Il segreto della terza fiamma

Il Segreto della Terza Fiamma

Laura e Marco erano sposati da vent’anni. Il loro amore era cresciuto come un albero: forte, resistente, ma talvolta troppo saldo, troppo prevedibile. Nelle sere silenziose, dopo che la cena era finita e i bicchieri svuotati, si scambiavano sguardi pieni di affetto, ma svuotati del fuoco che un tempo li faceva ardere.

Poi venne quella notte.

Era una serata di fine primavera, e una vecchia amica di Laura li aveva invitati a una mostra privata in una villa antica alla periferia della città. Marmi freddi, pareti coperte da quadri astratti e musica jazz in sottofondo creavano un’atmosfera sospesa.

E fu lì che la videro: Giulia.

Aveva trent’anni. Un corpo pieno, formoso, fasciato in un abito color porpora che non tentava nemmeno di nascondere le sue curve generose. I capelli corvini, raccolti in uno chignon disordinato, lasciavano cadere ciocche morbide sul viso. I suoi occhi, scuri e profondi, sembravano leggere l’anima di chiunque incrociasse il suo sguardo.

Laura fu la prima a notarla. La osservò con attenzione, notando il modo in cui ogni movimento di Giulia sembrava danzare con l’aria. Era sicura di non averla mai vista prima, ma qualcosa in lei le appariva familiare. Marco, accanto a lei, rimase colpito da quel magnetismo viscerale: un'attrazione diversa, più mentale che carnale… almeno all’inizio.

Quando Giulia si avvicinò, la sua voce era velluto e miele:
— Vi va un bicchiere? C’è un vino rosso riservato agli ospiti più… curiosi.
Il suo sorriso era tagliente e dolce insieme. Laura sentì un brivido correre lungo la schiena.

Accettarono.

La seguìrono in una stanza appartata, più buia delle altre. Tre calici. Un tappeto persiano. Una lampada soffusa. Nessun altro. Le pareti sembravano assorbire ogni suono.

Giulia parlava poco, ma i suoi gesti erano eloquenti. Un tocco sulla mano di Laura. Uno sguardo a Marco. Un sospiro. Il gioco era cominciato, e nessuno ne conosceva le regole.

Laura si trovò seduta accanto a lei sul tappeto. Le loro ginocchia si sfioravano. Marco si appoggiò allo schienale del divano, guardandole. Iniziò tutto con un tocco lieve: Giulia le accarezzò il polso, poi salì fino al gomito, sfiorando la pelle con una lentezza ipnotica. Laura sentiva il battito del cuore in gola. Non era mai stata toccata così da una donna.

Giulia si chinò e la baciò. Un bacio morbido, pieno, profondo. Marco trattenne il respiro. Era eccitato, sì, ma anche confuso, come se stesse guardando un rituale antico, sacro.

Poi Giulia lo guardò e disse solo:
— Vieni.
Lui obbedì.

Ci fu un momento di esitazione. Poi le mani si cercarono, i corpi si unirono, e il tempo si sciolse come cera calda. Le dita di Giulia erano esperte, guidavano con dolcezza e decisione, alternando carezze e stretti abbandoni. Laura gemeva piano, perdendosi nella morbidezza del corpo dell’altra, nella sua sicurezza. Marco sentiva la pelle di entrambe sotto le mani, il profumo mescolato dei loro desideri, e capì che in quel momento stava riscrivendo il senso del proprio amore.

Quella notte fu un intreccio di sussurri, di respiri, di piacere condiviso e superato. Ogni gesto era nuovo e antico insieme. Non c’era vergogna, solo fuoco.

Ma quando si risvegliarono, stanchi e abbracciati, Giulia non c’era più. Nessun numero. Nessun nome sulla lista degli invitati. Solo un biglietto, lasciato sul cuscino:

"La terza fiamma arde solo quando due sono pronte a bruciarsi di nuovo."

Laura e Marco tornarono a casa senza parlare. Ma nei loro occhi, brillava qualcosa di diverso. Non solo passione. Ma risveglio.

L’Enigma Finale

È il desiderio a cercare il nuovo, o è il volere che lo rende reale?
E se il desiderio nasce per farsi domare,
può mai l’amore esistere senza aver conosciuto l’incendio del dubbio?