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Il regalo di nozze.


di Bunny2015
20.07.2015    |    1.564    |    3 9.9
"Poi, calmandosi, i suoi seni raggiungono il mio petto e i nostri respiri si fondono, all'unisono..."
L'avevo conosciuta nel lontano '98, frequentando il ristorante dell'agritur vicino alla mia casa, in montagna.

Un fiore, appena sbocciato.

Diciannove anni aveva, Petra, veniva dalla Polonia e serviva in sala.

Portamento regale, non da cameriera, un italiano quasi perfetto (l'ho studiato a scuola, diceva) e un reggiseno rosso che si dichiarava, sotto la casta divisa da sala, gonna nera e camicetta bianca, ricamata.

In breve avevo appreso che era la favorita, non solo lavorativamente, del suo titolare che, allora, aveva almeno una dozzina di anni in più dei miei 44 di allora.

Gentile, capace, professionale, ma anche molto stuzzichina, in breve mi aveva fatto capire la sua disponibilità nei miei riguardi e avevamo convolato a piacevoli reciproci incontri, dove tutti i miei dubbi sulla disponibilità al sesso, da parte delle conterranee del Papa polacco, erano stati rapidamente fugati.

Non c'era pratica amorosa che non conoscesse o che non gradisse apprendere e verso la quale si lanciava con genuina gioia giovanile.

Una bocca dalle turgide e morbide labbra, aveva risvegliato in me tutti i reconditi piaceri, dal bacio più profondo al pompino più risucchiante.

Un seno, la quarta già allora, ricordo molto bene, che accoglieva il mio cazzo in una spagnola degna del nome, senza bisogno di protesi al silicone e imbrogli similari.

Un fiore del piacere, anche stretto, ma profondo, nel quale mi ci perdevo, alla ricerca del suo ultimo singulto di godimento.

Un lato B che non ottenni subito, ma che da quando mi venne donato, non mancò mai, con la sua generosa presenza, nei nostri lunghi amplessi.

Negli anni continuammo a frequentarci, con reciproco piacere, mentre il suo ruolo in paese variò, a mano a mano che il tempo passava.

Dapprima, lasciando l'agritur e il suo titolare, fece la commessa da Benetton mentre, poco tempo dopo, aprì un negozio monomarca, l'unico in paese, di intimo.

E questi furono anni meravigliosi.

La bella ragazza si era trasformata in una splendida donna, che sapeva cosa voleva e come ottenerlo.

Passa per dietro, mi diceva, ti aspetto.

Il suo piacere più grande era di scopare, nel suo negozio, nel retro, con l'attività aperta e la possibilità che arrivasse qualche cliente; cosa che era avvenuta più di una volta.

Arrivo subito, signora, diceva, con la sua bella voce dai toni caldi e accelerava il ritmo; non si presentava alla cliente, finché non era venuta.

In quei frangenti portava lunghe gonne, che nascondevano il colare dei suoi umori lungo le gambe, a conferma del piacere appena goduto.

Ora, non più di un mese fa, salendo in montagna l'andai a trovare, come sempre. Era da Natale che non ci vedevamo.

Le vetrine del negozio erano tappezzate di cartelli che proponevano sconti inimmaginabili per chiusura attività.

Che novità è, questa, le chiesi, dopo l'ennesimo amplesso, tanto intenso quanto estremo.

Mi aveva voluto dentro, nel suo paradisiaco lato B, mentre un grosso dildo mi sostituiva, nella sua ancora e sempre stretta fica.

Mi sposo, mi disse, con Matteo.

Chi, il valligiano?

Esatto, è ricco, mi sistemo, ma non vuole che io lavori!

Ma sei convinta di quello che fai?

Lo ami almeno?

Una risata, amara e non convinta, mi fecero capire tutto!

Il rispetto che portavo, per questa grande donna, mi impedirono di discutere, ma la disperazione con la quale si attaccò al mio uccello per farmi venire ancora, nella sua bocca, mi riempì di tristezza.

Poi, l'altro giorno, un suo WhatsApp mi mette in allarme.

Ho bisogno di vederti, questo sabato; ti prego sali e vieni per dietro, trovi aperto, anche se il negozio è chiuso.

Ti aspetto, ci conto.

Non era mai accaduto e, allarmato, mi organizzo e salgo. Sabato, alle dieci sono già in negozio.

Dalle vetrine risulta tutto sbarrato, ma la strada la conosco ed entrando la trovo lì, in mia attesa.

Bella, come sempre, ma un po' pallida, nonostante la sua pelle chiara renda difficile capirlo.

Mi viene incontro, mi abbraccia, mi bacia.

Le mie mani la stringono e percorrono la sua schiena.

Non avverto altri spessori sotto il leggero vestitino che indossa.

Si, mi dice, sotto sono nuda.

Nuda per te.

Le sue labbra percorrono il mio viso, la lingua saetta, veloce, portandomi subito a desiderarla.

Le mie mani stringono un culo che, in tutti questi anni, è rimasto sodo e ben tornito, come allora.

Le sue mani frugano i miei vestiti e, in breve mi trovo nudo, mentre lei, china, me lo ha già preso in bocca, quale segno di benvenuto.

Che strano, non si appoggia al tavolo, come suo solito, per porgermi culo e fica, ma la vedo distendersi, su di un morbido plaid, di pile, portandosi appresso il mio uccello e quanto ci sta attaccato.

Musica nuova, penso, nessun pericolo di clienti in arrivo e potremo amarci con più calma e passione.

Mentre la mia bocca si dedica al suo clitoride, duro e sul punto di esplodere, con una mano recupero i pantaloni e ne traggo un preservativo.

Ma lei se ne accorge e con un tenero ma deciso gesto lo prende, lo lancia lontano e mi dice:

No, oggi no, ti prego.

Mi trovo sulla schiena, con la mia Petra che, bagnatissima, mi cavalca, si impadronisce del Suo pene e se lo porta a casa, iniziando una danza, sul mio petto, che poche speranze mi lascia di uscirne indenne.

Infatti, dopo nemmeno cinque minuti le faccio capire che non riesco più a resistere.

Con un dolcissimo sorriso mi fa capire di aver compreso; il ritmo però cresce e per me è inevitabile inondare e riempire la sua fica con il mio sperma, non più trattenuto.

Non si ferma, ancora per parecchio, quasi a voler essere sicura che io lo buttassi fuori tutto.

Poi, calmandosi, i suoi seni raggiungono il mio petto e i nostri respiri si fondono, all'unisono.

Dopo un po’ mi racconta e mi dice:

Sai, domani, alle undici, mi sposo.

Il mio maritino ha voluto che fosse in concomitanza della mia ovulazione, a lungo da lui studiata, perché non vuole perdere tempo, per avere dei figli.

E questo, allora, è il nostro regalo di nozze.


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