Prime Esperienze

La Napoletana


di AlterEgoPr
24.01.2017    |    12.489    |    0 7.4
"L’ultimo incontro con la Napoletana lo avemmo a Bologna, dove lei stava lavorando temporaneamente..."
ICQ, chi se lo ricorda? Acronimo inglese di I Seek You.
È stato uno dei primi software di instant messaging. Io l’ho conosciuto nel 1999, pochi mesi dopo aver comprato il primo pc in casa dei miei.
Funzionava come l’attuale Skype, permettendo di cercare persone all’interno del database, ti aggiungerle alla tua lista e interagire con loro con l’invio di messaggi istantanei, mail, foto video ecc. Una cosa molto avanti, considerati i tempi.
Bene, già dopo i primi giorni iniziai a cercare nick “particolari” tipo “piedi dorati” o “bella e vogliosa” cose così, con scarsi risultati a dire il vero.
Un giorno un amico mi fa “ti passo un contatto di ICQ è una ragazza di Napoli, giovane e carina”. La contatto, le dico che sono l’amico del suo contatto “al nord” e subito c’è complicità. Ci scambiamo pareri ed esperienze intime, desideri e fantasie. Andiamo avanti per qualche mese finché non si materializza la volontà di vederci. Firenze vinse la lotteria.
Non vi dico l’eccitazione di cercare assieme un posto comodo alla stazione per poterci incontrare: una sconosciuta che voleva vedermi in un hotel a Firenze, dichiaratamente per fare sesso con me. Non potevo neanche crederci…beata ingenuità.
Appuntamento a Santa Maria Novella; il mio treno arriva prima e aspetto che arrivi il suo sulla banchina. Scende e noto quella fantastica massa di capelli neri, mossi che tanto mi avevano fatto sognare nelle sue foto. Il nostro saluto è muto, segnato da 10 minuti di lingua in bocca e dal suo ventre che premeva contro il mio per percepire la mia eccitazione. Andiamo all’hotel, saliamo in stanza, ci sediamo sul letto e, preso da non so quale scrupolo, dopo averle appoggiato una mano su una coscia le chiedo “posso?”. Lei rispose con ansimato “Devi…”. Quello che facemmo non lo ricordo bene, sono passati tanti anni, ma quel “Devi…” non me lo toglierà mai nessuno dalla testa.
L’esperienza di Firenze fu stupenda, memorabile, e da ripetere soprattutto. Una volta rientrati continuammo a sentirci via ICQ, a scambiarci foto particolari e a fantasticare su come e dove sarebbe stato il successivo incontro.
Qualche mese dopo a Roma si sarebbe svolta una marcia della pace organizzata da Amnesty International. Decidemmo di darci appuntamento a Roma per 3 giorni (e due notti) assieme. Alla marcia della pace partecipammo veramente e facemmo anche i turisti, oltre a divertirci molto in camera da letto.
Di nuovo ci lasciammo e gli scambi virtuali divennero più pesanti e personali. Si stava sviluppando il mio lato fetish, e la Napoletana non faceva che stare al gioco e stuzzicarmi. Un giorno le dissi che volevo sentire di nuovo il suo odore e che non avendo incontri nel breve termine, avremmo dovuto trovare un modo per farmi contento; e lei lo trovò.
Mi chiese l’indirizzo e mi spedì un suo slip che indossò apposta per me 2 giorni filati, senza mai cambiarlo. Lo imbustò in una zip-lock per salvaguardarne l’odore. E quando arrivò mi ricordo che presi il pacchetto anonimo che mia madre (sì, mia madre) ritirò e me ne andai con la vespa in un boschetto vicino casa per masturbarmi più e più volte con quello slip infilato praticamente nel naso e nella bocca. Una volta esausto tornai a casa e lo misi, assieme agli altri, nel cassettino del mio comodino a fianco del letto. Assieme agli altri sì, avete capito bene. Avevo l’abitudine di chiedere sempre uno slip alle donne con cui stavo. Usai quello della Napoletana finché un malaugurato giorno, mia madre decise che era ora di lavare tutti quegli slip, se volevo tenerli vicino al letto (mia madre, nonostante tutto, è sempre stata di larghe vedute e piuttosto tollerante).
La Napoletana, che stava completando gli studi di Marketing, partì per l’erasmus a Londra, ospite in una casa famiglia. Quale miglior occasione per ritrovarci nuovamente? Dopo Firenze e Roma, Londra era perfetta. La raggiunsi per 4 giorni presso la sua nuova casa. Ricordo un particolare di quell’incontro, una sua frase che mi si è impressa a fuoco nella mente come il “Devi…” di Firenze. E la disse quando, mentre stavamo scopando con lei a pecorina, io sfilai l’uccello e piano piano lo spinsi dietro. Era fradicia, non c’era bisogno di olio o saliva. Bastavano i suoi umori. Lo spinsi piano, delicatamente e lei si girò verso di me con uno sguardo che non lasciava dubbi sul suo desiderio…”ma che mi stai facendo…?” disse…io non risposti, spinsi ancora un po’ e lei “continua, piano ma continua…ti prego”, ansimando. E continuai, piano ma continuai. Fu splendido, e non solo per me: non sono così egoista. Se mi avesse detto stop mi sarei fermato all’istante; ma non lo disse e godemmo entrambi con quella sodomizzazione.
L’ultimo incontro con la Napoletana lo avemmo a Bologna, dove lei stava lavorando temporaneamente. Non passammo assieme neanche una notte in quella occasione, arrivai al mattino e la sera ero già a casa. Ma non fu particolarmente memorabile. La magia era svanita, e lo avevamo capito entrambi.
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