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Carmela, la moglie del mio migliore amico...


di Membro VIP di Annunci69.it peppe_11
10.09.2024    |    510    |    0 8.7
"La mia camicia fu tolta in fretta furia, e mentre mi sbottonava i pantaloni, sentivo i suoi capezzoli trafiggere il mio petto..."
Carmela, la moglie del mio migliore amico pt.2

Continuazione del capitolo 1.
Di quell’episodio non ne parlammo più… fu così che si concluse il primo capitolo di quella vicenda, tanto erotica quanto trasgressiva, fino a quando Carmela e Antonino decisero di ritornare nella loro amata Sicilia, per far crescere il loro figlio nella Terra fatta di Sole e Mare.

Al loro ritorno, tutto riprese normalmente… Io e Antonino eravamo sempre insieme, e tutti i fine settimana, ovviamente con le rispettive mogli e figli… si perché nel frattempo il tempo passava, ed la VITA faceva il suo corso: moglie, figli, lavoro, delusioni, litigi, preoccupazioni, divertimenti, gite, spassose serate… insomma, le classiche famiglie di amici che condividono tutto.
Il mio lavoro ingranava, e si prospettava una grossa commessa per un progetto, e si palesava l’idea di assumere qualcuno per darmi una mano, una fac-totum, che si occupasse di rassettare lo studio, pagare qualche bolletta, organizzare l’agenda, e fare qualche telefonata ai clienti.
Il mio pensiero si rivolse a Carmela, che nonostante la gravidanza, aveva sempre lo stesso fisico dei tempi andati: un culo tondo (ma tondo veramente, a tal punto da poterlo disegnare col compasso), una bocca molto larga contornata da labbra disegnate (anche se non pronunciate) un seno piccolo, ma con dei capezzoli molto delicati, ben proporzionati e con pigmentazione che si sposava benissimo con la carnagione, ma quello che mi faceva davvero impazzire, era la loro morbidezza… sento ancora la consistenza tra le mie dita….
Così, tra una chiaccherata e l’altra, durante i fine settimana passati assieme, tra mare e grigliate, tra risate e battute, le ho chiesto: “Che ne pensi di lasciare il tuo lavoro di signora delle pulizie, e venire a lavorare con me?”. Lei, con il solito sorriso e la leggerezza che la contraddistingue, mi disse: “Si, perché no! Ti vengo a trovare settimana prossima.”
Il nostro rapporto era rientrato nei ranghi, considerando che le nostre famiglie erano sempre assieme, e che condividevamo tutto. Ma riuscivo sempre a distinguere e separare i miei pensieri: da un lato quello dell’amico, e dall’altro quello di uomo trasgressivo, che vedeva una montagna di sesso, una donna erotica in tutto quello che faceva, ed una pantera a letto…
Il suo SI, mi aveva fatto scattare una nuova scintilla, che mi aveva acceso nuove domande e nuovi interrogativi: mi ha detto sì perché vuole riprendere il discorso, oppure queste domande erano il frutto dei miei desideri erotici nei suoi confronti? Solo il tempo sarebbe stato in grado di rispondere.
Così iniziò la settimana, ed il Martedì seguente mi arrivò un messaggio: “ Ciao… sei in ufficio?” era lei, e con un guizzo, rispondo: “Sì, se vuoi passa”.
Erano le 12 circa, alle 13 dovevamo andare a prendere i bambini a scuola… lei si trovava dalle parti del mio ufficio, così dopo qualche minuto, suona… apro la porta, ed era lei.
Quel sorriso e quella leggerezza mi rubava il cuore… era “normalmente bella” affascinante.
Così ci siamo accomodati in ufficio, mentre le facevo fare il giro delle stanze, che condividevo con altri colleghi, lei mi disse: ma sei sicuro della tua proposta?
In maniera del tutto naturale, le dissi che ero straconvinto della proposta, e da lì iniziò il suo show, con battute piccate, e doppi sensi, per poi trascendere in una discussione che non mi sarei mai aspettato.
“sai, credo di non poter accettare” mi disse con tono sommesso, “rischieremmo grosso!”. “ma di cosa parli” le risposi preoccupato.
“potrei saltarti addosso, e scoparti”, con una grassa risata, è riuscita a dirmi quello che pensava, ed al contempo, a baipassare il possibile imbarazzo, per poi cambiare il discorso.
Io ero alquanto scioccato, e non sapevo dove finiva l’ironia, e dove iniziava la verità.
Alla fine, chiosò con “Grazie per l’offerta, ma accetterò solo se andrà in porto il progetto di cui mi parlavi, pertanto per adesso potrei accettare solo una proposta per incrementare il mio lavoro di pulizie, e pertanto potrei passare una volta a settimana, per rassettare lo studio e dare una spolverata agli scaffali.”
Non aveva tutti i torti, e in fondo, l’idea era molto stuzzicante, ma i miei desideri e voglie nei suoi confronti, non finivano, anzi aumentavano. Riuscivo a scorgere il suo intimo, immaginare la sua figa come si muoveva ad unisono col suo culo, e tutte le parole che riuscivo a confezionare erano annebbiate dal desiderio di averla.
“Scendiamo assieme, sono le 13 e dobbiamo andare a prendere i bambini a scuola”, “Ok, scendiamo”.
Il tragitto dallo studio al parcheggio, era un susseguirsi di pensieri folli, inebriati dal suo profumo, e dall’ondeggiare del suo bacino, che viveva di luce propria.
“Bene – le dissi – a questo punto TI ASPETTO”. A queste parole, sussurrate all’orecchio, mentre ci salutavamo col classico bacio sulla guancia, ho notato un cambiamento nel suo volto. La risposta fu solo un sorriso a 32 denti, e salita in macchina, si accomodò.
Non volevo che se ne andasse, e così mi sono affacciato al finestrino. Carmela sa come istigare un uomo, è nella sua indole, e mentre si sistemava, si alzò il vestitino fino ad arrivare alle mutandine, bianche di pizzo, e mi salutò “Ciao, ci sentiamo”.
Da quel momento, non ci ho più visto, avevo il cazzo durissimo, e non riuscivo a togliermi dalla testa le sue labbra, i suoi capezzoli e il suo culo.
La giornata andò via veloce, in cui tutto ciò che facevo, era contrassegnato da quelle mutandine. Dovevo azzardare, doveva essere mia, a tutti i costi.
Durante i giorni seguenti, tramite chat di gruppo, ero riuscito a capire quali erano i suoi impegni, ma soprattutto quelli di Antonino, con domande fugaci, e dopo aver incrociato tutte le risposte, mi sono detto ”Venerdi’ mattina è il giorno giusto”.
Lasciati i bambini a scuola, vado a prendere il caffè nel bar sotto casa di Carmela, dove peraltro c’è una barista davvero molto eccitante, una milf di altri tempi, che solo pochi fortunati hanno avuto il piacere di possederla.
La porta del Bar si trova di fronte esattamente alla finestra della cucina di Carmela, e dopo aver assaporato un buon caffè e gustato della vista della barista, mi siedo, e decido di chiamarla.
“Buongiorno, che fai? Sei a casa?” “Ciao, si sono a casa, ho accompagnato i bambini a scuola, e Antonino è già andato via da un bel po'. Come mai questa telefonata?”
“Sono sotto casa tua e mi chiedevo se potevi offrirmi un caffè!”.
“Ok, quando vuoi”. Le mie orecchie non credevano alle parole appena ascoltate, Carmela mi aveva detto di salire da lei, e pertanto balzo su dalla sedia e corro a citofonare.
In quel breve tragitto mi sono detto:”ok, o prendi la situazione in mano e ti fai avanti, oppure lascia perdere tutto e torna a lavoro”…. La risposta era solamente una, ed una sola… prendere la situazione in mano e fare il primo passo.
Mi aprì, ed era vestita con una canottiera bianca, dei pantaloncini di cotone di quelli leggeri, ed un paio di ciabatte…. Così come piace a me… mi accorsi subito che era senza reggiseno, ma prima di me, se ne accorse il mio amico tra le gambe, che sobbalzò a tal punto da far scoppiare un bottone dei jeans.
Entrai col sorriso, ed anche lei era piacevolmente colpita da quella conviviale visita mattutina.
“accomodati, preparo le cialde… beh, che ci fai qui?” si girò per prendere le tazzine ed io, anziché risponderle, la raggiunsi, e col cazzo in tiro appoggiai la mia bocca sul suo collo… Il suo viso raggelò non appena appoggiai il cazzo sul suo culo, e dopo aver sentito le mie labbra sul suo collo, chiuse gli occhi e si abbandonò. Lasciò le tazzine , appoggiò le la mani sul top delle cucina e, sempre con gli occhi chiusi, gustò la sensazione di piacevolezza dei miei baci, dei miei sfregamenti.
Non resistette a lungo, si voltò e con forza si prese: prima le mie labbra, e dopo la lingua. Il turbinio di sensazioni ed emozioni, mi pervase il corpo, dando slancio alle mie mani, che iniziarono delicatamente ad accarezzarle le guance, per sentire le sue labbra come si muovevano ad unisono con le mie. Le mie mani continuarono delicatamente a scendere, passando per il collo per poi proseguire sui fianchi, e quindi arrivare sul suo culo. Era fantastico, così come lo avevo lasciato: armonioso e stuzzicante.
Le sfilai la canotta, e i suoi capezzoli mi diedero il benvenuto del mondo della trasgressione: la moglie del mio migliore amico era tra le mie braccia, avvinghiati e ansimanti, governati dal desiderio reciproco di possederci vicendevolmente.
La mia camicia fu tolta in fretta furia, e mentre mi sbottonava i pantaloni, sentivo i suoi capezzoli trafiggere il mio petto.
Fu un attimo che mi ritrovai con cazzo dritto come una bandiera, e lei che lo succhiava in ginocchio. Ma non era il solito pompino, riusciva a trasmettermi tutta la sua voglia di sesso, tutta la sua lussuria: con una mano mi teneva le palle, e con l’altra mi segava, mentre le sue labbra accompagnavano delicatamente il suo movimento. Io ero totalmente travolto dal suo desiderio, che sentivo e mi irrorava di piacevoli sensazioni. Le sue labbra, morbide e delicate, attraversavano completamente al mia asta, fino ad arrivare alla cappella, scendere nel grande e con la lingua giocherellare con esso, sfinendomi di piacere.
La voglia di possederla sessualmente era tanta… di vederla nuda, di averla mia in tutto il suo essere.
Così la presi con forza dalle braccia, la sollevai e la ribaciai nuovamente, spingendo la mia lingua dentro di lei come se non ci fosse un domani.
A questo punto lei mi prese per mano, senza dire nulla, e mi accompagnò delicatamente in salotto, dove si sdraiò, si tolse le mutandine e rimase completamente nuda, e con un movimento coordinato, molto sensuale, di gambe e mani, mi mostrò la sua figa.
La mia voglia saliva, e spogliatomi completamente, mi inginocchiai davanti a lei, per perdermi completamente dentro la sua figa. Le mie labbra e la mia lingua, passarono in rassegna tutte le sue pieghe, il suo clitoride, e le sue grandi labbra.
Carmela non aveva una figa grande, ma le sue labbra sporgenti, la rendevano molto erotica.
E mentre la sgrillettavo con la lingua, sentivo i suoi fremiti ed il suo ansimare, al che, non ho più resistito.. la mia lingua scese fino ad arrivare al suo culo: splendido, ben fatto.
A me piace coinvolgere i 5 sensi durante una relazione: la vista, gustando le forme e l’armonia delle stesse in rapporto con l’intero corpo; il tatto, ridisegnare le forme delle curve delle donne con i polpastrelli; l’udito, sentendo la donna che freme ed ansima; il gusto, assaporare gli umori intimi della donna, per consentire la creazione di una sinergia totale delle anime; l’olfatto, per inebriare il mio spirito del suo profumo.
A quel punto, lei non riusciva più a fermarsi, in preda ai suoi istinti, e con uno sguardo degno di una geisha, mi guarda, e mi dice: “SCOPAMI”.
Le nostre anime erano completamente in simbiosi, volevano la stessa cosa, volevano una interazione simbiotica ed energica, e in un batter d’occhio le appoggiai il mio cazzo sulla sua figa bagnatissima. Quel momento lo volevo tatuare nella mia anima, e con una delicatezza degna del migliore slow motion contemporaneo, ho infilato il cazzo dentro la sua figa, che grazie ai suoi umori, è scivolato delicatamente fino in fondo. Toccato il fondo, ho visto lei godere come non avevo visto nessuno… ed ancora una volta, rapito da quella immagine, ho iniziato a scoparla in maniera costante con movimenti decisi e netti.
Lei assaporava tutto in maniera deliziosa, e non contenta mi spinge via, con quel pizzico di esuberanza e fermezza, che rende tutto molto eccitante, si alza e si gira, mostrandomi il suo culo nella sua massima estensione.
Non ho capito più nulla… la mia lingua è partita in un attimo, e mi sono fiondato dentro le sue natiche: preziose, eleganti e sensuali.
Inumidito per bene, prima sono passato a godere della sua figa da dietro, per consentire una lubrificazione del mio cazzo, e solo dopo sono passato al suo culo.
Le mie mani erano avvolte nei suoi fianchi, e con la massima precisione chirurgica, le prendevo e le sbattevo forte sul mio cazzo.
Lei ansimava, e godeva come una matta.
Ma il bello è arrivato dopo, ovvero quando, all’apice della sua goduria, ha deciso di farmi sedere sul divano, e salire su di me, per scoparmi mentre mi abbracciava e mi baciava.
In quel momento ho sentito tutto il mio cazzo dentro di lei, davvero tutto dentro fino in fondo, mentre il corpo caldo, avvinghiato al mio, mi teneva stretto con le sue braccia, e la sua lingua faceva il resto su di me.
Il mio piacere, purtroppo ha avuto un epilogo, dico purtroppo perché avrei voluto continuare per ore, così esco fuori il cazzo e le sborro sui seni…. Tanta sborra, perché il piacere era tanto.
Il tutto è durato circa un’ora, un’ora piena e densa, che non dimenticherò mai più, perché tatuata nella mia anima, in quanto non si è trattato di sesso, ma di qualcosa che raramente si prova, che raramente si riesce a descrivere in maniera significativa.
Sistemato il divano, e una volta rivestiti, mi ha finalmente fatto il caffè. Nessuna dei due ha preferito proferire parola, ci siamo goduti il POST in maniera silenziosa, forse ancora vittime della nostra passione.
Finito il caffè, mi accompagna alla porta, mi sfiora la guancia con le dita, e mi dà un bacio in bocca, delicato e sensuale, dicendomi” ci vediamo”…. Continua…..
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