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Notte al parco


di nouse4n
05.07.2015    |    13.364    |    0 4.9
"Non parlammo molto, quella sera avevo deciso di dimenticarmi della mia ragazza che tanto stava prendendo da me le distanze, e sentirmi nuovamente voluto, ..."
Non sapevo ancora cosa sarebbe successo di preciso quando invitai O. al parco per un gelato quella sera di fine estate. La relazione con la mia ragazza del tempo era in un nemmeno troppo lento declino, ma ancora non sapevo che tutto si sarebbe concluso nel giro di pochi mesi.
Ad ogni modo O. era veramente carina e sexy, con dei fantastici capeli riccioluti e due occhi grandi e scuri da cerbiatta in primavera.
Che le piacessi era evidente, una sera di poche settimane prima mi aveva chiesto di baciarla, ma resistetti alla tentazione perchè ancora amavo la mia ragazza.
Sono sempre stato sensibile alle moine e agli occhi languidi, e O. non si lasciava sfuggire un occasione per farmi capire che poteva essere completamente mia, inoltre mi aveva confessato da poco di essere ancora vergine, cosa che mi fece annebbiare la testa e ovviamente eccitare moltissimo.
Uscimmo dopo il lavoro, con la scusa di accompagnarla a casa presi una deviazione lungo la strada del parco, la temperatura era perfetta, ed era buio assoluto, se non per qualche lampione sgangherato sparso qua e la.
Con il cervello offuscato presi la mano di O. e la portai nel centro di un prato, si sentivano in lontananza il chiacchiericcio della gente, potevamo essere visti da qualcuno molto probabilmente, ma la cosa non mi interessava, che guardassero pure.
O. è di statura piccola, ha un fisico magro ma con delle curve morbide e sinuose, un corpo da vergine, mai profanato, sodo come solo una vergine puo' essere.
Non parlammo molto, quella sera avevo deciso di dimenticarmi della mia ragazza che tanto stava prendendo da me le distanze, e sentirmi nuovamente voluto, desiderato, bramato.
Volevo assolutamente appagare i miei sensi,presi O. e la baciai profondamente, e sentii il suo respiro farsi subito affannoso, le sbottonai la camicetta e le infilai una mano sotto, accarezzandole subito il seno. Toglierle il reggiseno era complicato perchè era estremamente rigido, per cui scelsi di sollevarlo semplicemente, scoprendo la sua abbondanza in tutto il suo turgore marmoreo.
O. era visibilmente imbarazzata, potevo vedere le sue guance arrossarsi anche nella penombra, io volevo solo entrare dentro di lei.
Quella sera lei portava dei jeans molto stretti, che calzavano a meraviglia il suo sedere rotondo, iniziai a sbottonarli impacciatamente, ero nervoso, in fondo stavo tradendo la mia ragazza per la prima volta e comunque O. era la seconda ragazza con cui entravo così in intimità.
Lei non sapeva più cosa fare, era completamente abbandonata e si sarebbe fatta fare qualsiasi cosa. Le slacciai una scarpa, togliendole il calzino, e sfilai i jeans solo da una gamba, vidi delle mutandine chiare, piccole e carine, molto bagnate.
Slacciai anche i miei di jeans in maniera frettolosa, avido di quello che avevo di fronte a me, abbassai quel che bastava le mutande, il momento era vicino, guardai O. negli occhi e capii che non era più in questo mondo, era in un mondo d'estasi e di paura, consapevole che da li a pochi secondi avrebbe perso la sua verginità.
La presi in braccio, spostai di lato le sue mutandine fradice e con la punta del mio pene cercai la sua vagina, ma essendo lei completamente abbandonata non fu facile trovarla e mi servirono un paio di tentativi.
Dopo poco sentì il mio pene scivolare rapidamente dentro di lei, O. emise un suono strozzato e acuto, poi più nulla: non capivo se sentisse male o se provasse piacere, il suo respiro si era fatto calmo, gli occhi chiusi e il corpo completamente accasciato su di me, non mi abbracciava più, era molle come se tutti i muscoli del suo corpo si fossero spenti.
Decisi di sdraiarla sul prato, e mi feci strada tra le sue gambe aperte, spostai ancora una volta le mutandine di lato, ed entrai più vigorosamente. Lei rimbalzava sotto i miei colpi sempre più feroci, col suo corpo minuto e gli occhi appena socchiusi, i capelli ormai un casino e le bambe al vento.
Accarezzai con la mano destra la sua gamba nuda, dai glutei fino alle dita del piede e lo strinsi nella mia mano, piccolo e minuto, con un bellissimo smalto rosso, le dita fini e piccole.
Quella sera nessuno dei due ebbe un orgasmo, fu un sesso frugale colmo di eccitazione e passione, consumato tra me e lei, un sesso che ci ha cambiati per sempre, fisicamente e mentalmente.
Non provo rimorso per quello che feci allora, semmai rimpiango di non aver potuto dare ad O. l'amore che cercava in me, perchè dopo quel giorno la relazione che avevo andò in pezzi, come in pezzi andai io e nonostante tutto questo per molti mesi O. mi stette accanto, silenziosa e sempre disponibile a qualunque cosa le chiedessi.
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