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Inconsapevolmente cornuti. Un gioco di ruoli.


di pennabianca
07.04.2021    |    3.352    |    3 9.9
"» Marco sentendo la sua donna parlare in quel modo, girò lo sguardo verso di lei, la vide sdraiata, in preda ad una frenesia erotica incontenibile, che..."
continua il racconto della storia di due coppie che scoprono la trasgressione e ne restano piacevolmente colpiti.

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Dopo questo, chiarimento, tutti e quattro si sentivano più sollevati, sereni ed allegri. La settimana successiva furono molto impegnati nel lavoro, specie le due ragazze, che erano alle prese con le scadenze fiscali. Stranamente nessuno dei quattro, tornò su quel particolare argomento, che li aveva tanto tenuti in stato di tensione e incertezza; ora che se ne erano liberati, confessando, e mettendo ben in chiaro con i rispettivi partner, quali fossero i loro desideri, sembrava quasi, che l’argomento fosse passato in secondo piano. Il sabato successivo, si ritrovavano invitati ad un compleanno di una loro amica. La serata ben presto, si rivelò molto noiosa e monotona e, a quel punto, decisero di andare a divertirsi, in qualche locale. Mentre giravano per la città, alla ricerca di una nuova destinazione, Silvia ebbe un’idea completamente diversa, e ne fece subito partecipi gli amici.

«Ragazzi, che ne dite se, anziché andarci rinchiudere in un locale, andiamo verso il lago e troviamo un posto, dove possiamo stare in pace a giocare un po’ fra noi?»

Marco, che era seduto davanti, di fianco a Luca che guidava, guardò per un attimo il suo amico, che già sorrideva contento, ruotando il capo, incrociò lo sguardo della sua donna, che annuiva favorevolmente a questa proposta molto più intrigante di una serata passata in discoteca.
Tutti e quattro conoscevano bene la zona del lago; soprattutto sapevano quali erano i posti dove le coppiette andavano a cercare un po’ di intimità.
A Luca piaceva, in particolare, un posto che non era il solito parcheggio, ma uno scavo, destinato a diventare una futura abitazione, che da tempo sembrava abbandonato. Leggermente in disparte, rispetto agli altri posti più conosciuti, aveva il vantaggio, di trovarsi in alto, perfetto per godere una splendida visita sul lago di notte, ma, soprattutto, aveva un unico accesso, facilmente controllabile in caso si fosse verificato qualche imprevisto indesiderato. Quando arrivarono sul posto, scesero tutti e quattro dalla vettura e rimasero con le spalle appoggiate al veicolo, in silenzio, ad ammirare il romantico spettacolo che la luna piena offriva riflessa nel lago. Ad un tratto, Silvia e Lucia, fatti due passi, si avvicinarono a una fila di grossi massi, che delimitava lo spazio rivolto verso il lago.
Silvia per lungo interminabile momento era rimasta in silenzio poi, giratasi verso l’amica, le sussurra all’orecchio qualcosa che i due uomini non riuscirono a sentire, ma, al chiarore della luna, entrambi videro Lucia annuire favorevolmente, e poi, rispondere qualcosa sempre parlando all’orecchio dell’amica.
I due ragazzi si avvicinarono, dietro le rispettive donne, ma prima che potessero fare qualsiasi cosa, con uno scatto improvviso, Silvia si girò, posizionandosi davanti a Marco, mentre Luca ebbe a trovarsi Lucia già inginocchiata ai suoi piedi; aveva preso ad armeggiare con la cintura dei suoi pantaloni, cercando di aprirli ed abbassarli.
Marco aiutò Silvia nel farsi sbottonare i pantaloni; lei lo fece calare fino ai piedi e lui, sfilati i mocassini, lasciò che lei, con un semplice gesto, lo denudasse del tutto. Anche Luca era completamente nudo davanti alla sua amica; il suo sesso duro svettava davanti al viso di Lucia, che lo afferrò con entrambe le mani e poi iniziò a giocarci con la bocca, appoggiandola a quella dura asta di carne viva e pulsante. Marco emise un lieve gemito, quando Silvia permise che il membro dell'amico, teso e gonfio, le scivolasse fino in fondo alla gola. Indirizzò lo sguardo verso l’amico, ma, soprattutto, concentrò la sua attenzione su quello che la sua donna, stava facendo al suo amico comune. Per Marco, vedere l'amica succhiargli il cazzo duro, fu infinitamente eccitante ed appoggiò le mani sul capo di Silvia, non tanto per imporre, quanto, più semplicemente, assecondare il ritmo della pompa che stava ricevendo da quella bocca calda e incandescente.
Anche Luca, mentre riceveva quello splendido lavoretto di bocca da parte di Lucia, voltò lo sguardo verso la sua donna, che ora era intenta ad infilarsi il più possibile quel membro duro e pulsante, fin dentro la gola. Fu assalito da una sensazione bellissima, che lo fece eccitare ancora di più.
Si rese conto che, se avesse lasciato continuare la sua amica a succhiargli il cazzo, ben presto avrebbe riversato nella sua bocca tutto il suo piacere, ma non era questo che voleva in quel preciso momento.
Fatto un profondo respiro, afferrò Lucia per le spalle e, dopo averla fatta staccare dal suo cazzo, la sollevò, spingendola leggermente indietro, affinché potesse sedersi su uno dei grandi massi, posto alle sue spalle.
Si inginocchiò davanti a quelle splendide cosce, spinse in altro la minigonna e, con un semplice gesto, le sfilò il quasi inesistente perizoma che ricopriva la fica della sua amica, già abbondantemente fradicia di umori. Marco per un lungo istante rimase immobile, fin quando non si rese conto che Luca stava leccando la fica della sua donna. Ben presto Lucia, al vigoroso trattamento di lingua, ebbe un orgasmo devastante, che la fece fremere tutta. Lo spettacolo della sua donna che godeva delle sollecitazioni esercitate da un altro uomo, scatenò al massimo la libidine di Marco che, a quel punto, sollevata Silvia, la mise nella stessa posizione di Lucia, sopra il masso e con le gambe in alto. A sua volta si tuffò fra quelle cosce, assaporando il piacere e l’odore di femmina in calore che quella fica emanava. Scostato il sottile filo dello string, affondò la sua lingua in quella fonte di piacere, da cui sgorgava nettare dolcissimo e prese a leccare e succhiare, come un forsennato, costringendo Silvia a gridare di piacere.
Lucia, dopo aver provato ancora un orgasmo, afferrò Luca per i capelli portandolo sopra di sé e lo implorò di possederla.

«Prendimi! Adesso ti voglio... Mettilo tutto dentro! Lo voglio sentire fino in fondo! Spaccami! Riempimi di tutto il tuo piacere, fino in fondo.»

Marco sentendo la sua donna parlare in quel modo, girò lo sguardo verso di lei, la vide sdraiata, in preda ad una frenesia erotica incontenibile, che le stava facendo desiderare che un altro maschio entrasse con forza dentro di lei.
Anche Silvia attirò Marco su di sé e, giratasi verso l'amica, incrociò i suoi occhi mentre supplicava il suo uomo di spingerglielo dentro e farla godere.
Luca stava per affondare dentro quel sesso bollente, quando le parole di Lucia gli sconvolsero la mente. Si girò, a sua volta, vide Silvia, la sua amata, penetrata e posseduta fino in fondo, con le gambe sollevate in alto ed appoggiate sulle spalle dell'amico.


«Amore mio, guarda come questo maschio mi sta sfondando! Guarda quanto impegno ci mette a farti cornuto! E' un autentico toro scatenato, mi sta letteralmente spaccando in due».

Rimase per un lungo istante stupito; quelle parole risuonarono nella sua mente in maniera strana, poi in un attimo realizzò: la sua donna, ora, aveva dato inizio al gioco: il maschio che la stava scopando, in quel momento, non era l'amico di sempre, ma un altro uomo che la stava penetrando sotto gli occhi del suo uomo, ed egli ne traeva un immenso piacere.
Per un lungo, interminabile attimo, Luca era rimasto immobile, piantato dentro Lucia, quando girò gli occhi per incrociare quelli di Silvia, le parole che uscirono dalla bocca della sua donna, sconvolsero anche la sua mente.

«Dai prendimi, fammelo sentire fino in fondo! Spaccami tutta, e fai vedere quel cornuto del mio uomo, come mi stai facendo godere, come mi scopi fino in fondo, spanando ogni mio buco.»

Marco allungò la mano, entrando in contatto con quella di Lucia, stringendola forte, poi però fu costretto ad afferrare di nuovo Silvia che, trovandosi in posizione scomoda, essendo poggiata ad una pietra non piatta come l’altra, finì con lo scivolare a terra. Lui la sollevò di peso e, giratosi, aprì lo sportello posteriore della vettura, la mise sdraiata sul sedile e poi riprese a scoparla, facendola urlare di piacere.
Luca vide la sua donna sparire dietro di lui e, sebbene la sentiva ancora godere, non poteva guardarla in viso e questo, in qualche modo scatenò, ancor più la sua libidine.
Marco disteso sopra Silvia, la pompava come un pazzo scatenato, facendola godere ripetutamente. Ben presto la donna si rese conto che, da lì a breve, le avrebbe inondato il ventre di sperma, quindi afferrò il viso di Marco con ambo le mani e, fissandolo negli occhi, gli rivolse una precisa richiesta.

«Ti prego, non venire... fermati! Se riesci a resistere ancora un po’, potremo concludere con un bel gioco».

Egli continuò a pomparla ancora un po’, poi, quando fu all’apice del piacere, prima ancora di eruttare tutto il suo seme dentro il ventre dell'amica, con un po’ di fatica, si sfilò da lei, rimanendo in piedi fuori dall’auto.
Silvia, allora, scattò fuori dall'auto, e preso l’uccello di Marco in mano, lo fece avvicinare al masso dove Luca stava ancora scopando Lucia.
Quando si rese conto di avere l’attenzione di entrambi, si inginocchiò davanti a Marco e prese il suo uccello in bocca.
Dopo averlo succhiato un po’, voltò lo sguardo verso Luca e, con la voce che tradiva forte emozione, sconvolse ancora la mente del suo uomo.

«Amore guardami! Guardami quanto sono troia! Mi faccio riempire la bocca e ingoio tutto il seme di questo maschio stupendo, che mi ha sfondato e fatto godere tantissimo. A breve accoglierò in bocca tutto il suo godimento».

Luca era estasiato, immobile, piantato dentro la fica di Lucia, osservava la sua donna, che ora serrava le labbra intorno alla cappella di Marco, mentre lui si segava velocemente, e poi con un grido rauco, iniziò a eruttare tutto il succo delle sue palle nella bocca di Silvia. Vide le guance della sua donna gonfiarsi e poi ingoiare, ripetutamente il piacere che le veniva riversato in bocca. Lucia visto quanto aveva fatto la sua amica, spinse indietro Luca e, inginocchiatasi afferrò il suo uccello, se lo portò alla bocca e, giratasi verso il suo uomo, gli disse:

«Marco, guarda quanto sono troia anch’io! Adesso mi faccio inondare la bocca dal seme di questo toro, che mi ha pompato e fatto godere tantissimo. Guardami, amore, guardami quanto sono puttana e, soprattutto, quanto sono brava a renderti cornuto sotto i tuoi occhi».

Marco stava impazzendo dal piacere, nel vedere la sua donna succhiare quel cazzo e ingoiare tutto il piacere che lui le riversava in bocca, mentre Luca, estasiato da quello che aveva visto fare alla sua donna, stava esplodendo in un orgasmo incredibile.
Appena finito di accogliere in bocca le due copiose sborrate, le due donne si alzarono in piedi e, dopo essersi scambiate un sorriso di puro compiacimento, si avvicinarono ciascuna al proprio uomo, baciandolo con passione.
Questo erotico scambio di sapori, ebbe l’effetto, sui due maschi, di mantenere alta la loro eccitazione, resa evidente dai loro membri ancora duri.
Marco si avvicinò a Lucia, la fece girare ed appoggiare con le mani alla pietra che aveva davanti e, piegatala a 90° e tenendola per i fianchi, spinse dentro la sua fica bollente il suo cazzo ancora durissimo, che fu accolto con un grido di incontenibile piacere.

«Sei una troia! Ti sei fatta sfondare tutta! Adesso, però, ti spacco ancora un po’ la fica, poi, te lo pianto nel culo, così avremo completato l’opera».

Al sentire quelle parole, anche Luca fece girare Silvia e, senza tanti complimenti, anziché piantarlo nella fica, glielo spinse tutto direttamente nel culo.

«Sei una troia, puttana! Adesso anch’io ti spacco il culo, così quel cornuto del tuo uomo, potrà accorgersi di come ti abbiamo sfondata e riempita con tutto il nostro piacere».

Silvia lo sentì entrare con un solo affondo secco e deciso, anche se, per un attimo, questo le procurò un certo bruciore, quello che la sconvolse per davvero furono le parole di Luca, che in quel momento si immedesimava in un personaggio diverso da lui, quasi a voler sottolineare lo spirito del gioco che avevano appena iniziato.
Lucia girò lo sguardo e incrociò gli occhi di Silvia; allungò una mano e attirò l’amica a sé, baciandola in bocca. Questa cosa fu causa di un ulteriore momento di lussuria che scatenò ancor più i due maschi. Appena staccata da quel bacio, Lucia sollevò il corpo, si girò e sussurra qualche cosa all’orecchio di Marco.
Questi la guardò e, giratosi verso Luca, che aveva ben scrutato tutta la scena, fece un cenno, cercando la sua complicità. Luca rimase un attimo interdetto poi, quando vide l’amico avvicinarsi tenendo il cazzo in mano, gli venne da pensare che presto l’avrebbe infilato nella bocca di Silvia, ma, quando mise la mano sulla sua spalla e lo invitò a sedersi sulla pietra, dietro di lui, sollevando le gambe a Silvia, si rese subito conto che il gioco che voleva fare il suo amico era decisamente un altro: intendeva far provare alla sua donna la pratica della doppia penetrazione.
Silvia, dapprima rimase un po' sorpresa dalla manovra di Marco, ma quando le sue mani le sollevarono le cosce, subito si rese conto che quel cazzo duro le sarebbe entrato davanti.
A quel punto non le restò che fare un profondo respiro, mentre sentiva quel palo di carne penetrarla dentro il ventre, scivolando sopra quello di Luca che la penetrava da dietro.
Le mani di Lucia, afferrarono i capezzoli di Silvia e iniziò a strizzarli, mentre con la bocca le ricopriva il viso di baci, esortandola a godere di quel nuovo piacere.

«Dai... goditi questi due cazzoni! Lascia che ti sfondino in ogni buco, così questa sera, quando torni a casa, fra le braccia di quel cornuto del tuo ragazzo, sentirai ancora il piacere che ti fa vibrare il corpo. Fatti sfondare come si deve, proprio come merita una gran troia come te. E voi, ragazzi, pompatela, fatela godere, fatela impazzire di tanto infinito piacere».

Non le era mai successo di esser posseduta contemporaneamente da due maschi; essi la pompavano con un ritmo forsennato, facendola godere a ripetizione. Quella condizione non le faceva più capire dove finiva un orgasmo e ne iniziava un altro. Raggiunse un così elevato livello di piacere, che ad un tratto, dopo aver urlato l’ennesimo orgasmo, finì con il venir meno. Lucia si rese conto che la sua amica era ormai sfinita: la vedeva passiva, come una bambola di pezza, incapace di qualsiasi reazione, tranne per gli orgasmi che continuavano a scuoterle il corpo. Luca e Marco presero atto che Silvia era ormai fuori gioco, quasi svenuta, sconvolta e distrutta dal suo ultimo e sconvolgente orgasmo ed ascoltarono le sue parole, pronunciate con voce flebile, ridotta a quasi un sussurro.

«Basta, ragazzi, vi prego! Non ce la faccio più! Mi avete sfondato tutta e fatto impazzire! Vi prego, adesso basta, dedicatevi un po’ anche alla mia amica; fate che anche lei goda, come avete fatto con me; è giusto che, anche lei, possa andare a casa e mostrare a quel cornuto del suo uomo quanto piacere ha provato fra le braccia di estemporanei amanti».

I due uomini si sfilarono da lei che, barcollando, raggiunse il sedile posteriore della vettura, sdraiandovici sopra. Ora, però, Marco si sta posizionando dietro Lucia e, con un movimento lento e preciso, cercava di affondarle tutto il suo membro nel culo, non senza farle spalancare la bocca per la totale intrusione. Infatti, afferrata la donna per i fianchi, si mise nella stessa posizione e sulla stessa pietra, dove prima era sdraiato Luca e, sollevate le gambe di Lucia, la penetrò fra i glutei. La donna, quindi, fu profanata nel culo con una spinta secca e decisa, mentre offriva a Luca la visione della sua fica spalancata e pronta.
Ben presto anche Lucia iniziò a godere in preda ad una frenesia erotica senza fine, che la faceva tremare tutta in un continuo di orgasmi, senza soluzione di continuità.
Fra un orgasmo e l'altro, non smetteva di incitare i due maschi a sbatterla sempre più forte.

«Si, sbattetemi più forte! Fatemelo uscire dalla bocca! Voglio che mi rompiate ogni buco e farcirlo con il vostro piacere, per la gioia di quel cornuto che aspetta a casa».

Ormai questo gioco era diventato il filo conduttore di tutta la serata, e questo li faceva impazzire tutti e quattro. Dopo averla fatta ulteriormente godere, erano quasi all’apice del piacere, quando Lucia, strettasi a Marco, lo pregò di sfilarsi da lei e di non venire, se non nella sua bocca; chiese a Luca di fare la stessa cosa, nella bocca di Silvia.
I due uomini si sfilarono sorreggendola, perché malferma sulle gambe; si avvicinarono all’auto, da cui riemerse, letteralmente sfinita, Silvia che, inginocchiata davanti a loro con accanto l’amica, apri la bocca appena in tempo per ricevere i loro schizzi di piacere, e cercare in tutti i modi di ingoiarli fino all’ultima goccia. Crollarono tutti e quattro seduti, come meglio potevano, fra i sedili della vettura, che aveva gli sportelli aperti.
Rimasero per un tempo indefinito in silenzio, poi, lentamente recuperarono i loro indumenti. Stanchi, ma felici decisero che era ora di tornare nelle loro abitazioni. Lasciati Marco e Lucia, mentre accompagnava Silvia, Luca fermò la vettura prima di giungere a casa della donna, e voltato verso di lei, le prese il viso fra le mani e la baciò con passione.

«È stata un’esperienza sconvolgente, ma soprattutto sono impazzito, quando Marco ti ha portato dentro la vettura; non riuscivo più a vederti, mentre ti sentivo godere fra le sue braccia. È stata una cosa che mi ha dato, un piacere squassante. In quel preciso istante, non era più l'amico a scoparti ma immaginavo fosse uno sconosciuto e questo mi ha fatto letteralmente impazzire, regalandomi una sensazione che non ti so spiegare, ma che, se vorrai, un domani potremo ripetere ogni volta che ne avrai voglia».

Silvia lo guarda compiaciuta, ricambia il bacio, poi con una voce molto stanca, gli espone il suo punto di vista.

«Anche per me, quando lui mi ha portato via dal posto in cui ti vedevo, è stato sconvolgente; mi piaceva da matti sentirti godere con lei e non poterti vedere era un supplizio; e, soprattutto, lo era perché sapevo che non mi stavi guardando.
Mi ha fatto letteralmente impazzire, in un misto di dolore/piacere che non ti so spiegare, ma che mi ha procurato un orgasmo sconvolgente.
Appena sarà possibile, non so dove né quando, in qualche modo dovremo ripetere quest'esperienza.
Sono molto contenta, che questa prima volta si sia verificata con i nostri amici, anche se ognuno di noi ha fatto finta di recitare un ruolo diverso da quello reale. Non avrei voluto farlo con nessun altro, anche se sono sicura che, nei prossimi giorni, Roberto si farà vivo e sono fermamente convinta, che quando vorrò scopare con un altro uomo, lo farò mentre tu mi guardi, perché tutto questo mi eccita, mi fa sentire troia, puttana, e, nello stesso tempo, voglio trasmetterti il piacere che provo con l'altro, affinché anche tu ne goda, perché ti amo più della mia stessa vita».

Anche Lucia, prima di salutare Marco, sulla soglia di casa, parla con lui delle emozioni provate.

«Scopare con un altro uomo, stasera, anche se era una persona che conoscevamo da una vita, mi ha eccitato in maniera sconvolgente. Recitare un ruolo diverso, ma, nello stesso tempo, essere sotto il tuo sguardo, mi ha fatto provare sensazioni bellissime: ho goduto come mai fino ad oggi.
Sono certa che Alberto si farà vivo e, ti dico fin d'ora che ho voglia di scoparmelo, sono determinata a provare quell'esperienza, solo ed esclusivamente, se tu sei accanto a me e mi guardi mentre godo fra le braccia di un altro maschio.
Questa sera sono stata molto contenta di averlo fatto insieme ai nostri amici di una vita. La cosa mi ha fatto sentire tranquilla e, nello stesso tempo, vedere te che recitavi il ruolo di un altro maschio, consapevolmente cornuto, mi ha eccitato così tanto, che ancora sento fremiti di piacere. Grazie, amore mio, sei un uomo fantastico; per me sei insostituibile e più importante dell’aria che respiro; voglio trascorrere la mia vita con te, cercando di vivere assieme continue esperienze che, però, devono, in qualche modo, esser appaganti per entrambi».

Nelle due settimane successive, le ragazze restano molto impegnate nel lavoro, non hanno, quasi mai, il tempo di dedicarsi ai loro piaceri personali.
Dalla mattina presto fino alla sera tardi, tutto il giorno lo passano nello studio, fra scadenze fiscali e denunce dei redditi, che le impegnano così tanto che, quando arriva la sera sono così sfinite, che accettano solo di andare a cena con il padre di Lucia, per poi ritirarsi nel proprio letto, per un sonno ristoratore.
A Silvia piace molto Dario, il padre di Lucia. Egli, un bell’uomo, appena poco sopra la cinquantina, la vedeva da più di dieci anni e l'ha sempre trattata come una figlia, senza mai un gesto o una frase fuori posto, anche se lei, qualche volta, osservandolo attentamente, qualche pensiero peccaminoso su di lui l’ha fatto. A metà della seconda settimana, Lucia riceve la visita di Alberto, che freme dal desiderio di possedere il suo giovane corpo. Scambiano solo qualche parola, davanti al distributore automatico del caffè, con lui che la guarda con occhi carichi di desiderio.

«Per quanto tempo ancora, sei impegnata con il lavoro? Dopo quello che mi hai fatto provare in cima alla torre, aspetto con impazienza il momento in cui riuscirò ad avere il tuo corpo, sentire il tuo piacere esplodere, mentre ti sbatto finché non mi dirai 'basta'»!

Lei lo guarda divertita ma anche lusingata; anche lei non desidera altro; lo vuole con tutta se stessa e non vede l’ora di sentirlo dentro di sé; questo le fa provare un intimo piacere e, il ricordo di quanto successo sella torre, le fa tornare in mente un altro desiderio: quando farà sesso con lui, dovrà avvenire solo ed esclusivamente, sotto lo sguardo attento e lubrico di Marco, altrimenti non se ne farà nulla.

«Credo che, quando saremo alla fine di questa settimana, il lavoro dovrebbe diminuire, quindi ti assicuro che riuscirò a trovare un momento per stare con te, godere con te, senza nessuna limitazione, ma, ti avverto che tutto questo dovrà avvenire solo ed esclusivamente, ad una mia condizione.»

Lui sentendo quelle parole, la guarda stupito.

«Quale condizione?»

Lucia non ha il tempo di precisare quale sia la condizione, perché una delle ragazze dello studio le si avvicina, con una cartella in mano, chiedendo lumi su ciò che deve fare. Lei prende la cartella, si gira verso di lui, e lo saluta sorridendo.

«Sta' tranquillo: avrai tutta me stessa, senza nessuna limitazione, ma la condizione che io voglio che tu rispetti, piacerà molto anche a te, ne sono più che sicura!»

Anche Silvia, ha ricevuto due telefonate da parte di Roberto, che l’ha invitata più volte a prendere un caffè o a pranzo. Le ha chiesto anche ad uscire una sera per una cena, ma lei ha sempre rifiutato, anteponendo il lavoro alla sua vita privata. Alla fine lui le ha fatto promettere che, quando il lavoro sarà sensibilmente diminuito, passeranno insieme l’intera giornata. Lei non gli ha assicurato che questo sarebbe potuto avvenire, perché dentro di sé, vuole che quando godrà fra le braccia di Roberto, Luca deve esser presente e, perché no, anche partecipe.
Questa sensazione, le provoca un certo languore nel basso ventre. Il pensiero di essere di nuovo fra le braccia di due maschi le sconvolge la mente e fa vibrare il suo corpo come le corde di un violino.
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