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tradimenti

l'ascensore.


di pennabianca
22.10.2021    |    3.808    |    1 9.4
"“ grazie”, dico, poi mi correggo, lo ripeto in inglese..."
Mi trovo a New York per il matrimonio della figlia della mia migliore amica, l’ho vista nascere, sono stata la sua madrina al battesimo, ora mi ha chiesto di farle da testimone al matrimonio. Siamo arrivati tre giorni fa io e mio marito, siamo ospiti nell’appartamento della mia amica, che si trova al ventesimo piano di un palazzo che ne ha circa una trentina. Certo per me che abito in una villetta su due livelli dormire così in alto fa un certo effetto, lei mi ha detto che è solo questione di abitudine, poi sopra di lei iniziano i piani occupati prevalentemente da uffici per cui dopo le diciassette lo stabile si vuota e regna molta tranquillità. Per il matrimonio è stato fatto tutto, mancano solo alcuni dettagli, quale le prove in chiesa, quelle del vestito, per il resto è tutto a posto tanto che ci stiamo dedicando alcuni giorni di vacanza insieme ai due futuri sposi. Oggi il programma prevede che i maschietti se ne vanno a vedere un negozio che vende tecnologia elettronica, mentre noi donne passeremo un momento dal negozio del pasticcere per definire gli ornamenti della torta nuziale, poi massima libertà. Appena uscite, mi rendo conto di due cose, che mi sono vestita troppo pesante, gonna, calze autoreggenti, camicetta e giacchetto di renna, mi fanno immediatamente sudare, poi ho dimenticato il cellulare. A questo punto la mia amica m’indica un palazzo che si trova appena due isolati da noi, “ vieni giù per questa via, fai con calma tanto noi impiegheremo circa mezzora, se non ci trovi chiama”. Detto questo, mi lascia le chiavi dell’appartamento e s’incammina con la figlia nella sua direzione, mentre io rientro dentro, vedo l’ascensore che si sta chiudendo, mi affretto, uno dei due uomini che sono dentro, blocca le porte, e mi permette di entrare con loro.
“ grazie”,
dico, poi mi correggo, lo ripeto in inglese. Mi ritrovo con un signore di circa quaranta anni, ben vestito, capelli lunghi tenuti legati dietro la nuca a coda, barba rasata corta, mentre l’altro anche lui in giacca e cravatta sembra più giovane forse trenta, con una ventiquattro ore in mano. Digito il numero del mio piano, vedo che loro hanno gia richiesto il ventinovesimo, mi metto davanti a loro, gambe appena divaricate, sicuramente i due mi scrutano, devo essere un bello spettacolo, capelli neri mossi che mi arrivano alle spalle, giacchetto di renna, gonna corta, calze nere e scarpe con circa otto centimetri di tacco, il mio splendido culetto deve fare la sua figura, sicuramente sono un bell’insieme da vedere. Le porte si chiudono e l’ascensore parte velocissimo, poi di colpo si blocca, perdo l’equilibrio, cado all’indietro addosso al signore più anziano che immediatamente mi afferra con le braccia intorno alla vita. Buio totale, fermi per alcuni secondi immobili senza capire cosa è successo, sento il corpo del mio salvatore aderire al mio, i muscoli duri del petto aderiscono alla mia schiena, un bozzo consistente s’incunea fra il solco delle natiche, mentre le mani che prima mi hanno afferrato ora risalgono veloci fino ai miei seni stringendoli con decisione. Resto stupita, nello stesso tempo mi piace quel contatto, una flebile luce si accende, ci separiamo, mentre il giovane si avvicina alla tastiera e schiaccia il pulsante di emergenza, ma non succede nulla, anzi dopo pochi secondi anche la luce di emergenza si spegne, ora siamo nel buio più totale. Cerco d’istinto il mio cellulare, poi mi ricordo che l’ho lasciato in camera, loro bisbigliano qualche cosa fra loro che non capisco. Di nuovo le forti mani che mi hanno sorretto si cingono attorno al mio corpo, sento scostare i capelli, calde labbra mi baciano sul collo appena dietro la nuca, è una cosa che mi fa impazzire sentirmi baciare li, immediatamente anche il bozzo, che, ora è diventato un magnifico palo duro, si schiaccia fra le mie chiappe, sento un fremito di piacere invadere il mio corpo. L’altro rapidamente si è inginocchiato davanti a me, ha risalito con le mani le cosce, alzato la gonna fino alla vita, “ wow” esclama quando si rende conto al tatto che ho le autoreggenti con il reggicalze, dice all’altro che sono vestita sexy, mi abbassa lo strig fino alle caviglie, mi fa alzare un piede per volta e lo toglie. Mi solleva la gamba destra fin sopra di lui, insinua la testa fra le mie cosce. Lo sento respirare, odorare la mia fica che gia si bagna, poi incomincia un gioco di lingue e labbra sconvolgenti. Mi schiaccia il clito con il labbro superiore, mentre scorre la lingua dentro il taglio delle labbra della mia vulva fino al fiorellino anale, inizio a godere immediatamente a quelle sollecitazioni. L’altro non è rimasto inerme, mi ha sbottonato due bottoni della camicetta, le sue mani si sono impossessate dei miei seni che stringe, impasta, mi tortura i capezzoli, procurandomi un piacere inteso che sommato all’altro mi porta in breve ad avere il primo orgasmo. Un gemito esce dalle mie labbra.

…uhummmmmmmmm …

il giovane si rende subito conto che stò godendo, incolla la sua bocca alla mia fica e raccoglie insinuando dentro la lingua tutto il succo che essa secerne. Sono scossa dal piacere che provo, sono due demoni che mi fanno impazzire magistralmente, sento il mio corpo tendersi e arrivare a un nuovo piacere intenso:

... sii ... humhmuummmmm …… yess…

Il giovane raccoglie anche questa sborrata che, scarico direttamente in bocca, poi si alza, dice all’altro che sono pronta, mi prende il viso fra le mani, mi fa piegare a novanta, fino a che le mie labbra non incontrano il suo cazzo gia fuori e teso. Lo infilo in bocca nello stesso istante in cui l’altro appoggia il suo alle labbra della mia vulva fradicia, lo spennella alcune volte su e giù poi improvvisamente lo infila in un colpo solo, secco e deciso fino in fondo. Sento una grossa cappella che si apre, la strada dentro di me, raschiare le pareti della mia vagina e colpire con forza il fondo sbattendo contro l’utero procurandomi una scarica di piacere sconvolgente che mi porta direttamente all’orgasmo. Devo appoggiarmi con le mani ai fianchi del giovane per non cadere dalla spinta che ho ricevuto da dietro, godo a bocca piena dato che anche l’altro l’ha infilato dentro.

….UHUHMUMMMMMmmmmm …..

Un lunghissimo genito mi fa scuotere tutta, loro restano fermi un secondo poi m’incominciano a pompare all’impazzata. Quello davanti spinge il cazzo in bocca fino a farlo sbattere sul palato, rapidamente, mentre l’altro estrae per metà la grossa verga poi, lo infila dentro di colpo fino in fondo facendomi morire. Godo, vengo e godo, sento quello davanti aumentare il ritmo, si gonfia dentro di me, e come prevedo a breve, m’inonda la bocca di sborra calda e densa, m’incita, a mandarla giù, neanche vi fosse bisogno di dirlo. Ingoio, lecco tutta la semenza calda, mentre sto provando un nuovo orgasmo, mi sfilo il cazzo di bocca, sento il mio corpo tremare.
... yessss…..siiiiiiii …..vengo!
ma anche il mio amante è arrivato, lo sento aumentare le pompate, più veloci, poi di colpo si sfila, mi gira, mi fa inginocchiare, con una mano sulla mia testa mi porta la mazza davanti alla bocca. Nonostante sia ampia, quasi non riesco a contenere il glande che mi spinge dentro, lecco appena e subito un getto denso e caldo m’inonda la cavita orale, è buona, più densa dell’altro, più dolce. Bevo, succhio, ingoio fino all’ultima goccia. Resto qualche secondo in quella posizione, poi di colpo le luci si riaccendono, una voce dall’altoparlante si scusa per l’inconveniente, ho appena il tempo di tirarmi giù la gonna e rimettermi in piedi che il giovane ridigita i numeri dei piani sulla tastiera che l’ascensore riparte velocissimo, in pochi secondi raggiunge il mio piano. Le porte si aprono, esco, con passi malfermi m’incammino verso la porta del mio appartamento senza voltarmi, apro e appena dentro mi appoggio alla porta. Sono sudata, sento caldo, chiudo gli occhi, non, non ho sognato, in circa venti minuti sono venuta quattro volte e mi sono bevuta due sborrate, ne sento il sapore ancora in bocca. Decido di farmi una doccia veloce, vado in camera mia, e mentre mi spoglio, mi accorgo di non avere più lo string, faccio mente locale, deve essere stato il giovane che le ha prese quando me le ha tolte, forse le vuole come trofeo a ricordo di questa strana avventura, o magari per esibirle come prova quando la racconterà ai suoi amici. Mi eccita il pensiero che altri maschi sbaveranno pensando a me, sorrido compiaciuta con me stessa mentre l’acqua tiepida esce dalla doccia, bagna il mio corpo.
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