tradimenti
La collega in crisi

25.08.2018 |
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"Iniziò a strusciare la mia mano, condotta sapientemente dalla sua, sul canale della vagina arrivando ogni tanto a sfiorare il clito, già bello eretto e degno..."
La troppa complicità , a volte gioca brutti scherzi. E l'estate genera situazioni impensabili anche per i più audaci seduttori.Ragazzo di 40 anni, felicemente single dopo varie storie finite male. E' evidente che la vita matrimoniale non faccia per me. Amante delle donne, troppo per mantenere una relazione basata sulla fedeltà.
E allora l'unica cosa stabile che sono riuscito a mantenere è il lavoro in una piccola azienda, tra colleghi maschi, troppi, e qualche collega donna impiegata negli uffici amministrativi., un po' datata e per niente attraente. Eh va be'. niente possibilità di tresche lavorative. In compenso un bel clima familiare che agevola il lavoro e la positività Il mio carattere socievole non mi ha mai impedito di costruire relazioni e farmi ben volere da tutti. E allora, in occasione del pensionamento della contabile più anziana dell'azienda, fu assunta una ragazza. Niente di speciale: alta nella media, due seni importanti da quarta abbondante, un bel culetto pronunciato e vestiti sempre ben azzeccati. Nessuna particolare intenzione di provocare, ma sempre ben messa per valorizzare le sue forme. Simpatica e socievole, in occasioni dei primi incontri tenne subito ad informarci che stava per sposarsi, quasi a voler segnare il giusto confine delle relazioni. Bene amicizia, scherzi e battute, ma fermatevi lì. Per il momento.
Perchè appena un anno dopo essersi sposata, iniziò subito a manifestare, sempre in maniera scherzosa e goliardica, le prime insoddisfazioni verso il marito. Prima perchè non riusciva a metterla incinta, poi dopo aver partorito due bambini, perchè non le dedicava più le giuste attenzioni. Erano passati un paio d'anni da quel primo incontro, e la ragazza simpatica e seria tutta casa e famiglia, si stava pian piano trasformando in una ragazza in cerca di qualcosa di diverso.
Fu ad una cena tra colleghi che, dopo aver bevuto qualche bicchiere in più del normale, mi confido' tutta la sua amarezza nel veder naufragare il suo matrimonio. Era inverno, e fuori dal locale , tra una sigaretta e l'altra e un freddo siberiano, lasciò la sua apparente simpatia e mi raccontò tutte le fasi della separazione, con conseguente astinenza sessuale che durava da mesi.
Nei giorni successivi, ogni tanto mi fermavo a fare due parole con Maria, notando con dispiacere la sua malinconia. Neanche le battute che le facevo spesso, e che la facevano tanto ridere, sortivano l'effetto desiderato.
Ben presto arrivò la bella stagione, e con essa il buon umore generale dopo un inverno freddo e lungo. Si risvegliano i sensi, ci si prepara per l'estate . C'è voglia di fare festa, di lasciarsi alle spalle dispiaceri e tristezza. Fu cosi anche per Maria, che stava terminando le pratiche della separazione e sembrava oramai aversene fatto una ragione e contemporaneamente cercare una nuova vita. E nuovi piaceri. Dall'abbigliamento giusto, ma sempre un pò casto, iniziò ad indossare vestiti più provocanti. Non si notavano più le righe dei mutandoni della nonna, ma le chiappe generose iniziavano a far immaginare un bel culo prosperoso e libero da costrizioni.
Si avvicinò il giorno della tanto attesa cena estiva, che celebrava l'arrivo delle tanto attese e meritate ferie estive, in un caldo torrido da far paura. Una delle estati più calde che io ricordi a memoria. I vestiti scottavano sulla pelle, e la voglia era sempre quella di toglierli. Ci incontrammo tutti in un locale per l'aperitivo, per poi raggiungere il luogo della cena che in genere era sempre in riva al mare. Per una serie di intrecci, Maria decise di non prendere la macchina e salì con me. Forse perchè aveva voglia di parlare, o forse perchè ero l'unico scapolo....chissà. In macchina mi disse che aveva voglia di divertirsi, di fare serata: i bimbi erano con la mamma, e non aveva obblighi di rientro.
Arrivati a destinazione, ci sedemmo uno di fronte all'altro e il vino bianco, frizzantino e gustoso iniziò a fare effetto. L'allegria regnava sovrana, brindisi e battute allietavano una serata piacevole. Maria era vestita in modo impeccabile: vestitino ben attillato a valorizzare forme abbondanti, e assenza totale di mutandine. Ogni volta che si alzava, il suo culo sembrava parlare.
Dopo i primi. in molti si alzarono dal tavolo: chi per fumare, chi per prendere aria.....ma quasi tutti sul lungomare. Meno che Maria, la quale scese invece verso la spiaggia, sul bagnasciuga. C'era una luna splendida, e lei stava li sulla riva del mare, a piedi scalzi, ad ammirare la notte. La seguii, e non potei fare a meno, dopo un attimo di esitazione, di cingerle le braccia da dietro e attirarla a me. Il gesto non la disturbò, anzi sembrò gradire quel mio abbraccio, che diventò più intenso dopo che lei reclinò tutta la testa all'indietro sulla mia spalla. Eravamo abbracciati, nella più classica delle posizioni di due innamorati qualsiasi. Il mio amico stava piano piano svegliandosi, vista la vicinanza pericolosa a due belle chiappe come quelle di Maria. E lei lo avvertì senza dubbio, quando fece un leggero movimento di bacino come ad assecondare la situazione.
Non parlava, ma sospirava sempre più intensamente. E sempre più intensamente cresceva la misura del mio arnese. In realtà un normodotato, ma più che sufficiente a far godere una donna.
Iniziò a tremare Maria, complice il vino e l'emozione del momento: il segnale di via libera fu quando, oramai tolti i miei freni inibitori, spostai una mano sul suo basso ventre....feroce e immediato fu il suo bacio, passionale e intenso. Quasi famelico... la breccia era aperta, bisognava solo capire come e dove consumare quegli attimi di intensa passione.
Ci ricomponemmo, con Maria visibilmente scossa e rossa in viso per raggiungere gli altri e cercare una scusa per congedarci. Con due bambini a casa, fu facile per Maria trovare la scusa.
Camminando verso la macchina, si strinse a me con tutta la forza che aveva, quasi a voler chiedere prima possibile di soddisfare le sue voglie represse da mesi.
Salimmo alla spicciolata , e nel partire le chiese se volesse venire a casa mia, essendo io da solo....rispose di si, "ma fai presto".
Durante la guida, notai che iniziò a sollevarsi il vestito, scoprendo piano piano le sue belle cosce...non resistette dal poggiarle una mano su di esse e lei prontamente la bloccò.
Al mio sguardo interrogativo, rispose reclinando la testa all'indietro con un sorriso liberatorio e accompagnò la sua mano fin sulla passerina: niente mutande, niente peli ma tanto tanto liquido di godimento. Iniziò a strusciare la mia mano, condotta sapientemente dalla sua, sul canale della vagina arrivando ogni tanto a sfiorare il clito, già bello eretto e degno. L'erezione prepotene si impossessò di me, facendomi quasi male: non potevo continuare in quel modo. Liberai l'uccello, che svettante fece capolino. Lei lasciò la mia mano al mio lavoro e lo afferrò con forza, iniziando una lenta sega liberatoria....
Era chiaro che non avremmo fatto in tempo a raggiungere casa mia, mi appartai in una stradina di campagna. A motore fermo, reclinai il suo sedile e il mio, e vista la capacità del mio monovolume creammo quasi un letto matrimoniale.
Mi fiondai tra le sue cosce, oramai ridotte ad una sorgente di piacere, ed iniziai un lavoro di lingua certosino: partii dalle cosce , arrivando fino ai lembi della passerina oscenamente aperta, per poi tornare all'esterno tra inguine e cosce, senza tralasciare ogni tanto una puntatina sul clitoride: stava impazzendo, e me lo dimostrava con la sue mani che in modo scomposto massaggiavano i miei capelli. Quando mi concentrai sul clitoride, inizio a gemere e piangere, e con le mani comprimeva la mia faccia sulla sua fica.
Iniziò a parlare, a godere, ad invocare: "oh mio Dio, oh mio Dio , oh mio Dio.....ohohohoh Dai dai piano piano dai dai "
Poi all'improvviso si piegò su stessa qualche secondo, si abbandono sul sedile come se fosse presa da Satana, e allontanandomi si abbandono' ad un violento orgasmo, quasi squirtando. Appena ripresa dalla goduta, mi afferrò e mi disse ad un orecchio, questa volta con dolcezza: "ti prego, mettilo dentro adesso". Non mi feci pregare, le saltai sopra e senza difficoltà alcuna inizia una lenta penetrazione.....
Dopo un pò mi fermai, e tirai fuori il cazzo quasi a volermi far desiderare.....la guardavo intensamente, ma senza penetrarla. Tenevo la punta del cazzo a lambire le sue labbra vaginali, le presi una mano a glielo feci prendere in mano: "adesso giocaci".
Lei subito non capì, ma bene presto con il mio aiuto ci arrivò: teneva il cazzo perfettamente eretto e e se lo strofinava sulla fica, a volte facendosi penetrare dalla cappella incandescente, a volte solo facendosi baciare dalla punta sul clitoride....
Questa pratica, che alla lunga fa impazzire ogni donna, durò qualche minuto, fino a che lei non iniziò ad ansimare e sgranare gli occhi dal piacere. Io ero semplicemente un giocattolo nelle sue mani, decise lei quando fu ora di ricominciare la scopata : mi afferrò per le chiappe e se lo mise dentro con una tale forza come a volere una fusione dei corpi.
"Vieni, vienimi dentro , vienimi dentro più forte che puoi ma non ti muovere, ti prego!!!!"
Stava avendo il suo secondo, violentissimo orgasmo....
Alle sue parole, sborrai copiosamente e appena mi ritirai una colata di umori misti uscì dalla vagina di Maria, che ancora visibilmente scossa mi baciò con passione sussurrandomi mille volte grazie.....
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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