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IL DENTISTA 2


di angelclaud
28.11.2023    |    9.493    |    12 9.9
"“Amore, come devo comportarmi ?” “Vediamo come si comporta, se ti dà fastidio cerca di non assecondarlo, poi sta a te decidere cosa fare, io comunque sono..."
IL DENTISTA 2
Oggi è il 18, devo ammettere che ho pensato parecchio alla visita della scorsa settimana, in questi quattro giorni che sono trascorsi ho avuto sensazioni diverse, più pensavo alla sua mano sul mio seno, e più la mia fica si bagnava, poi, però, mi dicevo che dovevo essere il più normale possibile.
Con Claud non ne abbiamo più parlato, però ora che è giunto il giorno non so nemmeno come comportarmi e cosa ne pensasse lui., quando squilla il cellulare, è Claud che mi chiama.
“ Ciao amore, come stai? Sarò a casa per le 18, fatti trovare pronta perché sai che a quell’ora c’è parecchio traffico e non mi va di arrivare in ritardo”
“ Certo, amore, però non so come vestirmi!”
“Amore, fai tu, mettiti una maglia un po’ scollata, un po’ meno dell’altra volta, non deve sembrare che lo provochi. “
“Ok amore, e mi metto i jeans?”
“ Amore, mettiti quello che vuoi! anzi, no, ci ho riflettuto in questi giorni e ogni volta che pensavo alla sua mano che ti toccava le tette e tu immobile che “subivi”, il cazzo si induriva …..mettiti i leggins che ti modellano le forme, e fanno risaltare la tua fichetta eheheh !”
“Che porco che sei!”
“E tu sei la mia maiala!”
Ubbidiente al mio amore, vado in camera, prendo i leggins, ma non so decidermi tra quelli neri o quelli beige: quelli neri fanno risaltarle le forme, mentre quelli beige fanno intravedere anche un po’ il colore delle mutandine, poi un’idea, perché non metterli senza mutandine, così si vede meglio la forma delle grandi labbra … deciso ! provo ad abbinarci una maglia, ne provo un po’ ma nessuna mi piace, o non si abbina con il colore, o non mi piace come mi sta addosso, o non evidenzia bene il mio seno, alla fine decido per una maglia scollata davanti , non come quella dell’altra volta, ma abbastanza scollata per far notare l’incavo tra le mie tette, trattenute dal reggiseno che ne aumenta se possibile, ancor più il volume, e con un’apertura abbastanza vistosa sulla schiena, d’altra parte con il caldo che fa, essere un po’ scoperta dona un po’ di refrigerio, e per finire delle scarpe tacco 10, perché il 12 mi sembrava inopportuno, e comunque anche questo mi slancia.
Mi trucco in modo leggero, sia per il caldo, sia perché se Giovanni deve usare il trapano, mi bagna il viso con il liquido che fuoriesce dallo stesso. Però ho prestato più attenzione al trucco sugli occhi, in modo da far esaltare il blu delle mie pupille.
Alle 18 in punto arriva il mio amore, entra in casa, e subito ricevo un fischio d’ammirazione, mi assale, ma devo respingerlo, perché mi può rovinare il trucco, specie il rossetto rosso vivo che ho messo sulle labbra (il colore adatto per un pompino).
“Cazzo, amore che eccitante che sei, figurati se quello, anche se non ha nessuna intenzione, non ti salta addosso!”
“Dai muoviti che è tardi e non fare lo scemo!”
Direi una bugia se dicessi che i complimenti del mio amore non mi hanno fatto piacere, e sinceramente, se ci fosse stato il tempo mi sarei fatta scopare volentieri!
Saliamo in auto, allacciamo le cinture e ci avviamo verso lo studio del dentista, come al solito troviamo quel maledetto semaforo, rosso, e come sempre, il mio porco ne approfitta per allungare le mani verso le mie cosce, lo lascio fare, con una leggera pressione mi fa allargare le gambe, cosa che faccio volentieri, la sua mano si appoggia in mezzo alle gambe, un dito si insinua tra l’elastico dei leggins, li abbassa e sfiora la mia fica, depilata e bella liscia, il dito ripercorre la mia dolce apertura fino ad incontrare il clitoride, lo sfiora lievemente e poi lo schiaccia leggermente, un dolce piacere mi sale dal clitoride fino ad arrivare al cervello, che voglia di avere ora una lingua che mi lecchi, che mi penetri dentro e che succhi gli umori che stanno per uscire, chiudo gli occhi e … penso di vedere tra le mie gambe la testa del dentista e io che la trattengo perché mi lecchi ancor più profondamente.
Mi meraviglio di questo pensiero, probabile suggestione di dove stiamo andando, e dei pensieri di questi giorni.
“Amore, sei tutta bagnata, non ti starai mica eccitando pensando al dentista!”
“Che cavolo dici?” Non so come faccia il mio amore ad indovinare sempre i miei pensieri.
Finalmente arriviamo, parcheggiamo vicino alla porta dello studio, scendo e le gambe mi tremano, sarà per l’eccitazione di poco fa, sarà per la curiosità di quello che, forse, accadrà, anche se non so in che termini, e comunque non so nemmeno come comportarmi.
Saliamo i due gradini, suoniamo il campanello,e la porta si apre come la volta scorsa, entriamo, vi è una donna seduta in attesa, in quel momento la porta che conduce all’ambulatorio, si apre, esce un uomo, ed entra la signora. Evidentemente siamo gli ultimi pazienti, rimaniamo soli nella sala d’attesa.
“Amore, come devo comportarmi ?”
“Vediamo come si comporta, se ti dà fastidio cerca di non assecondarlo, poi sta a te decidere cosa fare, io comunque sono lì che ti guardo! Se ti senti a disagio inventati una scusa e mi chiami per nome, se invece pensi che non ci siano problemi mi dici qualcosa e mi chiami amore,”
“ Ok, tesoro”
In quel momento la porta si apre, esce la signora e l’assistente di poltrona ci fa accomodare, Giovanni è al telefono, ci saluta, mi avvicino a lui per stringergli la mano e per farmi vedere, lui mi guarda con gli occhi spalancati e mi sussurra, per non farsi sentire dal suo interlocutore “che meraviglia”. Ritorno all’interno dello studio e mi siedo sulla poltrona, mi appoggio allo schienale, intanto l’assistente mi copre con un telo verde, per non sporcarmi mi informa. Un po’ di timore mi assale, chissà cosa mi deve fare in bocca, e l’eccitazione lascia lo spazio alla paura, quella paura che profonde qualsiasi dentista.
Ed ecco che compare Giovanni, accomoda la sedia vicino alla poltrona, mi abbassa lo schienale, mi mette il tovagliolo al collo, si siede, e mi sussurra, forse per non farsi sentire da Claud “ complimenti, che bellezza”
“Grazie, ti piace?”
“Come fa a non piacere tanta grazia di Dio, non è vero Claud? Ti invidio perché tu puoi ammirarla tutti i giorni!”
“Eh sì, è per questo che l’ho scelta!”
“Bravo, ma ora occupiamoci di questa bella bocca, la faremmo diventare ancor migliore!”
Prende gli attrezzi che gli servono e li appoggia sempre sul mio seno, questa volta la mano non esita a soffermarsi subito sul seno, anzi, sembra che voglia sentirlo completamente da come spazia prima sulla tetta destra poi su quella sinistra, intanto i capezzoli mi si sono induriti tanto che mi fanno un po’ male, vorrebbero essere liberati e una bocca che li succhiasse.
Mi fa aprire la bocca, mi mette l’aspira saliva e inizia a lavorare su un dente, si ferma un attimo, avvicina la sedia alla poltrona, le gambe aperte e coperte dal telo verde che copre anche me.
Continua il suo lavoro e d’un tratto lo vedo protendersi ancor più verso me, penso per vedere meglio il mio cavo orale, ma allo stesso tempo sento qualcosa di duro appoggiarsi sul mio braccio destro disteso lungo la poltrona ma con il gomito che fa un angolo e esce leggermente dal bracciolo.
Istintivamente lo ritraggo, pensando che lui mi abbia toccato inavvertitamente nel propendersi con il viso verso la mia bocca. Lo guardo e lui mi fa l’occhiolino. Capisco al volo.
Sinceramente non so come comportarmi, il suo gesto mi eccita, e poi l’occhiolino l’ha fatto per il suo “approccio” o per incoraggiarmi nel non aver paura? E come devo agire, provare ad allungare il mio gomito verso di lui e vedere se il suo tocco è stato involontario o è stato fatto per farmi sentire quanto lo eccito?
Lo guardo nuovamente negli occhi, questa volta è troppo intento sul mio dente, allora decido, vediamo la sua reazione ….. Spingo il gomito verso di lui e spostato di pochi centimetri sento qualcosa di grosso e duro, lui ha un piccolo sussulto, e appoggia il suo cazzo ancor più fortemente sul mio braccio.
Allora il suo movimento poco prima era stato volontario! E ora, continuo o mi ritiro? Non so decidermi e intanto rimango con il braccio fermo, mentre lui continua a strusciarsi sempre più … mi assale una certa agitazione, sento del liquido scendere dalla mia fica, le grandi labbra si stanno bagnando, una scossa percorre la colonna vertebrale, la libido mi scoppia nel cervello … chissà se Claud si è accorto …
“Amore” approfitto di un momento in cui ho la bocca libera dallo strumento del dentista, la bocca libera ma la sua mano su un mio seno, per far capire al mio amore che Giovanni ci sta provando e che è tutto ok
“ Che te ne sembra del lavoro che sta facendo?”
Claud si avvicina alla poltrona, allunga il viso verso di me, e io batto le palpebre un paio di volte, lui capisce quello che voglio fargli capire e con un cenno del capo, approva. Il maiale del mio amore!!!
Giovanni si allontana un po’ da me, per permettere a Claud di guardare il suo operato sul mio dente, e allo stesso tempo per non far vedere che è troppo vicino a me, non può sapere che siamo due maiali e che già ci siamo capiti e ho la sua approvazione per continuare il gioco.
Nel frattempo, io, con la scusa che il dentista si è un po’ allontanato, sposto il mio braccio destro in modo di essere libera e non essere impedita dal bracciolo della poltrona.
Il braccio è a penzoloni, Giovanni si avvicina nuovamente con la sedia, con il basso ventre si appoggia al mio braccio, allora io lo sposto verso l’alto, la mia mano si appoggia sul suo ginocchio destro, sempre mantenendo il contatto con il gomito sul suo cazzo.
Giovanni ha un piccolo sobbalzo, non si aspettava certamente la mia reazione.
Lo guardo fisso negli occhi con un sorriso malizioso, nel suo sguardo una luce eccitata, intanto la mano sale dal ginocchio verso il suo inguine. Giovanni continua con il suo lavoro, ma lentamente, sembra sia alla moviola.
La mia mano sale ancora finché trova quello che cercava, quella grossa protuberanza in mezzo alle sue gambe, mi fermo, stringo quel cazzo che, al contatto mi sembra bello grosso e abbastanza lungo. Rimango un attimo ferma, gli occhi fissi sui suoi; lo massaggio per tutta la sua lunghezza, fino alla cappella, la stringo forte, i suoi pantaloni sono abbastanza leggeri e non mi sembra che il porco porti le mutande.
Ritorno verso l’inguine, sempre massaggiando quel bastone di carne, un desiderio mi assale: lo vorrei leccare e ingoiarlo tutto, la mia lingua lo percorrerebbe tutto, fino a fermarmi sul prepurzio per sentirlo vibrare tutto, ma, purtroppo, mi devo limitare a toccarlo e fargli una piccola sega.
La mano arriva a toccare i coglioni, poi risale, ma si intoppa in un pezzo di stoffa, muovo le dita e a un tratto sento la sua pelle.
Il porco ha la patta dei pantaloni aperta, le dita si insinuano nel pertugio, impugno il suo cazzo.
Giovanni ripone quello che aveva in mano, lo appoggia sul mio seno, e inizia a palparmi una tetta fino a raggiungere il mio capezzolo destro, a quel punto non capisco più nulla, sono eccitata, la mia mano, con movenza lieve e lenta fa andare la pelle del suo cazzo, su e giù, lo stringo forte, ha un sussulto e una lava liquida e densa ricopre la mia mano. Il dentista è venuto!!!
Rimango ferma, la mano intrisa del suo sperma, un capezzolo stretto tra due sue dita, lui rimane fermo un attimo, certamente non vuole farsi vedere da Claud, che è seduto dietro di lui e che, teoricamente non dovrebbe aver visto nulla.
Mi manda un lieve bacio con le labbra, raccoglie gli attrezzi dal mio seno : “ Per oggi ho finito!”
Alza lo schienale della poltrona e mi dice di risciacquarmi la bocca. Sfilo la mano dalla sua patta non senza dare una ultima stretta al cazzo diventato ormai moscio, e nello scoprirmi dal lenzuolo, mi pulisco la mano.
Risciacquo la bocca, magari fosse stata piena della sua sborra, la avrei ingoiata volentieri.Lui mi aiuta ad alzarmi.
“Sai che pensavo di metterti un piccolo brillante su un dente”
“Magari, che ne dici amore?”
Claud era rimasto sempre dietro a Giovanni, ora è in piedi, mi osserva, e con un cenno del capo mi fa intendere che ha compreso quello che era successo.
“Certamente, amore, darebbe un tocco di bellezza in più al tuo sorriso, vedere un brillante che luccica tra le tue splendide labbra. Non è vero Giovanni?”
“E’ quello che pensavo, Angel ha due labbra stupende che fanno pensare a qualcosa di malizioso!”
“Cioè ?” ribatte Claud
“Se posso permettermi ….”
“Certamente, siamo adulti e vaccinati …”
“Ha due labbra da pompini …”
“Eh sono la sua specialità!”
Io sorrido a tutti e due, lusingata di un apprezzamento che in un altro contesto avrebbe potuto essere un’offesa, ma in questo momento era un complimento.
In quella suona il cellulare di Claud, è il lavoro che lo chiama; si sposta verso l’entrata dello studio per parlare tranquillamente, Giovanni mi prende per braccio, mi sospinge verso l’altro studio:”Vieni scegliamo il brillantino da metterti su un dente, lo accompagno fino a un mobile, apre un cassetto, prende una scatola, la appoggia sul mobile, io mi piego leggermente per vedere le piccole pietruzze contenute nella scatola, lui è al mio lato quando sento un dito infilarsi nel mio buchino posteriore.
Cazzo! L’ha beccato subito e se non fosse per i leggins me lo troverei infilato dentro di me!
Sono sorpresa, ma è questione di un attimo, mi piace, mi chino ancor di più.
“Abbassami il pantalone!” gli dico con voce flebile ma eccitata. Lui si gira per vedere dove è Claud, che intanto sta telefonando, e in velocità, abbassa leggermente il leggins e mi infila il dito medio direttamente nel mio culetto, favorito dal fatto che sono umida anche lì. Lo spinge forte, io mi chino per favorire la sua penetrazione ( che voglia di avere un cazzo lì dentro), mi muovo con movimenti circolari ,voglio sentire il suo dito in tutta la profondità del mio culo. Il dito si muove e va su e giù imitando una scopata, sono talmente eccitata e ho una voglia tremenda e mi lascio andare a un orgasmo liberatorio, mi mordo le labbra per non gridare.
Sentiamo Claud che saluta la sua interlocutrice, subito Giovanni toglie il dito dal mio culo e mi alza i leggins e fingiamo di scegliere la pietra.
“Allora avete scelto?”
“Certamente, questo qui!” E gli mostriamo una pietra azzurra che brilla alla luce della lampada.
“Ci vediamo lunedì che continuiamo la cura al dente e ti applico il gioiello!”
“Ok, allora a lunedì sempre a quest’ora?”
“Sì, così posso lavorare in pace senza la rottura di qualche anziana lamentosa per l’orario!”
“Allora ciao!” saluto Giovanni, che si avvicina e cerca di baciarmi sulle labbra, cosa che non permetto a nessuno ad eccezione del mio amore. Mi giro porgendogli la guancia che lui bacia, non senza far scivolare una mano su una tetta, cosa che, comunque, gradisco.
Saliti in auto e fatti un centinaio di metri, Claud :” Che maiala che sei, gli hai fatto una sega portentosa, come ha goduto?”
“Mi ha inondato la mano, ha un cazzo bello duro e abbastanza grande e grosso!”
“Dalla porca che sei ti sarebbe piaciuto averlo almeno in bocca, ti sarai bagnata tutta?”
“E non solo, sapessi cosa mi ha fatto quando siamo andati a scegliere il gioiello per i denti!”
Egli racconto tutto, al termine lui mi dice:” Amore, ho visto tutto, ero sulla porta nascosto che vi osservavo!”
“Dai, amore andiamo a casa che ho voglia del tuo cazzo, ho voglia di essere scopata!”
(il seguito al prossimo racconto)

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