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Scambio di Coppia

Victoria's Secret


di Membro VIP di Annunci69.it testing_the_limits
20.09.2023    |    10.178    |    7 9.6
"Un forte abbraccio stretto: si sente, non è solo sesso e non può essere amore..."
Puntualissimi arriviamo nel parcheggio del nostro Outlet all’orario concordato.
E’ il primo pomeriggio di un freddo sabato autunnale. Nuvole basse, cielo grigio, pioggia e temporali in arrivo per questa sera. Una folata di vento porta con sé odore di muschio e foglie bagnate. Tutto intorno ci parla di malinconia mentre noi, pensando a quello che ci attende, bruciamo di passione.
Mi chiedo come faremo a trovarli, il parcheggio è così grande! Forse dovremo sentirci su Telegram… invece no: eccoli lì, anche loro puntualissimi, parcheggiati ad un centinaio di metri da noi. Penso: questa sintonia, anche nelle cose più banali, vorrà pur dire qualcosa, no?
Eccoli lì, Marco e Valentina: ci hanno visto, allungano il passo per venirci incontro, anche noi facciamo lo stesso. In quella manciata di secondi che ci separa li osservo bene e non posso fare a meno di chiedermi come riesca a funzionare l’incastro tra noi e loro: sono entrambi terribilmente belli… e giovani! Guardo mia moglie, è già persa nei loro sguardi. Camminando, la abbraccio e ci scambiamo un bacio da innamorati.
Li raggiungiamo ed i saluti sono di quelli molto, molto dolci. Un forte abbraccio stretto: si sente, non è solo sesso e non può essere amore. Sicuramente un affetto di quelli profondi, intriso di autentica passione. E’ molto che non ci vediamo, ma li sentiamo spesso e questo aiuta ad addolcire la distanza. Praticamente per noi è come se ci fossimo salutati ieri.
Ci ritroviamo a chiacchierare nel parcheggio, che non è la migliore delle location e soprattutto non è quello per cui siamo venuti. Vale ci richiama tutti all’ordine: «Andiamo? Possiamo conversare anche mentre camminiamo, giusto?»
Giusto Vale… come darti torto. Ci siamo presi tutto il fine settimana per noi quattro, ma il programma che abbiamo è sicuramente molto intenso. Ci dirigiamo verso il nostro negozio. Mi invento una scusa per rimanere un po' in disparte, dico che ho dimenticato qualcosa in macchina. «Andate pure, vi raggiungo subito».
Li guardo, mentre camminano di spalle, Marco in mezzo alle due ragazze: Vale se lo stringe forte… Claudia più timida accenna un abbraccio. Sarà il preludio di quello che verrà dopo? Non lo so, ma sento che non sono per nulla geloso ed anzi… questa complicità fra di loro mi fa stare proprio bene. Li raggiungo velocemente, mi metto al fianco di Vale, mi guarda ed i suoi occhioni mi sciolgono all’istante.
E’ bellissima, sa di esserlo, sa quello che vuole e sa come prenderselo. Tuttavia, quello che più mi attrae di lei è il magnetismo che le deriva dal suo continuo giocare alla gatta con il topo. Non mi ritengo particolarmente bravo a fare il topo, ma faccio del mio meglio.
Entriamo in negozio.
Un profumo inebriante accende i nostri sensi: i miei pensieri corrono a tutti quei momenti in cui Claudia l’ha indossato ed alle emozioni provate. Un pezzo di vita mi passa davanti ed ora siamo qui, insieme ad una coppia che possiamo senza ombra di dubbio chiamare amica, per vivere nuove ed intense esperienze.
Il negozio è semivuoto. Le commesse, come sempre, sono splendide ed all’apparenza perfette: forse troppo, penso. In ogni caso io e Marco abbiamo occhi solo per le nostre due ragazze. Le osserviamo mentre sfilano elegantemente tra gli scaffali, sussurrando tra di loro, cercando qualcosa che meriti attenzione. Ogni tanto osiamo anche noi lanciarci in qualche timido suggerimento, ma sappiamo che alla fine la scelta sarà la loro, come sempre.
Raccolti molti completi interessanti, le ragazze si avviano con complicità verso i camerini, provvidenzialmente deserti. Noi mariti ci accomodiamo sui divanetti presenti davanti alle cabine. Alle ragazze interessa un nostro parere e noi non vediamo l’ora di darglielo!
Le vediamo sfilare molto disinvolte indossando ogni tipo di lingerie. Approfittando dell’assenza di altri clienti nei camerini e del fatto che ci troviamo in una posizione piuttosto defilata rispetto al resto del negozio, talvolta Claudia e Vale si lasciano andare a qualche coccola. All’inizio in realtà molto pudiche, ma più aumenta il numero dei completini provati e più le carezze si fanno audaci. Io e Marco ci guardiamo: vorremmo saltare addosso ad entrambe, ma siamo tutti padri e madri di famiglia. Non ci sembra proprio il caso di rischiare una denuncia per atti osceni e ci limitiamo a mangiarle con gli occhi, mentre il gioco per noi maschietti si sta trasformando in un piccolo supplizio.
La sfilata prosegue, fino a quando escono come non le abbiamo mai viste: identiche, due sensualissime guêpière nere composte da reggiseno leggermente imbottito con ferretti, spalline di pizzo, chiusura sulla schiena con gancetti, corpetto in raso, slip in micro-rete in coordinato ed autoreggenti velate con balza alta in pizzo. Per essere sicure di stenderci del tutto ovviamente non hanno potuto dimenticare di indossare gli immancabili tacchi.
Marco mi fa: «Cosa dici, promosse?» Io non riesco a proferire parola, ma la mia espressione credo sia sufficientemente eloquente. Vale, non contenta mi dice: «Al posto delle mascherine vorremmo utilizzare queste» ed indossa sugli occhi una leggera benda nera che sembra fatta apposta per quello che abbiamo in mente.
Noto una strana luce negli occhi di Claudia… mi guarda con fare sornione, dopodiché trascina Vale nel camerino, lasciando la porta aperta in modo che noi mariti possiamo guardare. Iniziano a baciarsi con passione, dopodiché Claudia fa girare Vale di schiena e le fa appoggiare le mani al muro, sussurrandole di non muoversi. Lentamente fa scivolare la mano all’interno delle cosce ed inizia a farle un ditalino. Sentendola tremendamente bagnata le mette l’altra mano sulla bocca, supplicandola di non fare rumore. Si inginocchia per riempire di baci il suo sedere, sfila le mutandine, la fa girare e comincia a leccarle la fica. Si guardano negli occhi, si desiderano. In piedi, Vale sente cedere le gambe.
Nel frattempo io e Marco ci accorgiamo che sta per arrivare un cliente. Lo facciamo capire alle ragazze, che sono costrette a chiudere la porta del camerino, interrompendo il loro festino. Chiedo ad alta voce: «Cosa dite, possiamo andare?». Rispondono con un telegrafico «Arriviamo» mentre si rivestono e ridono di gusto.
Usciamo dal negozio tutti e quattro contenti come dei bambini a cui i genitori hanno appena comprato un giocattolo nuovo. Senza pensarci troppo, chiedo al gruppo se vogliamo andare nella caffetteria davanti a bere qualcosa. Vale mi guarda, mi cinge una mano dietro e mi dice: «Fabrizio… sono ancora tutta bagnata per quello che è successo poco fa. Tua moglie mi ha lasciato lì come una gattina abbandonata ed io non vedo l’ora di andarcene nel nostro posticino. Ho una voglia che neanche te lo immagini» e mi stampa un bacio sul collo. Un brivido mi percorre. Cerco gli occhi di mia moglie, che mi ricambia con la sua classica espressione che utilizza quando vorrebbe dirmi: «Sei proprio un coglione»
Ci incamminiamo verso il parcheggio. Voglio rifarmi dell’uscita infelice di prima e lancio un’idea: «Il nostro posticino è qui vicino, perché non andiamo con una macchina sola? Potremmo andare con la nostra!» La proposta, dopo qualche ritrosia di rito appena accennata, sembra incontrare il favore del pubblico. Arriviamo alla macchina. Marco fa per sedersi davanti e mi viene spontaneo dirgli: «Secondo me ti converrebbe salire dietro insieme a loro, tranquillo che non mi offendo».
Le ragazze si sono già accomodate dietro, Vale nel mezzo lo reclama con lussuria: «Vieni Marco, ho bisogno di voi due».
Accendo il navigatore, sistemo lo specchietto retrovisore e metto in moto.
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