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La mano innocente


di mattone
07.06.2010    |    8.312    |    0 8.2
"Ma la scuola ormai è vicina con lei forse non faccio in tempo, ma so che poche ore e sara la mamma che saprà come riportarmi sfiancato alla realtà..."
L macchina andava portata in officina, e allora usciì di casa anche io con la mia ragazza e le sue figlie. Il giro era semplice, passare prima dalla scuola per lasciare le ragazze, e poi nella sua ditta dove scesa lei, io avrei allungato per andare dal suo meccanico di fiducia! Come al solito una gara quando si esce in macchina insieme per chi deve sedersi davanti. Quella mattina vince la figlia grande, e a me tocca dietro con la sorella minore. La scuola, che si trova in un altro paese, dista non più di una 15ina di km, e quindi una decina di minuti di strada da casa. Per stare comodo, visto anche che si trattava dei primi caldi, esco in pantaloncini. Stare vicino alla ragazzina, visto anche i precedenti mi eccita e lei lo vede, se ne accorge, e piano piano, ridendo e scherzando con gli altri davanti per non dare nell'occhio, allunga una mano nei pantaloncini e inizia ad accarezzarmi le palle. Purtroppo la situazione particolare non permette di fare grandi cose, ma la sua presa del mio cazzo in mano è forte e sicura e inizia a segarmi piano, quasi senza far vedere i suoi movimenti. Mentre lo tiene in mano, con il pollice mi accarezza la cappella. Riesce appena a prenderlo in bocca pochi secondi, per bagnarmelo e sentirselo scivolare fra le sue mani più dolcemente. Le prendo l'altra mano e gliela piazzo sotto le mie palle, per sentirmele accarezzate mentre mi sega. Sto per venire, ma non riesco a prendere un fazzolettino, altrimenti potrei far girare le due donne davanti e mi vedrebbero col cazzo di fuori, e la figlia-sorella che me lo massaggia...e dunque sborro nella sua mano, ma lei non pare molto preoccupata dalla cosa, anzi inizia a leccare le sue dita piene di sborro, e alzando appena la sua gonna stretta, finisce di pulire la sua mano sul suo pelo facendomelo ridiventare duro. Ma la scuola ormai è vicina con lei forse non faccio in tempo, ma so che poche ore e sara la mamma che saprà come riportarmi sfiancato alla realtà. Il controllo alla macchina mi ruba circa tre ore e grazie a questo non mi fa pensare a quello che in macchina avrei voluto non fosse una semplice sega. Pensiero però che ritorna sempre più frequente quando il meccanico mi ridà le chiavi e io viro verso casa, senza prima passare dalla ditta della mia ragazza, per dirle del lavoro che è stato fatto. Forse il pensiero era fin troppo andato avanti, perchè si accorge dei pantaloncini gonfi all'altezza del mio uccello, e ridendo mi dice che mi va male, perchè ora non si può fare nulla, e di non andare in giro così vuoi per gelosia vuoi per - dice lei - non fare brutta figura. Torno a casa, ma appena fuori dalla ditta non faccio che telefonarle per farle sentire come godo e come la voglia non mi fa resistere più. Mi sborro ovunque, ma poco importa nessuno potra vedermi fino a casa dove una doccia cancellerà ogni traccia, ma non il desiderio di desiderare lei e di tornare alla voglia di sua figlia.
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