tradimenti
In vacanza con mia moglie Monica (parte 9)

06.10.2020 |
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"Poi, mentre si girò per prenderne alcuni nel cassetto, provai a sedermi sulla sedia..."
In vacanza con mia moglie Monica (parte 9)Quelle ultime giornate al mare passate interamente a farmi scopare mi avevano molto cambiata. Pensavo continuamente al sesso. Lavorando part time solo di mattina passavo degli interi pomeriggi a sditalinarmi immaginando di essere nuovamente legata ed usata. Provavo degli orgasmi incredibili al solo pensiero di camminare a quattro zampe tirata per un guinzaglio verso dei cazzi da succhiare. Oppure ad essere nuovamente frustata ed inculata davanti a mio marito che godeva all’inverosimile segandosi il cazzo nel vedermi trattata come una cagna. I miei cazzi finti e il mio anal plug mi aiutavano a godere. Anche mio marito Diego sapeva che ormai a casa mi masturbavo spesso quando lui non c’era. Per lui era il massimo, aveva sempre desiderato avere una moglie puttana e appena rientrava voleva scoparmi subito. Anche io avevo voglia di essere sempre riempita dal suo cazzo. Mi trovava con calze e reggicalze da mignotta e con la figa bagnata e il culo già aperto. Gli raccontavo che quattro neri mi avevano tenuta a gambe aperte tutto il pomeriggio per infilarmi i loro cazzi di 30 cm dappertutto. Mi chiedeva se avevo goduto e io mi sedevo sul divano e allargavo le gambe per mostrargli la mia figa slabbrata e luccicante di umori dicendogli che da brava troia avevo ubbidito ad ogni loro richiesta. A quel punto Diego tirava fuori il cazzo durissimo e mi scopava fino a riempirmi la figa di sborra o sfogava la sua eccitazione divertendosi con il culo della sua mogliettina zoccola. Impazzivo a sentire mio marito così eccitato. Erano sensazioni alle quali non avrei mai più rinunciato. Ogni tanto Diego ritornava a casa con un nuovo giocattolo da infilarmi nella figa e mi chiese di andare al lavoro con un plug infilato nel culo. Ci andai più di una volta e anche se non fu facile restare tutta la mattina seduta alla cassa del supermarket dove lavoro, non riuscii a fare a meno di assecondare le sue voglie. In fondo avevo scoperto che mi piaceva essere comandata e avrei fatto qualsiasi cosa mi avesse chiesto. Mi bastava sentirmi puttana. A casa mi metteva a novanta gradi e controllava quanto il mio buco del culo si era allargato. Mi confessò che avrebbe voluto ancora vedermi alle prese con qualche cazzo e che al lavoro gli veniva subito duro se pensava che qualcuno mi stesse rompendo la figa e il culo mentre lui non c’era. Spesso si ritrovò a segarsi al lavoro nei bagni dell’ufficio immaginando la figa di sua moglie tutta sfondata e colante di sborra. Dopo due settimane mi ero abbastanza stufata dei soliti ditalini pomeridiani. La mia voglia di cazzo stava raggiungendo il limite. Chiesi alla mia amica Silvia di darmi l’indirizzo di Marco, il suo tatuatore di fiducia. Un gran figo, moro con gli occhi azzurri sulla trentina che mi aveva più volte mostrato in foto. Gli telefonai e mi diede appuntamento alle 4 di pomeriggio del giorno stesso nel suo negozio alla periferia di Milano. La mia figa si bagnò immediatamente al pensiero di avere dentro un bel cazzo che mi facesse godere. Pensai che avrei solo dovuto fare la puttana e che sicuramente non si sarebbe perso l’occasione di scoparmi. Chiamai Diego e gli chiesi se ancora volesse che sua moglie facesse la mignotta con qualcun altro. Mi rispose che si era appena segato l’uccello pensando proprio a quello. Non ebbi bisogno di sentire altro, gli dissi che al suo rientro non mi avrebbe trovata perché avevo intenzione di fargli una bella sorpresa e riattaccai. Faceva caldo. Verso le 15 uscii di casa abbigliata come una troia da strada con una canottiera bianca senza reggiseno, una microgonna di jeans e sandaletti bianchi estivi con zeppa da 15 cm. Mi ero appena depilata completamente la figa e decisi di non indossare le mutandine. Entrai in metropolitana per raggiungere velocemente il negozio di Marco con l’intento di farmi vedere in mezzo alle gambe da qualche sconosciuto. Tre ventenni e un vecchietto seduti di fronte a me si gustarono un bello spettacolino. Accavallai più volte le gambe permettendogli di vedere che non portavo le mutandine. Mi piaceva sentire i loro occhi sulle mie parti intime. Mi stavo bagnando. Appena prima di scendere scavallai le gambe un’ ultima volta e le allargai un poco per mostrare a tutti e quattro la mia figa depilata. Pensai che mio marito sarebbe stato orgoglioso della sua mogliettina zoccola. Con la coda dell’occhio vidi che un paio di ragazzi si posizionarono dietro di me sulla scala mobile per sbirciarmi sotto la gonna e guardarmi il culo. Mi piegai leggermente in avanti facendo finta di niente e mi lasciai ammirare. Penso che Marco non si aspettasse di vedere una bella figa come me in negozio. Fu subito molto gentile chiedendomi se avessi già in mente qualche cosa. Gli dissi che volevo un tatuaggio dietro alla spalla destra e mi fece scegliere dal suo book. Non aveva molti clienti in quel periodo estivo, così dopo 20 minuti mi decisi per una farfalla colorata di piccole dimensioni e mi disse che poteva farmela anche subito. Era davvero un bel ragazzo. Sapevo di piacergli, mi guardava come se volesse scoparmi. Scherzammo per tutta la durata del tatuaggio, circa mezz’ora. Poi gli confessai che per la prossima volta pensavo di farmi fare un tatuaggio sul monte di venere. Rimase un po’ disorientato all’inizio, poi mi mostrò alcuni lavori che aveva già realizzato per alcune sue clienti. Mi disse che per realizzare quei tatuaggi si poteva lavorare in tutta tranquillità nella stanzetta di fianco dove aveva posizionato una sedia tipo quella da ginecologo utile per non stancare le gambe sia per i tatuaggi che per i piercing intimi. Gli dissi che sia a me che a mio marito intrigava molto l’idea del piercing al clitoride. Non perse tempo e mi portò nella stanzetta per mostrarmi i diversi tipi. Poi, mentre si girò per prenderne alcuni nel cassetto, provai a sedermi sulla sedia. Quando si voltò nuovamente mi trovò con le gambe allargate e la figa bene in vista. Incrociò il mio sguardo e non ci fu bisogno di dire più nulla. Si spogliò velocemente e cominciò a scoparmi dicendomi che aveva capito che ero soltanto una puttana in cerca di cazzo. “Hai la fede al dito e ti sei vestita da mignotta per venire nel mio negozio….adesso ti riempio la figa di sborra, troia”, mi disse mentre mi pompava. Nessuna carezza o bacio passionale, mi stava solo sfondando per il suo piacere. Sentivo il suo cazzo entrarmi dentro e pulsare continuamente….era durissimo. Fantastico, proprio quello che ci voleva per saziare la mia figa vogliosa. Mi scopò in quella posizione per 30 minuti insultandomi continuamente e dandomi il cazzo da succhiare ogni tanto. Alla fine scaricò il succo delle sue palle dentro di me. “Tieni puttana, questo è un regalo per tuo marito”. Ed infatti fu proprio così. Rimase stupito infatti quando rifiutai di andare in bagno a lavarmi, ma tirai fuori dalla borsetta un paio di mutandine nere. Le infilai sotto il suo sguardo incredulo dicendogli che a mio marito piaceva proprio scoparmi con la sborra di un altro nella figa. Mi regalò il tatuaggio sulla spalla, mi spiegò come trattarlo per i giorni successivi e gli promisi che mi avrebbe sicuramente rivisto perché l’idea del piercing al clitoride mi piaceva moltissimo. “Allora spero che tornerai presto così oltre ad aprirti ancora la figa ti infilerò sicuramente il cazzo in quello splendido culo da zoccola che ritrovi”. Mi salutò con un bacio sulle labbra, l’unico di tutto il pomeriggio. Chiamai un taxi per tornare a casa. Sentivo la sborra uscirmi dalla figa e bagnarmi le mutandine. Volevo tornare in fretta a casa da Diego. Sul taxi non riuscivo a tenere le gambe ferme, mi sentivo sporca e appiccicosa. L’autista posizionò lo specchietto per vedermi meglio ma non gli mostrai molto. Presi l’ascensore per salire al quarto piano di casa mia. Entrai e vidi mio marito seduto in salotto sulla poltrona intento a vedere la tv. Mi guardò camminare verso di lui e mi sorrise. Era felice di vedermi. Gli mostrai il tatuaggio dietro alla spalla, poi gli dissi che le sorprese non erano finite. Sfilai le mutandine e gliele feci annusare. Poi gliele mostrai tutte sporche di sborra. La sborra bianca sul nero delle mutandine eccitò mio marito all’inverosimile. In un attimo Diego si abbassò i pantaloni per mostrarmi il cazzo già duro. “Mi sono fatta scopare, amore. Questo è il tuo regalo”. Appoggiai un piede sul bracciolo della poltrona aprendomi la figa con le dita per mostragli che era stata usata. Diego avvicinò la bocca e cominciò a leccarmi, mentre con la mano cominciò a segarsi il cazzo. Ogni tanto smetteva di leccarmi per dirmi che ero una troia. “ Gli ho anche pulito il cazzo alla fine….baciami in bocca porco per sentire sulle labbra della tua mogliettina il sapore di un altro cazzo”. Diego mi baciò con passione. Poi si alzò in piedi dicendomi che mi voleva scopare per sentire quanto mi avessero aperto. Mi fece mettere a quattro zampe sul divano e mi frustò con la cintura dei pantaloni facendomi raccontare tutto quello che avevo fatto. Il racconto di quanto ero stata zoccola nel pomeriggio lo eccitò ancora di più. Aveva il cazzo durissimo. Iniziò a scoparmi selvaggiamente da dietro. “Sei la mia succhiacazzi…..voglio vederti venire da me con la figa rotta e piena della sborra di 10 persone”, mi disse. “ Si amore, non preoccuparti allora, presto la tua bella mogliettina sarà ancora la cagna di tutti. La prossima settimana Paolo e Gianni verranno qui per farmi fare la puttana. Quando tornerai a casa dal lavoro mi troverai tutta piena di sborra come piace a te. Ti metterò tante di quelle corna da farti scoppiare il cazzo a furia di farti le seghe mentre mi guardi scopare”. La sborra che sentii schizzarmi dentro la figa fu l’ennesima prova di quanto Diego traesse piacere dall’avere una moglie puttana.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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