La sua troia

Ormai il rapporto tra la mia piccola e N. aveva raggiunto una quotidianità assoluta.
Almeno un paio di volte alla settimana si incontravano, spesso a casa dei suoi genitori in campagna, mentre io ero tranquillo a casetta ad attendarla sul divano, con l'uccello in mano a sbattermelo.
In quei momenti pensavo alla cura maniacale con la quale si preparava agli appuntamenti, almeno una volta alla settimana andava dall'estetista per la depilazione totale della figa, come da richiesta di N.; stessa cadenza dell'acconciatura, della manicure e del cambio di lingerie, sotto attenta giusrisdizione di N.
Era diventata la sua troia, lei aveva ottenuto quello che voleva.
Io... un cornuto fiero e sempre eccitato.
Quando varcava la soglia di casa, di ritorno da una 3 ore di monta con N., si sentivano gli odori da un miglio.
Ormai ero abituato. Mi avvicinavo a lei, per baciarla ma ancor prima per annusare l'odore di cazzo e sperma che emanavano le sue labbra. Le infilavo la lingua in bocca, per sentire il sapore del cazzo, come fosse un passaggio di testimone.
Nel contempo mi destreggiavo per sentire la sua fica, che sembrava ancora una fornace. Un lago, distrutto.
Le mie dita navigavano, si sentiva lo sperma che faceva da gel. E a questo punto iniziavano le mie domande ed il suo racconto sulla monta; poco dopo che iniziava a raccontare le chiedevo sempre di mettersi a quattro di spade sul divano, perchè, nel mentre che mi descriveva le scopate e le emozioni provate, era mio desiderio ripulire bene lo sperma dalla sua figa devastata.
Ricordo un giorno che si mise a 90, dilatando le natiche e dicendomi che quel giorno N. le aveva fatto un culo tanto. Io lo leccavo, lo baciavo, lo veneravo. Quasi non credevo a quella visione astratta, a quella dea di sensualità e di troiaggine.
Mi chiedevo se fosse stato così piacevole assistere ad una monta; ma non volevo disturbarli e non volevo nemmeno chiederlo alla mia piccola, che con il suo amante doveva essere libera completamente.
N. non era favorevole al menage a trois. Voleva che la vacca fosse in esclusiva, voleva farne un suo dominio.
A lei andava bene così, nonostante tutto era palese il fatto che la gestione del gioco era nelle sue mani.
Lei mi rassicurava sul fatto che i sentimenti che provava per me erano troppo forti per scalfire il nostro legame e che l'attrazione verso N. era puramente fisica.
La loro relazione durò circa due anni, periodo nel quale mi crebbero diversi cornetti.
Poi lei si stancò. O meglio, lui aveva trovato una ragazza, con la quale usciva e con la quale si presentò ai suoi amici. Non le andò giù questa cosa, forse per il fatto che continuò sempre a cercarla; forse per rispetto della nuova ragazza, anche se, conoscendola, so che era per orgoglio.
All'inizio ne risentì. Io capii. Non era la mancanza sentimentale, anche se, inutile nasconderci, un legame anche seppur minimo, si era creato. Bensì la famosa quotidianità. Il vederlo, il scoparlo, il ritorno a casa dal cornuto e le emozioni post tradimento.
Ragazzi, questo gioco è come una droga. Da tantissimo ma pretende altrettanto. Come il resto delle cose nella vita.
La mia piccola dovette spendere parecchio tempo prima di tornare operativa e vogliosa sul mercato degli amanti.
Poi, un giorno, ad una festa in una villa privata...