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IL DENTISTA 1


di angelclaud
27.11.2023    |    3.017    |    14 9.0
"Lui prende un tovagliolo molto ampio, me lo pone sul petto, lo fissa dietro alla mia nuca aiutandomi ad alzarla..."
IL DENTISTA 1
Il dente mi duole, nonostante abbia preso degli antidolorifici, non riesco a calmare il dolore, non ce la faccio più.
Allora mi decido, chiamo Claud che è al lavoro, sono le 14.00 so che gli ci vuole più o meno un paio d’ore per tornare a casa, forse facciamo a tempo di andare da un dentista, dobbiamo andarci assolutamente oggi, perché è venerdì e, poi, fino a lunedì non avremmo trovato nessuno.
“Amore, ciao, ho un terribile mal di denti, puoi tornare a casa e portarmi da un dentista ?”
“Parto subito, solamente non so da chi andare, ci penserò strada facendo!”
Di lì a un paio d’ore, finalmente Claud è arrivato, per fortuna, non ne potevo proprio più
“ Amore, sai da chi andare?”
“ Nel tragitto di ritorno, ho visto la targa di un dentista di fronte a una fermata dell’autobus, proviamo lì, al limite ne cercheremmo un altro”
“Speriamo, perché non ne posso più dai dolori”
Saliamo in auto e dopo una decina di minuti Claud ferma l’auto davanti a un lungo caseggiato accostante la strada, vi sono parecchie porte, accanto a una di queste vi è una targa indicante l’ambulatorio del dentista TIZIO GIOVANNI.
Claud suona al campanello, la porta si apre automaticamente, saliamo i due gradini, entriamo in una stanza d’aspetto, carina, non molto grande, con le pareti colorate di un azzurro tenue, in fondo si apre una porta, attualmente chiusa, da dove, sicuramente, si accede all’ambulatorio. Vi sono due donne di una certa età sedute che stanno leggendo delle riviste, ci sediamo anche noi, di lì a poco esce dalla porta in fondo, una signorina in camice, è l’assistente di poltrona, carina, i capelli biondi raccolti in un cappellino, si dirige verso di noi e ci chiede: “ Buongiorno, avete un appuntamento?”
“No, mi spiace”- risponde Claud-“ è che la mia signora ha un terribile mal di denti e siamo venuti a chiedere se è possibile che il dottore la possa vedere”
“Un attimo, che chiedo” e sparisce dietro la porta, per ricomparire dopo pochi attimi” il dottore ha detto che potete rimanere, vi riceverà appena ha terminato con le altre clienti”
Un sospiro di sollievo, almeno non dovremmo girovagare alla ricerca di un altro dentista.
Prendo una rivista e cerco di non sentire il dolore, una delle due donne viene chiamata in ambulatorio, e di lì a poco anche l’altra. Meno male, è stata abbastanza sbrigativa, e trascorso più o meno un quarto d’ora e anche l’altra signora esce, accompagnata dall’assistente che si rivolge a noi invitandoci ad entrare.
Superiamo la fatidica porta e entriamo nello studio, vi sono due stanze con relative poltrone e attrezzature, l’assistente ci invita nella stanza a destra, mi fa sedere sulla poltrona e da un’altra porta compare il dentista: un uomo alto più o meno un metro e settantacinque, di una certa età, carino, anche se parte del volto è nascosto dalla mascherina, con abbastanza capelli tra il biondo e il grigio.
“Buongiorno, cos’è successo?”
Claud gli spiega il motivo e come avevamo trovato il suo studio.
Il dentista, Giovanni, si avvicina alla poltrona dove sono semi distesa, e subito noto che il suo sguardo è diretto verso il mio seno. In effetti ho indossato la prima maglia che ho trovato, dal dolore non avevo certo voglia di cercare una maglia diversa, e solo ora, effettivamente, mi accorgo che questa ha una scollatura a V e il mio seno, non certo piccolino, una quinta abbondante, appare in tutta la sua bellezza, quasi quasi si vedono anche i capezzoli. Ormai non posso farci nulla, e cerco di sistemarmi al meglio tentando di coprirmi al meglio.
Il dentista si avvicina, prende la sedia , si siede, abbassa la mia poltrona in modo di poter mettere il mio viso all’altezza giusta per poter vedere la mia bocca e i miei denti. Ora lo posso notare in modo migliore, ha degli occhi espressivi, , è abbastanza carino, simpatico, ha una voce calma e suadente. Alzo gli occhi e incrocio i suoi per un attimo, noto un qualcosa di diverso dallo sguardo professionale, li conosco bene quegli sguardi, e so cosa vuole trasmettere. Scosto per un momento il mio sguardo, poi rivolgo nuovamente i miei occhi verso il suo viso, e lo fisso direttamente negli occhi e per qualche secondo ci guardiamo intensamente.
Lui prende un tovagliolo molto ampio, me lo pone sul petto, lo fissa dietro alla mia nuca aiutandomi ad alzarla. Il suo tocco è leggero e mi provoca un piccolo brivido, sistema il tovagliolo sul mio seno in modo da coprirmi bene per non sporcare la maglia durante il lavoro.
Appoggia la mano destra sul mio viso per poter vedere meglio la mia dentatura, il tocco è lieve, lo spostamento delicato, mi fa aprire la bocca con una leggera pressione sul labbro inferiore.
Apro la bocca, lo guardo fissamente ed è come se i nostri pensieri collimassero: io il desiderio, lui la voglia di ricevere/ introdurre qualcosa di ben saldo e duro.
Mah forse è solo una mia fantasia, lui continua in modo professionale la visita alla mia dentatura : “ In effetti ha una capsula che si è staccata, eccola qua” e con la pinzetta solleva la capsula e la mostra a me e a Claud che è in piedi dietro la poltrona.
“Ora, la sistemiamo e così passerà anche il dolore”
Prende alcuni attrezzi e li appoggia sul tovagliolo che copre il mio seno. Inizia a lavorare sulla mia bocca, io alterno momenti in cui chiudo gli occhi, ad altri in cui incrocio per un attimo il suo sguardo, e sempre più mi convinco che quegli sguardi contengono desiderio.
La sua mano, che prima prendeva gli strumenti che gli servivano dal tovagliolo, in modo impercettibile, ora la sentivo appoggiarsi anche sul mio seno, e sempre più in modo pressante. Non capisco se è una casualità o lo fa apposta, allora decido di alzare il seno quando la sua mano si appoggia, cercando di fargli sentire la durezza del seno, e, in effetti, lui indugia un po’ di più e preme contro il mio seno sempre più marcatamente. Il giochino si ripete ogniqualvolta lui cambia lo strumento di lavoro, diciamo che è una sensazione piacevole, anche se in parte attenuata dal dolore. Purtroppo, e allo stesso tempo, per fortuna, ha finito con l’otturazione, mi riempie il bicchiere d’acqua e con la mano sinistra sulla mia schiena mi aiuta a sollevarmi dalla poltrona, inutile dire che quella è una mia zona erogena e mi trasmette brividi lungo la schiena, i capezzoli si ingrossano e anche il mio clitoride ne fa le “spese”. La mano rimane sulla schiena finché termino di sciacquarmi la bocca, operazione che faccio il più lentamente possibile, mi piace la sensazione della sua mano su di me.
Mi distendo nuovamente, lui mi guarda fissamente e poi mi sorride, ricambio il suo sorriso e mi fa l’occhiolino, poi alza la poltrona in posizione che mi permetta di alzarmi.
“Bene, abbiamo terminato, se volete raggiungermi nel mio studio che vi illustro quello che si deve fare in quella dolce bocca “
Io e Claud ci guardiamo sorpresi dal termine adottato, e lo seguiamo nel suo studio, lui si siede dietro la scrivania e ci fa accomodare sulle due sedie davanti alla stessa.
“Allora, carissimi, la situazione non è delle migliori, c’è qualche lavoro da fare….” E mentre lui spiega quello che sarebbe necessario effettuare per i miei denti, il suo sguardo è fisso su di me, provo una sensazione di essere desiderata, di essere spogliata, praticamente mi sta facendo i raggi X. Ne sono inorgoglita e allo stesso tempo mi sento a disagio. Continua a descrivere quale sarà il suo agire e che materiali userà, al termine ci chiede se avessimo qualche domanda, Claud: “ Quanto tempo ci vorrà, e quale sarà l’ammontare della spesa”
“ Ci vorranno più o meno un tre mesi, e per la cifra non preoccupatevi ci mettiamo d’accordo e potrete dilazionarla in più tempo, non è quello un problema ….” Poi si interrompe, rimane in silenzio per qualche istante, respira profondamente e se ne esce : “ Però ci si può anche mettere d’accordo per un pagamento in natura!” e continua ad osservarmi sempre più fissamente
La proposta ci lascia basiti, rimaniamo, io e Claud zitti tanto la proposta ci sembra strana.
Giovanni , accortosi del nostro disagio si appresta immediatamente ad aggiungere: ”Ovviamente è una battuta eheheh!.... Ok , allora fissiamo il prossimo appuntamento per il giorno 18 per le ore 15.”
Al che Claud gli fa presente che lui non può esserci così presto, allora ci si accorda per le 18.30.
Lo salutiamo, stringendogli la mano, e lui mi trattiene per qualche istante di più la mia, stringendola con fermezza.
Io e Claud usciamo in silenzio, saliamo in auto, partiamo, senza proferire parola. Solo dopo un cinque minuti di auto, Claud mi chiede cosa ne penso della proposta di Giovanni
“ Sinceramente sono rimasta sorpresa, non mi aspettavo una cosa simile, ma tu lo conosci?”
“ No, è la prima volta che lo vedo, ti ho detto che avevo notato la targa quando l’autobus si è fermato e non sapendo dove andare, ho pensato di venire qui, dato che tu soffrivi parecchio! Però sono stato sorpreso dalla sua proposta”
“Anch’io, sinceramente, anche se ti devo confessare che quando mi ha messo gli attrezzi sul seno, mi è sembrato strano…”
“Anch’io l’ho trovato strano, solitamente i dentisti si portano il braccio con il vassoio in posizione in modo di avere gli attrezzi in un appoggio sicuro!”
“All’inizio prendeva gli attrezzi con delicatezza, poi ha sempre più adagiato la sua mano sul mio petto e la lasciava ferma per qualche istante. Io ho provato ad abbassare il petto, ma lui seguiva il mio movimento, poi, quando inspiravo lui teneva la mano ferma in modo di sentire ancor di più il mio seno. Pensavo fosse un movimento involontario, e quando ho deciso di provare a vedere se lo faceva volontariamente, tenendo il seno alto, lui strusciava la sua mano”
“ E tu ti sei subito bagnata eheheh”
“Che stronzo che sei, comunque non mi dispiaceva il suo tocco! Così impari!”
“ Ormai conosco quanto maiala tu sei! Ti ho osservata e ho notato quasi tutto perché alle volte ero impallato da lui”
“ Cosa facciamo? Andiamo al prossimo appuntamento?”
“Direi di sì, almeno finisce il lavoro, e poi vediamo come si comporta e se la sua proposta era solo una battuta!”
( Il seguito al prossimo racconto)
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