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Boutique, sex toys, terrazza e champagne 1


di MonaMoor
19.09.2023    |    3.311    |    2 8.3
"E anche tu non sembri indifferente alla rievocazione della nostra passione..."
“Il combo è eccezionale, fa un effetto moltiplicato e rafforzato sulle mie sensazioni e sul mio piacere…”
Dici così a Valeria, la proprietaria della boutique glamour dell'erotismo in pieno centro. La conosci già, hai organizzato un incontro a casa con le tue amiche dove vi ha mostrato alcuni sex toys che vi hanno interessato parecchio, e il risultato è questo.
“Gigi e Filippo insieme sono una coppia perfetta, adoro avere Gigi dentro di me che vibra, prima sulle labbra e poi tutto in fondo, e Filippo, al secolo Sona, sopra il clitoride…”
Oggi ci siamo presi una delle nostre fughe dalla routine. Una giornata di convegni che (casualmente) durano tutto il giorno. Ho usato l’app che ti piace tanto, quella che ti avevo mostrato con titubanza pensando che mi giudicassi male. Ma ti è piaciuta molto, la mia titubanza e la mia intraprendenza. Il modo migliore di rubare attimi per poter stare insieme.
“Non riesco a masturbarmi da sola, ma quando io uso Filippo e F maneggia Gigi, infilandomelo e togliendolo, e infilandolo di nuovo… beh, così mi fa impazzire, urlo e mi offusco, potrei fare qualsiasi cosa”
L’abbiamo usata tante volte l’app, e anche oggi ha funzionato bene. Poi un massaggio di coppia qui vicino. Mi hai stuzzicato quando siamo rimasti da soli, mi hai eccitato, ma hai voluto perfidamente tenermi in sospeso. E io mentre ti rivestivi ti ho chiesto di non metterti gli slip. Un po’ reticente, stavolta non me lo hai negato, e siamo venuti alla boutique.
“E poi F adora guardarmi mentre godo così. La sua dea del sesso. A volte mi filma e rivede il video da solo, dice che è molto meglio di un porno”
La coppia Gigi e Filippo, appunto. Direi che li abbiamo testati entrambi in maniera decisamente soddisfacente. Certo, uno dei due è rimasto pure nelle mani dei ladri che ti hanno rubato non solo la cassaforte ma anche il predecessore di Gigi. Evidentemente lo hanno apprezzato molto… ma noi l’abbiamo sostituito subito!
“C’è qualche altro toy che potremmo aggiungere alla collezione? Per me o per F, o magari per entrambi…”
Valeria ti risponde che dovrebbe capire di più delle nostre passioni, delle nostre voglie e dei nostri piaceri. È ora di chiusura, e propongo di prenderci un aperitivo lì vicino, per approfondire.
Andiamo in un bar bellissimo con quell’aria da hotel internazionale, i divanetti imbottiti e i cammmmerieri (quanto ti piace quando raddoppio e triplico le emme!) professionali.
Il cammmmeriere (ok, la smetto!) porta un amaro invecchiato per me, uno spritz per te e un metropolitan per Valeria. Guarda le tue forme, il tuo sorriso brillante, i tuoi occhi brillanti, il tuo collo da baciare, le tue (mie) tette che nascondi sotto il vestito a collo alto ma che si indovinano ugualmente. Però non sa che non hai gli slip e che questo ti mette un po’ a disagio.
“Allora ditemi, come posso aiutarvi?”
“….”
“Su, fate come fossi un confessore, ne ho sentite tante. Cosa vi piace di più?”
“Quando ci vediamo mi piace il modo in cui subito F mi bacia, mi stringe, mi abbraccia, mi maneggia, si struscia contro di me”
“È un’urgenza, lo sai! Ti piace anche l’effetto che mi fa tutto questo…”
“Sì, mi piace sentire il tuo… sai no… il…”
“Dillo. Il mio (tuo) cazzo duro e dritto per te”
“Sì, il cazzo”
“E a me piace spogliarti strato dopo strato, toglierti prima il giaccone, poi il vestito, poi la maglia, poi i leggins”
“Non sempre”
“No, a volte non resisto proprio, e ti alzo il vestito, ti abbasso i leggins e gli slip, e ti giro, appoggiandoti su un muro, su una sedia, su un tavolo”
“Ti abbassi la zip e mi prendi subito così, entrando quando sono ancora stretta e facendomelo sentire tutto mentre entra, prima tra le labbra e poi sempre più dentro”
“E mi aggrappo al tuo reggiseno per spingere, e sbatterti”
“Sì, mi sbatti”
Valeria interviene “Interessante, molto interessante... ma se invece arrivate più o meno vestiti fino al letto che succede?”
“Spoglio F, lui spoglia me e io lo prendo per il suo (mio) cazzo portandolo sotto le coperte”
“Quanto adori fare il Capo”
“Sono il Capo”
“E quanto adori sdraiarmi sul letto e montarmi sopra. Il momento in cui ti impali, piano piano, gustandoti ogni singolo momento”
“Faccio su e giù, sentendoti tutto”
“E io ti tiro fuori le tue (mie) tette, e le palpo, e strizzo i capezzoli scuri e tondi che hai. Le vedo ondeggiare mentre fai su e giù”
“E poi mi metto nella posizione ancestrale che ti fa impazzire. Alzo le gambe e mi appoggio sul tuo inguine, e così ti offuschi e potrei farti fare qualsiasi cosa. Urli e godi”
“E tu che pensi di fare? Urli e godi, e raggiungi l’orgasmo, se è uno di quei giorni in cui ti piace così. Sennò mi chiedi di prenderti da dietro. Io eseguo. Malvolentieri… ma eseguo, e comincio a sbatterti facendoti sentire le mie palle contro il culo”
“Oppure…”
“Oppure mi chiedi di prenderlo in bocca.”
“E lì vai fuori di testa”
“Sì, tantissimo. Lo lecchi che sa di noi. Ha il sapore mio e tuo mischiato”
“E ogni tanto ti faccio sentire il sapore. Ti bacio e tu assapori le prime gocce del tuo (mio) sperma che cominciano a uscire”
“E io ti chiedo sempre di leccarmi le palle. Anzi, i testicoli, come mi hai detto una volta”
“Le mie palle. Le stringo forte. Ti faccio sentire le unghie sulla pelle. Ti faccio male e il mio cazzo si indurisce ancora di più. Ti eccita”
Il cameriere torna troppo spesso al tavolo, ti sembra che abbia captato un po’ del nostro discorso e sia particolarmente curioso, non solo delle tue tette.
E Valeria comincia a essere intrigata: “Andiamo in un posto più tranquillo. Continuiamo l’aperitivo da me?”
Accettiamo, paghiamo, andiamo.
Abita qui vicino, una passeggiata piacevole in centro. Confesso di essere eccitato, sapendo che non hai gli slip, e questo mi piace molto. E anche tu non sembri indifferente alla rievocazione della nostra passione. Appena vedo un vicolo buio ti spingo lì, infilo una mano nei leggins, ti bacio e ti palpo.
“Ma sei un maniaco, smettila!”
Io faccio spallucce e continuo “Ti piace quando sono maniaco”
Valeria se ne accorge, ci aspetta e sorride. Casa sua è in un vecchio palazzo, ben arredata con una grande libreria, un bel divano e ampi tappeti. Scorgiamo alcuni gadget che vengono dalla sua boutique. Una bella casa, dove vive sola.
Apro la bottiglia di champagne che ci offre e lo verso nei calici. Andiamo verso il terrazzo, alto sui tetti del centro. Sul terrazzo, mentre siamo ancora soli, continuo l’opera di prima. La mia mano ti palpa il culo, bianco e burroso. Ti bacio e ti stringo forte, con i calici in mano.
“Continuate pure” dice Valeria da dentro la stanza “Vi spiace se mi metto comoda?” E si toglie la giacca, mostrando una camicetta bianca, con bottoni che faticano a contenere quello che c’è sotto.
“No no” dico io facendo finta di essere indifferente. Ma tu mi sgami subito, sai qual è il mio debole, anzi i miei due deboli… E soprattutto lo senti, perché la situazione, le parole e l’alcool fanno effetto.
“Fate i timidi? Per darvi consigli su cosa acquistare devo sapere di più”
“Tipo?”
“Raccontatemi qualcosa che vi ha fatto eccitare entrambi molto”
“Le terme” dico io, pensando a Rapolano nella vasca calda di notte con altre coppie intorno, o a Stigliano con la piscina in cima alla collinetta dove eravamo soli e mi hai chiesto di prenderti da dietro.
“Malta” dici tu
“Sì, Malta” confermo
“Cosa è successo?”
“Una continua eccitazione, da quando siamo partiti. In aereo non avevamo nessuno vicino. Ho messo il mio giaccone sopra di noi, gli ho abbassato la zip dei pantaloni e al decollo l’ho preso in mano”
“Come la cloche dell’aereo, mentre passavano le hostess. Ma ti sei fermata, purtroppo”
“Perché rischiavi di non fermarti! Poi la gita a Comino, alla laguna blu, in bus e motoscafo”
“Avevi deciso di farmi allungare il curriculum”
“Quando siamo arrivati alla laguna, vabbè laguna, una piccola baia, io sono entrata subito nell’acqua fredda di maggio. F non voleva, ma l’ho convinto facilmente. Gli ho detto di scoparmi nel mare”
“Io ho obbedito al Capo. Abbiamo trovato un gruppo di scogli un po’ riparato, le ho scostato il costume e l’ho penetrata da dietro. Un po’ sommersi e un po’ scoperti, con altri bagnanti a qualche decina di metri”
“Poi quando siamo ripartiti mi sono tolta il costume. Ho messo il copricostume da solo, senza reggiseno e slip, e siamo saliti sul bus affollato per tornare all’appartamento a Valletta”
“Ci siamo seduti a fianco, e ho cominciato a insinuare la mia mano dentro il copricostume. Ho avvicinato un dito alla tua (mia) fica. Gradivi, molto. Ma lo capivo da quanto il mio dito si bagnava, mentre i passeggeri non si accorgevano di nulla. Tranne la gilf in piedi a fianco a noi… Eri composta, come sempre in pubblico, e come ti ho detto le prime volte che abbiamo scopato”
“Composta… non ci potevo credere quando me l’hai detto”
“Un po’ composta e un po’ troia, come lì sul bus”
“Sì, troia per te. Sono così…”
Valeria mi chiede “Vediamo un po’, come facevi lì sul bus?”
Io non me lo faccio ripetere due volte. insinuo la mano dentro i tuoi leggins, e trovo subito i tuoi umori, lo infilo dentro e poi lo tiro fuori e lo lecco. Adoro il tuo sapore prima aspro e poi dolciastro. Lei si mette su una poltrona. Ci guarda.
Ti passo il dito sulla tua bocca e sotto le narici, per farti sentire il sapore e l’odore pungente. Tu inspiri, ricordando l’odore di sesso a casa tua. Tu intuisci che io sono un po’ “incuriosito”… senti il mio (tuo) cazzo che comincia a farsi sentire. Sposto la mano sotto la tua maglia, e ti palpo le tette, e ti stringo il capezzolo, che apprezza e reagisce. Valeria gioca coi bottoni della sua camicetta, ne sbottona un paio. Io faccio veramente il maniaco, e tu non sei più composta, anzi diciamo che non è tempo di coccole. Verrà dopo.

(continua...)
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