Racconti Erotici > trio > Un gioco cuckold
trio

Un gioco cuckold


di serialtrickster
19.06.2018    |    20.576    |    10 9.6
"Lei disse: "prepara delle tartine e qualcosa per accompagnare il vino"..."
Questa storia risale a qualche anno fa, ma, a parte i nomi, alterati per necessità di riservatezza, è reale e completa. Marco era un collega di lavoro, lavoravamo insieme in una società di assistenza tecnica e gestione di impianti. Era sempre stato un tipo deciso e piuttosto brillante ed eravamo colleghi affiatati, anche se non potevamo definirci amici. Un giorno si rivolse a me in veste di sindacalista, per una contestazione disciplinare che lo riguardava, una cosa che, senza un'adeguata difesa, poteva portarlo a perdere il lavoro. Dovendo replicare per iscritto ad una comunicazione aziendale, mi invitò a casa sua per aiutarlo a scrivere una risposta che non lo inguaiasse più di quanto già era. Arrivammo a casa sua nel tardo pomeriggio e ci mettemmo subito a discutere il suo operato e a scrivere una risposta decente. Dopo un oretta circa rientrò sua moglie, e, dato che non c'eravamo mai conosciuti, me la presentò: si chiamava Alessandra, era più o meno nostra coetanea, una donna piuttosto bella, con capelli lisci castano chiaro ed occhi verde chiaro, cerchiati da un bel paio d'occhiali che, in una donna, a me sono sempre piaciuti. Mi sorrise presentandosi, mentre mi stringeva la mano. poi guardò il marito e gli disse con una voce abbastanza secca "metti a posto la spesa, mentre io preparo qualcosa da bere. Inviti un ospite a casa e tiri fuori soltanto una birra?" Il tono di voce era piuttosto antipatico, ma mi colpì la tranquillità con la quale, lui, si accinse a mettere via il contenuto delle due sporte appoggiate sul tavolo della cucina. Lei aprì il frigo e tirò fuori del formaggio spalmabile e due o tre barattoli di sottaceti, e li appoggiò sul piano della cucina. Lei disse: "prepara delle tartine e qualcosa per accompagnare il vino". E lui andò sul bancone e cominciò a tagliare dei crostini e a spalmare formaggio. In pochi minuti erano sul tavolo delle tartine deliziose, con due piattini ricolmi di olive il primo e di fettine di salame e formaggio stagionato il secondo. Lui taceva e la guardava. Io invece non capivo ancora quello che stava succedendo ma intuivo che era in atto un gioco tra di loro.
Lei si sedette e tirò fuori una bottiglia di vino rosso, che appoggiò sul tavolo dicendo, con la solita vocetta antipatica "non credo che questa bottiglia si apra da sola, tu che ne dici Giancarlo?" Potei solo notare che la voce aveva assunto un tono elegante e assai piacevole, quando chiese il mio parere. Marco prese il cavatappi e aprì in modo impeccabile la bottiglia. Io cominciai a intravedere il gioco che stavano mettendo in atto, e, a quanto pareva, del quale io facevo parte. Lui, dopo essere stato ancora ripreso in modo secco, versò due bicchieri. solo due, per me e per lei. Lo guardai in viso e aveva una strana luce negli occhi. Era interessato e coinvolto, e dalle contrazioni delle narici, sembrava che si stesse quasi eccitando. In pochi minuti, parlando di tante cose, avevamo bevuto due bei bicchieri di un rosso piuttosto carico e profumato e quasi finito il contenuto dei piattini, quando lei disse, rivolgendosi al marito, che nel frattempo era rimasto in piedi accanto al bancone guardandoci in assoluto silenzio, una frase che mi diede un bel brivido sulla schiena: " tu lava i piattini, che io vado a mettermi qualcosa di più comodo" e poi si avvicinò a me e mi accarezzò il viso chiedendomi, con voce suadente: "Non ti dispiace aspettare un attimo, vero?" Quando annuii, se ne andò con una camminata che non poteva che attirare gli sguardi. Lui mi fissava con uno sguardo strano mentre il suo respiro sembrava accelerare.
Il gioco era chiaro e la cosa mi intrigava parecchio, quindi mi unii a loro e dissi, fissandolo: " versami ancora del vino, e versane anche alla tua signora". Non c'era cortesia nella mia voce, era un ordine esplicito, anche se pacato. Lui mi guardò ed eseguì, riempiendo il mio bicchiere. Quando era sul punto di versare il vino nel bicchiere della moglie gli dissi: "attento a non versarne troppo, se lei si ubriacasse, potrebbe magari perdere il controllo e non so cosa può succedere". Lui versò fino all'orlo. Lui era invece eccitato al pensiero di quello che poteva succedere. Mi guardava, aspettandosi qualcosa che ormai mi appariva chiaro. A quel punto, dalla loro camera giunse un grido. Era lei che chiedeva a gran voce, apparentemente spaventata, se qualcuno potesse cacciare un ragno dal bagno. Non aveva chiamato il marito, aveva chiesto di "qualcuno" .Lui mi guardò e disse a gran voce che non poteva intervenire, perchè aveva paura dei ragni. (???? paura dei ragni????) Andai io nella loro camera dalla quale si accedeva al bagno in questione.
Lei era accanto al letto, con la camicetta sbottonata fino all'ombelico, che metteva in mostra un seno non troppo grande ma ben fatto. Non potei fare a meno di notare che erano sparite le calze e la pelle chiara delle gambe risaltava sotto la gonna scura. Ma aveva ancora ai piedi le scarpe con i tacchi. quindi si era deliberatamente preparata. Il gioco si faceva duro e non solo quello,...
Trovai in un angolo il microbo che lei definiva "ragno", lo presi in mano con un pezzetto di carta igienica e lo appoggiai sul davanzale esterno della finestra dl bagno. Lei si avvicinò, con una camminata che prometteva tante cose, appoggiò una mano al mio braccio e, intanto che un "fortuito" ma prolungato contatto tra il suo seno e il mio torace mi informava della morbida e calda consistenza della sua splendida dotazione disse con una voce che aveva perso ogni tono antipatico e si era fatta roca e calda:" Quello stronzo di mio marito non è neppure in grado di liberare sua moglie da un ragnetto, credo sia normale che sia cornuto come uno stambecco, non trovi, Giancarlo?" Marco era sulla porta, ansimando quasi avesse il fiato corto, con gli occhi che passavano da lei a me e uno sguardo di intenza eccitazione. Le appoggiai una mano sul fianco e la passai dietro la schiena, attirandola addosso a me senza incontrare resistenza. Lei continuò nel suo gioco, nel quale ero evidentemente un accessorio, anche se di primaria importanza. si inginocchiò dicendo, mentre mi slacciava i pantaloni:" Mio marito è una larva, incapace di capire cosa piace a una donna, tu invece che uomo sei?" Intanto aveva aperto completamente i miei pantaloni e tirato fuori il mio arnese, che stava dimostrando tutto il suo coinvolgimento. Marco continuava a fissarci appoggiato in modo strano allo stipite della porta d'ingresso, con un atteggiamento carico di eccitazione e un'espressione a metà tra la repulsione e il desiderio. A quel punto presi in mano il gioco e dissi a Marco, con un tono calmo, ma che non ammetteva repliche:" toglimi le scarpe e mettile fuori dalla stanza, poi aprici il letto che abbiamo da fare", E lui cominciò a slacciarmi le scarpe, mentre lei si esibiva in un pompino da consumata zoccola. Lei lo guardò negli occhi e gli disse con tono di disprezzo "guarda cos'è un vero cazzo, pezzo di cornuto, guarda tua moglie, con che gusto lo succhia!" Mi aveva tolto le parole di bocca. Le afferrai la testa per i capelli e la penetrai in gola, in modo abbastanza rude. Intanto lui, terminato di slacciarmi le scarpe, me le toglieva, senza distogliere gli occhi dal meraviglioso lavoro di bocca di Alessandra. "ora, mentre tua moglie me lo succhia da troia, toglimi i calzini e mettili ripiegati accanto alle scarpe, dopodichè vieni qui e accendi la lampada sul tuo comodino, che voglio gustarmi il viso di tua moglie, mentre me la chiavo sul tuo letto" gli comandai, e lui eseguì in modo attento. Lei stava perdendo gli ultimi rimasugli di freni inibitori e, mentre veniva vivacemente scopata in bocca, si tolse la gonna, rimanendo con addosso una camicetta aperta, un tanga scuro poco più ingombrante di un filo interdentale e delle scarpe decolletè nere con tacco nove. Lei ansimava, mentre l'eccitazione alzava la temperatura e lui ci fissava con gli occhi spalancati, mentre dai suoi pantaloni si vedeva la sagoma del suo cazzo ormai durissimo. Giurerei che negli angoli della bocca si celava un inizio di arrapato sorriso. La alzai afferrandole i seni mentre lei, arretrando le spalle e guardandomi negli occhi, mi si offriva con uno sguardo che ho visto poche volte nella mia vita. Disse: "voglio essere scopata qui, davanti a quella merda di mio marito. scopami subito. ora." Era lei che lo chiedeva, con un tono che passava dal gentile e complice, con me, al violento quando parlava di Marco. Lo guardai, mentre aspettava ansimando un mio ordine. "scostale gli slip senza toglierli che devo chiavarla", dissi, e appena Alessandra si mise a pecora, lui, in ginocchio accanto a lei, le spostò di lato la stoffa leggera del tanga. Entrai in una passera calda e fradicia mentre lei ansimava. Ero molto su di giri e la scopai in modo furioso. Lei venne gridando, mentre con la faccia affondata tra i due cuscini lo malediceva con una serie di parolacce da tavernaccia di quart'ordine. Io continuavo a pomparla a pecora, mentre lui le teneva scostata la stoffa del tanga, ma per non inondarla di sperma nel giro di poco dovetti rallentare, visto che evidentemente, il loro gioco non volgeva ancora al termine. Lui la guardava e cominciava ad avere la pelle lucida, segno di eccitazione a livello altissimo. "ora insalivale il buco del culo, che ti faccio vedere come la sfondo", gli dissi. Il mio tono era sempre deciso, ma mai violento o frettoloso. Avevo capito che la chiave di volta del gioco era l'arroganza tranquilla mia e il turpiloquio di lei. Lui lo fece, sputandole tra le chiappe e spargendo la sua stessa saliva con la lingua, fino ad arrivare ad un inizio di anilingus, mentre lei con il culo proteso verso di me mi implorava:" Spaccamelo, ti prego spaccamelo, voglio che mio marito mi guardi mentre vengo aperta nel culo, e tu pezzo di sterco, bagnamelo tutto, che mi sto godendo un cazzo come tu non hai mai avuto,.." Appoggiai la cappella allo sfintere già abbondantemente lubrificato dalla saliva e cominciai a premere. all'inizio fece una minima resistenza poi, appena il bordo della cappella fu entrato, arrivai in fondo con un colpo lento ma deciso. Lei stava mordendo la federa sel cuscino, biscicando, con i denti stretti sulla stoffa in cotone un unica parola, costantemente ripetuta con tono via via crescente:" Si! ..Si! ..SII!" Lo estrassi prima di venire e lo guardai con aria di divertita sufficienza, dicendogli: "puliscimelo, che voglio venirle in bocca". Lui eseguì diligentemente il lavoro assegnatoli, pulendomi il cazzo con la lingua, mentre la temperatura della sua bocca indicava che era prossimo a scoppiare. Le venni in bocca, sporcandole il viso dalle labbra, alle guance, all'attaccatura dei capelli. Lui, dietro mio ordine la ripulì con la lingua. Poi, conscio del mio ruolo, pensai a lui e a loro e dissi ad Alessandra: "ora succhiagli il cazzo e fallo venire, il cornuto, che è al limite." Lei glielo prese in bocca ed iniziò un lento ma spettacolare lavoretto di labbra e interno guancia, guardandolo negli occhi. Lui la fissava con un sorriso estasiato e venne in pochi istanti, mentre lei ingoiava con l'espressione sorridente.
Ci rivestimmo poco dopo, dopo esserci fatti una doccia veloce e terminammo insieme il lavoro di stesura e battitura della lettera sindacale, mentre ci abbuffavamo di patatine e bevevamo insieme la seconda bottiglia di rosso. Li guardai e invidiai la loro complicità, che li rendeva una coppia solida complice in un piccolo gioco in cui, da allora feci parte altre volte, prima di trasferirmi all'estero e diradare per forza di cose le occasioni di incontro. Con Marco ed Alessandra siamo tuttora amici,

SONO GRADITI I COMMENTI

(racconto da me già pubblicato in precedenza, con un veccio account non più in uso)

Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.6
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Un gioco cuckold :

Altri Racconti Erotici in trio:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni