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Inconsapevolmente cornuti. Finalmente si comincia!


di pennabianca
09.04.2021    |    8.760    |    6 10.0
"«Fa in fretta, a prendere la chiave»..."

Continua il racconto della storia di questa due coppie che giunte a questo punto iniziano l'evoluzione della loro vita sessuale, dove ora ogni singolo individuo inizia un percorso che lo porterà a vivere le sue prime esperienze, sia singolarmente, che in coppia.

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Il giorno successivo alla visita di Alberto, le ragazze videro entrare in ufficio Stefania che, rientrata dal viaggio di nozze era semplicemente splendida.
La giovane sposina era raggiante, meravigliosamente abbronzata, e desiderosa di raccontare alle sue amiche tutte le esperienze vissute durante la luna di miele. Nonostante fosse più grande di loro, sia Lucia che Silvia consideravano Stefania come la sorella maggiore. Avevano con lei una gran confidenza e fra di loro non vi era nessun tipo di segreto, anzi era stata lei la confidente, l’amica a cui chiedere spiegazioni, consigli, soprattutto in tema di sesso.
Davanti al distributore del caffè, le due ragazze pendevano dalle labbra di Stefania che, con voce allegra, parlava alle sue amiche.
«Mie care ragazze, domenica voglio passare la giornata insieme a voi in costume, sedute o sdraiate ai bordi della nostra piscina, perché ho così tante cose da raccontarvi, che non so nemmeno da dove cominciare».
Lucia, scambiata una breve occhiata con Silvia, le risponde con un tono alquanto malizioso:

«Anche noi abbiamo qualcosina di piccante da raccontarti».

Stefania guarda le due donne, poi, con voce quasi sussurrata, rivela che anche lei ha cose piuttosto piccanti da raccontare, che sicuramente le lascerà entrambe a bocca aperta. A questo punto Silvia, con un tono veramente ironico, stupisce l’amica.

«Non sono molto sicura chi di noi resterà più stupita; sicuramente quello che noi abbiamo da raccontarti, è un genere di cose che esulano del vivere quotidiano».

Stefania le guarda incuriosita, poi, dopo aver convenuto di vedersi nella tarda mattinata della domenica, saluta le due amiche ed entra come un turbine nell’ufficio di suo zio Dario.

«Buongiorno, splendido esemplare di maschio! Può la tua umile nipote interrompere il tuo prezioso lavoro, per un breve, ma importante saluto, ad un uomo che reputo la persona più bella del mondo?»

Dario si alza dalla scrivania e abbraccia Stefania stringendola forte, poi distende le braccia e, dopo averla fatta ruotare su stessa, le esprime il suo totale compiacimento.

«Certo che puoi! La mia adorata nipote, nonché fresca sposina, può fare tutto ciò che vuole di questo povero vecchio. Ti trovo veramente bella, raggiante e magnificamente abbronzata. Spero che la luna di miele sia stata bella, divertente e soprattutto appagante, specie in certe pratiche tipiche di giovani sposi».

Lei lo guarda con aria apparentemente risentita e risponde:

«Non vedo vecchi in questo posto, ma soltanto uno splendido esemplare di maschio che, se non fosse mio zio, cercherei di sedurre in tutti i modi, per quanto piacere mi dona la sua presenza».

Dopo aver scambiato alcune battute con lui, lo saluta con un bacio e se ne va. Mentre stanno lavorando, ad un tratto Silvia guarda Lucia con aria molto preoccupata.

«Accidenti! Se domenica ci dobbiamo mettere in costume. io sono un vero disastro! Ho una copiosa ricrescita di peli e non ho avuto il tempo per farmi una ceretta».

Lucia guarda l’amica e, dopo una breve riflessione, trova la soluzione al problema.

«Adesso che ci penso, sono nella tua stessa condizione, quindi pensavo di telefonare alla signora Elena che gestisce quel centro estetico qui a due passi da noi, per sentire se lei può, in qualche modo, risolvere il nostro problema».

Chiamano immediatamente il centro estetico, di cui loro gestiscono la contabilità, parlano con la signora Elena. La proprietaria, una donna di circa 45 anni, dall’aspetto estremamente curato, si dice disponibile a risolvere il loro problema subito, nello stesso giorno, ma ad una sola condizione: che potrà ricevere una persona per volta. La prima dovrà andare durante la pausa pranzo, mentre l’altra dovrà presentarsi al centro estetico verso le 19:30, dopo che lei ha finito con l’ultimo appuntamento.
Lucia ci pensa un attimo ed invita Silvia ad andare lei all’ora della pausa pranzo.

«Vai tu, durante la pausa pranzo, mentre io, farò un salto veloce in quel grande negozio di intimo, che hanno aperto nel nuovo centro commerciale, vicino alla zona industriale, dove ho visto un costume da bagno stupendo».

Quando però viene il momento di andare dall’estetista, Silvia si trova impelagata in una videoconferenza con un'impiegata di un’azienda, di cui loro gestiscono la contabilità, che ha fatto un vero guazzabuglio con tutte le fatture dell’anno scorso. Ora, nonostante la buona volontà, tutta la faccenda non è di semplice soluzione. Rivolta, quindi, alla sua amica, la invita ad andare lei per prima dall’estetista, trovandosi, per ora, impegnata a sbrogliare quella intricata matassa.
La questione, però, è davvero tanto incasinata, che è costretta a chiedere aiuto a Dario. Nonostante l’esperienza e tutta la loro buona volontà, impiegarono più di un’ora, prima di riuscire a venirne a capo. Intanto, sentire Dario al suo fianco, a Silvia faceva uno strano effetto. Guardava quell’uomo alto ed imponente, sempre molto elegante, e dai modi gentili e garbati. Lo conosceva da tanti anni; da quando era rimasto vedovo, si era dedicato tutto al lavoro, nonostante vi erano state tante donne, clienti dello studio che, in qualche modo, si erano fatte avanti, cercando di attirare la sua attenzione o, quantomeno, suscitare il suo interesse.
Egli, da perfetto gentiluomo, non aveva mai fatto nulla di sconveniente e le aveva, garbatamente, ignorate. Quando Lucia tornò, loro avevano appena terminato di risolvere quel problema, così Dario, che amava uscire dall’ufficio durante la pausa pranzo, invitò Silvia a seguirlo al bar, per consumare il suo solito tramezzino. Uscire all’aperto serviva anche a staccare la mente dalle problematiche del lavoro e questa era una cosa che piaceva molto anche a Silvia.
Quando entrarono in ascensore, erano solo loro due; lui in piedi, dietro di lei, in silenzio. Silvia indossava una semplice minigonna elasticizzata, che arrivava a metà coscia, con sopra una semplice T-shirt e sotto un reggiseno sottilissimo, praticamente invisibile che modellava il suo seno in maniera perfetta. Ai piedi aveva nelle comodissime scarpette da ginnastica.
Mentre era in piedi, davanti a lui, la sua mente immaginò che lui, da dietro, stesse ammirando il suo splendido culetto, ben modellato dal tessuto elasticizzato della gonna.
Come intimo indossava un mini string che, al momento, si era infilato nel solco delle natiche, quindi era praticamente invisibile. Immaginare di avere lo sguardo di Dario su di sé, le provocò un certo brivido, che per un attimo la stupì.
Giunti nel bar di fronte all’ufficio, lui ordinò un tramezzino al formaggio, poi andò nel bagno a lavarsi le mani. Silvia dopo aver deciso cosa mangiare, lo seguì nel bagno perché lei aveva bisogno di far la pipì. La conformazione del bagno era particolare, a forma di L. Appena si entrava c’era il bagno delle signore, mentre sul lato sinistro c’era quello degli uomini, e proprio davanti, c’erano due lavandini, con un grosso specchio. Entrò nel bagno silenziosamente e, girando lo sguardo verso sinistra, vide riflesso nello specchio l’immagine di Dario, che aveva lasciato la porta aperta. Reggeva in mano un bel sesso, che anche se in fase di riposo, sembrava essere di buone dimensioni, non eccessivamente lungo, ma decisamente di grossa circonferenza.
Era stato solo un attimo, che però le aveva trasmesso una strana inquietudine. Dopo aver fatto pipì, mentre si asciugava con la carta igienica, la sua mano sfiorò il bottoncino provocandole una scarica elettrica che percorse tutto il suo corpo. Non faceva sesso da giorni, in quanto impegnata nel lavoro; a sera, arrivava a casa stanca morta, ed ora la visione di quel membro le stava provocando una strana eccitazione.
Continuò ad accarezzarsi lentamente, ad occhi chiusi, e si immaginò stretta fra le braccia di quell’uomo che la scopava con forza, facendola godere molto.
Di colpo, nella sua mente, fu evidente una cosa che fino a quel momento non aveva pensato e nemmeno preso in considerazione. Si stupì del fatto che si sarebbe lasciata scopare volentieri da Dario, anche senza la presenza di Luca che, in quel momento, non era proprio contemplato nei suoi pensieri, mentre invece avrebbe preteso la sua presenza quando, prima o poi, si sarebbe donata Roberto.
Restò colpita da questo fatto e giunse alla conclusione che la presenza di Luca la riteneva indispensabile in quanto, oltre al piacere di essere osservata da lui, le donava un senso di tranquillità e sicurezza, mentre con Dario non era necessaria, in quanto conosceva quest’uomo da così tanti anni, che di lui aveva piena fiducia.
Quando uscì dal bagno, lui si stava asciugando le mani, lei gli fece un lieve sorriso, poi insieme andarono a sedersi al tavolino del bar per consumare il loro pasto veloce. Mentre mangiava, Silvia continuava a rimuginare su quel pensiero avuto nel bagno ed era così assorta, che lui, ad un certo punto, le appoggiò una mano sulla spalla per ricondurla alla realtà.

«Silvia va tutto bene? Ti vedo così assorta, che quasi mi preoccupi».

Lei, colta di sorpresa, si giustificò dicendo che stava ancora pensando a tutta la questione che avevano dovuto risolvere prima, cercando di capire se la soluzione adottata fosse quella assolutamente perfetta, onde evitare di avere future ripercussioni.
In realtà non voleva confessargli che era concentrata in un pensiero che, fino a quel momento, non le era mai passato per la mente.
Quando ritornarono nello stabile dell’ufficio, trovarono quattro donne davanti alla porta dell’ascensore che, essendo abbastanza stretto, li costrinse a stare addossati l'uno all'altra.
Silvia avvertiva la sua presenza dietro di sé e, appena chiuse le porte dell’ascensore, a una delle signore iniziò a squillare il cellulare. Quella, per frugare nella borsa alla ricerca del telefono, provocò una leggera spinta a Dario, che finì con l’appoggiarsi al fondoschiena di Silvia. Quel contatto improvviso, le provocò una strana sensazione di piacere e, inconsciamente, spinse indietro il sedere, fino a quando sentì perfettamente aderire il suo corpo, a quello di lui, che rimase immobile, facendo ben aderire il pacco alle sue natiche. Era una sensazione bellissima che, anche se durò solo pochissimi interminabili secondi, la fece inumidire tra le cosce.
A metà del percorso, l’ascensore si fermò, le quattro signore scesero, lasciando libero il resto dell’ascensore. Nonostante ora vi fosse più spazio, Dario rimase con il suo corpo appoggiato a quello di Silvia, che, pigiando nuovamente il tasto per far ripartire l’ascensore, fece in modo di spingere ancora più indietro il suo splendido fondoschiena, strusciandolo su quel pacco, che ora sembrava essere più voluminoso.
Giunti in ufficio, ripresero ognuno il proprio lavoro, fin quando Lucia, rivolta a Silvia, la mise al corrente del fatto che sia Luca che Marco, quella sera, avrebbero giocato a calcetto e, se lei fosse andata al nuovo centro commerciale, quando Silvia sarebbe uscita dall’estetista, non avrebbe avuto chi l'avrebbe riportata a casa, essendo, la mattina, venute assieme con l’auto di Lucia.
Dopo una breve riflessione, Silvia chiese a Dario se, finito il lavoro, avrebbe potuto riaccompagnarla casa.
Lui, dopo averla ascoltata, le fece una controproposta.

«Quando è il momento, tu vai pure dall’estetista; io proseguirò il lavoro in ufficio fin quando non torni, poi, come tutte le sere, andiamo a cena insieme e dopo ti riaccompagno a casa».

Silvia si rituffò nel lavoro con molto impegno e, ad un certo punto, Lucia le fece notare che era ora di andare dall’estetista, mentre lei si sarebbe recata al negozio dei costumi, con la promessa che le avrebbe inviato delle foto, per scegliere, insieme a lei, quale fosse stato più carino. Quando entrò al centro estetico, fu accolta da Elena, che si presentava in tutto il suo fulgore. Era rilevante la bellezza di quella donna, che avrebbe potuto competere con le più richieste e note modelle. Per circa un’ora, il suo corpo fu continuamente oggetto delle attenzioni di due bravissime estetiste, che eliminarono ogni pelo o imperfezione e, solo quando si giunse al momento della depilazione intima, Silvia, che non amava avere la figa completamente depilata, chiese di lasciare un piccolo triangolo di pelo, sul monte di Venere.
Nel frattempo ricevette due messaggi da Lucia, con foto di un costume di recentissima creazione, in ordine al quale lei era perplessa se scegliere quello di colore bianco o quello di colore rosso: a lei quale sarebbe piaciuto di più?
Erano circa le 20:30 quando tornò in ufficio, dove Dario stava ancora lavorando.
Chiuso l’ufficio e saliti in auto per raggiungere al ristorante, Silvia accavallò le gambe, mostrando una buona porzione della coscia.
Si accarezzava con la mano le ginocchia, constatando quanto piacere le dava sentire la pelle liscia e vellutata. Con la coda dell’occhio, si accorse che lui aveva seguito ogni suo movimento, così decise di mettere in atto una lieve provocazione.

«Elena è veramente brava: ha fatto lavoro stupendo, ora le mie gambe sono lisce e morbide. Se vuoi, puoi sentirlo anche tu».

Lui, che sembrava non aspettare altro, allungò la mano destra, appoggiandola sul ginocchio.
Nello stesso istante in cui lui appoggiava la mano, Silvia scavalcò le gambe, aprendole un po’; la minigonna scivolò ancora più in alto, mostrando una maggiore porzione delle sue splendide cosce, fin quasi ad arrivare all’intimo. Dario accarezzò per un momento il ginocchio e, poi, proseguì con la carezza all’interno della coscia, senza arrivare fino in fondo.
Sentire quella mano calda fra le sue cosce, provocò in Silvia un’ondata di piacere travolgente; si aspettava che lui avrebbe continuato a muoverla, fino ad arrivare al piccolo triangolo di stoffa che separava le dita dalla sua fica.
Ma erano giunti a destinazione e lui, tolta la mano, eseguì la manovra di parcheggio della vettura. Pochi minuti dopo erano seduti all'interno del ristorante. Andavano spesso in quel posto; erano abbastanza conosciuti e, per questo, appena seduti, un solerte cameriere si presentò loro per prendere la comanda. Fatte le ordinazioni, rimasero per qualche momento in silenzio, poi lui si alzò per andare in bagno a lavarsi le mani e lei ne approfittò per controllare i messaggi sul suo cellulare.
Ve ne erano tre: uno era di Lucia, che confermava l’acquisto del costume rosso per se e quello bianca per lei; gli altri due erano di Luca: nel primo confermava che, sia lui che Marco, erano contenti di passare la domenica insieme agli sposi e nel secondo il suo uomo le ribadiva che sentiva la sua mancanza, che aveva un forte desiderio di far l’amore, ma, soprattutto, continuava a ripercorrere con la mente i momenti vissuti quella sera, giù al lago.
Quel gioco lo aveva eccitato moltissimo e, ogni volta, era costretto a masturbarsi. Silvia decise di giocare un po' con lui e, nel rispondere al messaggio, ribadì il suo desiderio di stare insieme a lui, poi, lo invitò a fare un gioco, che certamente avrebbe procurato molto piacere ad entrambi.

«Prova ad immaginare che io, questa sera sono a cena con un uomo che tu non conosci, bello, affascinante, con il quale si prospetta un dopo cena decisamente piccante.
Non rispondere a questo messaggio, perché domani sera, quando staremo insieme, voglio che tu mi racconti tutte le sensazioni che hai provato nel pensare a questa fantasia».

Spedito il messaggio appoggiò il cellulare sul tavolo e proprio in quell’istante fu raggiunta da Dario e dal cameriere, che iniziò a servire le pietanze ordinate.
Prese a mangiare in silenzio, osservando l’uomo davanti a sé. Si sentiva particolarmente eccitata, ma, soprattutto dentro di sé, temeva che un eventuale errore nella valutazione di tutto quello che era successo durante il giorno, avrebbe potuto, in qualche modo, rovinare la splendida amicizia, il profondo affetto, la stima che nutriva per quell’uomo. Era così assorta nei suoi pensieri che, ad un tratto, la mano di Dario si poggiò sulla sua, riconducendola alla realtà.

«Scusami se te le chiedo, ma è tutto il giorno che ti vedo assorta in pensieri profondi e non mi dire che si tratta del lavoro, perché son convinto ci sia dell’altro che, in qualche modo, impegna la tua mente. Spero anche che non ci siano problemi che possano riguardare Lucia e Marco o, con il tuo ragazzo».

Colta di sorpresa, reagì d'istinto.

«Parlando con Luca, sono venuta a conoscenza del fatto che, a settembre, Marco dovrebbe essere trasferito con l’incarico di vicedirettore, nella nuova filiale che la banca vuole aprire nel grosso centro commerciale, che hanno costruito giù, nella zona industriale. Se questo dovesse accadere, sono sicura che, entro maggio del prossimo anno, dovrai accompagnare una splendida sposa all’altare»

Nel sentire quelle parole, lui sorrise mentre sorseggiava un po’ di vino.

«Se essi parlano di matrimonio, voi due, come siete messi? Quando farai felice quel ragazzo, diventando sua moglie?»

Silvia aveva ripreso il controllo della situazione, e gli diede una risposta alquanto vaga.

«Se fosse per noi, lo faremmo anche domani, ma Luca vuole aspettare per vedere dove sarà trasferito definitivamente. Marco lo ha invitato a fare la domanda per essere assegnato, con lui, nella nuova filiale, ma Luca sa benissimo che ci sono alcune impiegate che, pur di avere quel posto molto ambito, si sono già “inginocchiate" davanti ad altri altari».

Dario la guarda, poi le sussurra una soluzione.

«Se esse si sono inginocchiate davanti ai loro altari, perché anche Luca non va a pregare al suo?»

Silvia lo guarda con un tono sconsolato, ed espone il suo punto di vista.

«Perché dietro ogni altare c’è un prete, non una monaca».

Dario dà un’occhiata intorno e, consapevole del fatto che nessuno li sta osservando o ascoltando, a bassa voce, che da un suo suggerimento.
«Se questo è il problema, la soluzione migliore è che qualcuno che ama quel ragazzo, cui tiene particolarmente e che lo vuol vedere realizzato, vada ad inginocchiarsi non davanti ad un prete, ma ai piedi di un “cardinale”».

Silvia rimane per un attimo stupita; ha capito benissimo il doppio senso di quello che lui le sta dicendo, ma non vede in che modo possa realizzare quanto egli suggerisce. Dario, consapevole del fatto che lei abbia intuito quale sia stato il suggerimento che le ha dato, va a precisarle in che modo tutto si possa realizzare.

«Il vicepresidente della banca si chiama Franco ed io lo conosco fin da quando sono andato in prima elementare. Di quella classe di allora, solo in sei siamo arrivati a prendere il diploma da ragionieri e siamo rimasti comunque grandi amici. Periodicamente ci concediamo una serata tutta per noi, in qualche ristorante a mangiare e parlare di fatti nostri, in assoluta libertà e riservatezza.
Di quelle sei persone, io ed un altro abbiamo aperto uno studio di consulenza. Franco è diventato vicepresidente della banca, perché, appena finiti gli studi, è stato assunto in quell’istituto, dove suo nonno era uno dei maggiori azionisti.
Un altro è diventato responsabile del settore economico finanziario del Comune di questa città, un altro, invece, dirige il settore amministrativo dell’azienda pubblica di trasporti.
L’ultimo è responsabile del settore amministrativo della grossa azienda alimentare, che ha costruito il nuovo centro commerciale, dove vogliono aprire la nuova filiale della banca.
Tu sei una persona intelligente, quindi, son convinto che, se ami veramente Luca, non ti sarà difficile capire come aiutarlo. Mi rendo conto quello che ti sto dicendo forse può sembrare strano, ma sono convinto che tu e mia figlia siete due brave ragazze, ma tu sei diversa da lei, sei fatta di un’altra pasta.
In genere resto chiuso nel mio ufficio tutto il giorno, ma oggi lavorare al tuo fianco, mi ha fatto capire che, se un giorno decido di andare in pensione, posso esser certo di lasciare lo studio in buone mani; mia figlia è brava nel suo lavoro, ma ha tratto vantaggio dal fatto di essere la figlia del capo, mentre tu sei metodica, precisa, puntigliosa, quasi pedante, qualità che nel nostro lavoro fanno veramente la differenza.
Una persona intelligente come te, sono sicuro, un piccolo sacrificio, pur di vedere il proprio uomo realizzato, è sicuramente disposta a farlo. Naturalmente voglio sperare che quanto ti ho appena detto, resti riservato fra noi: non devi riferirlo nemmeno a Lucia».

Silvia lo guarda e gli sorride annuendo.
Il cameriere porta le due porzioni di dolce: pan di spagna con crema e panna. Silvia guarda Dario negli occhi, prende una porzione di dolce con il cucchiaino, la porta alla bocca, poi, mentre lo mangia, decide che quello non sarà il solo e unico segreto, che vuole condividere con lui.
Nel farlo, fa in modo che un po’ di panna le resti attaccata all’angolo della bocca, poi, con la lingua, percorrere le labbra fino a leccare il residuo di panna. Poi ripete l'operazione: prende un’altra porzione di dolce, la mette in bocca, in maniera lenta e lasciva, succhiando avidamente il cucchiaino e, sempre sotto lo sguardo attento di lui.
Il gesto non è sfuggito allo sguardo esperto di Dario. Restano un attimo in silenzio a fissarsi negli occhi, poi senza dire una sola parola, si alzano e, dopo aver pagato il conto, se ne vanno.
Appena in auto, Silvia tiene le gambe divaricate con la minigonna che, ora, mostra le sue splendide cosce in tutta la loro magnificenza.
Dario guida in silenzio, imbocca la tangenziale, che percorre velocemente.
Lei allunga la mano sinistra e la poggia sopra la sua, la stringe e poi la trascina sulle sue cosce, ben in mostra.
Sentire la mano calda di lui nell’interno coscia, le provoca un lungo brivido di piacere: la sua eccitazione ora è alle stelle.
Lui dopo aver stretto la coscia con la mano, la fa scivolare fino in fondo per accarezzare quel sottile triangolo di stoffa, ormai pregno degli umori che, copiosi sgorgano dalla sua fica.
Anche Silvia allunga la mano alla ricerca di quel pacco, grosso e voluminoso, che ora nota fra le gambe di lui; lo stringe e ne saggia la consistenza, la durezza.
Il gioco dura poco, perché lui, giunto all’uscita, percorre un lungo tratto di strada e si ferma davanti all’ingresso di un motel discreto.
I due si guardano solo un attimo negli occhi, poi è Silvia che rompe il silenzio.

«Fa in fretta, a prendere la chiave».

Appena chiusa la porta dietro le spalle, i due si strappano i vestiti di dosso come se fossero incandescenti.
Lei si ritrova nuda davanti a lui che, finalmente, può vedere quel corpo che ha tanto desiderato durante tutto il giorno.
Silvia, seduta sul letto, si trova proteso verso di lei un bel membro, non troppo lungo, ma di una buona circonferenza, grosso e duro, a poca distanza dal viso. Lui è in piedi, senza dire una sola parola, le appoggia una mano sulla testa; lei, a quel punto solleva le mani, afferra quel cilindro di carne dura e pulsante e lo porta alla bocca, aspirandone il profumo di maschio che la inebria.
Dischiude le labbra e ne lascia entrare la punta; ci gioca un po' con la lingua ed infine lo fa scivolare giù, fino in gola. Lui resta immobile, assaporando il piacere che quella bocca calda e vogliosa, gli sta regalando. Asseconda il ritmo di lei, muovendo il corpo avanti indietro; sente che lei, ad ogni affondo, lo spinge sempre di più dentro la bocca, sempre più in fondo verso la gola.

«Sei meravigliosa! Sono sempre stato convinto, che le tue labbra carnose, sapevano regalare momenti di puro piacere. Ti avevo già visto fare questa cosa, tanto tempo fa, e solo ora mi rendo conto di quanto ti ho sempre desiderata».

Silvia è così intenta a godere del piacere di succhiare quel membro duro, che quasi non ascolta le sue parole, finché lui si sfila e, distesala sul letto, le si spalma sopra. Le loro bocche si uniscono, le lingue, impazzite, si cercano, si intrecciano in un bacio carico di piacere, di forte desiderio, che ora i loro corpi emanano.
Dopo quel lungo bacio, lui si stacca, la dà piccoli morsi sul mento, poi, scendendo giù, a raggiungere il seno ne stringe i capezzoli che, ora dritti e duri, sono preda delle sue labbra e denti, facendola gemere per l'intenso piacere.
Dopo aver indugiato a lungo su quella parte anatomica, scende ancora verso il basso, insinua la lingua nell’ombelico, mentre lei, in preda al forte desiderio di sentire la sua bocca fra le cosce, lo spinge ancora più in basso.
Quando raggiunge la sua intimità, con la testa infilata fra quelle cosce di velluto, sente forte il profumo di femmina in calore che la sua intimità, già umida e fradicia di umori, sta emanando.
Gioca con la bocca, evitando di proposito il contatto diretto con quella fonte da cui sta sgorgando nettare copioso. Silvia freme, impaziente di sentire quella bocca che la farà godere, e quando lui appoggia le labbra sul suo bottoncino, succhiandolo forte, lei viene scossa da una scarica di puro piacere che, partita dal cervello, percorre tutto il suo corpo, e va a concentrarsi nel punto più profondo della sua intimità. Ora la lingua di lui percorre tutto il taglio della sua fica, insinuandosi dentro, fra le pieghe delle grandi labbra, assaporando e aspirando il nettare, che sgorga sempre più copioso, fin quando lei viene travolta da un orgasmo, che la fa tremare tutta, che la fa vibrare come la corda di violino. Geme, urla il suo piacere, poi afferra la testa di lui e la trascina di nuovo in alto. Lui solleva le braccia, la sovrasta con tutta l’imponenza del suo corpo, appoggia il suo palo di carne fra le pieghe umide di quella intimità, che ora si apre calda e vogliosa, in trepida attesa di riceverlo fino in fondo.
Dario indugia ancora con la punta del pene, facendola scorrere lungo tutto il taglio, finché lei, ormai esacerbata, lo supplica di penetrarla, di prenderla, di possederla.

«Prendimi ti prego! Spingilo tutto dentro! Dai... non esitare oltre; ti voglio tutto dentro di me!»

Lui inizia a scivolare dentro di lei, lentamente, facendole deliziare del piacere di sentirsi posseduta. Silvia solleva le gambe, porta i talloni in alto e annoda le sue cosce dietro la schiena di lui. Si è aperta tutta, per meglio ricevere dentro di sé quel membro duro, che la sta allargando tutta, che la dilata, che sente scorrere lungo le pareti lubrificate della sua intimità, fin quando avverte il corpo di lui aderire al suo. Si sente piena, riempita, trafitta. Lui protende la sua bocca e la unisce a quella di lei e, mentre la bacia, lentamente inizia a muoversi dentro e fuori, con un movimento lento, ma continuo, ben cadenzato.
Il suo è un amplesso particolare: lento ma costante ed imperioso. Quando arriva in fondo, imprime un colpo secco, che fa schiacciare il suo corpo contro quello di lei. La scopa con calma, facendole assaporare per bene il piacere, che scorre lungo il suo corpo. Silvia non è abituata a quella calma e, in un attimo di lucidità, si rende conto che lui la sta scopando in maniera diversa, da come lei è abituata.
È calmo, metodico e persistente, non veloce né irruento come Luca.
Per un attimo il suo pensiero corre al suo fidanzato; lo immagina disteso sul letto, che si sta masturbando, immaginando con la mente, quello che lei, invece, sta vivendo nella realtà. Questo pensiero, unito al piacere che sta provando, le provoca un orgasmo che la fa vibrare tutta, che la scuote dalla testa ai piedi, provocandole convulsioni continue, tanto forti da togliere il fiato.
Vorrebbe gridare mentre sta godendo, ma dalla sua bocca spalancata, non esce nessun suono. Lui resta immobile, piantato dentro di lei, le lascia assaporare quell’orgasmo forte e sconvolgente, che l’ha fatta tremare tutta. Mentre lei sta ancora tremando, per il piacere provato, lui contrae i muscoli pelvici e questo provoca una strana contrazione che lei avverte, come se, dentro di sé, quel cazzo pulsasse quasi simile ad un battito cardiaco.
Sentire quel movimento continuo, mentre lui è completamente immobile, le provoca piacere nel piacere.
Lui l’abbraccia forte, poi con una mezza rotazione del corpo, si distende supino, mettendo lei in verticale sopra di lui. Silvia si sente di colpo impalata sopra quel membro, che l’ha fatta godere in maniera così profonda e intensa.
Dopo alcuni istanti che è rimasta immobile, si distende su di lui, ma lui, la spinge in alto, la costringe a stare in verticale, impalata su di lui.
Lei prova a muoversi facendo un leggero sali/scendi su quel membro duro, ma lui la blocca, tenendola ferma per le cosce e con una voce ferma e decisa, le impone di rimanere ferma, impalata su di lui, di muoversi solo orizzontalmente, avanti e indietro, senza sfilare quel membro, perché la farà godere tanto.
Lei esegue quanto le viene chiesto e, immediatamente, si rende conto che quel gioco, quello strusciare il suo corpo contro quello di lui, produce un duplice affetto sconvolgente. Le sembra di essere come una campana, dove il membro di lui, è il batacchio, che sbatte contro le pareti della vagina, provocandole un piacere infinito. Inoltre, l’attrito dei due corpi, le provoca anche lo schiacciamento del clitoride, che, pertanto, riceve un'ennesima stimolazione, provocandole un ulteriore orgasmo.
Lui solleva le braccia, afferra i suoi seni, li stringe fra le dita, li impasta con forza, strizzando i suoi capezzoli, che ora sono ostinatamente duri e sensibili.
Quel movimento lento ma continuo, le procura un ennesimo orgasmo, che scuote ancora una volta il suo corpo.
Sfinita si distende su di lui, che rimane immobile e l’abbraccia, la bacia con passione. Dopo un lungo istante di puro piacere, lui la fa scivolare di lato, si sposta e si posiziona dietro di lei. L’afferra per i fianchi, solleva suo corpo e poi, con un movimento lento ma deciso, la penetra da dietro fino in fondo.
Silvia lo sente arrivare dentro con decisione, battere con la punta fino in fondo, provocandogli un misto di dolore/piacere, che quasi la stordisce.
È abituata alla irruenza delle persone con cui ha fatto sesso, non alla calma metodica, ma estremamente appagante che questo maschio maturo le sta facendo provare. La pompa con fermezza, fin quando lei, dopo l’ennesimo orgasmo, lo sente sfilare e appoggiare la punta all'altro suo forellino.
Appoggia il viso sul letto, porta entrambe le mani dietro ad aprire i glutei, per agevolare la spinta decisa di lui che, con un solo affondo, le scivola tutto dentro, facendo aderire il suo corpo alle chiappe di lei.
Ancora per un istante, lui resta fermo e ben piantato dentro di lei, tenendola per i fianchi, cui lei risponde sollevando quella parte anatomica per meglio ricevere la penetrazione anale, così decisa e determinata.

«Immaginavo, che eri ben aperta, anche in questo canale! Sono felice di constatare che sei veramente una splendida troietta, ben aperta, ma ancora inesperta, però capace di godere con tutta la passione possibile».

Silvia è stordita, il piacere che prova non è per niente paragonabile a quello che fino ad ora ha provato, sia con Luca che con Marco.
Lui allunga una mano, le afferra i capelli, facendole inarcare ancora di più la schiena. Lei lo sente arrivare fino in fondo, sbattere le grosse palle contro le labbra della sua fica, da cui continua a sgorgare il suo godimento.
La pompa per un tempo indefinito, ma lungo, durante il quale, lei gode senza soluzione di continuità. Infine lui si sfila, la fa girare e, appoggiatale una mano sulla testa, le presenta, davanti alla bocca, la punta di quel membro che tanto piacere le ha donato.
Lei spalanca la bocca proprio nell'istante in cui lui viene, riversandole dentro due abbondanti schizzi di sperma. Appena ricevuto il secondo schizzo, lei serra le labbra intorno alla cappella ed ingoia tutto il seme che lui le sta scaricando, poi, muovendo la lingua lo continua a stimolare per ricevere fino all’ultima goccia di quel nettare dolcissimo. Dopo aver leccato, aspirato e ripulito per bene quel fallo magnifico, si sdraia supina, sfinita.
Anche lui si sdraia al suo fianco e la guarda con occhi di evidente ammirazione.

«Sei stata stupenda! Sei una femmina veramente calda e vogliosa, capace di far impazzire un maschio. La tua bocca è veramente fantastica, capace di far godere un uomo fino alla pazzia. Il tuo corpo è qualcosa di talmente lubrico, che un maschio non può far altro che desiderarlo».

Silvia lo ascolta rimanendo in silenzio, poi solleva lo sguardo, e dopo aver sorriso, gli chiede un chiarimento.

«Ad un certo punto, hai detto che mi avevi già ha visto succhiare un maschio, vorrei sapere dove e quando è successo».

Lui sorride compiaciuto e racconta che, un pomeriggio di alcuni anni fa, rientrato in casa, per aver lasciato dei documenti che gli sarebbero serviti in ufficio, passando davanti alla porta della camera di Lucia, l’aveva vista inginocchiata fra le gambe di Luca, mentre gli faceva uno splendido lavoretto di bocca.
Lui l’ha ammirata in silenzio, dietro lo stipite della porta. L’angolo della visuale non gli permetteva di vedere bene tutto ciò che stava succedendo in quella camera, anche se avvertiva la presenza di sua figlia, ha visto solo lei che succhiava avidamente il cazzo del fidanzato, fin quando questi non le è esploso in bocca. A quel punto si è allontanato silenziosamente, convinto che di lì a breve, essi sarebbero usciti, sorprendendolo a spiarli, atteggiamento, per vero, non proprio consono ad un uomo maturo come lui.
Silvia sorride, poi, scivolando sopra di lui, porta le sue labbra alla sua bocca, gli sorride e improvvisamente lo bacia. Dario rimane un attimo stupito da quel gesto, ma non rifiuta il bacio, anche se conserva il sapore del suo seme.
Quando lei si stacca da lui, gli spiega il motivo di quel gesto.

«Se fossi rimasto ancora un po' dietro quella porta, avresti potuto vedere altre due cose, che certamente ti avrebbero stupito ancora di più. La prima, era che, dopo che Luca mi era parzialmente venuto in bocca, si è spostato, ed ha finito di svuotarsi nella bocca di Lucia, mentre io mi stavo dedicando a prosciugare le palle di Marco. La seconda cosa che avresti visto, sarebbe stato che, dopo aver scambiato un bacio con Lucia, mischiando il seme dei due maschi, li avremmo baciati nello stesso modo, come ho appena fatto con te.
Non puoi immaginare, quanto questo gesto abbia sconvolto la mente di quei due ragazzi e, soprattutto, quanto li ecciti ora, anche al solo pensiero, che una di noi due possa farsi riempire la bocca con il seme di un altro, per poi baciarlo».

Dario la guarda stupito, poi sorride, la stringe forte, mentre parla con voce calma e tranquilla.

«Mi sembra di aver capito che entrambi i vostri uomini, siano due potenziali aspiranti cornuti, che godono e si eccitano nell’immaginare voi due, strette fra le braccia di altri uomini. Se questo è quanto loro desiderano, credo che non ti sarà difficile, convincere Franco a far trasferire Luca nella stessa filiale dove lavora Marco. Inoltre, c’è un'altra cosa che voglio dirti, ma questa deve assolutamente restare un nostro segreto».

Silvia lo guarda con molta attenzione e con un’aria molto seria, gli promette che il segreto che le rivelerà, rimarrà solo ed esclusivamente fra loro due.

«Come ti ha detto, io e gli altri miei cinque amici, amiamo trovarci periodicamente tutti insieme, ma quello che non ti ha detto è che, sovente capita, qualche volontaria che, in cerca di una promozione o di un favore particolare, come quello che stai per chiedere a Franco, accetta di passare la serata, a volte da sola con il diretto interessato oppure con tutti noi. Naturalmente queste cose avvengono nella massima discrezione e riservatezza. Quindi, nella eventualità che tu decida di fare questo importante passo, tieniti pronta a dover affrontare una eventuale serata molto impegnativa, dove sei maschi, tutti assieme, ti faranno godere, fino a quando non ne saranno sazi».

Silvia lo guarda leggermente meravigliata, poi, dopo una breve riflessione gli espone il suo pensiero.

«Non ho mai avuto una simile esperienza e non sono certa di esser in grado di reggere una così forte avventura. Preferirei, in un primo momento, che essa avvenisse soltanto con te e Franco, che, sicuramente, sarà, già di per sé, abbastanza impegnativa. Non escludo, 'a priori', che in un futuro, possa anche partecipare insieme a tutti gli altri, ma questo, dovrà avvenire quando mi sentirò un po’ più sicura di me».

Dario le sorride, la tranquillizza e le assicura che non deve temere nulla e che, sicuramente, se per lei esser solo stretta fra le braccia di lui e del suo amico Franco la fa sentire più tranquilla, farà in modo che l'evento si verifichi proprio come lei desidera.
Inoltre, le assicura che ora che ha scoperto che a Luca piace sapere la sua donna fra le braccia di altri, lui farà in modo che questo desiderio sia ampiamente soddisfatto.
Naturalmente la cosa avrà anche importanti ripercussioni su diversi aspetti della loro vita, quindi le chiede di riflettere per bene su quanto le ha appena detto e solo dopo, eventualmente, accettare la sua proposta.
Silvia lo guarda con aria molto interessata, poi, lentamente si rivestono e, mentre sono sulla strada di casa, lei lo guarda con un tono calmo, ma deciso e gli comunica il suo pensiero.

«Credo che, da questa sera, per noi due la vita sarà decisamente cambiata. Da questo momento, io e te, non solo abbiamo qualche segreto in comune da gestire, ma siamo segretamente diventati una coppia che assieme possono decidere del proprio destino. Disponi di me, come meglio preferisci, soprattutto per quanto riguarda quelle “cene particolari” con i tuoi amici».

Dario la guarda, con occhi carichi di emozione e soddisfazione.
Quando Silvia scende davanti alla sua abitazione, lui le assicura che non avrà modo di pentirsi della scelta fatta.


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