tradimenti
Una coppia per Monica

05.05.2025 |
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Sollevai il lenzuolo, cosparsi il suo corpo di olio e cominciai il mio massaggio partendo dalle gambe..."
Venerdì 2 maggio, ore 06:10, la sveglia mi aveva destato impietosamente dal sonno profondo in cui ero crollata la sera prima, dopo una giornata trascorsa in campagna in compagnia della mia famiglia.Era stato un “primo maggio” completamente dedicato al cibo, al buon vino e, soprattutto, alle partite a calcio a cui i miei figli non sapevano rinunciare.
Adesso i guerrieri e la regina della nostra casa dormivano profondamente, mentre io ciabattavo in cucina per prepararmi una ricca colazione.
Appena alzata dal letto, dall’armadio avevo ritirato la mia vestaglia di seta, considerando che negli ultimi giorni faceva un po' più caldo.
Mentre aspettavo che il caffè fosse pronto, mi accorsi che la tasca destra era gonfia; infilai la mano e tirai fuori un perizoma di pizzo nero appallottolato.
Per mia fortuna ero l’unica persona nella stanza e, senza esitare, corsi a nascondere quell’ indumento che poteva diventare molto pericoloso per la mia doppia identità.
Come tutte le persone di questo mondo, anche io ho i miei segreti e uno di questi è diventare Monica.
Monica è una travestita con un corpo giunonico.
Alta, atletica, elegante e raffinata da parecchi anni era colei che assicurava il piacere a coppie mature a cui piaceva aggiungere un po' di pepe alla loro relazione.
Naturalmente, tutto questo poteva avvenire dietro un accordo reciproco, assoluta discrezione e riservatezza.
Tornando al presente, mi sforzai di ricordare come l’indumento fosse finito nella tasca della vestaglia, ma la mia mente, ancora intorpidita dal sonno, si rifiutava di aiutarmi.
Dopo, seduta a gustarmi la colazione e con le immagini del telegiornale che scorrevano davanti ai miei occhi, improvvisamente ricordai tutto.
Era il mese di ottobre e, sbirciando i vari annunci pubblicati su annunci69, notai una coppia di Siracusa che destò subito la mia attenzione.
Lei era una bella bionda di 55 anni e si dichiarava bisessuale; lui, invece, eterosessuale di 56 anni era alto, in perfetta forma e anche abbastanza dotato.
Nel loro annuncio cercavano singole, coppie semplici ovvero coppie con lei bisessuale e lui cuckold da inserire nei loro giochi erotici.
Mi corre l’obbligo di scrivere che non sono solita fare la prima mossa con le coppie, perché ho sempre il timore di arrecare fastidio e conseguire un risultato opposto a quello che vorrei risultando magari antipatica o fuori luogo.
In quel caso, per fortuna, non mi lasciai influenzare dalla mia coscienza e preso il coraggio a due mani gli scrissi un messaggio.
Il testo era il seguente: “Buongiorno, ho letto il vostro annuncio e visionato le vostre foto. Personalmente, sono molto seria e riservata; perdonatemi l’ardire, ma non ho saputo resistere dal mandarvi un messaggio. Classe, eleganza e raffinatezza trasudano dai vostri scatti fotografici; sono sicura che siete due persone stupende. Ho 50 anni e qui mi propongo come travestita, anche se nella vita quotidiana sono un professionista seria. Se vi piacciono i massaggi e vogliamo provare insieme a regalarci emozioni in totale riserbo, io sono qui per entrambi. Ovviamente, non vado in giro vestita da donna, ma mi trasformo al chiuso, senza destare scandali. Spero di non avervi disturbato. Monica.”
Lo stesso giorno giunse la loro risposta.
In soldoni, scrivevano di essere felici di ricevere la mia proposta; abitavano ad Augusta, vicino Siracusa, in una villetta poco fuori città, dove potevo serenamente cambiarmi e giocare con loro, lontano da occhi indiscreti.
L’unica condizione posta era che prima dovevamo conoscerci dal vivo e, ovviamente, si offrirono di invitarmi a un aperitivo in un bar molto conosciuto per il giorno successivo.
Quando ci incontrammo, pensai che a volte le foto non rendono davvero come dovrebbero.
Domenico e Elisa erano bellissimi.
Lei si era legata i capelli, lasciando il collo scoperto, e aveva indossato un vestito corto che metteva in risalto le gambe affusolate e toniche.
Immaginai quanto sarebbe stato bello dedicarmi al suo corpo e faticai parecchio per non perdere il filo del discorso durante la nostra breve conversazione.
Domenico era molto loquace e simpatico, e prima di salutarci ci accordammo per organizzare un incontro per la settimana successiva.
Di comune accordo decidemmo di farlo al mattino, in modo da essere più liberi e avere più tempo a disposizione.
Durante la settimana, acquistai capi di lingerie molto raffinati, una nuova parrucca, e pregai che il tempo passasse molto più in fretta, considerato che non vedevo l’ora di incontrarli.
Il giorno stabilito, seguendo pedissequamente le istruzioni impartitemi da Domenico, raggiunsi facilmente la loro casa.
Parcheggiai l’auto e trovai il cancello accostato.
Entrai in casa; l’unica porta aperta era il bagno.
Mi chiusi dentro e cominciai a prepararmi.
Trucco non eccessivamente vistoso, completino di pizzo con calze autoreggenti nere velate, sandali con il tacco alto e, infine, parrucca bionda, lunga e liscia.
Indossai anche un camice bianco e raggiunsi la camera in fondo al corridoio, dove trovai solo Domenico sdraiato a pancia in giù, il quale mi disse: “Ciao bella, caspita quanto sei sexy! Elisa ci raggiungerà dopo; tu intanto comincia a massaggiarmi.”
Sollevai il lenzuolo, cosparsi il suo corpo di olio e cominciai il mio massaggio partendo dalle gambe.
Era un uomo muscoloso e forte; toccandolo nei punti giusti, mi accorsi che cominciava a gradire il mio trattamento.
Dopo circa dieci minuti, sentii la porta alle mie spalle aprirsi e, con grande sorpresa, Elisa mi abbracciò da dietro, inebriandomi con il suo profumo.
Mi fece voltare e mi baciò sulle labbra.
Da un bacio timido, si trasformò in un lungo bacio saffico e appassionato.
Pur indossando anche lei i tacchi, io ero sempre più alta; mi accorsi che il completo nero, reggiseno e perizoma, e le calze autoreggenti color carne la rendevano tremendamente desiderabile.
Il seno abbondante e un culetto da fare invidia a una brasiliana la rendevano irresistibile.
Nel frattempo, Domenico si era alzato dal letto e lei mi fece sdraiare sulla schiena, dedicandosi ai miei capezzoli duri come chiodi.
Anche lui mi baciò sulle labbra e poi, liberandosi del telo che gli cingeva la vita, il suo fallo svettò in tutta la sua maestosità.
Mi accinsi a prenderlo tra le labbra; lungo e duro, sembrava un palo di carne.
Per fortuna, Elisa venne in mio soccorso e entrambe cominciammo una fellatio da professioniste.
Ogni tanto Elisa si staccava e prendeva in bocca il mio uccello, che era diventato durissimo; anche se, a confronto con quello di suo marito, sembrava un grissino.
Lo stallone si sedette, appoggiando la schiena alla spalliera del letto.
La moglie fu lesta a mettersi a cavalcioni su di lui e, con un solo colpo, quella mazza enorme le scivolò dentro la figa, affondando fino ai testicoli.
La penetrò con un’energia da fare invidia a un attore porno, ma Domenico voleva durare a lungo e presto cambiò posizione.
Ancora una volta mi ritrovai con il suo uccello in bocca, mentre la moglie mi penetrava con la lingua, facendomi provare un godimento incredibile.
Poi mi fece mettere a “gattoni” e stavolta fu il mio turno di essere impalata.
In passato avevo avuto esperienza con dei grossi calibri, ma questo li batteva tutti.
Quando pensavo che stesse per aprirmi in due, Elisa si mise a succhiarmi l’uccello e quel punto non capii più nulla.
Eiaculai dentro la sua bocca, mentre il marito continuava a affondare nel mio culo.
Sfilò il suo manganello per chiavare nuovamente la moglie, stavolta lei con la schiena su letto e le caviglie sulle sue spalle.
La scopò di brutto per almeno dieci minuti, mentre io e lei ci baciavamo come matte; poi a un cenno del marito, la scopai io.
Sembrava che la sua figa prendesse fuoco, tanto era calda, e, infine mentre le nostre lingue si cercavano ancora, una pioggia di seme caldo colpì i nostri volti, scivolando e imbrattando le lenzuola di seta.
Ci abbandonammo sfiniti e felici finché il suono del telefono di Domenico ci ricordò che fuori esisteva un mondo che ci stava aspettando.
Dopo la doccia, corsi a casa affrontando i 50 km che separano le due città con una prestazione degna di un pilota di Formula Uno (da non emulare); tuttavia, a casa ebbi appena il tempo di nascondere il necessario per trasformarmi quando mia moglie rientrò anticipatamente dal lavoro e, per il rotto della cuffia, riuscì a cacciare il perizoma nella tasca della mia vestaglia di seta.
Fu un’esperienza memorabile e non nego che, se la coppia mi contatta, sarò ben lieta di ripetere quanto narrato.
Un bacio! Monica
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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