Da sola col bull...

Alla fine decidete di vedervi sulla Rome Terrace del famoso hotel in centro vicino al Pantheon.

La tensione e’ alta fin da subito e la serata scorre veloce, attraversando diversi momenti di esaltazione e di frustrazione. In diverse occasioni Pietro in preda all’attrazione per Sara, anche alla luce degli argomenti piccanti che, pur di fatto non conoscendosi, alla fine hanno toccato, prova a risalirle le gambe con la mano per arrivare a scoprire se davvero sotto quel vestitino corto estivo non portasse gli slip come si erano detti scherzando il giorno prima in chat con Fabio. Fabio era il compagno di Sara ed era a casa eccitato, aspettando gli esiti di quell’incontro conoscitivo che avevano concordato chattando a tre su Annunci.

Sara aveva respinto diversi attacchi facendo capire a Pietro che, forse, al primo incontro sarebbe stato prematuro farsi toccare la pelle nuda e fra le gambe, casomai. La stessa Sara, pero’, non aveva potuto non accorgersi dell’eccitazione di Pietro che emergeva prepotente spingendo sulla stoffa dei suoi pantaloni di stoffa leggera: continuava a guardare quel bozzo, bagnandosi sempre di più, con uno sguardo che manifestava pensieri languidi senza riuscire, peraltro, a celare quella curiosità crescente a Pietro.

A fine serata, dopo questa tortura durata diversi calici di vino, i due si erano incamminati brilli verso l’auto di Sara parcheggiata in un vicoletto vicino al Lungotevere a pochi metri dall’hotel. Sara era entrata in auto e aveva abbassato il finestrino lato guidatore. Pietro si era piegato e l’aveva salutata con un dolce bacio sulle labbra. Si era risollevato e si stava girando con un ciao per andare via carico di eccitazione e, allo stesso tempo, delusione per la serata andata a meta’.

Sara, proprio in quella frazione di secondo in cui Pietro stava per voltarle le spalle, gli fa cenno col ditino di avvicinarsi. Senza parlare gli abbassa la cerniera dei pantaloni sempre rimanendo seduta in macchina. Libera il membro di Pietro dai pantaloni, cazzo che immediatamente acquisice una consistenza marmorea visto che il cervello di lui aveva gia’ capito cosa si stava prefigurando. Sara inizia a segarlo e si avventa contemporaneamente con la sua bocca sulla cappella umida. Pietro si deve reggere sul tettuccio dell’auto per non farsi piegare le ginocchia dalla botta di adrenalina. Si guarda intorno per capire se qualcuno di passaggio nel vicolo li stesse vedendo, indeciso se eccitarsi ancora di piu’ all’idea di avere spettatori o se concentrarsi solo sul calore della bocca generosa di Sara.

Lei si muoveva con maestria riempendogli l’asta di saliva, pur rimanendo nella sua posizione in auto. Gli tastava le palle mentre glielo succhiava sapientemente e occasionalmente, avendogli abbassato i pantaloni, gli perlustrava il buchetto del culo con le dita, causandogli un ulteriore irrigidimento del membro già molto teso.
In pochissimi minuti quell’incantesimo terminò: Pietro non riuscì a trattenersi sia a causa della situazione molto eccitante, sia del fatto che aveva dovuto tenere a bada la sua tensione durante le tre ore dell’aperitivo.
Venne copiosamente nella gola di lei con un gemito quasi animalesco e Sara, come sempre faceva anche con Fabio, non sprecò una goccia e assaporò tutto il nettare di Pietro. Anche quello gli ricordava il gelsomino come quello del suo amore e sentì un crampo alla patatina immaginando quando avrebbe avuto quei due maschi a sua disposizione nel lettone a casa.

Rimise il membro di Pietro nei pantaloni, alzò gli occhi e disse: ‘Buonanotte Pietro!’. Mise in moto e partì. L’incontro conoscitivo era stato sbalorditivo e si era rivelato foriero di future belle esperienze in trio. Anche quella volta le bellezze di Roma avevano riservato per lui una sorpresa indimenticabile che guardo il Pantheon, suo monumento preferito, con un sorriso stampato sul viso.