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Giochi da tavolo e tradimenti


di 69codroipo69
25.09.2020    |    2.687    |    5 9.7
"Quando Andrea fini di spiegare le regole del gioco capito' una cosa che ai miei occhi risulto' particolare..."
Io e il mio collega Andrea abbiamo turni diversi
Il sabato in questione Andrea era di turno la mattina.
Decise di invitarmi a casa sua per cena per giocare insieme all'Elisa e a Gustavo al Trono di Spade.
al termine della partita, intorno alle 23, sarebbe poi andato a letto per andare al lavoro presto la mattina ed io assieme a Gustavo saremmo tornati a casa.
Arrivai a casa di Andrea ed Elisa intorno alle 19.30.
Elisa venne ad aprirmi la porta, indossava una magliettina bianca molto scollata e dei pantaloni attillati con una fantasia zebrata bianca e nera.
L'idea iniziale era quella di fare una cena di carbonara, ma Elisa odia lavare i piatti e insistette per ordinare pizza per tutti da "Pizza & co" e cosi fu.
Mentre io e Andrea e Gustavo restammo sul divano a chiacchierare fino a quando il driver non porto' le pizze.
Al tavolo, oltre agli stuzzichini per l'attesa delle pizze, non mancavano le bottiglie di birra e tra una chiacchiera e l'altra ne consumammo 2 intere tra tutti.
Per quanto Elisa solitamente bevesse meno di noi, non si fece scrupoli a mandarne giu' due bicchieri.
La cena si concluse con un giro di amari.
Anche in questo caso, Elisa non si tiro' indietro.
Brindammo alla serata, poi io, Andrea e Gustavo prendemmo posto sul divano e allestemmo uno dei migliori wargame della storia dei giochi da tavolo.
IL WARGAME DEL TRONO DI SPADE
Storie di complotti, tradimenti, bluff, soggioghi e ovviamente guerre...altro che risiko!!!
Elisa rimase in piedi a piegare i cartoni delle pizze per poi buttarle nella differenziata e a spostare i bicchieri dal tavolo della cucina al tavolo della sala dove avremmo poi giocato.

Durante la spiegazione passai i primi minuti di partita piu' a guardare la scollatura dell'Elisa che la partita, o meglio le grandissime mammelle con i loro capezzoli che speravo facessero piu' capolino dalla scollatura di Elisa, ovviamente cercando sempre di non farmi vedere da Andrea.
Quando Andrea fini di spiegare le regole del gioco capito' una cosa che ai miei occhi risulto' particolare.
Succedeva spesso che mi intrattenessi con loro dopo cena in salotto sul divano ma, mentre solitamente Elisa si accomodava sul lato sinistro opposto al mio e Andrea al centro, questa volta Elisa prese posto tra me e Andrea.
Non credo che la cosa avesse particolare significato per lei, ma per me lo aveva eccome.
Iniziai immediatamente a fantasticare pensando per un momento di trovarmi all'interno della trama di un film porno.
Mentre Gustavo se ne ando' in bagno per i suoi bisogni, immaginai Elisa, sbuffare annoiata dalla partita, infilare una mano sotto i suoi pantaloni attillati ed iniziare a toccarsi con delicatezza per paura di essere scoperta.
La immaginai ansimante con gli occhi chiusi mentre le sue dita aumentavano il ritmo con cui spingevano sulla sua vagina.
Accorgendosi che era impossibile non aver attirato la nostra attenzione, la immaginai togliere la mano dai pantaloni per tenderla all'altezza del cavallo dei miei e, dopo aver massaggiato dolcemente il mio pacco, slacciato lentamente la cintura e sbottonatomi i pantaloni, infilare la sua dolce mano prima nella sua bocca e poi sotto i miei slipboxer cominciando a masturbarmi mentre faceva lo stesso con Andrea dall'altra parte del divano.
La immaginai quindi scivolare sempre piu' giu' dal divano senza lasciare la presa dai nostri membri, girarsi e prenderli in bocca a suo piacimento mentre noi le accarezzavamo la testa.
Sognavo ad occhi aperti, mi immaginavo anche che Andrea mi stuzzicasse:
"Alla fine ti piace l'Eli eeh?", mi chiese Andrea.
"Molto", risposi io " con questi pantaloni zebrati poi...richiama istinti animaleschi..meriterebbe di essere rinchiusa in una gabbia da lotta nel fango..., sai quanti spettatori a vederla lottare con quei mammelloni pregni del fango dietro le sbarre", aggiunsi guardando Elisa succhiarmi il cazzo.
"In un contesto del genere poi...te la potrei anche far scopare come fossi un maiale...Porco che non sei altro!", mi disse Andrea sorridente.
Ma era solo un sogno...

Mi ridestai ahime' dai miei pensieri e tornai alla triste realta', Elisa restava seduta in mezzo a noi per tutto il primo tempo, immobile ed annoiata. Era stato tutto nella mia testa, si: "e' tutto solo nella tua testa" continuavo a ripetermi.
iniziai ad osservarla con la malizia dei pensieri della fantasia di prima..ogni tanto Elisa mi sorrideva quando i nostri sguardi si incrociavano, ma niente di piu'.
Durante la seconda parte del gioco i miei pensieri su di lei si placarono e riuscii a restare abbastanza concentrato sulla partita.
Il match termino' con una schiacciante vittoria di Andrea, con la scusa di dover festeggiare la vittoria, rovescio' un altro giro di birra per tutti.
Anche Elisa non si tiro' indietro, sebbene non fosse abituata a bere piu' di un bicchiere dopo cena.
Fu quindi presto arrivata l'ora dei saluti in quanto, come detto, Andrea la mattina dopo era di turno e si doveva svegliare presto.
Andrea saluto' tutti e se ne filo' nel letto, dopo le 23 lui ha il timer; io diedi due baci sulla guancia ad Elisa, scesi le scale insieme a Gustavo e uscimmo dal palazzo.
Io e Gus ci intrattenemmo ancora una ventina di minuti prima di salutarci e andare verso le rispettive auto.
Guidai per circa un quarto d'ora prima di accorgermi di non avere piu' con me il telefono cellulare. Accostai e cercai per vedere se mi fosse caduto in macchina senza pero' trovarlo; dovevo averlo lasciato a casa di Andrea.
Tornai indietro cercando di fare prima possibile sperando che Elisa non fosse gia' andata a dormire.
Parcheggiai sotto casa sua, citofonai a Elisa velocemente per non svegliare Andrea
Passo' circa un minuto prima che Elisa rispondesse.
Mi scusai con lei al citofono e le dissi che probabilmente avevo dimenticato il cellulare di sopra.
"Sali...ti aspettavo, Andrea si e' gia' addormentato non disturbi", disse.
Mi aspettava...? pensai tra me incuriosito, ma cercai subito di ricacciare quegli strani pensieri
Il portone si apri ed entrai.
La porta di casa di Andrea era leggermente aperta.
Entrai timidamente e vidi Elisa appoggiata al muro.
Aveva addosso un accappatoio bianco ed ai piedi delle ciabattine trasparenti che lasciavano i suoi meravigliosi piedini in bella vista.
"Scusami tanto", dissi ancora imbarazzato per la situazione.
"Non ti preoccupare...il tuo telefono e' la'", disse facendo cenno con il capo verso il tavolo della cucina.
"Non era mia intenzione disturbarti mentre facevi la doccia", dissi ancora.
"Stai tranquillo nessun disturbo...gia' che sei qui, ti va un altro bicchiere di birra?", disse sorridendo.
"No ti ringrazio...devo anche guidare...scappo almeno ti lascio dormire", dissi io.
"Dai, prendilo un bicchiere...lasci bere una ragazza da sola?", disse avvicinandosi al tavolo e riempiendosi a meta' il bicchiere;
"Beh se la metti cosi...non sapevo che lo bevessi anche tu", risposi io.
Scosto' una sedia e mi fece accomodare, mi verso' da bere, si sedette davanti a me e sollevo' il bicchiere per un cin-cin.
"Di solito non bevo cosi tanto ma faccio un'eccezione...sai stasera mi sono veramente annoiata", disse Elisa prima di mandare giu' il primo sorso.
"Lo immagino...ti capisco", le dissi
"Li odio grossi e lunghi...", disse ancora lei. Era decisamente brilla tra i bicchieri che aveva bevuto durante la serata.
"Cosa?", dissi io sorridendole e guardandola fissa nei suoi occhi lucidi.
"Non mi piacciono i giochi cosi grossi e lunghi", disse nuovamente mandando giu' un altro sorso di birra.
"Ah ok", dissi sorseggiando a mia volta la birra.
"Cosa avevi capito?", disse lei ridendo.
"Niente", dissi io imbarazzato.
"E dai...me lo puoi dire", disse ancora lei.
"Hai detto che odi quelli grossi e lunghi", esclamai io.
"Cosa?", disse lei fingendo di cadere dalle nuvole.
"Hai detto che non ti piacciono, quelli grossi e lunghi", replicai
"Pfff non ho mai detto cosi", sbuffo' lei;
"mi piacciono abbastanza quelli grossi e lunghi!" prosegui ridendo.
Io rimasi in imbarazzo ma capii in breve tempo che non c'era ragione di esserlo e accennai a mia volta una risata;
Elisa non si poteva dire ubriaca ma certamente l'alcol le aveva tolto un po di lucidita'.
Ripresi ad avere nuovamente fantasie sessuali su di lei, per questo decisi che era meglio alzarsi, salutarla e andare via.
"Meglio andare va", dissi sorridendole, altrimenti...
“Altrimenti cosa? Guarda che quell'altro di la ronfa da ormai 1 ora..” replico' sorridendo e mi riempi nuovamente il bicchierino di birra.
"dai l'ultimo!", mi disse.
Non potevo dire di no a quel sorriso ed ai suoi occhi, nessuno avrebbe potuto... cosi restai seduto a bere.
Mentre sorseggiavo altra birra, sentii qualcosa spingere contro la mia gamba;
Elisa aveva iniziato a strusciare la sua caviglia sui miei polpacci.
Abbassai lo sguardo sotto il tavolo e vidi il suo bel piedino scalzo con le unghie smaltate di colore rosso che spiccava sulla sua abbronzatura scurissima.
Inutile dire che il mio cazzo, gia' duro per tutti i pensieri che avevo fatto tutta la sera su di lei, divenne di marmo.
Elisa mi fissava negli occhi senza mai distogliere lo sguardo.
Era abbastanza chiaro quello che voleva.
Se fosse stata davvero ubriaca probabilmente me ne sarei andato ma, come ho detto, non lo era, il suo essere un po brilla le toglieva soltanto qualche freno inibitorio per permetterle di ottenere cio' voleva veramente.
Decisi di affondare il colpo e questa volta fui io a rovesciarle l'ennesimo bicchiere di birra dopo aver bevuto il mio.
"Adesso tocca a te", le dissi.
Elisa prese il bicchiere e bevve senza fare complimenti, cosi velocemente che il liquore le ando' di traverso
Diede un colpo di tosse e una goccia di birra con tanto di schiuma bianca le scivolo' dal mento lungo il collo per poi scivolarle in mezzo al seno scomparendo sotto l'accappatoio.
"Ehi piano...", le dissi ridendo.
"Dell'alcol non si deve sprecare nemmeno una goccia", dissi ancora.
"Ah, si?", disse Elisa alzandosi in piedi e avvicinandosi a me.
"Avvicinati", mi disse ancora.
Resto' quindi ferma in piedi di fronte a me.
"Dell'alcol non si deve sprecare nemmeno una goccia...dimostramelo", mi disse.
Mentre diceva queste parole con la mano destra scosto' l'accappatoio lasciando intravedere il seno e con l'altra mano mi spinse la testa contro il suo petto.
Rimasi per un attimo interdetto dalla situazione e dall'odore di birra misto bagnoschiuma della sua pelle.
Ci misi qualche secondo a capire cosa dovevo fare ma poi lo feci
Tirai fuori la lingua e la passai piu' volte nella riga del suo seno, poi salii lungo il mento alzandomi in piedi e quando arrivai all'altezza della bocca le diedi un bacio che durò per diversi secondi.
Quando le nostre bocche si lasciarono la guardai negli occhi e lei fece lo stesso.
Il suo sguardo lasciava trasparire tutta la voglia di sesso che aveva dentro.
Era una situazione troppo vantaggiosa per lasciarmela sfuggire, un'occasione che capita poche volte nella vita, una soddisfazione che ero deciso a prendermi.
Le accarezzai i capelli e le chiesi cosa volesse veramente da me
Avvicino' la bocca al mio orecchio.
"Voglio che me la lecchi come nessuno altro prima d'ora", disse sussurrando, poi mi poggio' una mano sulla testa e mi invito' ad abbassarmi di fronte a lei.
Mi inginocchiai senza fare resistenza alcuna
Elisa divarico' leggermente le gambe, tiro' su l'accappatoio e fece sparire la mia testa sotto di esso.
L'odore della sua vagina appena lavata mi fece letteralmente impazzire, mi sentivo la persona piu' eccitata e felice del mondo.
La sua fichetta senza ombra di pelo ben era uno spettacolo magnifico, la strisciolina della schiuma della birra indicava la direzione da prendere per raggiungere il paradiso
Cominciai a strofinare su quel poco di schiuma che era riuscita arrivare fino a li, poi iniziai a leccargliela senza sosta.
Portai entrambe le mani sul suo culo e la spinsi verso di me come se volessi entrare dentro di lei con tutta la testa.
Continuai a leccargliela per almeno 10 minuti, arrapato come non mai, sentendola ansimare.
Quando tolsi la testa da sotto l'accappatoio la guardai, lei mi sorrise.
"Ti va di far divertire una ragazza annoiata?", mi disse
E senza aspettare risposta si volto' piegandosi a novanta gradi, appoggiando i gomiti sul tavolo della cucina.
Mi alzai ed avvicinandomi a lei le misi entrambe le mani sulle sue tettone cominciando a palparle.
La palpai prima sopra l'accappatoio e poi sotto.
Le aprii quindi l'accappatoio lasciandogliele scoperte
Lei porto' poi si giro' e mise le sue mani sulle natiche e le allargo', mostrandomi il suo orifizio in tutta la sua maestosita'.
Il mio cazzo spingeva cosi forte nei slipboxer da farmi quasi male
Mi slacciai lentamente i pantaloni mentre lei si sistemo' un ciuffo di capelli con una mano e con l'altra continuava a tenere spalancato il culo.
Elisa si risollevo' in piedi voltandosi e inginocchiandosi di fronte a me.
"Lascia che ti aiuti", disse guardandomi negli occhi, "non è casa mia ma sei comunque un ospite", disse ancora.
Mi slaccio' i bottoni dei pantaloni facendomeli scendere fino alle ginocchia, poi mi abbasso' delicatamente gli slipboxer fino a che il mio membro non le spunto' davanti al naso.
Elisa lo fisso' come una bambina fissa un cono gelato in una calda giornata d'estate; lo prese in mano e comincio' a segarmi piano piano tornando sorridente a fissarmi negli occhi, poi se lo mise in bocca e comincio' a succhiarlo.
Elisa sapeva usare la lingua e le tette come poche ragazze sapevano fare, per abitudine o forse per dono naturale spompinava meglio di una dea.
Quando dopo diversi minuti se lo lascio' uscire di bocca si riposiziono' a novanta gradi sul tavolo, e comincio' a massaggiarsi delicatamente la vagina.
Mi avvicinai a lei, le slacciai la cintura dell'accappatoio e lo sollevai, lasciandole nuovamente scoperto il culo, quindi presi in mano il membro e dopo averlo maneggiato per qualche secondo scostai la sua mano e glielo spinsi con decisione nella figa.
Un urlo di godimento usci dalla bocca di Elisa appena si senti penetrata.
Restai immobile per un attimo poi, cominciai a muoverlo lentamente dentro di lei per poi aumentare sempre di piu' il ritmo.
Elisa ansimava come una cagna in calore e continuava a ripere il mio nome.
Continuai a fotterla a ritmo sempre piu' sostenuto, di tanto in tanto le tiravo qualche schiaffo deciso sulle natiche, sfidando il risveglio di Andrea che dormiva nell'altra stanza.
D'un tratto mi chiesi come avrebbe reagito se avessi provato a infilarglielo nel culo.
Mi feci coraggio, decisi di violarglielo senza chiederle il permesso
Tirai quindi fuori il membro dalla vagina e, sfruttando la lubrificazione dei suoi umori, glielo spinsi nel culo con decisione.
Elisa tirò un urlo di dolore.
"Scusa, ho sbagliato buco!", dissi imbarazzato.
"Stai attento cazzo!", disse Elisa sofferente.
"Scusami tanto", dissi fingendomi dispiaciuto, nascondendo invece la mia enorme soddisfazione.
"Non fa niente...", replico' "ma stai attento", aggiunse mentre cercava di riprendere fiato.
Non sapevo se prendere quel "non fa niente" come una autorizzazione a continuare nel culo, cosi decisi di chiederglielo.
"Posso continuare qui o preferisci di no?", le dissi accarezzandole l'ano.
"Fai piano ti prego...", disse quasi sussurrando.
Non me lo feci ripetere due volte.
Ripresi in mano il membro, mirai il suo buco del culo e glielo misi di nuovo dentro, questa volta con estrema delicatezza.
Cominciai a spingere piano per poi aumentare sempre di piu' il ritmo
Ogni spinta era scandita da un urlo sempre piu' forte.
"Aspetta!", disse lei a bassa voce tra un grido e l'altro.
Feci finta di nulla e continuai a fotterla nel culo come se non avessi affatto sentito la sua richiesta, finché non si lamento' cosi forte che dovetti fermarmi.
Cerco' di recuperare piu' fiato possibile e comincio' a parlare: "vado di la' in camera da Andrea a prendere nel comodino il lubrificante".
Ando' quindi in camera a cercare il lubrificante come disse; mentre si diresse in camera pensai al rischio se si sveglisse Andrea e perché Elisa non mi avesse detto subito di prendere il lubrificante senza aspettare che le rompessi il culo.
Probabilmente aveva cosi tanta voglia di farselo sfondare da non voler aspettare un minuto di piu'; "la prossima volta ci pensa due volte prima di fare la troia con me", pensai soddisfatto.
Torno' con il lubrificante in mano, Elisa si rimise piegata sul tavolo proprio come era prima.
Mi misi un po' del gel sulle mani e comincia a passarlo sull'ano gia' arrossato di Elisa.
Lei sembro' apprezzare ed avere sollievo mentre glielo spalmavo.
Cercai di abbondare con il lubrificante con l'idea di incularla per parecchio tempo ed e' quello che effettivamente feci.
Di tanto in tanto le riempivo le natiche di sonori schiaffi senza darle tregua.
Ad un certo punto inizio' a contorcersi e la sentii vibrare, stava venendo...il mio cazzo non resse all'emozione e, le scaricai tutto il mio desiderio nel culo.
Ci accasciammo a terra.
“non avrai mica finito?” mi disse con aria triste
“non mi conosci, dammi solo qualche minuto” replicai punto nell'onore di maschio
Mi spogliai, rimanendo completamente nudo, le levai l'accappatoio di dosso gettandolo per terra, la presi per mano e la condussi in camera da letto
Volevo profanare quel nido d'amore !!!
Andrea era li girato dall'altro lato del letto..russava alla grande proprio come mi aveva descritto l'Elisa poco fa ..
La feci inginocchiare davanti a me, mettendole una mano sulla testa e spingendola sul mio cazzo.
Elisa lo prese in bocca e ricomincio' a succhiarlo avidamente ripulendomi la cappella dalle tracce di sperma che ancora uscivano dal mio membro.
Le spinsi piu' volte la testa verso di me in modo da farcelo stare per intero nella sua bocca; per qualche secondo riuscii addirittura a metterglielo in bocca fino alla gola
Quindi la piegai delicatamente e silenziosamente facendola chinare a 90 col viso rivolto che guardava Andrea che se la stava ronfando ancora alla grande
"Se non ti scopa lui ti posso scopare io, vero?", le sussurrai nelle orecchie.
Elisa avvicino il suo indice alla bocca e poi sorrise, il suo sguardo accondiscendente era di per sé una risposta affermativa.
Le spalancai le cosce, era meravigliosa mentre continuava a fissare Andrea che dormiva!!!
In quel momento Andrea smise di russare..
I nostri cuori si fermarono per 20 secondi!!!
Poi Andrea si giro' dal lato esterno del letto riprendendo il suo sonno
La scopai nuovamente in diverse posizioni per terra, al fianco del letto avevamo il volto di Andrea rivolto verso noi a 40 cm..fortuna dormiva; la presi alla missionario, poi facendola sdraiare su un fianco, poi a smorzacandela e per finire a pecorina.
Elisa si lascio' fottere a intermittenza nella figa e in culo come una cagnolina ubbidiente.
Ormai glielo sbattevo nel culo senza farmi piu' scrupoli usando tutta l'energia che avevo in corpo.
Non ho idea di quante volte venne, ormai Elisa aveva orgasmi multipli, sembrava una mitragliatrice degli orgasmi.
Quando ritenni di averle sufficientemente distrutto fica e culo fu il mio momento di venire nuovamente
Mi parve carino chiederle dove volesse che venissi
Mi rispose che quella notte mi era concesso fare tutto quello che desideravo.
Il mio primo pensiero fu quello di sborrarle in fica a spregio ma poi desistetti, il culo l'avevo giu' profanato quindi...valutai l'ipotesi di venirle in viso
Infine decisi di venirle sulle sue magnifiche tettone
La invitai a riposizionarsi in ginocchio davanti a me
Lei ubbidiva senza la minima resistenza
Riprese nuovamente il mio membro in mano e se lo infilo' in bocca per un l'ultimo pompino
Le venni abbondantemente sui tettoni intimandole di leccarsi i capezzoli fradici del mio succo.
La guardai con le tette piene di sperma e sudore e fui davvero felice dell'evoluzione che aveva avuto la serata.
Non provavo il minimo rispetto o rimorso verso Andrea, che era si un mio collega ma aveva deciso gia' da tempo di non scoparsela piu' e di porre fine alla loro scopamicizia.
E poi era stata Elisa a provocarmi, era stata lei a volere che le cose prendessero questa piega.
Lei si ripuli la bocca con la lingua poi, le accostai il mio cazzo al suo viso per farmi ripulire completamente la cappella dalla sua lingua esperta
Andai in cucina a riprendere i miei vestiti.
Tornai in camera e mi rivestii davanti a lei
Elisa resto' inginocchiata a terra a guardarmi fino a che non terminai di vestirmi.
Mi chinai poi verso di lei e le diedi una carezza sul viso
"Ehi no...mi serve", replico' lei cercando invano di strapparmela di mano.
Recuperai il telefono cellulare, la feci alzare e le scattai un paio di foto completamente nuda di fianco ad Andrea che dormiva, da tenere come ricordo, le avrei custodite gelosamente
"Quando e' la prossima giocata da tavolo?", disse quindi Elisa alzandosi da terra e avviandosi verso il bagno per sistemarsi un po.
"Spero presto!", risposi io guardandole nuovamente il culo arrossato e ringraziando tra me e me non so quale divinita' per avermi concesso la possibilita' di sfondarglielo.
Attesi qualche minuto davanti alla porta che Elisa finisse di risistemarsi un po e venisse a salutarmi; quando torno' indossava un asciugamano.
"Per colpa tua adesso devo rifare la doccia", disse.
Apri la porta per farmi uscire, poi accertandosi che non ci fosse nessuno nei paraggi mi mise le mani intorno al collo e mi saluto' con un bacio.
Stavo per chiudere le porte dell'ascensore quando sentii riaprirsi la porta e la voce di Elisa; "il cellulare!", esclamo'.
Portai una mano prima su una tasca e poi sull'altra; l'avevo dimenticato ancora da lei, sul comodino.
Uscii dall'ascensore e Elisa mi porse il cellulare.
"Dove hai la testa?", disse sorridendo.
Presi il cellulare dalle sue mani e le sorrisi a mia volta.
"Questa volta non ho nemmeno avuto bisogno di nascondertelo per farti tornare...", aggiunse.
Mi si butto' quindi al collo per l'ennesimo ultimo bacio.
“prima di andar via devo chiederti una cosa” mi disse cambiando espressione e diventando improvvisamente seria
La guardai con aria interrogativa
“sai, Andrea non mi e' mai venuto dentro perche' non ho mai deciso di prendere la pillola" mi disse con voce tremolante
“non pensavo che un uomo potesse venire cosi tanto..insomma vorrei che fossi tu a farlo”
“quando iniziero' a prendere regolarmente la pillola...si insomma hai capito” ed arrossendo mi bacio' nuovamente
L'abbracciai rassicurandola “non vedo l'ora di riempirti la figa come ho fatto prima con le tue tette” le dissi
Le sorrisi prima di uscire dal portone del palazzo, pensando a quanto sarebbe stato bello venirle nella fica, non stavo piu' nella pelle o meglio dire nelle mutande
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