tradimenti
Oltre l'Immaginazione


26.06.2025 |
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"Davide non perdeva un solo istante di queste carezze, che divennero sempre più intime..."
Il primo titolo a cui ho pensato per dare vita a questo nuovo racconto è stato: “oltre ogni aspettativa”. Ma aspettativa è una parola molto scivolosa. Nella vita quanto nel gioco l’aspettativa è una trappola insidiosa nella quale rischiamo sempre di intrappolarci. Da soli ovviamente. L’aspettativa conduce inesorabilmente alla delusione. Dietro questa apparente innocua parola si cela la pretesa che la realtà si adegui a al nostro pensiero, ai nostri preconcetti. Alle nostre convinzioni limitanti su come dovrebbero andare le cose. E’ un modo di approcciare la realtà rigido. Nel mondo libertino questo si avverte in modo dolorosamente diretto: noi abbiamo deciso che lei/lui dovrà comportarsi in un certo modo, dire certe cose, avere un determinato atteggiamento. Non funziona. Non funziona mai.“Ciao e piacere di conoscerti, Francesca e Davide. Hai un profilo non di poco conto, complimenti!! Sembri un vero esperto, mentre noi siamo alle primissime armi”
Questo fu il primo messaggio che ricevetti da una coppia recentemente iscritta sul sito. Lo lessi con attenzione come sempre; cercai di leggere fra le righe della loro presentazione chi fossero, cosa cercassero e se ci potesse essere compatibilità con quel sono e propongo io.
Non si può piacere a tutti e non tutti ci possono piacere. Penso sia inutile cercare di incastrare a forza un incontro che poi si rivelerà deludente per tutti. Mi presento sempre per come sono io, con la forza della mia onestà e di chi non la nulla da ostentare né da nascondere. Trovo davvero inutile cambiare maschera a seconda di chi si ha davanti: se mi vuoi minimo centonovanta centimetri, biondo e con gli occhi azzurri, semplicemente non sono la persona adatta 🤭🤭.
Saluto, ringrazio e proseguo!
So quello che posso e non posso dare.
So precisamente ciò che mi piace.
Il profilo di questa coppia diceva con chiarezza chi fossero Davide e Francesca. Giovani, raffinati, esigenti. Bellissimi. Una coppia debuttante, così si descrivevano, eppure avvertii che non erano lì solo per osservare. Questi ragazzi volevano mettersi in gioco. La successiva frase di Davide fu ancora più illuminante:
“Educazione, rispetto, eleganza alla base di quello che cerchiamo anche noi… non va convinta lei ahah anzi, domata 😂 stiamo sviluppando una forte tendenza al gioco bull cuck”.
Ah, bull/cuck, interessante😈! In questo gioco la gamma delle sfumature è assai ampia e le conosco tutte assai bene. Avevo esperienza tanto nell’introdurre coppie debuttanti nel mondo del Gioco quanto nel dare vita a questo particolare triangolo. In questo caso, i miei futuri nuovi amici rientravano in entrambe le categorie. Molto invitante. Molto.
Immaginavo perfettamente che dovessero ricevere numerosissimi messaggi; la competizione, per così dire, era certamente dura. Ma io non entrai in "modalità gara"; ero semplicemente lì per farmi conoscere in modo onesto.
Come spesso accade, l’uomo era quello fra i due incaricato del primo contatto. Era per così dire il filtro. Aveva osservato la mia presentazione, le mie fotografie, i miei feed. Aveva letto alcune mie storie e lo indirizzai su quelle che potevano essere più allineate con la sua, anzi con la loro fantasia. Uomo intelligente e molto sensibile, ci comprendemmo rapidamente. Senza che gli dovessi chiedere nulla, mi invitò a scrivere alla sua compagna su un contatto privato.
Adesso iniziava la parte intrigante…
Scrissi alla affascinante ragazza di cui avevo ammirato il corpo in fotografia. Rispose subito con brio: “Ciao Lucas, piacere di conoscerti, cosa vi siete detti di bello e di interessante?”. Intuii subito una persona spigliata, che come me amava il dialogo, lo scambio. Ci mandammo alcune fotografie e finalmente misi un volto su quel corpo maestoso. Eleganza, stile e sicurezza emanavano dai suoi capelli scuri in perfetta piega, dagli occhi penetranti dietro gli occhiali di foggia moderna e dalla montatura nera, dalle sue labbra piene. Forse una debuttante nel mondo libertino, ma certamente non una ragazzina ingenua e fragile. La sua sicurezza si fermava un attimo prima di diventare arroganza per sfumare invece in consapevolezza.
Dal canto suo mostrò di gradire il mio aspetto. Nonostante la sua giovane età ebbi immediatamente la sensazione di parlare con lei “da pari a pari”. Anche per Francesca l’esperienza del possibile prescelto aveva importanza e lo chiese quasi subito. Sul punto la rassicurai sorridendo fra me e me. Si l’esperienza non mi mancava 🤗
Eppure come affermo spesso, in me l’esperienza non è mai diventata abitudine, distacco o routine. Provo le stesse emozioni, ogni volta ricomincia l’eterno incontro del Maschile e del Femminile. Ogni donna ha un modo suo e solamente suo di incarnare questa polarità. Ogni volta lo stesso desiderio di entrare nella sua mente, nelle sue emozioni. Ogni volta il desiderio di ascoltarla e di vibrare sulle stesse frequenze.
Le mie prime impressioni furono confermate in modo inequivocabile quando appunto le chiesi senza giri di parlarmi delle sue fantasie, delle emozioni che le suscitava l’idea dell’incontro con il bull, dei suoi desideri e timori, preferenze e limiti. “Allora non so cosa ti abbia detto Davide ma a me piace molto sì che lui guardi, ma non solo. A me piace anche che partecipi come e quando ne ho voglia. Non ho particolari timori e non sono per niente timida. Mi piace anche anale. Non mi piace invece la sottomissione estrema e il dolore”.
Per una novizia aveva le idee chiare, non si poteva negare!
Nei giorni successivi mantenni il dialogo sia con Davide che con Francesca. Lui mi confermò la mia sensazione: fra me e la sua ragazza c’era una bella comprensione reciproca. L’incontro, il magico incontro ci sarebbe stato. Andai a fondo nella loro dinamica di coppia per poter offrire loro la miglior esperienza, quella che non avrebbero mai dimenticato. La ragazza aveva un passato di relazioni da sottomessa ma recentemente aveva scoperto in lei anche un lato dominante. Dall’altra parte il compagno era una persona forte ed equilibrata (non avrebbe potuto essere diversamente per stare con lei!). Discutendo assieme, avevano sviluppato questa curiosità, questo desiderio di esplorare lungo i sentieri del libertino nuove sensazioni ed esperienze. La parte dom di Francesca si esprimeva nella sua eccitazione a rendere cornuto Davide, anche se in modo soft. D’altro canto lui era incredibilmente attratto dal vedere la sua compagna sessualmente sottomessa a un altro uomo. Un incastro delicato di desideri e pulsioni. Roba esplosiva, maneggiare con cura!
Trovai entrambi emotivamente maturi e soprattutto consapevoli.
Mi divertii nei giorni seguenti a giocare, provocare, stuzzicare entrambi, in due chat separate. Con lui scambiavamo fantasie, proposte, idee. Queste idee mi sgorgavano spontaneamente nel flusso della conversazione e nella complicità che si era creata fra noi e che costituisce uno degli ingredienti fondamentali del cocktail. Avvertivo un entusiasmo crescente in lui, via via che si avvicinava la data concordata. Stava impazzendo tanto quanto impazzivo io. Francesca parlava meno, ma quando lo faceva lasciava il segno! Ero colpito dal connubio di sicurezza e disponibilità che vedevo. Mi chiese come avrei preferito si vestisse. “Per l’intimo puoi avanzare richieste se ne hai a Davide…gli piace molto regalarmi intimo per questi incontri”. Risposi sfacciato che meno stoffa c’era e più apprezzavo. La ragazza non fece una piega! Parlammo anche di noi, delle nostre vite, di temi interessanti legati al mondo libertino. La nostra visione combaciava perfettamente! Un elemento emergeva con chiarezza: i due si amavano appassionatamente. Avevano raggiunto la felicità con la persona giusta e apparivano saldi, innamorati e uniti! Tutte premesse indispensabili a esplorare. Quando parlavano di sesso, si esprimeva in modo diretto e crudo, come piace a me, senza ipocrisie.
Quanto desideravo questo incontro. Quanto.
Finché, durante una afosa serata di Giugno, dal tavolo del locale dove mi ero seduto, vidi avvicinarsi a me due ragazzi.
Erano Francesca e Davide!
Erano loro, erano venuti per me, per incontrarmi. Erano venuti a spingere il limite un passo oltre. Francesca era venuta per essere mia troia una sera di fronte al suo uomo. Per renderlo cornuto. Davide invece era venuto per vedere la sua donna dominata da uno sconosciuto esperto e sicuro di sé. Uno sconosciuto che almeno sulla carta ci sapeva fare. Uno sconosciuto che l’avrebbe presa, scopata, usata e montata senza ritegno.
Era per me che la sua ragazza si era preparata con cura, truccata profumata.
Era per me che indossava dei sandali provocanti con il tacco a spillo, che portava un vestito nero e corto conforme alle mie richieste.
Ricordo perfettamente il senso di vertigine che mi avvolgeva mentre assaporavo tutte queste emozioni. Lei sembrava imperturbabile, con quel mix di sicurezza che avevo ormai imparato a conoscere. Era quasi al limite della freddezza, poi sorrideva e si mostrava amichevole. Era bellissima, esattamente come avevo immaginato. Ma era ancora e prima di tutto magnetica. Una donna che lasciava il suo marchio su chi incrociava. L’emozione di Davide era più evidente, così come penso la mia. Un bellissimo ragazzo del tutto a livello della sua compagna. Curato, elegante. Fisicamente, pensai, eravamo simili. Gentile, amichevole. Molto sensibile. Avevamo anche dei punti di contatto a livello caratteriale.
Ma io ero più esperto, un lupo che stava fiutando la sua preda che l’avrebbe presa come Davide, per indole e natura, non avrebbe fatto.
Elettricità nell’aria, tensione erotica palpabile. Francesca sosteneva i miei sguardi senza abbassare il suo. Avevo già fatto sedere i due nel modo più opportuno. La ragazza era seduta proprio accanto a me, sul divanetto. Così vicina che avvertivo il profumo della sua pelle. Lui ci fronteggiava su una sedia. I ruoli erano, ad un osservatore attento, già definiti! Il mio batticuore si placava lentamente e cresceva la mia sicurezza. La sicurezza del cacciatore quando sa che la preda non sfuggirà più. La preda ha scelto e deciso consapevolmente di farsi catturare e divorare. Mi sentivo ormai libero di entrare in quel territorio sconosciuto e affascinante che mi veniva offerto. Le cosce della ragazza erano così maledettamente vicine alla mia mano, così scoperte, così nude. Così calde e lisce sotto le mie prime carezze. Davide non perdeva un solo istante di queste carezze, che divennero sempre più intime. La mano scese fra le cosce di Francesca, che le allargò di quel tanto che bastava a farsi sfiorare il suo intimo.
Fu lei, naturalmente fu lei a proporre di andare a casa mia.
La ragazza chiaramente aveva il controllo della situazione, pur sempre in accordo con il compagno. Aveva deciso e non ci sarebbero stati ripensamenti. Le vibrazioni positive che avevamo avuto in chat si era confermate appieno.
I pochi minuti di tragitto trascorsero con Davide alla guida mentre io, caduta ogni barriera, baciavo con passione la sua ragazza. Mi sentivo incontenibile eppure lucido. Nell’angusto ascensore ero avvinghiato a lei e senza remore le mie mani abbrancavano il suo culo sollevando il corto vestito. Non era più il momento delle parole. Tutto ciò che doveva era stato detto. Adesso si sarebbe consumata la cerimonia profana che desideravamo tutti e tre. Appena entrati in casa, il gentleman educato e gentile che ero stato si era trasformato nel lupo ardente. Faccia al muro appoggiavo il corpo con forza contro il suo. Le mie mani vagavano senza sosta sulla sua pelle e le tolsi rapidamente il vestito. Potevo ammirare l’armonica proporzione del suo corpo di Femmina. Indossava solamente il famoso esiguo perizoma e il suo seno tonico era alla mia mercé, alla mercé delle mie mani, della mia lingua. Una sua mano saggiò rapidamente la mia eccitazione. Non c’erano dubbi Francesca, in quel momento hai toccato attraverso la stoffa un cazzo durissimo. Davide gustava questa mia esplorazione audace e decisa, i piccoli morsi sulla nuca della ragazza, le mie mani ad afferrarle i capelli o a infliggerle una piccola sculacciata. Davide mi vide togliere quell’ultima barriera di stoffa per poter accedere completamente al corpo della sua compagna, mi vide aprirle le natiche per assaggiare golosamente il suo culo.
“Prendi un cuscino per lei, muoviti”. Così gli dissi con un tono improvvisamente deciso. Eseguì senza discutere. Sapeva esattamente a cosa sarebbe servito quel cuscino. Vide la sua adorata compagna scivolare sulle ginocchia, esattamente alla giusta altezza. Alla giusta altezza per iniziare succhiarmi il cazzo. Neppure lei discusse, presa e soggiogata dalla situazione. Era venuta a fare la troia e avrebbe riempito il ruolo perfettamente. Io in compenso riempii la sua bocca. Adoravo questa scena surreale. Davide guardava con gli occhi sbarrati e Francesca mi stava spompinando con destrezza. La ragazza elegante e sicura di se era divenuta improvvisamente docile come una cagna e si lasciava invadere la bocca. Le presi i capelli e spinsi con forza. Il rumore osceno della sua gola che sbatteva sul cazzo e i miei incoraggiamenti erano gli unici rumori. Faceva fatica a tratti, soffocava e si ingozzava. Ogni volta che le davo respiro fili di saliva colavano dalle sue labbra. Non si lamentò e non si oppose. Era perfetta.
Volevo anche io farla godere, la alzai da terra e la presi ancora per i capelli guidandola verso il letto. Adesso era nuda e sdraiata e mi presi tutto il tempo per leccare ogni centimetro della sua pelle, lungo tutta la schiena e poi ancora sul culo mentre il ragazzo era sdraiato accanto e noi. La presi e la voltai con decisione per ricominciare tutto il percorso. Ancora la sua bocca da baciare, il suo seno da succhiare, l’interno coscia da leccare. E sempre più vicino, fino alla sua meravigliosa figa. Fu lì che Francesca iniziò davvero a mollare il controllo. Le gambe sempre più divaricate, io a darle piacere con bocca e dita, finché non decisi anche di aggiungere un piccolo vibratore nel suo buco del culo, stretto e invitante. I gemiti della ragazza crescevano mentre l’eccitazione iniziava a travolgerla e la sua mano raggiungeva il cazzo di Davide. Quando decisi finalmente di scopare le ordinai di salirmi sopra. Una ragazza così bella va sempre fatta salire sopra. Il suo ragazzo doveva vedere che LEI si infilava da sola dentro il cazzo di uno sconosciuto. E doveva guardarlo negli occhi mentre lo faceva. Una ragazza così va fatta salire sopra per avvertire in pieno la sua energia, per gustare i suoi movimenti, il suo prenderlo e godere. Era bagnata, scivolosa, e molto stretta. Avvolgente come un guanto di seta. A tratti posava le ginocchia sul letto per ondeggiare, altri invece posava i piedi per impalarsi in modo più diretto.
Era mia, ormai era mia. E adesso la volevo a pecora. La volevo del tutto sottomessa e offerta. Davide vide la sua compagna che alla mia richiesta si dispose per la monta. Una cagna offerta appunto. Mi offriva i suoi buchi da aprire senza limiti.
La potevo sculacciare, potevo afferrarle i fianchi per esprimere tutta la mia energia scopandola forte e a fondo.
Potevo spingere il mio pollice nel suo culo, preludio a ciò che sarebbe successo dopo.
Potevo ammirare il suo viso allo specchio posto di fronte a noi.
Potevo abbassarmi su di lei per incollare tutto il mio torace alla sua schiena, per una intimità assoluta e piena.
Potevo ancora afferrarle i capelli per obbligarla ad alzare la testa.
Potevo fare tutte queste cose a mio piacimenti.
Potevo farle e le feci.
Tutte.
Fu Francesca a chiedermi di incularla. Glielo feci ripetere, esplicitamente. Davide doveva ascoltare ogni parola, doveva vivere fino in fondo questa esperienze. Il culo a lui veniva ormai proibito. Era riservato agli altri, ai bull. Pare che una loro precedente esperienza avesse richiesto l’esclusiva, ma non c’era nessuna possibilità che mi privassi di quel piacere perverso. Decise la ragazza la posizione dove essere penetrata analmente di distese sulla schiena. “Perfetto, è la posizione in cui lo sente più intensamente”, pensai. Al contempo Davide veniva accolto nella bocca della ragazza che certamente aveva ancora il sapore di me. Era stretta, deliziosamente stretta e scivolai via un paio di volte. Poi trovai il punto giusto, le sue gambe alzate avevano esposto quel buco che prima avevo golosamente insalivato. Puntai la cappella proprio lì, proprio sul punto intimo e segreto della stupenda ragazza. Dovetti forzare per profanarla e il suo muscolo anale cedeva con riluttanza, resistendo alla penetrazione come se fosse dotato di volontà propria; ma anche il mio cazzo era dotato di una sua volontà e prevalse in quel duello di carne pulsante.
Inculai Francesca.
Lentamente, per non farle sentire dolore più di quanto sia eccitante, lentamente per godere ogni centimetro, lentamente per avere il tempo di dire a Davide: “sto finalmente entrando nel culo della tua ragazza, quello che tu non avrai più”.
La bolla di energia e connessioni in cui eravamo immersi come in un fluido magico era arrivata al massimo della sua forza. Non mi contenevo più. Selvaggio e dominante prendevo possesso del suo ano con forza crescente. Neppure Francesca si conteneva più. Le avevo detto come abbandonare il controllo fosse la chiave per godere appieno e lo stava facendo con grida frammiste di dolore e piacere. Mi disse: “basta”. Ma la sfidai: “stai dicendo che mi chiedi pietà per caso?” fermandomi ben piantato nel suo culo. “No, non sto chiedendo pietà” ribatté lei. Ripresi a violentare quel culo aperto eppure ancora così stretto. “Sei tu che decidi, io mi fermo quando chiedi pietà…” Resistette solo una manciata di secondi e poi si arrese. Davide udì la sua ragazza chiedere pietà al bull che l’aveva sfondata come una troia. Esattamente come lui, come entrambi avevano immaginato e desiderato. Uscii rapidamente e in un attimo Francesca fu trascinata per i capelli ancora in ginocchio, per farsi imbrattare il viso di sperma. Un ultimo gesto di dominazione. L’inevitabile epilogo di una serata speciale, che nessuno di noi tre potrà facilmente dimenticare.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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