche le 19.
Imbocco l'autostrada e prendo la via di casa, la strada scorre, non c'è molto traffico, anzi quasi nessuno. Vedo arrivare negli specchietti una macchina che sta per sorpassare, mentre mi scorre a fianco butto un occhio e c'è una bellissima mora che guida, avrà circa 45 anni. Mentre mi sta sorpassando si gira un attimo e gli sorrido, vedo che ricambia.
Accelero un po' per restarli vicino, la vedo che dallo specchietto interno controlla dietro, quasi fosse interessata a capire meglio chi la segue. Decido di sorpassarla per vederla meglio: è una bomba! Bella, occhi azzurri, rossetto rosso, mi guarda anche lei ed è di nuovo un sorriso, la cosa mi intriga.
Passano pochi minuti che lei mi sorpassa nuovamente, altri sorrisi maliziosi. Sull'autostrada non c'è nessuno, fa un caldo infernale, solo noi due che per 50 e più chilometri continuiamo a sorpassarci ed io ormai sono anche eccitato per la cosa.
Poi arriva la mia uscita, metto la freccia, rallento e attendo che mi sorpassi per un ultimo sguardo ma anche lei mette la freccia per uscire, non ci speravo.
Passo al casello con il telepass, lei no, si deve fermare per cui rallento molto per vedere dove andrà e quando riparte mi segue, è dietro me, vado piano ma non mi sorpassa, sembra quasi mi segua.
Ad un certo punto arrivo al primo semaforo, è verde ma spero diventi rosso, voglio vedere cosa farà lei e la fortuna mi assiste: scatta l'arancione e mi fermo. Lei è dietro, la scruto dallo specchietto, l'eccitazione sale, vedo sorride, sento che mi viene duro all'improvviso, mi passo la mano sui leggeri pantaloni estivi, ho voglia di toccarmi all'improvviso, pulsa e mi tocco sopra i pantaloni. Scatta il verde. Si riparte, da li in poi ci sono molti semafori, sono quasi a casa ma non prendo la strada giusta, continuo, voglio vedere cosa succede.
La fortuna mi assiste e un altro semaforo è rosso, sto sulla corsia di sinistra e lei è costretta ad affiancarmi a destra, dopo più di mezz'ora siamo vicini affiancati e fermi.
Ci guardiamo e sorridiamo a vicenda, lei con quel rossetto rosso mi fa impazzire, mentre la guardo mi tocco dentro i pantaloni sperando non si veda, nel frattempo la luce sta scendendo ma il semaforo torna verde.
Sono eccitato e continuo a toccarmi, ci sono 4 semafori davanti a noi, tutti a doppia corsia, io vado pianissimo per cercare il rosso e lei non mi sorpassa. Arriviamo al semaforo successivo che è nuovamente rosso e siamo di nuovo affiancati. Non resisto, i pantaloni sono già un po' abbassati per toccarmi la cappella che pulsa che un po' fremente, così abbasso anche il finestrino e anche lei: ciao!
Mi chiede come mai la seguo, io lo stesso a lei. "Pensavo di conoscerti" dice lei, "Mi sa di no". "Beh" rispondo io, "abbiamo tutto il tempo se vuoi, fermati li più avanti in quel parcheggio". Riparto e mi parcheggio, il posto è sulla strada ma in una rientranza fuori dalla vista, si ferma anche lei.
Scendiamo dalle macchine e ci presentiamo, c'è imbarazzo e ci mettiamo anche a ridere, che cosa strana vero?
Si, ma poi perchè? "Mi hai incuriosito" dice, e io "Mi hai preso con quei sorrisi, sei bellissima". Ci guardiamo e ridiamo. Due chiacchere su di noi, di dove sei, come mai in strada a quell'ora che non c'è nessuno in giro? Anche lei rientrava dal mare, ha lasciato il figlio e il marito in spiaggia e rientra a casa perchè lavorerà ancora una settimana, proprio come me.
"Beh, immagino quindi che devi cenare anche tu, vero? Cosa dici di farci compagnia?" Lei accetta ma prima deve passare a casa per una doccia, arriva direttamente dalla spiaggia proprio come me. "Se mi aspetti che mi faccio una doccia si dai, poi una pizza? Dove ci vediamo? Anzi vieni con me, mi aspetti, mezz'ora e sono pronta, seguimi".
La seguo fino casa, un bel appartamento sopra Trieste, mi fa salire con lei, tanto non c'è nessuno a casa, mi fa accomodare in salotto e mi offre una birra: "Dammi 20 minuti, faccio una doccia e arrivo, li c'è il telecomando se vuoi guardare la tv, faccio velocissima".
Va verso un lungo corridoio, accosta senza chiudere la porta, poi sento armeggiare, immagino stia prendendo i vestiti per cambiarsi, vedo un'ombra che attraversa il corridoio e poco dopo sento scorrere l'acqua della doccia ma il rumore è forte, la porta non dev'essere chiusa. Sono eccitato, di nuovo lo sento gonfiarsi, mi tocco ancora sopra i pantaloni e la curiosità sale, vorrei andare verso quel bagno e spiarla.
Non resisto, sono troppo eccitato, mi alzo dal divano e cercando di non farmi sentire vado verso il bagno, la porta del corridoio è solo accostata, basta un leggero tocco e davanti a me socchiusa c'è la porta del bagno. Sento il rumore dell'acqua, mi avvicino con una mano appoggiata al muro, per non sbilanciarmi mentre cerco di fare meno rumore possibile, e l'altra con il mano il pene ormai duro e già con il glande scoperto.
Arrivo davanti alla porta e la vedo oltre il vetro della doccia: ha una mano sul seno e l'altra in mezzo alle gambe ma mi rendo conto che non si sta lavando ma toccando perchè la mano in mezzo alla gambe si muove veloce e lei ansima.
Questa occasione non capiterà mai più nella vita: con il pene sempre più gonfio, il glande quasi viola per quanto duro è, apro la porta, lei si gira e urla: "Cosa fai! Sei matto?". La guardo: "Lo vuoi anche tu, è chiaro", apro la porta della doccia e la bacio.
Le lingue si muovono frementi, lei chiude l'acqua "Passami l'asciugamano, matto", se lo avvolge intorno al corpo e ricomincia a baciarmi. Siamo in piedi, lei avvolta solo in un asciugamano, io con il pene duro ancora fuori dai pantaloni, abbracciati in un bacio pieno di erotismo, le labbra si mordono, le lingue si sfiorano e poi la sua mano scende a prende ad agitare il mio pene, lo sente che pulsa nel suo palmo, vorrei già venire tanto sono eccitato. Infilo una mano sotto l'asciugamano che cade e la lascia nuda, un bellissimo seno, piccolo ma sodo con i capezzoli duri, li sento tra le dita e non resisto, incomincio a mordicchiarli, succhiarli, leccarli intorno alla corona, lei continua a masturbarmi e per compensare la cosa faccio altrettanto e inizio a stuzzicarle il clitoride. Un sospiro, poi un gemito: le piace, è clitoridea ed eccitata forse anche più di me. La stimolo e infilo un dito ed è così bagnata che non entra senza forzare minimamente, ansima e geme, geme sempre più forte, poi inizia a tremare sulla mia mano ma con la sua non si ferma, continua a masturbarmi: "Sto per venire Alessandra!". E' un attimo e non resisto, parte il primo schizzo e le finisce su una coscia e urla: "SI!": è venuta anche lei, è in piedi con una gamba sollevata, trema e io continuo a stimolarla perchè il suo orgasmo non sta finendo. "SI! SI! SIIIIII!". Allenta la presa sul mio pene che dal momento intenso stava stritolando, parte un altro schizzo forte e si butta su di me. Ha la mano piena di sperma, si pulisce con l'asciugamano, prende il mio viso tra le mani e mi bacia, intensamente mentre continuo lentamente e dolcemente a toccarla perchè è ancora bagnatissima. Tolgo la mano, le metto un dito in bocca e le faccio assaggiare il suo sapore e con la lingua umida del suo sapore mi bacia.

Poi raccoglie l'asciugamano, se lo avvolge intorno al seno ancora turgido e mi chiede di uscire e aspettare in salotto. Acconsento e reinfilo il pene stravolto nei pantaloni.
Dopo 10 minuti arriva, sorride, è vestita con una leggera camicia da notte: "Forse è meglio non uscire per la pizza, non me la sento". Rimaniamo due ore a parlare seduti sul divano, ogni tanto qualche bacio. Ormai è tardi, è quasi mezzanotte.
"Bene, ora vado, è tardi, ci rivedremo?" Lei mi guarda e mi dice "Sai dove abito, cercami ma sii discreto, lo sai che sono sposata, finisco di lavorare ogni sera alle 18.30".

"Buonanotte Alessandra"
"Buonanotte Marco".
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