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Non farti vedere!


di AlterEgoPr
24.01.2017    |    11.132    |    0 9.1
"Eseguo per qualche secondo il suo ordine e le parole seguenti sono state il suo indirizzo e la domanda “quanto ci metti a venire da me?”..."
Questa è una storia di trans. Magari penserete anche “finalmente!!!” o magari no. Fatto sta che secondo me vale la pena di essere raccontata.
I fatti risalgono a circa 9 anni fa: era il periodo in cui non dicevo di no a nessuna esperienza per quanto “ai confini della realtà” potesse sembrare.
Ero in chat una pigra sera primaverile inoltrata, ricordo infatti che ero in maniche corte, e contatto una che si diceva trans che lavorava a 1 centinaio di chilometri da casa mia, o meglio, casa dei miei visto che non ho mai vissuto da solo.
Parliamo un po’, scopro che lei fa la vita. Vuole soldi. Tengo a precisare come motivo di orgoglio personale che non ho mai dovuto pagare per avere sesso. Semmai farmi pagare, quello sì, ma è un’altra storia e la leggerete prossimamente. Al massimo ho fatto un paio di ricariche a una amica trans brasiliana che era veramente in difficoltà. Poverina, che vita difficile faceva. Ora penso sia tornata in Brasile; è da un anno e passa che non la sento.
Comunque faccio presente a questa professionista che non ho bisogno di pagare per fare sesso e lei mi chiede “perché? Che hai?”. Ci trasferiamo virtualmente su msn e ci mettiamo in cam.
Lei è molto figa, pare una genetica, un po’ in carne forse ma lineamenti molto femminili. Frutto probabilmente di diversi interventi estetici ma poco importa. Mi guarda e dice “Carino, ma un bel faccino non basta per venire da me”. Io ero eccitato e mi stavo masturbando. È una cosa che ho sempre fatto molto spesso. Amo ricordare a me stesso il famoso aforisma di Woody Allen: “non condannate la masturbazione. È fare del sesso con qualcuno che stimate veramente.” Decido così di alzarmi dalla sedia e di mettere in bella mostra il mio uccello. Lei lo osserva e, da professionista navigata, mi chiede “mettiti di profilo”. Eseguo per qualche secondo il suo ordine e le parole seguenti sono state il suo indirizzo e la domanda “quanto ci metti a venire da me?”. Controllo su un sito di mappe on line dato che all’epoca non avevo il navigatore né in macchina né sul cellulare e le dico che in 1 oretta sarei stato da lei. “Parti subito che poi ho dei clienti”. Così parto al volo, neanche mi metto le mutande: infilo i pantaloni, metto un paio di scarpe e vado con l’uccello che già premeva contro il freddo acciaio della zip.
Arrivo puntuale, non senza essermi comunque perso una volta e la chiamo al cellulare. Mai, e dico mai, partire per nessun appuntamento senza cellulare, date retta allo zio Mark. Mi risponde, mi indica il cancelletto da cui entrare e sono in bellissimo residence con piscina e giardino curatissimo. “Deve prendere bene per permettersi un appartamento qui”. A quel punto mi nascono fin dei dubbi sul fatto che abbia capito veramente che io non avrei pagato nulla per scopare. “Mal che vada prendo e scappo a gambe levate con i vestiti in mano”.
Salgo al piano che mi indica e come nella miglior tradizione degli incontri con transessuali e travestiti trovo la sua porta di casa scostata. Penso che lo facciano così i vicini non sentono suonare e non si affrettano allo spioncino. Entro e la trovo intenta a sistemare il soggiorno con il divano letto attrezzato per la notte. L’appartamento è piccolo sì, una stanza principale, un cucinotto sulla sinistra separato da una tenda e un piccolo bagno sulla sinistra. È tenuto bene, profuma di incenso e di lubrificante aromatizzato a qualche frutto strano…stesso profumo che mi accorgo essere tra le chiappe di lei. È seminuda e sfodera con sicurezza due tette di marmo sopra una pancia piatta con una vita accentuata nonostante non sia proprio una taglia 42. È alta poco meno di me con il suo tacco 15 indossato con sicurezza sopra un paio di autoreggenti a rete a maglia larga. Il perizoma che si intravede da sotto il babydoll è poco più di un filo interdentale e le taglia a metà un culo che non so se fosse frutto della sala operatoria o di tanta, tanta palestra. Poi è bella, truccata impeccabilmente. Sfido chiunque a pensare a colpo sicuro, vedendola “questa è trans”. Sarebbe stato impossibile.
Mi offre qualcosa da bere e non ho neanche il tempo di rifiutare che mi mette la mano sul pacco sentenziando “vediamo se la cam ingrossa come la televisione”. Io ero pronto da un’ora: non avrei potuto fornire una immagine più realistica dal vivo. Mentre mi palpa il pacco mi infila la lingua in bocca e ci scambiamo un bacio profondo di diversi minuti. “mi piace” penso “mi piace molto”. Nonostante le unghie rifatte, laccate e piuttosto lunghe di cui mi sono accorto quando mi ha infilato due dita infondo alla gola per farsele succhiare, mi sbottona i pantaloni con molto mestiere e rimane un po’ lì quando si rifiutano di afflosciarsi a terra: l’uccello fungeva da attaccapanni e ricordo distintamente il suo sorriso sardonico che tacitamente si complimentava con me (e probabilmente con mia madre). Si china sui suoi trampoli, abbassa il pantalone e prende a succhiarmelo. Io dal canto mio mi spoglio, avevo solo una maglietta quindi ci metto un nanosecondo. Con le mani inizia ad esplorare la mia pancia, sale ai capezzoli e me li strizza a tempo con la sua bocca sul mio uccello con movimento lunghi e profondi. Si alza e tenendomi per il cazzo mi porta in giro per il soggiorno fino al divano letto su cui mi fa coricare. Neanche il tempo di iniziare un 69 che le suona il campanello: è un cliente, incazzato perché è un po’ che aspetta in macchina. Gli avevo fregato il posto, ma lui mica lo sapeva. Mi guarda e mi dice: “Ti dispiace metterti in cucina dietro la tenda mentre lavoro? Lui non si accorgerà di niente e voglio togliermelo dalle palle. Prometto che lo faccio venire in 5 minuti. Puoi sbirciare, se vuoi. Ma non farti vedere.” Capirete che era come invitare un’oca a bere.
Mi piazzo in cucina, nudo, dietro la tenda con una erezione degna di un film. Il tipo entra, lei lo accoglie, non prima di essere passata in bagno a darsi una rinfrescata, e subito lo spoglia e lo butta sul letto. Trattamento ben diverso di quello a me riservato. Io dietro la tenda li guardo e mi masturbo quando lei glielo succhia (con preservativo…a lui) e quando si gira per mettersi a pecora cospargendosi il culo di quell’olio profumato. Il ragazzo, un bel ragazzo devo dire, le è addosso e prende a incularla subito alla velocità di un picchio. Certa gente non apprezza il valore della lentezza in certi casi. Passano 5 minuti e il tipo viene, io continuo a masturbarmi e per non farmi mancare nulla mi inculo da solo con un dito. Il tizio si veste, paga e se ne va. Lei mi fa accomodare intimandomi di non smettere di farmi la sega, si accomoda in bagno e ne esce dopo qualche minuto fresca e profumata (e scoprirò più tardi, anche disinfettata). Riprendiamo il nostro 69 ma purtroppo non è dotata come piace a me: è sottile, piuttosto lungo ok, ma sottile. A me invece piace sentimi la bocca piena: mi piacciono i cazzi come il mio. Si mette a pecora e mi implora praticamente di scoparla ma io dico di no, non così, non con lei. La voglio sopra di me così mi corico io e me la metto cavalcioni su di me. Mi unge il preservativo e il buco del culo e in due secondo sono dentro. Lei è seduta su di me e l’odore di olio fruttato si spande ovunque, il suo profumo mi investe. Glielo stringo tra le mie mani e inizio a farle una sega mentre la inculo. Sembra che apprezzi e mi sorride compiaciuta. D’un tratto se lo sfila e mi dice “ora come piace a me” e si mette lei a pancia in alto, coricata con le ginocchia piegate e le gambe divaricate. Le vedo il buco del culo che ancora non è tornato stretto, è larga, invitante…e me la scopo come fosse una donna, alla missionaria. E lo è! È una splendida donna col cazzo. Mi guarda mentre la penetro come fossimo una coppia navigata e mi dice “certo che hai una faccia d’angelo prima, e da porco poi, che mi fa impazzire”. Mi metto sulle ginocchia, le alzo un po’ il bacino per penetrarla meglio e fino in fondo e riprendo a farle la sega. Qualche minuti di colpi regolari e io sento che sto per esplodere. Le mie mani stringono qualcosa di gonfio e quando palpo le palle perfettamente depilate le sento dure, piene. Sborriamo assieme, io dentro di lei e al preservativo, lei sulla sua stessa pancia e sulle mie mani. Sono due venute copiose, abbondanti, liberatorie.
“sì sì” conferma lei “mi piace proprio la faccia da porco che ti metti su quando scopi. Me lo dice attraverso la porta del bagno mentre mi rinfresco con del betadine (la cui presenza ho sempre apprezzato moltissimo).
Esco di casa sua e gettando uno sguardo alla piscina capisco che dopotutto il motivo per cui vive in un posto così, c’è. Eccome.
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