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Tormento e passione


di Asintoto
03.04.2018    |    13.591    |    17 9.5
"Avevo la mano fradicia allora spostai le dita fin al buco del culo girando intorno all'areola quando lei mi disse "siiii..."
Si possono scrivere delle memorie per molti motivi, è oramai da più di due mesi che cerco di trovare una via di sbocco alle emozioni che mi tempestano e credo che raccontare ciò che è accaduto possa aiutarmi a trovare un equilibrio interiore.
Oramai sono sposato da diversi anni con una bella donna simpatica ed estroversa, ho due figli bellissimi e una vita molto soddisfacente, tuttavia quando conobbi la mia amata, nella mia arroganza pensavo che con il tempo sarei riuscito a "educarla" all'eros e a lasciarsi trasportare dalla passione. Mai speranza fu più vana.... e il tutto è reso ancora più frustrante dal fatto che prima di lei sono stato fidanzato per più di un anno con Eleonora, una Dea del sesso e della seduzione. E' stata la mia musa, con lei abbiamo raggiunto picchi di passione e depravazione tali da emozionarmi ancora a distanza di anni.
Ero certo di aver domato la bestia celata in me. La mia convinzione era frutto della ferrea autodisciplina che mi sono sempre imposto. Mi è sempre stato difficile mancare una promessa, doloroso e quasi impossibile, invece sono ora qui in un misto di desiderio e frustrazione, colpa e passione da usare come volano per scrivere queste righe, non certo autoassolutorie, ma di sfogo spirituale.
Circa un paio di mesi fa sono rientato da solo nella mia regione natale per salutare parenti e amici visto che mancavo da quasi un anno. Il solito ritrovo per stare insieme, mangiare, bere e passare dei giorni spensierati di convivialità.
Uscito una mattina per prendere un regalino ai miei figli mi recai all'ipermercato per fare una cernita, peraltro difficoltosa vista la mole enorme di cianfrusaglie che infestano come funghi la mia casa, e preso com'ero dall'arduo compito urtai involontariamente un'altra persona di cui non avevo notato la presenza. Mi voltai e immediatamente le rivolsi "mi scus..." le parole mi morirono in bocca quando il mio sguardo si posò su quel viso. Rimanemmo qualche secondo in silenzio a guardarci l'un l'altra iniziai a dire "Ele.." ma lei praticamente mi saltò addosso e mi abbracciò, si staccò da me e ridendo e come due cretini ci salutammo per bene. Ero frastornato poichè non ci eravamo lasciati bene e oramai da 12 anni non ci si era scambiati più una parola.
"Che bella sorpresa rivederti, non sei cambiata per niente!" le dissi con un sorriso a 32 denti.
"Io invece ti ho osservato a distanza!" replicò lei "Giovanni (ndr. un comune amico) mi ha dato il tuo numero di telefono e ho visto tutte le foto che hai sul profilo WhatsApp"
"Perchè non mi hai scritto mai allora?" dissi un po' scertato un po' contento vista la proverbiale gelosia di mia moglie.
"Anche tu vedo che non hai modificato il tuo approccio semplificato alla vita. Non è tutto spiegabile con una serie semplice di cause ed effetti...!" disse ridendo "e poi non si puo' certo dire che l'ultima volta che ci siamo parlati la discussione fosse finita amichevolmente."
Fu a causa della nostra dannata ostinazione, cocciutaggine e incapacità tipica dei giovani idealisti a farci allontanare e lasciare. "Sono passati una dozzina d'anni, per cui credo che possiamo anche berci qualcosa insieme e aggiornarci sulle vicissitudini della vita!"
Ci dirigemmo verso il bar e durante la breve camminata osservai per bene il corpo di colei che fu la mia musa. Sebbene sempre minuta, aveva aggraziato le forme, il culo era senza dubbio più largo, ben visibile e armonico anche se incorniciato da un capottino in lana, mentre quando fui al suo fianco lanciari degli sguardi al suo seno anch'esso cresciuto, scoprii in seguito di una taglia a causa delle due gravidanze. Anche lei mi osservava e sicuramente aveva notato le mie occhiate perchè sorrideva compiaciuta. Conoscevo bene quello sguardo e quel sorriso, la chimica che ci ha legati per lungo tempo era una forza incontrovertibile, misurabile, quasi scientifica e anche a distanza di tanto tempo era li presente e manifesta.
Ci accomodammo al bar in un tavolino abbastanza isolato per poter chiaccherare liberamente. Dopo una breve serie di convenevoli, scambio di aggiornamenti su lavoro, figli e vita sociale lei iniziò "Sono curiosa..." guardandomi come solo sei sapeva fare "tua moglie è brava come me?".
Feci il finto tonto, ma sapendo bene come il gioco delle parti avesse i suoi tempi e le sue liturgie "Beh andiamo molto d'accordo, sa cucinare sicuramente meglio di te, che non eri capace nemmeno di fare la pasta al burro!!" le risposi sornione, poi visto il suo silenzio e lo sguardo che mi inchiodava alla sedia continuai ".. no, ne con lei ne con nessun altra è stato come con te." Sono convinto che stavo piacevolmente solleticando il suo ego, anche perché non ha certo mai peccato di modestia, però decisi di aggiungere "E a te invece? non credo che ti sarai certo risparmiata... tuo marito...?" le chiesi ben conscio del fatto che avrebbe potuto umiliarmi e trafiggere a morte la mia già incrinata autostima in questi anni di "sesso monacale" da chiudere alla missionaria o a pecora in non più di 10-15 minuti.
Iniziò dicendo "Mio marito fa l'istruttore di palestra, ha un fisico scolpito e un cazzo decisamente più grosso del tuo..."
La interruppi scoppiando a ridere sebbene il paragone mi avesse ferito più di quanto fosse in mio diritto, e risposi "Ele, sei proprio una forza, mi hai certo migliorato la giornata oggi.." ma lei invece si sporse verso me alzando un dito e guardandomi in modo estremamente serio tanto da farmi ammutolire all'istante "ma..., c'è un ma non di poco conto di cui ti stavo per dire prima che mi interrompessi" disse e poi proseguì "ma... non mi fa godere quasi per nulla, spesso fingo di avere l'orgasmo per togliermelo di dosso. Purtroppo è troppo pieno di se e di quelle sgualdrinelle che in palestra gli girano attorno." Rimasi a bocca aperta, mentre lei ora continuava a guardarmi in silenzio sorseggiando lentamente il the che nel frattempo ci avevano consegnato al tavolo.
Iniziai a balbettare qualcosa, così proseguì lei "Non ti aspettavi eh una cosa simile da me?" disse con un sorriso triste "effettivamente me ne son passati tanti dopo che ci siamo lasciati, ma nessuno mi ha più fatta sentire come facevi tu...".
"Troia" dissi io quasi sussurrando con la voce roca dal desiderio. Lei zitta mi osservava. Mi conosceva troppo bene, sapeva che non era un insulto ma un preludio di come avrei continuato dopo "Ecco come vuoi sentirti tu quando scopi, vuoi che ti si faccia sentire una gran Troia e ami godere di quella sensazione", forse avevo alzato la voce e una persona da un tavolo vicino si girò ad osservarci.
Ero allibito e dibattuto di me stesso, avevo un rimescolio allo stomaco, il cazzo che esplodeva e sebbene fossi stato un uomo fedele per più di 11 anni in quel momento il demone del depravato che avevo tenuto sopito per tanto tempo ruggiva nel mio animo per uscire e travolgermi.
Non volevo che altri orecchi sentissero in nostri discorsi così mi alzai, presi il giubotto e la invitai ad andare, così mi avvicinai alla cassa per saldare il conto. Lei mi si affiancò e disse sottovoce "Senza il giubotto a coprirti ti si vede chiaramente il cazzo in tiro... porco. Scommetto che il vicino che si è girato a guardarti è un piccolo frocetto a cui piacerebbe succhiartelo". La guardai torvo, intimandole il silenzio mentre la cassiera si avvicinava per farmi pagare. Uscimmo dal bar e prendendomi per il braccio mi condusse di lato e finimmo davanti ai bagni, entrò in quello per i portatori di handicap che per fortuna aveva un antibagno e bloccò la porta. Buttai a terra il giubotto la presi per il braccio con forza quasi strattonandola la trassi a me e le nostre bocche avide si cercarono, le mie mani le strizzavano ed esploravano il culo con forza mentre lei iniziava a mugolare di piacere. Le nostre lingue lingue si contorcevano in una danza frenetica e inarrestabile.
Ci staccammo un istante mentre lei premeva il bacino contro il mio cazzo in tiro pronto ad esplodere iniziai a dire "Che cazzo stiamo facendo... siamo sposat...." nemmeno io credevo a quel che dicevo. Era solo un modo paraculo per trovare un alibi a quella situazione, ma lei per tutta risposta si inginocchiò aprì con foga i pantaloni li calò e iniziò a strofinarmi con le labbra sul tessuto del mio intimo, mentre con lo sguardo acceso andava dalla forma in risalto del cazzo ai miei occhi.
Abbassò le mutande per farlo guizzare fuori mentre un filo di liquido pre-eiaculatorio denso e trasparente rimaneva ondeggiante fra la punta del cazzo e la macchia umida sugli slip "quanto sei eccitato porco, guarda in che stato hai il cazzo" disse avvicinandosi con la lingua, raccogliendo il liquido mentre con le mani iniziava a scappellarlo. Inizio odorandolo e poi con la punta della lingua percorse l'asta fino alle palle per poi risalire. Non intervenni perché conoscevo perfettamente la sua liturgia iniziale del pompino. Iniziò un lento massaggio su e giù, senza staccare da me lo sguardo, in modo da far uscire bene tutta la cappella, per poi avvolgerla nelle sua calde labbra e succhiarla dolcemente.
Il piacere che ne traeva traspariva dal suo viso, chiuse gli occhi per assaporare per bene il cazzo, così in un rituale oramai ben collaudato iniziai a incitarla "Ti è mancato succhiare il cazzo di un vero porco eh lurida troietta? Il cazzo di chi sa bene la cagnetta succhiacazzi che sei?".
Iniziava a succhiare con più forza, lo tirava fuori dalla bocca e con la lingua continuava a leccare tutto il bordo della cappella mentre poi lo riprendeva in bocca continuando a segarlo.
Quella bocca incandescente da cagna mi stava mandando in paradiso, conosceva perfettamente i miei punti deboli e se l'avessi lasciata continuare sarei venuto da li a un minuto. Decisi allora di assumere il controllo della situazione, la presi per i capelli e di colpo, tenendo ferma la testa, le infilai il cazzo in gola mantenendola quasi soffocata e immobile per qualche secondo.
Stava per avere un conato e tirai fuori il cazzo tutto lordo di saliva, glielo strofinai in faccia e le mdissi "ti piace puttanella eh, ti piace essere marchiata con il profumo di cazzo su tutto il viso" dissi con la faccia stravolta dal piacere. Glielo piantai nuovamente in bocca e iniziai a spingerlo con forza, le stavo scopando la bocca e lei non staccava mai i suoi occhi dai miei, mentre con le mani mi teneva il culo e mi stringeva con forza le chiappe.
La situazione era fantastica, lei ai miei piedi che accoglieva in bocca tutto il cazzo, si staccò e iniziò a succhiare con forza la cappella e a segarlo, voleva bere il mio caldo seme "troia adesso ti do da bere la sborra calda per cui vai matta...".
"Dai.... dai... sborrami in bocca, lurido porco" disse tenendo fuori la lingua e continuando a segare con forza. La pressione raggiunta nelle palle si liberò in tanti fiotti di calda sborra che le riempirono la bocca, sporcandola anche le labbra fino al naso.
Sapeva bene cosa adoravo che facesse, non doveva bere tutto subito ma con parte della mia sborra calda in bocca doveva continuare a succhiarmi il cazzo mettendone un po' sulla cappella e poi ripulirla con ampi e ricercati movimenti circolari della lingua. Mi faceva impazzire vedere la sua bocca sporca della mia calda crema mentre indugiava a ripulire il cazzo.
La tirai su e con la lingua iniziai a pulirle in viso sporco e per poi riportare tutto nella sua bocca. Mi sentivo un porco depravato a ripulire la mia stessa sborra dalla sua bocca, il sapori che si mischiavano e lei che gemeva come una cagna perchè era eccitata ma il suo desiderio non aveva ancora trovato soddisfazione.
Mi disse "alla tua mogliettina non piace bersi la sborra calda ehh..... non bevi più succhi di frutta a iosa per renderlo più dolce"
Fui costretto ad ammettere "no, le fa schifo la sborra. Purtroppo non è troia come te...."
La costrinsi al muro mentre le mie mani esploravano il suo corpo, ora era il mio turno darle il piacere che tanto agognava. Le tirai su la gonna e poi abbassai con foga i collant, sfilandoglieli dalla gamba destra.
"Lurida cagna hai la mutandina fradicia" le dissi mentre affondavo la faccia in mezzo alle sue gambe. L'odore della sua fica era qualcosa di fenomenale, con il naso piantato li sopra il perizoma aspiravo e gustavo il frutto carnoso. Abbassai il perizioma e mi ritrovai ad ammirare quella splendida figa curata con la striscia alla moicana che mi ha fatto sempre impazzire. Le allargai le gambe e iniziai con la punta della lingua a leccare prima delicatamente poi con maggior forza le labbra. Il suo sapore in bocca era delizioso, stavo impazzendo e non riuscivo più a trattenere la foga per cui iniziai a succhiarla con forza. La lingua scendeva fra le labbra allargandole con forza ma sapevo bene cosa Ele pretendesse da un cunnilingus... presi il clitoride in bocca e iniziai a succhiarlo con tantissima forza tanto che lanciò un piccolo urlo. Succhiavo come un forsennato, con la bocca piena del suo sapore mentre con le dita allargavo e premevo sul buco. Avevo la mano fradicia allora spostai le dita fin al buco del culo girando intorno all'areola quando lei mi disse "siiii... dai porco succhia forte fammi impazzire"
A quella richiesta le spinsi dentro il culo il dito e in quel momento esatto raggiunse il primo orgasmo che mi riempiù la bocca del suo liquido caldo. Fra gli spasmi violentissimi e i gemiti di piacere, mi teneva con forza i capelli continuai inarrestabile a succhiare senza diminuire il ritmo per darle tregua, anzi la foga raggiungeva il parossismo. Prevemo con forza parte delle grandi labbra e il clitorire fra lingua e palato mentre continuavo ad aspirare. Infilai anche un'altro dito nel culo e notando una resistenza che non aveva mai avuto nel culo staccai la bocca senza smettere però di stantuffarle quel gran culo da cagna le dissi "hai il culo proprio stretto, puttanella.... non dirmi che al maritino non dai il culo eh..."
Ansimando come una vacca mi rispose "non lo vuole lui.... il cornuto.... dice che è sporco.... e pieno di batteri".
"Stupido coglione" risposi mentre continuavo a succhiarla e scoparle il culo con le dita. La facevo sentire piena mentre bocca e figa erano fuse assieme in un solo corpo mentre con l'indice medio le sfondavano il buco del culo e il pollice premeva con forza il perineo fino a farle raggiungere il secondo orgasmo.
Tenendomi per i capelli mi allontanò e guardandomi negli occhi mi disse "basta bocca ora scopami"
Con il cazzo di nuovo duro come il ferro la girai con forza, la feci mettere a pecora e iniziai a strusciare la cappella sulla figa. "NOOO, non la figa... sono fertile, scopami il culo"
Ero conscio del fatto che non avevo preservativo ma in cuor mio sapevo della sua maniacale paura verso le malattie sessulmante trasmissibili, almeno quanto me, per cui non ebbi paura a piantarle il cazzo sul buco del culo e con un movimento lento, per farle sentire ogni centimetro di cazzo che la penetrava lo spinsi dentro.
"Pensa se ti vedesse ora mil maritino, lurida cagna, mentre ti fai scopare il culo come una puttana di strada" ma non rispose presa com'era dalla scopata. Iniziai a muovermi con forza dando dei colpi sempre più vigorosi tanto forti che quando sbattevo le palle mi facevano male. Il dolore mi avrebbe allontanato dall'orgasmo visto che erano anni che non scopavo un bel culo come quello e ogni fibra del mio essere voleva sborrarle dentro. La presi per i capelli e le tirai indietro la schiena, sapevo che lei adorava essere scopara così, con forza nel culo mentre le inarcavo la schiena, dopo appena tre stantuffate in quella posizione iniziò a gemere e a contorcersi dal piacere, così mi lasciai andare riversando dentro il suo culo il mio caldo seme.
Ricomporci non fu semplice, l'imbarazzo era palpabile, la triste verità di non esser più due ragazzi aveva colto entrambi, tuttavia quando ci salutammo mi diede il numero e mi disse "mi raccomando non mandare sms o chiamate a cazzo che mio marito mi ammazza" risposi ridendo "bene sto più sereno, a me la moglie taglierebbe le palle".
La baciai sulle guance e guardandomi negli occhi mi disse "peccato che stai lontano, saremmo stati degli splendidi amanti......"
Dopo quella bordata non fui capace di dire più che "ciao, a presto....".
Da quel giorno non è cambiato nulla eppure è cambiato tutto, la bestia sopita in me non vuole più essere imbrigliata e non aspetta altro che un momento di debolezza per farmi prendere l'aereo...
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