trans
Mohamed


24.05.2025 |
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"Al rientro, quasi davanti al cancello di casa, si spacca uno dei sacchetti e si sparge tutto per terra..."
È sabato e, come sempre, scendo a fare la spesa vicino casa. Al rientro, quasi davanti al cancello di casa, si spacca uno dei sacchetti e si sparge tutto per terra. Accanto al mio cancello c’è un negozio di abiti e accessori da donna per il mare, di quelli che vengono venduti dai cinesi in stock all’ingrosso, dal quale si servono molti venditori ambulanti marocchini o tunisini.
Tento di recuperare il contenuto del sacchetto rotto e lo distribuisco negli altri sacchetti; alcune cose non c’entrano.
In quel momento mi accorgo che qualcuno è venuto in mio aiuto. “Aspetta, aiuti io te”.
È un uomo che ha passato i 50 anni, arabo dalla fisionomia e dall’accento. Lo guardo. Sarà almeno 1,85 cm e peserà più di 100 Kg, massiccio, sembra un giocatore di rugby.
Ovviamente, essendo una troia affamata di maschi, resto imbambolata a guardarlo. “Chi è suceso?”, esclama lui, vedendo la mia reazione, “non vuoli mica rubare te mangiare”. “No, no, grazie per l’aiuto, anzi perché non mi accompagni all’ascensore così metto le cose dentro e poi le sistemo appena sono su al piano”. Apro il cancello, percorriamo la distanza fino al mio portone, entriamo, chiamo l’ascensore, arriva, carico tutto dentro, lui si gira e sta per andare via. Lo fermo.
“Dai, per sdebitarmi, almeno accetta un caffè, Sali con me”. Ma io sono tutti sudati, di caldo e lavoru, non vuoli disturbari, me puza”. Insisto e sale con me. Altro che puzza, l’ascensore si riempie del suo odore, un forte odore di maschio toro; un misto di sudore, tabacco, piscio, sesso, testosterone. Le mie narici godono, chi è troia come me, capisce cosa significa per noi sentire l’odore forte del maschio. Entriamo in casa e mi aiuta a sistemare, mi dice che ha lasciato la merce che ha acquistato al negozio sotto casa mia e che deve andare a prenderla.
“Ma dai, ancora è presto, io li conosco, non ci sono problemi, dai ti offro qualcosa”. Lo faccio accomodare in cucina e gli porto una birra fresca, lui gradisce. Mi chiede dov’è mia moglie e i figli. “Non ho moglie e vivo da solo, tu invece?”, rispondo. “Io Mohamed, maruchino, c’è moglie e cinqu figli in Marocco, io vivi qui palermo con tre amici maruchini, lavorare tutti ambulanti”. “Da quanti anni vivi in Italia, Mohamed?”, chiedo. “25 anni io vivi qui, ora io 56 anni, manda soldi Marocco per mia familia e ogni du anni io andare Marocco”. “Vuoi un’altra birra?”, gli chiedo. Lui, per tutta risposta ride e mi dice: “Si, ma poi io fare pipì tuo bagno, si no scoppiare”.
Porto l’altra birra, la beve e continuiamo a parlare. Mi chiede di andare in bagno. “Si, aspetta un attimo, vado io un attimo e poi ti accompagno, controllo se tutto è in ordine”, rispondo. “Non preoccupare, io non guardare ordine”. Vado in camera e mi gioco le mie carte. In 5 minuti sono Laura. Lo chiamo: “Mohamed, vieni che ti porto in bagno”. Mi viene incontro e vede Laura: sono vestita di tutto punto con perizoma, autoreggenti, vestitino corto, parrucca lunga riccia, ho messo un filo di trucco con un rossetto rosso fuoco e ho i tacchi altissimi. Lui sgrana gli occhi: “Ma essere tu, perché tu così, tu froscio?”. Gli vado incontro, lo abbraccio e respiro il suo odore, lui risponde all’abbraccio e porta le sue mani al mio culetto, mi bacia in bocca. “Tu belissima, come una donna”. Lo porto in bagno, gli abbasso cerniera e pantaloni e gli intimo di pisciare. “Ma gabinetto lì, perché qui davanti”. Prendo il suo cazzone, ancora moscio, in bocca e lui capisce. Parte un bel getto giallo nella mia gola che ingoio come fosse acqua. “Chi bello, ma tu troia”. Gli eventi precipitano, mi prende e mi porta in camera, si spoglia completamente. È una bestia, massiccio e pelosissimo, come piacciono a me, e il suo cazzo in tiro è un monumento alla virilità, sarà sui 20 cm, ma è larghissimo con una grossissima cappellona viola e circoncisa che accolgo nella mia gola. A sorpresa, mi fa mettere a pecorina sul letto e comincia a leccarmi il culetto, ci infila le dita, che già sono belle grosse, ma, all’improvviso, mi infila tutto il suo cazzone su per il culo in un solo colpo. Mi cavalca con violenza, chissà da quanto non scopa. Io urlo di piacere. Lo faccio uscire, lo faccio sdraiare e mi impalo su di lui guardandolo e comincio a leccarlo tutto. Sto impazzendo e lui mi dice un sacco di parole in arabo, mi schiaffeggia il viso e il culo. Mi arriva un clistere di sborra in culo che fatico a trattenere e si riversa tutto sul suo inguine e sulla sua pancia. Esco e comincio a pulirlo. Salgo verso il petto, lecco le ascelle, mi lascia fare, scendo verso il cazzo che si è ammosciato. Lecco le palle, l’inguine, affondo le narici nel suo pelo. Scendo alle gambe e lecco i piedi che puzzano non poco, ma che adoro. Mi tira a sé, mi abbraccia e mi bacia. “Tu ora sei mia donna”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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