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1. L’officina


di Membro VIP di Annunci69.it zani82000
15.06.2023    |    10.211    |    3 9.4
"Look total black con top cortissimo, che faticosamente riusciva a contenere la mia terza piena, capolavoro del Dr..."
Eccoci arrivati. Ci siamo.
L’ambiente è un tuffo nel passato. L’odore di grasso e di olio trasuda da ogni centimetro e si alterna a quello più nobile ed etereo della benzina. Ovunque pezzi di carrozzeria, motori smontati, attrezzi, contenitori di ogni tipo, fusti, pneumatici, banchi da lavoro e ponti sollevatori. Disordine è caos regnano sovrani, camminare senza rischiare di incespicare in qualcosa è un’impresa.
E poi eccoli. Laggiù, in un angolo immerso nella penombra, si intravedono due figure chine su se stesse, intende a lavorare su un auto. Sono loro: i due meccanici. Eccoci arrivati, dunque: siamo all’officina.
Nessun rumore. Entriamo e si ode solo il riecheggiare imponente dei tacchi delle mie Loboutin. Solo in quel momento abbasso lo sguardo su di me e mi accorsi di essere vestita da perfetta troia. Più che vestita gli abiti erano praticamente dipinti addosso. Look total black con top cortissimo, che faticosamente riusciva a contenere la mia terza piena, capolavoro del Dr. Lagerfeld, luminare di chirurgia plastica, pantalatex che evidenziavano le mie gambe dritte e lunghe, décolleté in vernice rossa rigorosamente tacco dodici.
L’auto ci aveva lascito in panne un paio di chilometri prima e la pioggia ci aveva accompagnato per tutto il nostro cammino verso l’officina.
Non faceva freddo ma era ormai sera ed eravamo entrambi bagnati fradici.
Diritta sula soglia i miei lunghi e bagnati capelli biondi, lasciavano scivolare grosse gocce di pioggia lungo i miei abiti che ricadevano sotto di me.
Improvvisamente un vigoroso turgore si impossessò dei miei capezzoli.
L’ora di chiusura era passata da un bel po, ma stasera avevamo deciso
che ci saremmo fermati per finire la nostra Abarth. Ormai stavamo sistemando i dettagli, il grosso del lavoro era ormai fatto e in officina regnava il silenzio.
Io e Domenico venivamo da un piccolo paesino del sud. Fin da bambini eravamo appassionati di meccanica ma crescendo ci eravamo accorti anche di un’altra passione in comune, che però con la meccanica non c’entrava proprio nulla.
Domenico aveva 4 anni in più di me e mi aveva sempre voluto bene, un bene che nel tempo si era trasformato in un sentimento più forte che io, sin da subito, contraccambiai. La nostra relazione però non avrebbe mai potuto avere un futuro nel paesino che ci aveva visto nascere. Domenico un giorno mi disse:”Stefano, se vogliamo avere una vita tranquilla dobbiamo lasciare il sud!” Così, decidemmo di trasferirci al nord e coronare il nostro sogno sia lavorativo che d’amore. Aprimmo una piccola officina e la gente non faceva poi molto caso alla nostra vita privata, peraltro molto discreta. Gli anni volarono felici. Fino a stasera.
Il silenzio dell’officina venne bruscamente interrotto da un secco rumore di tacchi, inequivocabilmente femminili. Sull’uscio apparve una splendida figura di donna affiancata dal suo accompagnatore. Io rimasi impietrito mentre Domenico andrò loro incontro. Parlarono e poco dopo uscirono insieme, presumibilmente per andare a recuperare l’auto rimasta in panne con il carro attrezzi.
Io e la donna ci trovammo improvvisamente soli.
La presenza femminile non mi aveva mai messo a disagio anzi l’avevo sempre vissuta con complicità…..ma stavolta era diverso. Quella figura emanava una forza ed una sicurezza tipicamente maschili, che non avevo mai visto prima in una donna. I suoi occhi di ghiaccio mi fissavano, sembravano leggermi nell’anima. Non aveva ancora detto nemmeno una parola.
Io invece, anche volendo, non ero proprio in grado di parlare; il cuore mi pulsava forte e la fronte era madida di sudore freddo Feci allora cenno con la testa e le mani, di seguirmi e la accompagnai nel bagno di sevizio dove le porsi una salvietta pulita con la quale asciugarsi.
Dei due meccanici, uno andò con mio marito per recuperare l’auto, ed io rimasi così sola con quello più giovane.
Non diceva una parola, aveva lo sguardo intimorito quasi terrorizzato, come un cerbiatto davanti al fucile del cacciatore. Mi fece un timido cenno con la testa come per seguirlo. Arrivammo in un bagno, dove mi porse una salvietta pulita.
Iniziai ad asciugarmi i lunghi capelli e mi sedetti su di una panca in legno. Lui rimase immobile, davanti a me. Accavallai le gambe e la mia gamba si posizionò esattamente in mezzo alla sue. Lo guardai fisso negli occhi e gli dissi:”asciugami i piedi, non vedi che ho freddo?” e mi passai una mano sui capezzoli sempre più duri.
Lui si inginocchiò davanti a me, mi sfilò il tacco e rimase a fissare il mio piede nudo. Poi prese un’altra salvietta ed inizio a massaggiarmelo dolcemente. Cambiai incrocio offrendogli l’altro e lui proseguì nel suo compito. Era nuovamente incantato su di me. “Bacialo” gli ordinai fissandolo negli occhi, e lui lo eseguì. Le sue mani erano tutto un fremito.
Era un bel ragazzo dal fisico asciutto e tonico, testa corvina e pelle olivastra. Classica bellezza mediterranea.
Mentre stava dolcemente baciando il mio piede, io appoggiai l’altro sul suo grembo e mi accorsi subito che qualcosa di importante era celato sotto la sua tuta da meccanico. Giocherellai un po’ mentre lui proseguiva nell’adorazione poi, ad un certo punto, gli ordinai: “alzati” è mi ritrovai la sua patta proprio davanti alla bocca. Alzai lo sguardo ed incrociai il suo. Mi slacciai il mio top e finalmente i grossi seni erano liberi di farsi ammirare nella loro elegante possenza Una goccia di sudore percorse il viso del ragazzo. Abbassai lo sguardo e aprii la patta della tuta. In tutto il suo splendore mi apparve un bellissimo pene nel pieno di una possente erezione. Ingoiai tutto il turgore fino alla radice ed iniziai a praticare una delle mie specialità
La mia lingua e le mie labbra correvano sull’asta che a gran fatica riuscivo a contenere nella mia bocca. Il ragazzo vantava una generosa dotazione, soprattutto in diametro ed il suo membro era riccamente percorso da grosse vene che sentivo pulsare. Il tipo di verga che in assoluto preferisco. Si poteva udire solamente la splendida melodia di un pompino magistralmente eseguito, accompagnato da gemiti di incontrollato piacere. Dopo un tempo indefinito ma soddisfacente, avvertii le classiche vibrazioni che precedono l’eiaculazione ed infatti poco dopo fui sommersa da una venuta colossale che fuoriuscendo copiosa dalle mie labbra innondò i miei seni. A quel punto il ragazzo si prese l’asta in mano e la spremette fino all’ultima goccia poi rapidamente si inginocchiò davanti a me e, baciandomi dolcemente, mi ripulì da tutto il suo seme godendoselo fino all’ultima goccia, seni compresi. Io mi godevo la scena di questo finale a sorpresa che mi fece sentire ancora più troia e dominatrice di quanto normalmente mi senta in questo genere si situazioni.
A lavoro ultimato il ragazzo scappò via trafelato e spaventato ancora con la tuta mezza abbassata come se volesse fuggire da me. Io finii di asciugarmi e mi rivestii con calma per poi raggiungerlo in officina. Nel mentre arrivò il carro attrezzi con mio marito e l’altro meccanico.
Ci ritrovammo tutti e quattro a parlare per accordarci sulla riparazione dell’auto, ma qualcuno era paonazzo in fronte ed ansimava profondamente.
Dopo qualche minuto il ragazzo si calmò. Decidemmo che avremmo chiamato un taxi ed avremmo passato la notte in hotel in quanto l’auto non sarebbe stata pronta prima dell’indomani sera. Mio marito è appassionato di auto, e non perse l’occasione per fare un giro nell’officina, mentre aspettavamo il taxi.
Arrivò il momento di congedarsi, così ci salutammo con l’accordo di vederci il giorno dopo. Il giovane meccanico si guardò bene dall’incrociare il mio sguardo, ed il fatto non passò inosservato agli altri due.
In taxi raccontai tutto a mio marito che si eccitò da morire. Nel raccontarlo tenni un tono di voce tale che anche il tassista potesse sentire tutto alla perfezione. Incrociai più volte il suo sguardo nello specchietto e, di nuovo, mi si inturgidirono i capezzoli.
Sono proprio una gran troia.
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