Prime Esperienze
Non c'è cosa più divina

28.05.2025 |
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"Cominciammo ad accarezzarci, i primi timidi baci labbra a labbra, gli occhi negli occhi, i sorrisi..."
Lo ricordo come fosse ora.Era circa metà degli anni 70, il 1974 per la precisione e stavamo viaggiando verso il mare.
Il telone che copriva i bagagli sul portapacchi della 500 faceva un casino impressionante, ma era, a detta di mio padre, assolutamente necessario per proteggere le valigie di cartone in caso di pioggia.
Andare in vacanza, per di più al mare, era un evento rarissimo per noi, i soldi non è che fioccassero ai tempi, ma quell'anno i miei presero un appartamento in riviera per tutta l'estate.
Avevo superato l'esame di maturità col massimo dei voti e quello era il loro modo di esprimere la gioia per aver finalmente un figlio diplomato; la cultura universitaria di massa non era ancora arrivata e un titolo da Geometra avrebbe aperto molte porte nel mondo del lavoro.
L'appartamento i miei l'avevano preso grande, ma per risparmiare, a metà con la famiglia di mio zio, in tre anche loro.
Lui era il fratello di mio padre, con la moglie e una figlia, mia cugina, un anno più piccola di me.
Non ci vedevamo molto durante l'anno, noi emigrati a Torino in cerca di lavoro, loro trasferiti a Roma per lo stesso motivo, le occasioni di incontro si risolvevano nel passare insieme le feste comandate, a volte un paio di settimane in estate o qualche compleanno, ma nulla di più.
Noi arrivammo prima e cominciammo a sistemare le cose, quando sentimmo la loro macchina, una fiat 128 verde scuro, entrare in cortile.
Marina, mia cugina era seduta dietro, non la ricordavo così, l'ultima volta che l'avevo vista era totalmente diversa, sarà che nelle ultime occasioni di incontri di famiglia non era venuta, aveva preferito rimanere a casa di un'amica perché trovava questi incontri noiosi oltremisura.
La ricordavo, come si direbbe oggi, burrosa, o morbida o ancora meglio bbw... ma nel 1974 invece era semplicemente grassa, rotondetta o cicciottella con due tette così.
Ma la ragazza che scese dalla 128 a gambe unite in minigonna e magliettina aderentissima, era decisamente diversa, in forma smagliante ed aveva tutte le curve al posto giusto, evidentemente era sbocciata in tutta la sua femminilità.
Sempre la solita stronza però rimaneva.
Aveva un carattere veramente di merda, almeno così mi sembrava di ricordare, saputella, acida e spocchiosa.
Non dico che provai gioia quando la sera a cena ci dissero che era stata rimandata a Settembre in matematica, ma quasi.
Essendo la prima volta in vacanza in quella zona non avevamo le amicizie come chi va nello stesso posto anno dopo anno, quindi piuttosto che stare ognuno per conto suo a guardare per aria ci facevamo compagnia a vicenda; giorno dopo giorno mi stavo ricredendo, forse non era neanche tanto stronza come la ricordavo.
I pomeriggi dopo pranzo in genere, quando i genitori facevano il riposino, lei si dedicava a studiare matematica per l'esame di riparazione, spesso le davo una mano anche volentieri perché era una materia in cui me la cavavo abbastanza bene.
Andavamo sul tetto della casa, era uno di quei tetti pari con i fili per stendere i panni e una specie di solarium, se così si può dire, così mentre studiava ne approfittava anche per prendere il sole, visto che andare in spiaggia con tutti i libri si vergognava.
Uno di questi pomeriggi mi chiese di spalmarle la crema, indossava un bikini, io ero particolarmente tonto e non avevo mai toccato un corpo femminile prima di allora, quando si mise a pancia in giù tirandosi su i capelli iniziai, ero impacciato, non sapevo come comportarmi, mentre le passavo le mani con la crema sulle cosce ebbi un'erezione.
Lei se ne accorse perché aveva la testa piegata di lato verso di me, si voltò dall'altra parte e sentii che il suo corpo sobbalzava leggermente, stava ridendo sommessamente cercando di non farsi accorgere da me.
Comunque continuai facendo finta di nulla, ma quando si girò a pancia in su per farsi spalmare la crema solare davanti, con una scusa le dissi che dovevo scendere un attimo in bagno.
Al ritorno, un po' imbarazzati entrambi, proseguimmo con i compiti senza fare accenno all'accaduto.
La cosa andò avanti un po' di giorni, tra risate e fughe improvvise si stava creando tra di noi una situazione strana.
Quella mattina il cielo non era dei migliori, era grigio, plumbeo, sembrava stesse per piovere da un momento all'altro, così che invece di andare in spiaggia, i "grandi" ( così chiamavamo i nostri genitori ) decisero di andare a fare colazione in centro e poi un giro per il paese e visto che era anche giorno di mercato di impiegare il resto della mattinata tra le bancarelle.
Marina decise che avrebbe dedicato la mattinata alla matematica, io come al solito l'affiancai, e sebbene il cielo non fosse dei migliori preferimmo andare sul solito solarium piuttosto che stare chiusi dentro casa.
Dopo un'oretta il cielo invece cominciò ad aprirsi e il sole caldo e forte di Luglio fece capolino in tutto il suo splendore, cosicché lei corse giù a prendere la crema solare ed al ritorno come sempre mi chiese di spalmagliela.
Iniziai dalle gambe, dai polpacci, poi salii fino alle cosce e mi soffermai sul suo culo massaggiandolo per bene; l'erezione non si fece attendere, solo che stavolta invece della solita risatina il suo sguardo si fece più intenso e con una mano mi toccò il rigonfiamento del costume.
"Posso ?" mi chiese "non ho mai toccato un uomo li, sai... com'è duro... fammi vedere"
Non finì la frase che già mi stava tirando giù il costume.
Era decisamente più avanti di me, d'altro canto non ci voleva molto.
Per avere 20 anni diciamo che non ero molto sveglio da quel lato, piuttosto timido con le ragazze direi, ma madre natura mi aveva ben dotato in un altro senso.
Marina rimase stupita, cominciò a toccarlo ed accarezzarlo, faceva scorrere la sua mano lungo tutta l'asta accarezzandone la pelle, fino alla cappella che stava pulsando enormemente.
Lei era ancora a pancia in giù, tolse la mano dal mio uccello e si slacciò il reggiseno, si alzò a sedere e vidi quel bellissimo paio di tette, belle, sode, i capezzoli turgidi, dritti, poi si distese sulla schiena e mi sorrise riprendendo ad accarezzarmi l'uccello.
"Che bello" mi disse sussurrando
Io le misi entrambe le mani sulle tette, fu una sensazione strana, non ne avevo mai toccate prima, erano morbide e dure allo stesso tempo, sode, lisce e vellutate.
Le accarezzai, le strinsi, giocherellai con i suoi capezzoli, mi piegai a baciarle.
Mi rialzai e le misi le mani si fianchi, sui laccetti che chiudevano la parte di sotto del costume ed iniziai a slacciarli.
"Voglio vedere anche io" le dissi sottovoce, lei arrossì ma annuì leggermente con la testa.
Tra le gambe aveva un folto ciuffo di peli, che incorniciavano la cosa di cui avevo sempre sentito parlare dai miei amici, ma che non avevo ancora mai visto, perlomeno dal vivo.
Molto timidamente la toccai, provai ad accarezzarla, era tutta bagnata.
Eravamo completamente nudi, la curiosità iniziale aveva lasciato il posto ad una evidente eccitazione da parte di entrambi.
Prendemmo un lenzuolo tra i panni stesi e ci sdraiammo li, riparati dalla rientranza delle scale non ci vedeva nessuno.
Cominciammo ad accarezzarci, i primi timidi baci labbra a labbra, gli occhi negli occhi, i sorrisi.. le mani che scorrevano le une lungo il corpo dell'altro esplorandolo, tastandone la pelle, accarezzandolo.
Sentii prendere nuovamente il cazzo in mano, questa volta con tutte e due le mani, era diventato duro come il marmo, le misi la lingua in bocca, lei ricambiò con foga, le nostre lingue si cercavano, si toccavano, si incrociavano l'una nella bocca dell'altro.
Con una mano le stavo stringendo una tetta mentre l'altra tra le sue cosce cominciava ad esplorare la parte del suo corpo più femminile, le mie dita stavano facendo capolino dentro la sua figa, era calda, morbida, bagnatissima.
Marina allargò le gambe per permettermi di toccarla meglio, entrai con un dito, fu una sensazione strana, lei inarcò la testa all'indietro mettendo in mostra il suo bellissimo collo.
Lo baciai, lo baciai infinite volte prima di appoggiare nuovamente la mia bocca sulla sua e di scambiarci ancora la lingua.
Il mio dito dentro di lei si muoveva avanti ed indietro, Marina emetteva gridolini, ansimava, stava provando piacere.
Le sue mani scorrevano su di me, sul mio cazzo, era una sensazione bellissima, sentivo la testa girare, il calore che mi saliva dentro, un turbinio di emozioni mai provate prima.
D'istinto le montai sopra, lei allargò le gambe, appoggiai la cappella alla sua figa.
All'orecchio mi sussurrò che era vergine, pregandomi di fare piano perché aveva un po' di paura, le chiesi se fosse sicura di proseguire e mi fece cenno di si.
Evidentemente l'eccitazione era alle stelle anche per lei.
Appoggiai la cappella alla figa e spinsi piano, entrai leggermente, poi iniziai a sentire un po' di resistenza.. lei mi stava abbracciando, ci stavamo baciando molto intensamente, aumentai la forza delle spinte, sentii le sue braccia dietro la mia schiena stringermi di più, allargò ancora di più le gambe ed io diedi un colpo forte, decisamente forte.
Marina urlò, contemporaneamente le sue unghie si conficcarono nella mia schiena, l'avevo penetrata in profondità rompendole l'imene, adesso ero dentro di lei.
Sentivo il mio cazzo tutto dentro, lo sentivo caldo, bagnato, lo sentivo scivolare dentro e fuori Marina, iniziai a spingere in modo deciso, e poi ancora di più.
Colpo dopo colpo, il mio corpo sbatteva contro il suo, la sua smorfia di dolore adesso stava cambiando, dopo i primi momenti ora aveva assunto un'altra espressione, di piacere, di puro piacere.
Le mani che pochi istanti prima mi avevano stretto la schiena trafiggendola con le unghie, ora mi stavano accarezzando la nuca e la sua lingua dentro la mia bocca si muoveva vorticosamente.
I fianchi di Marina si alzavano e si abbassavano assecondando la penetrazione.
Il mio cazzo stava facendo fuori e dentro da lei, i suoi occhi brillavano di luce, era al settimo cielo, i colpi si susseguivano uno dopo l'altro incessantemente, mi pregava di non fermarmi, di non smettere, fino a quando la sentii gemere, le sue cosce fremettero, il suo corpo ebbe un sussulto improvviso, e la sua espressione si fece più tranquilla e rilassata.
Io continuai ancora per un po', poi sentii salire lo sperma lungo l'uccello fino alla cappella.
In tutte le volte che finora mi ero masturbato non avevo mai avuto uno schizzo così potente, la vidi spalancare gli occhi per la sorpresa, le ero venuto dentro con una quantità di sperma penso mai successa prima.
Emisi un suono gutturale, di godimento, poi mi accasciai su di lei che mi strinse forte e mi baciò una guancia con tenerezza.
Ci sdraiammo uno a fianco all'altra a guardare le nuvole che scorrevano veloci nel cielo.
"Lo sai cosa succede" mi disse sottovoce " quando un uomo non esce in tempo da una donna mentre fanno l'amore ? "
"... speriamo di no" le risposi
E infatti non successe, almeno quella volta... si, perché poi continuammo a fare l'amore, di nascosto dai nostri genitori ovvio, dopo la prima volta con le dovute precauzioni, fino a quando...
Ma questa è un'altra storia
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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