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La ragazza con l'orecchino di perla - Capitolo 2


di Bellastronza69
31.12.2021    |    3.373    |    4 9.8
"Come uomo ero discreto, avevo molti muscoli e un po’ di pancia ma con peli e autoreggenti ero uno spettacolo davvero indecente..."
REPOST CAUSA CANCELLAZIONE INVOLONTARIA.

Alle 7 della mattina successiva il rumore della sveglia mi fece aprire gli occhi.
Ancora assonnato, mi alzai dal letto e andai in bagno. Ancora rintronato, andai in bagno a sciacquarmi la faccia.
Una volta aperta la porta del bagno, trovai la mia immagine riflessa allo specchio e mi fermai.
Ero orribile.
Come uomo ero discreto, avevo molti muscoli e un po’ di pancia ma con peli e autoreggenti ero uno spettacolo davvero indecente.

Mi levai tutto e riposi i vestiti nel fondo di un cassetto dell’armadio, sperando di non rivederli più.
Mi lavai e andai a lavoro e la mia vita riprese a scorrere tranquilla.
Una volta abituato alla routine post trasloco, quindi verso il mese di marzo, iniziai a seguire una dieta ferrea, visto che avevo perso ogni tipo di buona abitudine alimentare che avevo quando ero in Italia.
Ripresi anche ad andare a correre e ammetto che con la vista sul Tamigi era molto piacevole come routine mattutina.
Passarono un paio di mesi e iniziai a perdere peso. Passai dai 103 kg di muscoli con i quali ero partito a 81 kg.
Più di una volta mi fermai davanti allo specchio a notare il mio cambiamento fisico.
Le spalle larghe e possenti da nuotatore lasciarono il posto a qualcosa di più esile e meno strutturato, i quadricipiti, una volta muscolosi e grossi a causa degli squat, divennero più allungati.
Certo ero meno “uomo” e avevo una figura più esile, ma per la prima volta in tanti anni mi sentivo a mio agio con me stesso.

Con l’arrivo dell’estate, iniziai a svuotare i cassetti per fare il cambio di stagione.
Ritrovai l’intimo comprato qualche mese prima e la curiosità mi spinse a vedere come mi stessero mutande e reggiseno.
A differenza di quanto successo poco tempo prima, ora il reggiseno mi andava largo, non avendo più le spalle così larghe, il perizoma invece andava ancora giusto.
Subito sentì il pene indurirsi. Andai allo specchio. Sembrava incredibile ma mi piacevo.
Certo, barba e peli erano degli inestetismi, ma mio dio, ero davvero…carina?
Nella mia testa scattò qualcosa all’improvviso.
Lasciai perdere il cambio di stagione, mi tolsi il reggiseno e indossai un paio di jeans e una maglia, lasciando però il perizoma rosso e corsi fuori casa.

Mi precipitai al Tesco a venti metri da casa mia e comprai un della crema depilatoria e delle lamette.
Tornai a casa, mi tolsi tutto ciò che indossavo e iniziai a radermi sotto la doccia.
Una volta finito, il mio corpo era completamente pulito, ad eccezione del pube sul quale lasciai un folto cespuglietto.
Ritornai in camera da letto. Mi sedetti sul letto e lentamente indossai le autoreggenti, accarezzando le mie gambe lisce mentre srotolavo le calze.
Rimisi il perizoma rosso che avevo lanciato sul letto una volta entrato in casa e, infine, il reggiseno.
Già sentivo la mia cappella pulsare sul pizzo del perizoma. Mi avvicinai verso lo specchio e iniziai a girare su me stesso.
Con il cazzo ancora in tiro, mi guardai il sedere. Corsa e squat avevano sicuramente dato dei gran benefici al mio culo, già tonico, che adesso era marmoreo.
Mi toccai il pene che era già umido e mi diressi verso il letto.
Iniziai a toccarmi fino a venire, ancora una volta sulla pancia.
Rimasi un attimo fermo a guardare il soffitto e poi mi andai a fare una doccia.
Mentre ero diretto al bagno, mi rimisi davanti allo specchio. Sembrava ancora mancasse qualcosa. I miei capelli erano di lunghezza media, ma era un taglio da uomo.
Così cambiai idea e mi diressi al computer. 
Aprii una finestra in incognito su Firefox e cercai “Best crossdresser wigs” su Google.
Il sito celebwigs.com attirò la mia attenzione e subito andai nella sezione “Premium Quality wigs”.
I prezzi non erano affatto alti, sebbene fossi disposto a spendere ben oltre le 150£.
Da uomo sono sempre stato attratto dai capelli corti e scuri, quindi la mia scelta cadde su una parrucca ad altezza spalle di circa 80£.
Cliccai su “Aggiungi al carrello” e misi i miei dati.
Arrivato alle informazioni di pagamento mi bloccai. Avevo paura di essere tracciato in qualche modo. Così aprii l’app di Revolut e creai una carta virtuale usa e getta. Inserii i dati e pagai.
Tornai in bagno e mi feci un’altra doccia per levarmi il sudore e i residui che erano rimasti sul corpo.

Tra una venuta e un lavaggio, si erano fatte le 18.
Mi rivestii e uscì di casa.
Mi diressi in un negozio Intimissimi di Oxford Street con una sola intenzione: comprare altro intimo.
Entrai nel negozio e diedi un’occhiata alla sezione uomo, sperando di non destare troppe attenzioni. Dopodiché mi diressi verso la sezione donna ed iniziai a scegliere qualche capo. Presi un paio di perizomi taglia L, questa volta uno nero e uno bianco, una G string verde e una culotte nera, ma di un raso completamente trasparente.
Mi spostai verso la sezione dei reggiseni e presi dei reggiseni dello stesso colore delle mutande che avevo in mano. Sembrava andasse tutto bene ma, all’improvviso il mio cuore sussultò.
“Chiuderemo a breve, ha bisogno di una mano?” Mi disse la commessa.
Dannazione, avevo completamente perso lo scorrere del tempo.
“No no, grazie. Sto solo cercando qualcosa per la mia ragazza” dissi, ma evidentemente non con abbastanza convinzione, visto che la commessa mi guardò e mi disse “Non so che taglia porta la sua ragazza, ma credo che quella taglia di reggiseno sia un po’ troppo piccola”.
Mentre diceva questo, mi allungò un reggiseno identico a quello nero in raso che avevo preso, ma di due taglie più grandi.
Io divenni paonazzo.
Aveva capito non esistesse nessuna ragazza e mi disse: “Se cerca qualche cosa in particolare, mi dica pure. Sono a disposizione”.
“Dove posso trovare delle calze?” Le dissi quasi senza pensarci.
Lei mi portò in un’altra parte del negozio dove chiuse in delle confezioni c’erano calze e collant di ogni tipo.
Presi un paio di collant 20 denari nere, un paio di autoreggenti color carne e poi un paio di calze di seta che arrivavano alla coscia.
La commessa mi guardò e disse: “La tua ragazza ha una giarrettiera? Le servirà per queste, altrimenti non rimarranno mai su. Se non ce l’hai te ne do una io”.
Si allontanò dalla cassa e andò in magazzino. Tornò con una giarrettiera nera ancora avvolta nel cellophane e me la diede: “Questa è un mio regalo per la tua ragazza. Forse le piacerà”.
Io le sorrisi imbarazzato.
“Sono 135.50£. Carta o contanti?”. Le allungai 150£ in contanti.
Mi diede il resto e disse: “Torna, se alla tua ragazza dovessero piacere”, mentre mi passava le buste.
Tornai a casa.
Indossai per prima cosa la culotte e le autoreggenti color carne, poi andai allo specchio.
Il raso trasparente mostrava completamente il mio pene e, ancora una volta il mio pene iniziò a svettare dall’alto dei suoi diciassette centimetri di lunghezza.
L’eccitazione era altissima, ma decisi di resistere. Dovevo completare il look.
Andai in camera da letto e misi il reggiseno.
Quello che avevo mi andava un po’ largo adesso, complice la perdita di peso, ma questo era vistosamente vuoto. L’effetto non mi piaceva per nulla, ma in compenso il reggiseno era davvero bello. Era un tessuto simile a quello delle mutande, completamente trasparente.
Mi toccai i capezzoli. Iniziai a stimolarli, a pizzicarli, a torcerli leggermente e a strizzarli.
Li sentivo diventare duri, esattamente come il mio pene, che iniziava a diventare umido. Iniziai a toccarmi, dapprima lentamente, poi lo afferrai con una mano, la destra, mentre con la sinistra continuavo a stringere il capezzolo sullo stesso lato.
Venni una prima volta, schizzai copiosamente per terra, macchiando tutto il laminato che ricopriva tutta la stanza. Nonostante non potessi più mettere i piedi a terra senza bagnarmi, il mio cazzo non accennava ad ammosciarsi.
Mi distesi sul letto e sfilai una gamba dalle mutande di raso, che rimasero a metà della coscia destra.
Aprii lentamente le gambe, mentre sentivo i piedi avvolti dalle calze di nylon strisciare sulle lenzuola. Per una persona che ha passato gran parte della sua vita scalza o, d’inverno, con i calzini di cotone, quella fu una sensazione stranissima. Era come se il lenzuolo fosse stato unto con della sciolina e portasse le mie gambe in una posizione nuova.
Continuai a segarmi, rallentai un po’ il ritmo dando colpi più profondi, mentre sentivo la mia schiena inarcarsi leggermente ad ogni colpo, aumentai la velocità, sempre di più, poi rallentai ancora, scoprì completamente la punta e iniziai ad accarezzarla e a toccarla.
Non so esattamente per quale motivo ma alzai i piedi dal letto e simulai una specie di missionaria.
La mia mano lasciò il pene e iniziò a sfiorare lentamente e delicatamente le palle lisce e finalmente accadde.
Un fiotto fortissimo uscì dal mio prepuzio, macchiandomi di nuovo la pancia, come era successo altre volte, il reggiseno e, per la prima volta, qualche goccia toccò il mento.
Rimasi spaventato da questo fiotto improvviso e allungai la mano per pulirmi il mento.
Il mio sperma era sul mio indice destro. 
Sentivo una forte voglia di portare il dito alle labbra.
Lo avvicinai.
Ancora.
Ancora.
Il dito arrivò a mezzo centimetro dalle labbra.
Tornai in me e ritrassi l’intera mano.
Portai l’indice vicino la cappella e pulì l’indice passandolo sul pelo che mi era rimasto sul pube.
Sganciai il reggiseno e in autoreggenti, con il pisello finalmente moscio, mi diressi verso il bagno per darmi una sciacquata.
Passai dal solito specchio e mi guardai.
Il mio fisico sembrava sempre più femminile, le autoreggenti stringevano sulle cosce, facendo straboccare un po’ di ciccia al di sopra della fascia elastica.
Davanti allo specchio inarcai i lombari per far risaltare un po’ il culo.
Mi girai del tutto, mostrando il sedere allo specchio.
Girai la testa per vedermi allo specchio, portai le mani sulle natiche e provai a divaricarle.
L’ano si contrasse all’improvviso, come se avesse paura di essere penetrato.
Provai a passare un dito, ancora appiccicoso, portandolo dalle palle all’ano.
Un brivido mi percorse la schiena, ma non ebbi il coraggio di penetrarlo.
Magari un’altra volta.
Finalmente mi diressi in bagno, mi tolsi le calze ed entrai nella doccia.
Una meravigliosa domenica mi avrebbe atteso il giorno dopo.















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